Risposta dei F.lli Perrone al Consiglio d'Amministrazione della Banca Commerciale

Risposta dei F.lli Perrone al Consiglio d'Amministrazione della Banca Commerciale Seguendo la polemca Fratelli Perrone - Banca Commerciale Risposta dei F.lli Perrone al Consiglio d'Amministrazione della Banca Commerciale Toeplitz ed il Consiglio d'Amministrazione i 11 signor Joseph Toeplitz, messo dai noi direttamente in .causa ed accusato da noi di un aziono costantemente antinazionale, ha cercato di ripararsi dietro una falange di personalità circondate* da un'aureola di. prestigio, mettendo avanti il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale della Banca Commerciale, adoperandoli entrambi come presidio, difesa e strumento, di- pubblicità e polemica, tentando di coinvolgere nel suo destino personale quello dell'Istituto che orgogliosamente chiama Suo. Ed il Consiglio ed il Collegio anzidetti si sono prestati a questa manovra, avallando con le loro firme una narrazione di fatti che è tutta una diabolica orclitura-dl insinuazioni e di contorsioni del vero, divulgata a mezzo della stampa e di opuscoli spediti ovunque a migliaia di copie con una prodigalità senza precedenti. Il sogno egemonico Nell'inane tentativo di giustificare il signor Toeplitz, di difenderlo dalle nostre accuse e di indebolire la incrollabile solidità, della nostra posizione morale e giuridica di fronte al suo istituto, il Consiglio formula asserzioni ed adopera argomenti che possiamo ribattere e confutare agevolmente con documenti e non con vacue parole soltanto. Esso Qualifica «un sognò egemonico òggi definitivamente infranto » la battaglia da noi iniziata e sostenuta puramente e semplicemente per difendere la minacciata indipendenza e delle 'Società da noi dirette ed amministrate e della stessa vita econoinica nazionale. Ma cosi scrivendo gli epigoni del signor Toeplitz dimostrano che egli tinge di dimenticare tutta la storia della Banca Commerciale in quésto ultimoventennio ; storia della quale egli fu massima parte : storia che forse essi ignorano. E,l'uno e gli altri dimostrano altresi la loro incapacita di comprendere quale doveva essere durante la guerra l'opera degli istituti di credito e dell'industria nazionale. La scalata alla Società Ansaldo Ricordiamo loro, intanto, uno degli episodi più significativi, nei nostri riguardi, di codesta storia, cioè i tentativi di dare « la scalata all'Ansaldo », avvenuti assai prima della nostra reazione difensiva, che ebbe dal signor Toeplitz, il nome di « scalata alla Banca ». La Società Ansaldo ha la gloria di essere stata sempre un ostacolo sulla via trionfale del signor Toeplitz, in quanto rappresentava il primo vasto sforzo di affermazione di una industria veramente italiana, del tutto indipendente da ogni diretta od indiretta Ingerenza straniera. Quindi la necessità da parte della Banca Commerciale, esponente massimo di tale ingerenza, di impadronirsi dell'Ansaldo o di schiacciarla.. Il primo tentativo risale al 1906-07. Allora, essendo il Capitale sodale di appena 30 milioni diviso in 120 mila azioni, la Banca Commercialo tentò di crearvisi una maggioranza accaparrandone 38 mila. Nel medesimo periodo di tempo essa si oppose all'aumento di capitale dell'Ansaldo. Successivamente, nel 1910, 1 assalto fw dato ripetutamente dal ben noto Prina con l'appoggio e l'intermediario di Otto Joel. Nel 1916, alla vigilia della dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria, ci venne fatta l'offerta dall'ingente somma di 80 milioni, in oro per l'acquisto degli Stabilimenti Ansaldo — il capitale della Società essendo sempre, si noti bene, di trenta milioni di lire. Necessità di difesa .Falliti 1 tentativi, diretti di captazione della Società Ansaldo, non mancarono quelli subdoli, specialmente allo scopo di intralciarne il funzionamento, menomarne la produttività. Citiamo nd esempio quello di acquistare la padronanza della Società Negri, fornitrice agli Stabilimenti Ansaldo di gran parte, dell'energia elettrica onde abbisognano. Potevamo noi consentire che la vita degil Stabilimenti Ansaldo, massimi produttori di materiale bellico, fattori principali del risorgimento industriale italiano, potesse eventualmente essere minacciata? y Evidentemente no ; oiid'è che fummo costretti ad agire per legittima, difesa, volendo fermamente che le imprese da noi dirette ed amministrate avessero e conservassero durante la guèrra uno schiettissimo carattere di italianità Necessità di difesa, dunque, ci mosse e non «sogno egemonico » e tanto meno desiderio di dare la « scalata alla Banca «. 