Il combattimento a 800 metri da Valona

Il combattimento a 800 metri da Valona Il combattimento a 800 metri da Valona 4 a 800 etr a aona * Roma, 12, notte. L'Epoca riceve da Valona, 12 : " La situazione a Valona si è improvvisamente aggravata. Ieri notte, verso le ore due, i ribelli sferrarono un violento attacco contro la città. L'attacco tu preceduto da un violentissimo tiro sulla nostra base navale. Erano colpi dei cannoni da 75 presi ai nostri su quota ilo la mattina del 6 corrente. In quella stessa mattina molti dei nostri furono fatti prigionieri. Gli insorti in questo attacco hanno pure fatto uso di mitragliatrici, parte delle quali furono loro regalate dai francesi al momento dello sgombero di Coritza e di Scutari. I ribelli verso le ore 3 sono riusciti ad avvicinarsi alla citta. Un violentissimo combattimento, durato oltre due ore, si svolse intorno alla città a circa 800 metri da Valona. Verso le 4,30 la posizione delle nostre truppe era divenuta criticissima e quasi insostenibile. La ristabilirono l'intervento dei nostri alpini, i quali contrattaccarono alla baionetta, efficacemente coadiuvati da una sezione di pistole-mitragliatrici. Gli artiglieri delle nostre navi hanno falciato gli attaccanti, impedendo con un violentissimo fuoco di sbarramento l'accorrere dei rincalzi sul luogo del combattimento. « Ad aggravare per un momento la nostra situazione concorse il tradimento degli elementi albanesi di Valona, i quali, durante la battaglia, spararono alle spalle dei nostri. E' veramente inesplicabile che il Comando, data la grave situazione creatasi in questi. ultimi giorni, non abbia provveduto a disarmare gli elementi ostili della città. Verso le ore 5 l'attacco era cessato. I ribelli, messi in fuga, abbandonarono nelle mani degli alpini una batteria da 142 presa negli attacchi del giorno 6, e lasciarono sul terreno 200 morti e nelle nostre mani moltissimi prigionieri. Ad azione ultimata il Comando arrestò circa mille albanesi musulmani, i quali avevano tirato alle spalle dei nostri. Ouesti traditori furono fatti salire sul piroscafo Madre Sottra e sbarcati nell'isola di Sasseno. E' stato pure arrestato il sindaco di Valona, Ali Islam. Tutto il quartiere musulmano è stato sgombrato. Gli insorti sono al comando dell'ex-prefetto di Valona, Osman Heffendi. che ha nominato Capo di stato maggiore Cosci Kiazim. La casa di questi due a Valona è stata incendiata. « Corre insistente la voce die il capo degli insorti, per vendicarsi di questo fatto, avrebbe ordinata la fucilazione di tutti i bersaglieri che furono fatti prigionieri ad Agon. Fra i ribelli vi sono ufficiali turchi e ufficiali della gendarmeria albanese, che erano precedentemente al nostro servizio. Il movimento insurrezionale si estende a tutti i villaggi, le cui popolazioni sono incoraggiate dalle posizioni conquistate dai ribelli. « Dàlie navi ancorate nel porto si continua a bombardare le alture e le nostre artiglierie da marina hanno completamente raso al suolo ì villaggi di Ducati, Trayas e Badina. Data la speciale natura del terreno in cui agiscono i ribelli, tpesia i* tiro Uim wtigfc&rta basca inefficace. Anche ieri sera gli insorti hanno sferrato un altro attacco che è stato respinto dai nostri a colpi di fucile e con contrattacchi. La popolazione della città si è imbarcata pei Brindisi sul piroscafo » Baron Bruk ». sul quale ha pure preso posto l'attuale prefetto di Valona, Said Kemal, amico dell'Italia, i! quale però ha fra gli insorti un fratello ed un cognato ». I prigionieri " A Durazzo vi sono ancora forze sufficienti per tenere tèsta agli insorti o per il momento la città non verrà sgombrata quantunque il suo abbandono sia già prestabilito. A complemento delle notizie di ieri circa la cattura degli ufficiali si precisa che i prigionieri sono quaranta. Ecco, i loro nomi : Colonnello Gotti, maggiore, Guadalnpi, capitano Zullo, capitano Bossi, capitano Spartaco, capitano Mezzena, tenente Franchini, tenente Erther; tenente Rebecchi, sottotenente. Masotto, sottotenente \ i: tal, sottotenente Bolla." sottotenente Ferrano, capitano medico Greco, aspirante medico Funatre, tutti appartenenti al ?2.o reggimento fanteria. Vi sono poi il colonnello Cavallo, il tenente Porgati, sottotenente Liboni. sottotenente Caniiglia. appartenenti al quarto raggruppamento artiglieria; sottotenente Galamini, al 16.0 autoparco: il tenente di sussistenza Levantini, capitano Bigliaco. del secondo gruppo alpini; sottotenente medtco Rosati, 113.0 ospedaletto da campo; capitano Bergamaschi, il tenente Baccin, sottotenente Slmoni, del 701 compagnia mitragliatrici, il capitano Puglia, il sottotenente Lamparecchi, appartenente alla 1428 compagnia mitragliatrici, il capitano medico Terzi, il sottotenente medico Vici, il sottotenente di amministrazione Tròra, il capitano Opici, del -16.o autoparco, il tenente medico Mondino, il tenente di amministrazione Torrente, il sottotenente Tonelli. del l2.o bersaglieri. La maggior parte di questi