l'esposizione d'Arte al Valentino

l'esposizione d'Arte al Valentino l'esposizione d'Arte al Valentino Ritratti I ritratti esposti al Valentino toccano il centinaio. E gli autori superano la cinqiiaritinai Buon seguii. Sino a qualche tempo la, o per riluttanza de' committenti a dare in pasto alla curiosità — e (orse Olla maldicenza — le loro riverite sembianze, o por tràscurunza di artisti, o per il preconcetto strano die il pubMiro non si potesti' interessare, i ritratti fecero nelle nostro esposizioni raro e timide comparse. Ora che anche Fra Galgano e il Carnevali e il ilanzoni e tanti altri hanno conquistato il posto elevato, die loro si conviene te l'esposizione por hi storia del ritratto, bandita qualche anno fa i:i Firenze, fu la fanfara del risveglio) le cose, sembrano cambiate. Dio, per altro, ci scarnili dall'eccesso in senso taversó! Ora in una mostra, che di sovversivo non lia propi io nulla — come (niella d'OKgi al Valentino — è naturale die i pochissimi, i ipiali si inspirano ad una maggior modernità di Intendimenti, dest'no di preferenza l'attenzione della folla. Un ritratto di bimba in un atteggiamento pieno di naturalezza e di grazia — opera del Micheletti — è, ad esempio, fra i dipinti più riguardati, più discussi od audio più ammirati. D'una colorazione di una vivacità cosi pmvociint.ti e gustosa, da sembrare tutto un canto di gioia e di freschezza questo ritratto in pieno ed il grandezza naturale, 6 'Ji un'audacia che vorrei chiamare serena incoscienza giovanile, so non l'osso invece calcolo riuscito. Infatti il Michelettt.i riuscì a conciliarci col verde di un giubbetto di una crudezza esacerbante, attenuandolo con tino acrorgiinonto mediante contrapposizioni di note ili colore di tutt'altra natura. 12 così il verde canta e non istona, c diventa cosa d'un bell'ardimento. Poiché poi .la pittura è larga e llucnto, e le carui hanno fresche delicatezze di rosa e di grigi, erompe dall'insieme un senso di giovinezza, di spontaneità, di forza, ohe spiega il successo. Ma io so di altri riiratti del Micheletti. ove egli ha saputo frenale le qualità, .naturali dell' ingegno, conti non (Iole in un ambito meno brillanto, ma di costruzione più salder. E ciò mi rassicura, i iggl égli ha risolto un problema essenzialmente di coloro, o l'ha risolto ni guisa audace ì insieme piacevole. Ora si raccolga nuovamente. Che quello della farfalla e del lume b insegnamento di tutti i giorni. Cesure Maggi espone alla sua volta alcuni ritratti di signora. E quasi crederei che egli, immergendosi voluttuosamente tra veli e sete ? cercando di rubare ai gioielli il segreto della loro trasparenza luminosa, abbia voluto essere lo psicologo dell'ora strana che viviamo, f.e visitatricì dell'esposizione devono sentir ".orrore sotto la pelle brividi di invidia — una invidia voluttuosa —di fronte alle fortuna,e, che loro stanno innanzi in effigie. Il M;itriti è indubbiamente un charnìcur. La sua pit!ura qui è tutta improntata ad un vivo senso 3i signorilità. E questa signorilità di ricerche, 2i abbigliamenti, di esecuzione talora rasenta persino unii raffinatezza eccessiva. .Lo si guarda, come si sta ad ascoltare un elegante e spiritóso causeur. Ma, se diverte, non converge. Per convertirci occorrerebbe qualchecosa Si più, e di meno ad un tempo. Una ricerca ftiiì serrata della forma ed un desiderio meno vivo di sfoggiare la propria abilità; una sobrietà maggiore; una più profonda intensità .li osservazione, a rischio anche dt sacrificare por ossa l'immediatezza di certi effe!li pittorici: una vigilanza più attenta sugli sfondi in raiipotto rollo ligure. Su questa via s'è mosso anche il Caudina. F, me ne. spiace. Perchè questo giovane artiila tema, ma non raggiunge corti effetti, ohe «•'escono invece al Maggi, e ad altri. E nosl forza inutilmente e offusca le sue innate qualità di pittore. Egli lui. ingegno e rivolò — o ri. ••ola anche ora — solide doti. Perchè non ri«omyirarle nello studio di un'urto più semplice e più severa? 