11 signor Toeplitz ha costruito tutto il suo castello di insinuazioni e calunnie su questa accusa sensazionale e ben fatta per impressionare la pubblica opinione,. che noi abbiamo' tentato di impadronirci della Banca Commerciale per asservirla ai nostri particolari interessi. Ma il castello crolla sotto l'ariete dei fatti. Gli accordi del 1918 E valga il vero. Neil 1918 il gruppo da noi rappresentato possedeva tele numero di azioni della Banca Commerciale da «ssere praticamente 11 vero padrone ed arbitro dell'Assemblea, perchè lo rimanenti erano, o disperse nel pubblico e quindi assenti dalle assemblee sociali, oppure (ed è quésto la verità che tanto scotta al signor locplitz) raggruppate all'osterò In mani svizzere di nome, 'tedesche di fatto. Se nell'animo nostro fosse stato un proposito di egemonia, di sfruttamento, il nostro cosfdetto « sogno egemonico » ora realizzato. Invece, in quel tempo, noi abbiamo subito aderito ad un Sindacato che garantiva l'assoluta indipendenza di tutti gli organi direttivi della Banca. Abbiamo fatto di più: abbiamo spontaneamente ceduto a coloro che dirigevano ed amministravano la Banca', 10 mila azioni una prima e 15 mila una seconda volta, e le abbiamo cedute con la massima signorinitii, senza il guadagno di un soldo, al disotto dei prezzo del mercato. Ma non bista, che per ben due anni ci astenemmo scrupolosamente dall'ingerirci comunque nella direzione della Banca, non essendo neppure rappresentati sia nel Consiglio di Amministrazione, sia nel Co mitatc dirigente il Sindacato. Toeplitz alla riscossa Concluso 'l'accordo del 1918, il sig. Joseph Toepiiiz non ebbe, dunque, mai azionisti più remissivi di noi, che non di meno turbavamo i suoi sojjni. Egli non si era mai rammaricato che buona parte delle azioni fossero, come furono indubbiamente : fino ai 1918, in mani straniero, circostanza esiziale per gli interessi italiani ; tuttavia non poteva tollerare che un Sindacato Italiano fòrte, numeroso,' indipendente, possedesse un considerevole nucleo di azioni. Abituato a spadroneggiare nella Banca ohe egli considera, e lo hu detto, roba sua; a tessere senza alcun ritegno 'le sue reti di intri ghi e di affari con i suoi colleglli dell'alto finanza internazioiialo ; a svolgere una politica conforme a gli interessi di codesto finanza assai pltì che a gli italiani, egli non poteva ne voleva tollerare d'essere soggetto non a noi, ma al Sindacato predetto. Non si è forse pubblicamente vantato che noi non abbiamo potuto avviarlo per la nostro, strada ? Gli bisognava pertanto sbarazzarsi di noi e del Sindacato. QuoV.e il mezzo ? Rimettere a nuovo la leggenda della ' scalata alla Banca » ; agitare di nuovo davanti al pubblico il drappo rosso del « pericolo Perrone » ; proporrò come unico rimedio l'aumento del capitole con l'emissione a prezzo derisorio di un certo numero di azioni riservate per metà ad un gruppo suo, offrendo in opzione ti gfi azionisti l'altra metà soltanto. Chiarissimo lo scopo vero : rompere l'equilibrio creato e garantito da gli accordi del 1918 che egli aveva firmato; diventerò di fatto il despota della Banca mediante l'aumento del capitole nel modo anzidetto, attraverso la douiinàziorio delle azioni riservate al suo gruppo. Tutto ciò costituiva una violazione deg)il accordi del 1918, nel 'quali è stabilito po- corno guarentigia reciproca e pattuizione senziole, che ncseuii aumento tìi capitale tesse essere deliberato senza il consenso uiuinimc di tutu i Delegati del Sindacato costi tutnti il suo Comitato direttivo. Ma che importa al Toeplitz dei contratti? Non sono essi forsn. secando la più recpnte teoria, dei pezzi d. i:arlu ? Tutto al più bisogna trovare un pretesto per violarli. Ed il pretesto, in questo caso, fu tro vato muovendoci l'accusa di accpiistare clan destramente azioni sul mercato con il proposito di violare gli accordi dal 1918 e dare la Banca Commerciale in potere di un altro Isti tute. Sottigliezza veramente, puerile, perchè gli accordi del 1918, che noi abbiamo sempre scrupolosamente rispettato, ci impedivano ma teriairnente qualunque sorpresa del genere. Intanto, perii, jj Tse^Vw. intensificava l& w zia delle azioni sul mercato ed ardiva perfino lanciarci contro, per interposta perso»*, l'accusa di agiotaggio: egli, che è maestro in questo campo dove miete ogni anno lucri colossali I La manovra di Toeplitz per asservire la Banca Commerciale Giungiamo, ora, ni punto vitale della polemica, dove si svela chiaramente la trama preordinato dal Toeplitz. Costui, per giustificare dì fronte al pubblico l'aumento del capitale deliberato il 31 marzo u. s. e il'attrflmzione ili 176 mila azioni nuove al prezzo di h. 899, (eli fronte al prezzo di mercato ed al valore reale del titolo ili circa L. 1.S50) ad un gruppo favorito con l'artificiosa creazione di due Consorzi paralleli ed incrociati, mediante il quale incrocio i denari dei due Istituti interessati servono a finanziare le loro azioni e ad assicurare al loro Dirigenti l'assoiuto dominio degli Istituti ; per giustificare diciamo, questo