Gli errori e gli allarmi della politica granaria del Governo denunciati da commercianti genovesi

Gli errori e gli allarmi della politica granaria del Governo denunciati da commercianti genovesi Gli errori e gli allarmi della politica granaria del Governo denunciati da commercianti genovesi di quintali ritenuti per consumo famigliare dai produttori, e circa 25 milioni, ai consti matori liberi. Che cosa ne consegue? Sui 20 milioni ai produttori, nessuna perdita. I 15 mi}'0"1 W^-^S^ H'o^JJÌI1™,7 tale- c'oè ure 3 imllonl p 7aafl0°- 1 20 mll,fml Genova, 3, notte. Il sottosegretario Soleri ai presidenti del Consorzi radunati.a Roma asserì che la perdita dello fatato nel nuovo bilancio, riguardo al grani, arriverà alla somma di tredici miliardi; e che qulnd: era nec.issu.rio radunare gli sforzi comuni per fronteggiarla. Per informazioni assume, la cifra esposta non risponde al vero; ed infatti in tal senso si è espresso il commercio genovese dei cereali col seguente telegramma : « Ecc. Soleri, sottosegretario agli Approvigionamenti - Roma. — Prima di ripeterla al Parlamento, raccomandiamole di (fcntrollare la cifra affermatale dai suol funzionari riguardo alla perdita fantastica nella prossima campagna, di 13 miliardi sui grani : essa è conti-aria al vero; e non sarebbe neanche raggiungibile se il grano fosse regalato totalmente ai consumatori. Quantunque privi di riscontro dèi precedente telegramma, possiamo sfatare gli allarmi, causanti gravissimo danno alla nazione, quali furono gettati da Murialdì, dei quindici giorni della fame. La supposizione di un ricavo di 40 milioni di quintali e cervellotica; ed e contestata dagli agricoltori del Settentrione d'Italia, i quali soli sono certi di pesarne almeno 50 milioni. Segala, orzo, avena, succedanei grano, lasciata libera l'importazione dall'estero, limiterebbero il consumo del grano stesso, e se ne conseguirebbe un'economia per il Tesoro. Ossequi.- //. Comitato d'agitazione Borsa e Commercio ». Continuano intanto le polemiche sui dati dell "on. Murialdi, controbattuti dal Comitato di Genova, e ctie doTette.ro infine essere ammessi come»semplicemente approssimativi. E' stato stabilito che il consumo nazionale si aggirava sui 60 milioni di quintali, dedotte già le semine, e cosi divisi : circa 15 milioni di quintali importati: circa 45 milioni di quintali raccolto nazionale; e di questi, 20 milioni ai consumatori, a lire 90 al quintale, costano lire 2 milioni e 250 mila: totale 6 miliardi. TI Governo fa pagare questi 40 milioni di quintali a lire 60 e lire 75 — media lire 67,50 — il che. moltiplicato per 40 milioni, è eguale a 2 miliardi e 700 milioni di lire, da dedurre dai 8. Per cui la eventuale perdita sarebbe di 3 miliardi e 300 mila lire. Ora, aumentando il prezzo del grano di lire 30 al quintale, que sta perdita verrebbe ridotta a lire 1 miliardo e 2O0 mila. Si avrebbero quindi due miliardi di perdita, molto, molto lontani dai tredici miliardi asseriti. Un'altra questione, forse più grave, è la materia con la-quale viene confezionato il pane a Genova e a Torino. La miscela, che non sarebbe assolutamente consigliabile nei mesi ^"^£*a,JS ?™ SffSTKff.5*! invernali, data la qualità scadente del grano che si riceve, senza che nessuno si prenda il fastidio di controllarne il peso specifico ne la k è fatta ora. con la stagione calda, in er cento. E' pazienza si trat 'aaso ul '«eroe sai(a I Ciò invece non è. Il Pra nonp rjceTyto è tarlato, avariato e ben poco rendimento darà nella farina. La conscguen za? 71'mugnaio dovrà c-guaìmente dare la re sa dell'85 per cento, completando con crusca mi che dovrebbero essere mangiati dal polla me ecc- 11 fornaio, con la farina cattiva, prò JI?.J25ni^n.^ economizzare nel consumo, si avrà imo spreco inai„iit0. e anche ripiene ne soffrirà. Cuneo, Pavia, Alessandria, Bologna,' Panna, Piacen za, Regtrio. ecc. hanno invece un pane magni fico. Ferchft? Molti dati risultano su ciò; ma 1 purtroppo non troppo lusinghieri per il Go- 1 vern°. „ ,„, • . . ! A porre fine ali intricata matassa, che ci rende tanto danno al corpo, per il principale renne uiniu nuimu hi curilo, uer u ]>riuciua'U ; alimento, bisognerebbe emanciparsi dai dover ricevere in Italia il grano e il granone che ci viene ■ inviato, per il tramite dell'Inghilterra, dall'Argentina e dal Brasile. Oui l'Inghilterra non ci rimanda altro che i rifiuti. Mentre i due Stati —- Argentina e Brasile — erano e sono invece disposti a trattare direttamente con l'Italia — e il Governo ne ebbe a suo tempo offerta: — e i due Sfati hanno ancora offerto di accettare ir; pagamento nostri buoni del tesoro. Perchè non se ne è fatto e con se ite" vuole far nulla? cdzmpf»lrdtt2nzictcagtfstsgtun

Persone citate: Murialdi, Panna, Segala, Soleri