'Fra il ritratto duomo o i •'(ratti femminili — cui pure devonsi riconofeere alcune doli — c'è dell'altra strada a perlorrere. E il Caudina, raccogliendosi, può por•orrorla con buoni risultati. Invoco, il Reviglione, nel ritratto, insiste in •orlo sue ricerche, che — più o meno si,rnjiatlche — sono pur sempre degne di nota, forche rivolano un carattere, una coscienza, ann mèta decisa. Alla sua volta, Venanzio Zolla sembra penetrato ogni giorno più — come fu il nostro povero Ulcei — dal culto per l'arte del Car- rièro. E no traduce quel senso di poesia misteriosa o profonda elio, a traverso armonio blande di coloro, fa che l'opera d'arto si aftacci a noi con un carattere di melanconia diffusa, con evanescenze di sogno, con gravità di parole. Ma lo Zolla non e un semplice imitatore. E di lui mi riservo di parlare a proposito d'altri suoi quadri, esposti al Valentino. Un grande ritratto di signora, all'aria apeita, del Barbero, rappresenta una delle noto imi azzardato in codesta Mostra d'arto, così tranquilla e serena. Ed è «riera di una luminosità cruda, chiazzata di forti ombre violacee, senza lonocini per piacere al volgo, rivelante una fede ed uno spirilo di ricorca, che non transigo. Ma il fondo — un paesaggio alpestre, sotto il sole taglionlo della montagna, — viene innanzi; non mancano lo durezze: tutto ó dipinto ad un modo. E forse il Barbero è soltanto vittima di un'onestà di intendimenti che lo sospinge agli eccessi. Quanto invece semplice o fluido e sentito il ritratto della propria madre, dipinto dall'0mogna! Arto equilibrata, sana, d'un largò rc-I im. Peccato ciio ad osso nuociano — a'nieno a mio erodere — coni toni giallastri del icndo. Ed è altresì qualchecosa di austeramente sobrio o. di .. vissuto » In un ritratto di signora in piedi, dipinto dalla Rossi-IFarollo. Direi che su osso aleggia un'anima dolente, lotta l'onesta fermezza di un artista, che procedo serenamente per tuia via illuminata dal motto famoso, altribnito all'Ingres- «'Le dessiri c'ost la probitó do l'art» ar.pare nei due coscienziosi ritratti di Luigi Oootti. E molti artisti, prooccupati essenzialmente del «mondan rumore», e assetati soltanto ni novità, di ovunque provenga, i quali chiamano in genero quest'arte nera e pesante (e non nego che talora sia tale) potrebbero invece ritornare su se stessi- e cercare di apprendere du essa qualchecosa. A questo punto — poiché del Ferro e del Cavalieri giù. parlai giorni sono — io mi trovo sul limitare di un'aspra solva di nomi, che Pur una ragione o por l'ultra vorrei ricordare. .Nomi di artisti, già noti favorevolmente, di cui il pubblico da tempo apprezza i lavori, come quelli del Carpaiietto. dei Serralunga, del Guarlotti, del Piziò, del Galfrè, del Bologna, del Pennazio, del Giachino, del Cane, del Penna, del Marini, dell'Alice; nomi di poveri iik>ru di ieri, come il Plana e il h'antiano; nomi di giovani, die cominciano, e cominciano assai bene, come Maria Teresa Sierra, Rosina Ines, Vittorio Rosso, Alberto Cattassi-; nomi di ai'ri giovani, che già vennero affermando il loro valore, e proseguono animosi o bone, come il pensoso Rovero, di cui il rilratto di Signora può essere preoccupante: 'il Crida, l'Arduino, il Boffa, il Boccalalto, il Debernardi. il Parodili, Matteo Gaidano, od altri. Opera vcria. complessa: ma fortunatamente dominata da un senso della misura, da un desiderio di verità, da una serietà di intenti ohe potranno infondere alia mostra un carattere di monotona colma: che talora faranno pensare alla fotografia colorita: ohe non ci commuovo; anno, nè ci esalteranno, ma neppure ci offenderanno con clamori artificiosi, con audacie grottesche, con povere parole pronunziato con enfasi, o vuote di contenuto. ■Nò la scultura differisco dalla pittura. Calma anch'essa, ma con buoni sogni. Auiorl noti, corno l'Aitanti — che espone una gustosa impressione famigliare, ed un vivace ritratto dolio Zacconi — accanto a giovani dio — come il Ravera — corcano nella modellatura il sentimento, il carattere, e riescono nd opero che sono già. assai più che promes^ so: artisti che quasi in ogni loro lavoro rivelano quel gustoso senso decorativo, che cova nd ossi nell'anima, come il Monti nella figurina di una nota attrice, accanto a esordienti ohe dallo studio dell'antico hanno derivato materia nuova, corno quel Puggelli, che nel largo soffio del Quattrocento, onde sono percorse le sue testine e spira cosi vigoroso nel ritratto di giovane, ci induce a riprometterci molto o molto da lui; scultori di un'energia e di ima fantasia, persino esiiberanfi, come il povero Santiano, accanto al Ciorgis, che nella semplicità, della struttura cerca il vigore, ed ora è fra i pochi ammessi a Venezia, ed al Pasquali, solido nella ricorca della forma stilizzata o (ini carattere. E con essi il Bettinelli, il Bonino, il Destefanis. e qualche altro Ed ora al paesaggio e al quadro di' genere. E. FERRETTINI. tugiMTTryi*-naa—h—mmwp

Luoghi citati: Firenze, Serralunga, Venezia