farraginosa costruzione, ■lancia al pubblico un grido d'allarme ed inventa il «pericolo Perrone», con tutti gli annessi e connessi che ci risparmiamo ed il fa-; stidio ed il disgusto di ripetere. Questa volta però il Toeplitz ha corso troppo. Credendosi' vincitore è stato temerario. Ma la sua temerità lo ha travolto, perchè abbiamo una protra documentata della falsità di tutte le sue invenzioni circa i pericoli del.nost.ro assalto e la conseguente necessitò di provvedere.aba difesa detta Banca a qualunque.costo,.e con qualsiasi espediente. ,■*•;/ '. • : La documentazione della manovra ìa, falsità, delle accuse mosseci dal Toeplitz, la prova della sua manovra, sono documentate irrefutabilmente dall'accordo stipulato a Genova il giorno 11 di marzo del 1920, nèll. imminenza, quindi, dell'assemblea e venti giorni prima ine questa deliberasse. ■ Non sappiamo se 'tutHl i Consiglieri che hanno firmato la Belazione conoscano questo documento. Se lo conoscevano, essi, che si atteggiano a vindici della verità, della sincerità, delia correttezza, della virtù finanziaria, dovevano ricordarlo e renderlo pubblico. :Lo pubblichiamo noi nel suo testo preciso ed integrale, sopprimendone soltanto, per brevità, il preambolo. (Omissis). » Tra i signori comm. Pio e camm. Mario « Perrone, comm. Giuseppe Toeplitz, comm. ■ Pietro Fenoslio. i quali ultimi agiscono sia « in nome proprio che in nome e per conto «del gruppo Marsaglia, si conviene quanto « segue: ' «1. li blocco delle azioni sottoposte a « Sindacato a termini dell'accordo, che som« ma attualmente a 187 mila azioni, .iene di «'comune aocordo elevato a 3R7 mila median« te. vincolo di altre 80 mila azioni, di cui « 40 mila appartenenti al gruppo Fratelli Per « rene e 40 mila al gruppo impersonato dai < signori comm.. Giuseppe Toeptltz e comm. « Pietro Fenoglio. « 2. Il Consorzio verrà prorogato . ancora « di un anno dopo la scadenza dei. due anni • dalla data del decreto che dichiarerà lo stato a di pace preveduti dall'accordo, qualora la a proroga ven-na. rbvfiiesta dal gruppo Marsali glia tre mesi prima della scadenza. « 3. Le 80 mila azioni necessarie per ele«vare a 267 mila il numero delle azioni sm« dacate saranno deiposntate come lo oltrej « entro il 15 aprile 1920, presso la Banca Conii merciale Italiana, Sede Centrale. St darà ^ ad ambedue Je parti vn elenco completo «con le relative indicazioni numeriche delle « azioni vincolate. «4. Le deliberazioni da prendersi dat'de« legati a norma dell'art. 5 dell'accordo sa« ranno decise a maggioranza, fa caso di pati rità la decisione sarà deferita. all'Ufficio di a Presidenza della. 'Banca CommcrclMle. « Per \e. deliberazioni contemplate dall'arti« colo lfi6 Codice di Commercio, occorrerà il icoitieivto unanime di tutu i delegali. Mani, canAo il contento unanime per Vapwovazio« ne delle deUbtrazioni. il blo,<xo delle azioni « dovrà votare contro le relative proposte. «5. L'Assemblea della Banea nella, sna « prossima riunione del'30 marzo autorizzerà « il Consiglio di Amministrazione a proyver « dere ad un aumento oTi canitale fino ad nn. limite massimo di 1-40 milioni (centoquaranta milioni). « Bimaiqe intoso fin d'ora che il Consiglio « di amministrazione procederà, in un priino c tempo ad un primo blocco di azioni per « l'importo di 52 milioni — scalandone I ver« samenti in modo che il premio e un deci« mo siano versati entro giugno e gli altri « decimi siano scaglionati entro il secondo « semestre del 1920. « La stessa Assemblea ohe delibererà l'au« tariszazionc per l'aumento del capitale siati bilirà che tutte le aziona di nuova emissione « debbano essere offerte per INTERO ili opzio-' « ne agli azionisti in proporzione dèlie azioni « possedute. «C. (Le patii s'impegnano a non vendere « le azioni sottoposte a Sindacato per.tutta la «durato del presente accordo: (Modificato e sostituito per volere del signor Toeplitz come segue' • « / fratelli Perrone s'impennano a non venti dere le azioni sottoposte a Slnducato per » tutta la durata del presente accorda. I parti tcciyqnti del gruppo Marsarjlia potranno ce. tdcre le loro azioni subordinatamente' però *ai vincoli sindamlir,. - Onesto contratto porta le firme del Toeplitz e del Fenoglio. , • / Ogni commento è superfluo. ... Questo accordo è «1 documento della lealtà del nostri propositi e della onestà della nostra condotta. - -. • Questo contratto dava al: Toeplitz piena tranquillità, perchè esso rendeva maiprialmente impossibili tutti quei pericola che . il Toeplitz ha creato ad arte con piena coscienza di creare una leggenda. Diciamo materialmente, perchè tutte lé duecentoscssantasclle mila azioni (ossia la- assoluta maggioranza del .capitale sociale) rimanevano depositate, e vincolate nelle casse della stessa Banca Commerciale. Diciamo materialmente, perchè su ogni eventuale