ufficiali catturati sono stati concentrati a Vaizza, e vengono trattati liane. Altri più fortunati sono ritisciti a fuggire e sono rientrati a Valona. Il presidio di Tepeleni resiste bene. Il movimento ami-italiano in Albania politicamente ha un'estensione più vasta di quel che non si creda perchè serbi e -greci continuano a soffiare nel fuoco della rivolta. Il capitano Opice crudelmente martoriato per la resistente opposizione trovasi all'ospedale in stato .gravissimo». Il presidio di Tepeleni si arrendè' per mancanza di rifornimenti L'Epoca, nella 4.a edizione, ha da Valona che il presidio di Tepeleni, costituito da un battaglione del 7J.o fanteria e da un battaglione del 72.o fanteria, dopo una tenace resistenza, si è dovuto arrendere agli insorti per mancanza di viveri. Eguale Forte è toccata al presidio di Dasciai, dove si trovava una batteria da montagna con qualche centinaio di uomini. L'n Caproni, levatosi a Volo nel pomeriggio di oggi, volando sul forte di Tepeleni, aveva scorto segnali richiedenti viveri; e da ciò si desumeva che il presidio potesse resistere ancora per qualche giorno. Però più tardi uno dei velivoli in esplorazione constatava che il forte era stato sgombrato, e le nostre truppe fatte prigioniere dagli insorti, con tutti gli ufficiali. L'Epoca dice che da un computo dei presidii catturati risulta che gli uomini di truppa fatti prigionieri dfigli albanési sono circa 800 e gy ufficiali 60, tra cui tre comandanti di reggimento. ■Un altro te'egramma all'Epoca da Valona dice che gli insorti hanno tentato ieri sera un altro attacco, sventato subito dai nostri posti di vedetta, che hanno dato l'allarme, provocando un violento cannoneggiamento da parte delle nostre battone e delle navi San Marco e Quarto. I nostri si sono fortificati sulle posizioni conquistate nel combattimento di ieri. Manina, rocca forte dei ribelli, è stata rasa al suolo dai cannoni della San Marco. I colpi delle navi hanno pure fatto saltare in aria due polveriere, ohe dovettero essere necessariamnte abbandonate a 5 chilometri da Valona. Lo scoppio delle polveriere, nelle quali erano depositate ingenti quantità di polvere, è stato formidabile. La regia nave Quarto dirige ora i suoi tin verso Rio Secco e Ducati, dove sono visibili i lampi delle esplosioni. Un osservatori.; improvvisato dagli insorti e stato bersagliato dai co]ni e stroncato. I pezzi da 75 delle torpediniere e le numerose batterie continuano a battere il terreno per impedire qualsiasi tentativo dei ribelli, che da stamane si sqfio dimostrati meno aggressivi, in seguito alle'Ingenti perdite subite nei nostri attacchi di ieri. Appelli contrastanti Un comizio socialista a Milano L'Epoca, a proposito dei fatti di Valona, pubblica il seguente appello: «Giovani d'Italia! I socialisti tentano di impedire alle nostre truppe di recarsi in Albania, a soccorrere i nostri minacciati nella vita e nell'onore. Quanti di voi hanno ancora onoTe e senso ai dignità dell'Italia, si offrano come volontari; squadre di volontari prendano, se è necessario,, il controllo dei treni militari. Compagni e volontari, allarghiamo à cerchio mortale intorno a Valona. dove si difende la bandiera, il sangue, le tradizioni politiche dell'Italia ». La Direzione del partito socialista e la Confederazione generale del lavoro si sono riunite ed hanno votato la seguente deliberazione: «La Direzione del partito socialista e la Confederazione generale del lavoro, di fronte agli avvenimenti di Albania,. frutto delle conquiste militari e dell'asservimento dai pqpolt agli interessi del capitalismo ed alle sue mire imperialistiche, tenendo 'presente anche la grave situazione .che va maturandosi in Libia, gemma donata all'Italia dall'uomo che risorse è sta per assumere il potere, affermano in nome del proletariato che con qualunque mezzo impediranno il riaprirsi di guerre e di conflitti tra i popoli, che nascono sempre da prepotenze militariste e da rivalità, capitalistiche. Si rendono pienamente solidali col proletariato triestino, accorso in difesa della vita dei soldati, sospinti ad un nuovo macello. Invitano il proletariato tutto d'Italia nd imporre con agitazioni e comizi l'abbandono di conquiste militari e <?i inutili sac-riflct di vite umane, giust-tnea-te .col .protesto di pretese offese alla cosidetta dignità nazionale, ti da odii di rà/in non condivisi dai proletari, che sentono vibrare soltanto un spiiì;me.nto di solidarietà internaz-ionate: non comprendono che la necessità della lotta di classe e deliberano di indire a Milano, per martedi. 15 corr.. alle ore 10, presso la Camera del lavoro, un Convegno, al quale sono invitati il Sindacato del ferrovieri e la Federazione dei lavoratori del rome, per discutere la situazione e sui mezzi opportuni par fiv.nteggiare efficacemente il pericolo del riaprirsi e del perpetuarsi di conflitti sanguinosi, che rappresentano una criminosa offesa alla riviltà ed al diritto de; popoli di disporre libe- «tfnaiitg *at iMta <awa> ». Jf