divergenza fra noi e Toeplitz avrebbe dovuto decidere l'Ufficio di Presidenza della Banca stessa. Ciò posto, come si può osare di raccontare e ripetere che il Consiglio della' Banca, agiva sotto la minaccia M nostre fecforaffàtóbrii, sotto il supremo pericolò di ima nostra egemonia? Come si può decorosamente darp ad Intendere die l'acquisto delle 200 mila azioni dei nostro gruppo fu impósto da noi e subito dal Consiglio come una indefettibile necessità per salvare la Banca? La verità è un'altra e balza evidente. Al Toeplitz' premeva soltanto di essere il solo padrone delia Banca, premeva d'impadrdh'irst della maggiorai za delle azioni per essere 11 solo arbitro della Banca e del suo OonsVgUo: premeva sopratutto di sbarazzarsi di noi. Coma Toeplitz si è assicurato 11 dominio Ed è perseguendo questo suo. scopo, che pochi giorni dopo la firma del suddetto accordo, che pure gli dava piena ed onesta tranqull^ liti, contro ogni eventuale per quanto ipotetico tentativo di sopraffazione,. il Toeplitz si recò a Genova, e valendosi di autorevolissimo ausilio, ci premette tanto da, indurci d cedere le 200 mila azioni del nostro gruppo. Egli ed altri ci indussero ad una immediata precipitosa decisione è noi, in base a degli accordi che egli subito seppe eludere, consentimmo, nostro malgrado, subendo le pressioni d'ordine morale e politico the ci yenpero fatte, ed anche perchè, stanchi, disgustati dalie continue insidie e dalle malvagie accuse lanciate ad arte contro di noi, speravamo, con detto accorrlo, di raggiungere finalmente la tranquillità. Fu vana la speranza come grave l'errore. Ma d'altra parte noi ci eravamo convinti che se non avessimo ceduto, il Toeplitz, qualora non fosse riuscito nel suo intento, avrebbe rovinato. l'Istituto. E volemmo evitare tanta iattura. ' Il Toeplitz, che òggi ardisce. accusarci dì lucri fantastici, atteggiandosi a vittima della nostra rapacità, menò allora gran vantv itela sua vittoria, perchè l'acquisto delle azioni, rafforzato da altri vantaggi che egli si era accurato violando, subito dopo tale acquisto, gitaccordi stipulati, gli dava, finalmente, di sorpresa, il dominio incontrastato dell'Istituto. Egli esultava: aveva raggiunto il suo scopo, dissimulato ai pubblico.dietro la fantasiosa invenzione della nostra minaccia, del nostro assalto, dèi nostro pericolo. Ma ora l'artificiosa costruzione crolla • Gli osaeii tuono avuta la *««sSras?«se eba tale pericolo non esisteva neppure come remoto ipotesi; perchè il contratto doll'll marzo 1920 confermava al Toeplitz ed al/a Banca Commerciale, contro di noi, la più assoluta intiera guarentigia. u Oggi, dunque, cadono l'artefìcio e la leggenda; oggi risulto, che la cessione delle azioni non fu da noi in alcun modo sollecitata e tanto meno imposta ; risulto che l'acquisto dc|.e azioni non era unti necessito per salvare la Banca da assalti o da sopraffazioni, e 'che pertanto la macchinosa combinazione attuata successivamente dal Toeplitz e dal Consiglio ligio ai suoi voleri non lu determinata da ni-, cuna necessità di difesa, ma congegnata veramente col solo ed unico scopo di mettere nello mani di uno, o di pochi, tutto l'Istituto e di' realizzare .un lucro veramente imponente a favore di pochi privilegiati. Si osservi, infatti, ila sostanza della combinazione. Si creano due Consorzi. L'uno diviene possessore della maggioranza delle azioni del Credito Italiano ed è finanziato con i denari della Banca Commerciale, l'altro diviene possessore dell'assoluta maggioranza delle azioni della Banca Commerciale ed è finanziato da/. Credito Italiano. Ma chi dirige, chi amministra questo Consorzio nel quale si concentrano tutte le azioni della Banca Commerciale? Il Toeplitz, e con essoj'i' maggiori'esponenti del Consiglio della stessa Banca.dlni devoti. Qulqdi,'nella pratica realtà; ti patrimonio della "Banca Commerciale è Impegnato per conquistare il possesso ed' 11 donatolo delle suo azionii. oontro il divieto delle leggi, e gli amministratori della Banca divengono gli arbitri delle assemblee dì guisa clw- ogni controllo sull'opera loro e sulla toro' elezione diviene in realtà materialmente impossibile. Dopo questo si osa pàit'are di un nostro « sogno egemonico » sulla Banca ? Evidente è l'artificio, inventato pef giustificare questi fotti, altrimenti senza difesa-legale o morale. Ma caduto, la leggenda dei «sogni egenlontci » nostri', sfatato rartiflcio, non rimane che l'affare realizzato dal Toeplitz é dal suol amici con le brillanti operazioni compilile. Dna mossa pericolosa Il Consiglio dotila Banca Commerciale ci prende a partito perchè abbiamo saputo costrurre un edificio gigantesco c'ompreiuiema industrie, navigazióni, banche. Trascuriamo dal rispondergli perdio alleni dal vantarci delle opere nostre. 'Altri le hanno giudicate ed elogiate, che nel móndo .della politica, degli affali e della finanza valgono assai più uel Toeplitz e dèi suoi mirtoidoni. Vogliamo, invece, occuparci dell'insinuazione con la quale 11 predetto Consiglio chiude, noi verbale delj a stia adunanza del giorno 28 di maggio, la polemica intorno alle vicende dei nostri immaginari «tentativi dt scalata». L'insinuazione è, Infatti, troppo pericolosa per colera che l'hanno fatta, perchè noi possiamo dispensarci dal metterla in rilievo, Dice il Consiglio, e crede vibrarci chi sa quale colpo mortase: «Il loro sogno egemonico è però deflniii«vàmente infranto allo stesso modo coinè il « pubblico erario' non ha riconosciuto il conto « aei loro servizi di guerra ». >■ Del servizi che potemmo rendere al Pae^b durante la guerra, non abbiamo presentato conto alcuno. Sènza Ansaldo, nel Trentino, sui Piave, a Vittorio Veneto, i soldati italiani sarebbero morti invano, perchè non bustono i petti dogli eroi à far argine quando dall'altra parte incalza il cannone. E ci rammarichiamo di. essere costretti a parlarne, perchè mentre abbiamo coscienza di aver fatto, semplicemente il- nostro dovere, in esso troviamo, ampio ed insuperabile compenso. iWtono le commesse di guerra. La liquidazione di esse essendo stata affidata in massima parte a uomini della Commerciale (ricordiamo ad esempio il sen. Ettore Conti, attualmente vice-,presidente di essa) si comprende come gll imperili di quelle commesse non ci siano stati ancora completamente riconosciuti. Pertanto la vanteria In proposito del Consiglio ftoì«ta-Bancn ccsstitulsce la rivelazione imprudente ili una delle tonte manifestazioni della onnipotente influenza della Banca stessa negli organi tecnici deU'amminlstrazione statale, che nói abbiamo denunciato e continuiamo a denunciare. Il lato legale della questione Dimostrata ampiamente la mancanza di ogni base morale alle due operazioni mediante le quali il sig. Toeplitz si è assicurate il domìnio della Banca Commerciale, con 11 pretesto di volerla salvare da immaginarie « scalato », rimane intatto quanto più volte abbiamo affermato circa la illegalità di esso.. .. Questa illegalità scaturisco dalle seguenti circostanze, dello quali 11 Consiglio-di amministrazione tace in parte, mentre delle altre crede di sbarazzarsi con argomentazioni instnflclcnU : li L'aumento.di capitale è illegale perchè inoflmte con la necessità di adeguare il capitole agili impegni, secondo le disposizioni dell'art. 5 dello Statuto della Banca, mentre il capitale della Banca, se in esso si comprendono tutto le riserve, non nega la sufficienza del patrimonio deila Banca, comprese tali riserve, a .fronteggiare gli impegni. Pretende solo che si tratti di. una .questione di opportunità, non di legittimità. Ma a torlo, Quando la insufflcien za del capitale è assunta espressamente come motivo, o presupposto delia decisione, l'erroneità del motivo e dei presuppósto invalida tutta la deliberazione. : 2) L'aumento. del capitale è illegale, porolle le .azioni di nuova emissione., invece di essere date in opzione a tutti gli azionisti, sono per gran parte riserbate, a prezzo' irrisorio, a un gruppo* privilegiato di azionisti, e ciò in ispregio alla precisa disposizione dell'art..' IGi del Codice di commercio, «he garantisco il diritto all'uiruaglianza di trattamento a tutti gli azionisti;. Il Consiglio oppone che I soci stessi, nella deliberazione presa, hanno rinunciato a .questo diritto, ma dimentica, che sebbene nelle Società anonime prevalga la volontà delle maggioranze, pure csistono dei diritti individuali degli azionisti, i quali sfuggono ai. ■ dominio di essa, che non può nè distruggerli nè modificarli. Ed uno di questi diritti individuati è quello dell'eguaglianza di .trattamento, che trova da sua consacrazione nell'art- 164 sopracitalo. 3) La costituzione e tutto 11 funzionamento del Consorzio Mobiliare finanziario sono illegali, perchè essendo; li Consorzio finanziato, sia pure per via indiretta, dalla Banca Commerciale, esso non costituisce che uno spediente per mezzo del quale la Banca stessa compera e possiede azioni proprio, hi violazione del, disposto dell'art,'"144 del Còdice di. Com-mèrciò, E che sia precisamente la Banca, che attravèrso il Consorzio compera azioni proprio è provato dal fatto che 1 40 milioni costituenti la prima rata del prezzo convenuto per le 200 mila azioni furono pagati appunto con denari della Banca Commercialo e che perciò, come volle il signor Toeplitz, non vennero fatti figurare nel prèzzo, il quale appare cosi inferiore a quello convenuto e da noi denunciato, di lire 1350 ad azione. Anzi, questo sotterfugio voluta diil .signor Toeplitz per eludere l'art 144 del Codice ai Commerciò, è ora adoperato dagli amici del. signor Toeplitz per accusare noi di avere incassato come premio nostro personale quei 40 milioni, da noi regolarmente denunciati e registrati1 per conto del nostro gruppo e che non sono altro che la prima rata del prezzo complessivo convenuto ctìl Toeplitz, sborsato dalla Commerciale, Il Consiglio crede'di difendere la legittimità del Consorzio affermando che si tratta di un Consòrzio aperto, Ma ciò non prova nulla. Non prova che II Consorzio non sia stato'finanziato in massima parte dalla Commerciale, in violazione dell'art. 1+4 del Codice di Commèrcio.-come non prova -che gli azionisti ad esso aderenti non abbiano avuto un trattamento privilegiato in violazione dell'art. 164 del Codice stesso perchè il fatto che ogni azionista può diventare socio del Consorzio, non impedisce che gli azionisti soci del Consorzio non siano privileglntl dì fronte a quelli che non lo sono,'e perchè altra cosa è avere delle azioni della Commerciale in proprio, altra cosa l'averle per il tramite di un Consorzio dominato dal signor Toeplitz. La nostra volontà di collaborazioneIl Signor Toeplitz mena grande scalpore per le dichiarazioni da noi fatte nell'Assemblea del 31 marzo. E' il "unico argomento, questo, che abbia una qualche apparenza di,serietà. Ma in realtà, il suo valóre, è .ptù formale che sostanziata. Atei possiamo' tvm «tarato ed es¬ sere stati troppo bonari nelle nostre relazioni personale con Toeplitz, ma' olò non prova nulla contro la verità dei fatti denunciati. Bisogna tener conto del momento in cui le nostre dichiarazioni furono pronunciate. Dopo una dura lotta, si era trovato una conciliazione che credevamo sincera fra noi e gii Amministratori della Banca; ma il. Toeplitz-meditava invece l'insidia scoppiata clamorosamente nell'Assemblea per bocca tii.uomini a lui devoti. Le parole cortesi erano dunque e soltanto la manifestazione deila nostra leale volontà eli collaborazione con i maggiori esponenti della finanza e dell'industria italiana. La Commissione d'Inchiesta privata e 1 suol compiti Ma ormai la polemica intorno alla, condotta nostra e del Toeplitz deve ritenersi cbiusa, perchè il Consiglio della Banca ed i suoi Dirigenti sono costretti ad accettare completamente la nostra proposta di deferire ad una Commissione d'inchiesta, composta di membri designali dalle due parti, Vftndaginc dei fatti da noi. denunciati, alla pubblica opinione. Do po questa deliberazione e dopo la pubblica zione dei due Decreti Beali con 1 quali il Governo ha ordinato un'inchiesta pubblica sulle Vicende della Banca1 Commerciale, noi potremmo, perii momento, : dichiarare assolto il nostro 1 compito. Lo scopo priino della nostra reazione contro la indegna campagna: quello dt ottenere un'indagine esauriente' sulla azione della Banca. Perchè con l'accertamento - dei danni passati .si provveda, finalmente, ad evitarne al Paese altri per l'avvenire, sta per essere raggiunto. Non ci resterebbe dunque, ormai, che cooperare al miglior esito delle indagini, se per. alcune .restrizioni contenute nel verbale della seduta del Consiglio di Amministrazione delta; Commerciale; riunitosi 11 28 maggio 4920,: in cui jbì deliberò l'accettazione dell'inchiesta ptivata,; non fossimo costretti a precisare ancora una Vòlta (11 nostro pensiero ed a determinare, con esattezza, 11 campo da assegnarsi,ajle.; indagini dèlia Commissione. L'indagine dev'essere completa Nel verbale delta seduta del Consiglio di amministrazione si legge che II Consiglio stesso, facondo n proprie le considerazioni esposte dal vice-presidente senatóre Saldini in merito aVut proposta' di costUusnone' di -una giuria», ha aderito alla costituzione di essa «-coti le premesse e per iflni^dallo slesso' enunciali*, he quali premesse, e per i. quali fini, come si legge a pag. 14' del verbale (fascicolo a stampa) consistono « nel sottoporre ad' una Commissione d'autorevoli persone le indagini ed: il giudizio sulla perfetta verità di. tulli i fatti riguardanti la .Banca, i suoi esponenti ed i signori Peri-one, che il Presidente ha esposto nell'anzidetta relazione ». . Appare quindi subito evidente che il Consiglio di Amministrazione vuole astringere le indagini della Commissione privata ■ d'inchiesta in un campo assai limitato, giacché secondo la dichiarazione del vice-presidente Saldini, l'oggetto della polemica e dell'inchiesta si esaurtrebb'e in' tre '«ordini di argomenti : a.) la natura e le finalità dai rapporti tra l'Istituto ed i signori Perrone per quello che fu tendenziosamente .chiamato un tentativo di ' scalata alla Banca » : | . b) le' rinnovate affermazioni' sulle tendenze antinazionali dell'Istituto e dei suol dirigenti ; : c). la recente costituzione del Consorzio Mobiliarlo Finanziario e le sue finalità (verbale, pag. 2). ' • Or bene, l'indagine, ristretta a. questi tre punti sarebbe necessariamente incompleta ; non gioverebbe a mettere in luce tutta l'azione del signor Toeplitz prima della guerra, durante taglieria e dopo la guerra. E' • dunque necessario che ■ la Commissione d'inchiesta esamini ed approfondisca le influenze esercitate dal signor Toeplitz, e con quali finalità, per mezza di uomini che sono a lui direttamente od Indirettamente legati a cagione del dominio che egli esercita sulla Banca Commerciale. -, Questo è il pùnctum saliem dell'inchiesta, perone l'analisi della multiforme opera del signor Toeplitz non può andare disgiunta dall'analisi approfondita degli'avvenimenti svoltisi in questo ultimo fortunoso periodo della vita italiana; da quando cioè egli è rimasto l'arbitro dell'Istituto. • Noi non possiamo pertanto accettare che le indagini della Commissione è le relative discussioni siano limitate alla controversia Insorta fra noi ed il signor Toeplitz, giacché tale limitazione avrebbe il risultato di addensare maggtiormento le tenebre su fatti che noi, per-contro, desideriamo mettere nella massima luco, come quelli che sono la ragione perspicua dell'opera nostre,, l'elemento fondamentale che ne rivendicherà, la' necessità di fronte al Paese : perciò riteniamo indispensabile che all'esame dei singoli ' argomenti piti sopra enunciati nel paragrafi a)i b) e c)'sta fatto precedere un piti -vasto/e generale studio della questione, che investa, non una parte soltanto, ma tutta l'aziono del signor Toeplitz.. Conclusione 1 L'indagine deve essere esauriente e seria e deve investire tutta-l'azione della Banca Commerciale e del suoi fiduciari, prima, durante e dopo la guerra. Pertanto rinnoviamo la proposta che la Commissione d'Inchiesta, Che tìjL Consiglio di Amministrazione dichiara' di accettare, non consti'di cinque membri'soltanto,-non comprenda soltanto uomini politici, ma anche tecnici, giuristi, competenti di cose bancarie. Cre diamo necessario, e domandiamo, che si com' ponga dii almeno" 114 membri, più il Presidente da ' nominarsi dai membri stessi ; oppure," in mancanza di accordo, dal Presidente del Senato. E domandiamo formalmente che le indagini non siano limitate ai.tre punti Indicati nel verbale del Consiglio della Banca Commerciale più volte citato, ma si estendano altresì a tutti i quesiti .seguenti, nonché a quegli altri ancora che crédessimo necessario di presentare per ottenere la luce su tutto e su tutti. l.o Quale opeTa ha sv.olto il sig. Joseph Toeplitz durante la guerra dal punto dì vista della resistenza italiana o della difesa dot;lì interessi nazionali.-Quale-opera hanno svolto, nello stesso campo, ,i suoi dipendenti, parenti ed amici; nonché, più (reheralmente, gli uomini che erano direttamente o. indirettamente In rapporto con là Banca Commerciale quali posizioni hanno occupato tutti costoro durante la guerra; come hanno disimpegnato le lóro ' funzioni.. 2.o Quale sia stato l'atteggiamento della Banca Commerciale e degli uomini' ad essa legati rispetto alla Società Ansaldo nel periodo dal 1906 al 1915. 3,o Quali, furono -le ragióni per cui lai Banca Commerciale cèdette la sua "partecipazione alla Société Ottomane d'Héraclée : ' se tale cessione fosse necessaria: se "sia state, oppur no, fatta di sorpresa, • alla .chetichella, senza riunire fl. Consiglio di Amministrazione né tampoco prevenirne la rappresentanza del Sindacato degli azionisti;, senza avvertirne preventivamente il Governò: senza prima offrire tale partecipazione a quelle industrie italiane per lo. qualil il problèma del rifornimento di carbon fossile è un problema dil vita o dt morte, e non per esse»soltanto,;ma altresì,per l'industria meccanica nazionale, òhe da quelle ricava i prodotti \Semilavbrati. Se sia vero che dette Società possiede i migliori giacimenti, il miglior carbone, il solo porto dóve si nossono fare le operazioni di carico, degli impianti grandiosi e suscettìbili- di' triplicare il rendimento-.con il concórso della mano d'opera italiana.- Se sia vero- che la cessione rappresenta sopratutto un danno per la Navigazione -Italiana nel Mar Nero, alla .quale sarebbe bastata la certezza di rifornirsi "di carbone per lo svolgimento di una grande azióne commerciale. 4.o Se sia vero che nel 11918 si trovavano ancora all'estero 108.000 azioni della Banca Commerciale e quale influenza esse abbiano esercitato In passato sulla direzione della Banca. . : ' .' 5,o Se sia vero che anche òggi la Banca Commerciale è: effettivamente diretta e. spadroneggiata da stranieri : ni signor Joseph Toeplitz e suo fratello signor Ludwig Toeplitz, quest'ultimo neppure naturalizzato'italiano, essendo stato allontanato dalla direzionò attiva il' signor iiig; Pietro Fenoglio. Quale "l'opera svolta da Ludwig Toeplitz in Améfi'ca durante la guerra e quali: sonò i raòptìrtl S'iui riforentisl esistenti negli arenivi • diplomatici. 6.o Se sfa vero che la 'pema campagna giornalistica fatta dal signor Toeplitz contro l fratelli Perrone.-nel lffl8..su)l'ar«oToehto della « scalato alle Banche » sia costata alla Banca Commerciale due milioni. 7.o Quali relazioni siano intercorse fra la Banca Commerciale e la Banca della Svizzera Italiana; se durante la guerra questa è stata inclusa nella listo nera del Governi alleati. Quali siano le ragioni di tale Inclusione, e se sia vero che il Direttore di questa Banca della Svizzera Italiana è un parente del signor Toeplitz. 8.o Se sia vero che la Banca Commerciale ha determinato considerevoli ascese dei g&djm e&wteB'te negli acquisti di valute 'este¬ rCnigClmhcsdvizdptgpMmlpspde- vGsnCcgpmpcddrLmm•baL9LpvddnlsdldsfaccngsneratBtnsgpNTLLrLn7 re e se sia vero che a capo deirTJTficlo deli Cambi di dette Banca è staio posto un perso-I naggio.-che 11-Governo Inglese confinò e tennoi in un .campo dU. concentrazione durante la' guèrra. Pio Perrone. Mario Perrone. Una lettera dell'on. Silvio Crespi L'on. Silvio Crespi, presidente della Banca Commerciale Italiana, ha diretto la seguente lettera ai signori Comm. Pio Perrone e Commondatore Mario Perrone: Roma, 10 giugno 1920. : Signóri Comm. Pio e Comm. Mario Perrone, ' Roma. In risposte al comunicato che Lor Signori hanno pubblicato sul Giornale d'Italia del 9 corr., devo, a nome del Consiglio d'Amministrazione della Banca Commerciale Italiana, dichiarare quanto segue. Non aggiungo parola a quanto risulte dal verbale SS maggio u. s., giù reso pubblico, a in nulla vulnerato dalla Loro risposto. ■Per quanto riguarda le modalità di 'costituzione della Giuria, e la materia delle sue indagini, le Loro attuali condro proposte hanno per noi di significato di un tentativo per sot< trarsi all'efficace risultato della inchiesto: ognuno comprende come la mastodontica composizione della Giuria, che si vorrebbe di 19 Membri e la sconfinata indeterminatezza della materia d'esame, che dovrebbe spaziare dall'opera della Banca e del suol Clienti a quella privata al ogni-amico e di ogni parente del suo Amministratore Delegato in guerra e in' pace, non altro risultato potrebbero avere che1 di creare una congenita impotenza di efficace! e pronto lavoro nella Giuria. - Efficace noi, invece, vogliamo che sia il lavoro, pronto e risoluto di giudizio. Teniamo ferma pertanto la proposta che la Giuria sia composta di 5 Membri (due per ciascuna parte; il 5.0 eletto d'accordo, fra f-4,<'à nominato da S. E. 1.1 Presidente del Senato). Consentiamo tuttavia che il Collegio abbia facolttV'dl valersi per le Indagini sui'diversi oggetti, del sussidio di persone di spedalo competenza tecnica, giuridica e bancaria, nel nu* mero, che esso stimerà.opportuno.- 'Per ciò che "riguarda i quesiti, ognuna delta parti sottopónga liberamente alla'Giuria-quel» che-crederà.. La Giuria stessa avrà l'ufficio di determinare nella propria saviezza i limiti dello proprie Indagini e dèi proprio giudizio. Dopo di che non rimano a me che confermare la nomina del nostri Arbitri già comunicati Loro, e attendere, entro cinque giorni, la comunicazione da parte di Loro Signori del nome Aci Loro Delegati. •Ogni ulteriore terglversaziònai significherebbe la .rinuncia da parte Loro di dar corso alla Giuria. '. C F-to; Silvio Crespi . ■ Presid. della Banca Commerciale Italiana *** \ La seconda risposta dei Fratelli Perrone Boma, 11 giugno 1920. On. Silvio Crespi Presidente della Banca Commerciale Italiana Milano. Biceviamo la sua lettera raccomandata del 9 giugno e prendiamo atto del suo contenuto. La nostra, riposta, che, non ostante il suo parere contrario, vulnera complètamente il verbale del Consiglio d'Amministrazione in data 28 maggio, in quanto dimostra, alla luce del fatti, la piena fondatezza delle accuse da noi mosse a taluni dirigenti della Banca o l'assoluta inconsistenza dell'unica censura ehu si sia osato formulare contro di noi, quella di aver .tentato la conquista della Commerciale, costituisce un documento di consapevn< lezza e di moderazione. Alla necessita della disciplina'borghese e delta solidarietà industriale, troppo abbiamo già sacrificato tacendo fatti che concernono- un periodo caratteristi? co della storia del nostro Paesci periodo ancora, purtroppo, non chiuso. Andare più oltre nel nostro sacrificio, come vorrebbe il Consiglio d'Amministrazione, non possiamo, percliA sarebbe grave colpa verso il Paese e verso noi stessi. Pertanto, confermiamo pienamente ed integralmente lo conclusioni della nòstra risposta e insistiamo nel chiedere un'indagine ampia, accurate, coscienziosa e profonda su tutte l'opera nostra .e degli uomini della Banca. Questa indagine, per la sua vastità a complessività, non può essere compiuta al< trimenti che nella forma e colle modalità da noi Indicate. Pio Pemose - Mahio Perronk. .

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Roma, Trentino, Vittorio Veneto