Cronologia rinfrescata...

 Cronologia rinfrescata... Cronologia rinfrescata... g Troppo facile è la polemica con un giornale il quale abbia il dono ài possedere almeno due opinioni opposte su di una Stessa questione. Tra il no e il si salta fuori un ni che non dice nulla; e per il ano ni sulla faccenda della nominatività dei titoli l'organo non conservatore ma salandrino di Milano poteva risparmiare -ai suoi lettori una così lunga,, disseriazione attorno alla « piccola inesattezza » da noi rilfevata. Inesattezza di picciol conto — ri notiamo — ma che sussiste come noi l'ab biamo desunto, non solo dagli articoli flr mati dal prof. Einaudi, ma anche da un articolo non firmato dal giornale stesso i(15 marzo 1919). Ora, se il giornale fosse stato di opinione contraria a quella del suo autorevole collaboratore in materia — il che non resulta poi troppo chiaramente manco dal nebuloso periodo ora riportato da un articolo del 12 ottobre 1919; la gior nata, per ,l'appunto, del discorso di Dro nero — esso avrebbe potuto e dovuto pre mettere una parola di riserva alle pubbli Icazioni del suo collaboratore competente, come noi foxeiamo coi nostri collaboratori ogni qualvolta il pensiero nostro non coincide esattamente col loro. Non avendo fatta mai alcuna riserva sugli articoli del- l'Einaudi, l'opinione di lui resta l'opinione del giornale, il quale non reclamava, no, la nominatività dei titoli in anticipo sul discorso di Dronero, ma sostanzialmente ne rifuggiva'insistendo sulle difficoltà pratiche e tecniche dello riforma. Difficoltà die mai noi negammo, ma che non ci trattennero dal reclamare la nominatività fin 'dal marzo 1919. convinti com'eravamo — te come lo divenne al 18 ottobre soltanto lo stesso giornale di Milano — che hi neces- tlslclmsaildsglccrrpdsRfplaectti psita, di questa riforma s'imponga per .la Riustizia tributaria su ogni immediata dif Scolto pratica, del resto facilmente superabili con un po' di buona volontà. E per la « piccola inesattezza » — che noi toccammo eri passarti, ne! contestare al giornale cadorniano e salandrino il suo indiscreto e improvvisato vanto di liberalismo — ciò può bastare; tanto più che, finalmente, oggi gli si è data la soddisfazione di poter dire: «Alla nominatività dei titoli noi ci siamo convertiti abbastanza in tempo per... anticipai* l'in- tervista che l'ou. Giolitli ha concesso ieri alla Tribuna a conferma del discorso di- Dronero! ». Quel che invece non hasta a ricredere il Bubblico italiano sull'autenticità delle '« tendenze nettamente conservatrici » del 'giornale si è la scusa che il favore, meglio il fervore, da esso già dimostrato per ila politica di Pelloux, non riguarda l'attuale direttore del giornale stesso. E questo può essere esatto cronologicamente, ma non politicamente. Se il pellouxianistno del '98 non concerne la! Direzione attuale del giornale, questa ha pur fatto rivivere, dal maggio del 1915, invocandolo e sostenendolo, eccitandolo e servendolo, un pellouxianismo assai peggiore e fatale. Che cosa diventa infatti il generale del '98, che cosa rappresenta ormai la sua lontana politica del cannone, di fronte ai più veri e maggiori Pelloux del fascismo interventi^ •sta, da Cadorna a Salandra? Questa è foba non preistorica, ma di ieri, quando il giornale cadorniano e salandrino, tra 'Udine e Roma, si compiaceva di guardare a Udine, non già come alla tenda del capitanò in campo contro il nemico esterno, bensì come alla roccaforte della dittatura all'interno, donde si lavorava a sopraffare il potere civile dello Stato, e si rifiutava al •Presidènte del Consiglio, on. Boschi, fin la comunicazione delle perdite in guerra, e si minacciava fin l'arresto di ministri che osavano criticare le inutili stragi dei Co- mando Supremo, e giorno per giorno, piut- tosto che vigilare alle difese e alle offese degli austriaci, si fabbricavano congiure e si organizzavano caccie all'uomo tra gli italiani. Queste ed altre benemerenze patriottiche te liberali da'.l'ci udinismo » risultano documentate nella Relazione d'Inchiesta su Co poretto; od è precisamente dal fenomeno cadorniano, con tanto amore coltivato dal giornale milanese, che derivarono poi, a guerra finita, in Paese, le velleità della sedizione in una parte cospicua, dcl'.'eser cito, quello degenerazioni militaristiche che hanno avvelenata l'Italia, dentro e fuori. Contro tali conseguenze nefaste, il giornale che tanto aveva scritto e fatto per cemen tante le cause, trovò un bel giorno — è vero — quando la misura del male stava per traboccare, accenti di opposizione e di rampogna: ma, come sempre, ancora una volta, la resipiscenza tardiva non serviva ad altro che a dimostrare, in quell'organo giornalistico, il congenito difetto a veder chiaro in tempo utile, a prevedere e prevenire il ma) " tempestivamente, anziché cooperare a determinarlo. No, il massimo organo del cadornisrnó e del salamlrisino, che, una volta, infranti i suoi idoli non tacque un istante contro la men cieca poli tica interna dell'on. Oliando, contro i diritti del Parlamento e dell'opinione pub btica, fu fino ad ieri il più autorevole pcrpetualtore di quella politica reazionaria, che a chiamarla ancora col nome di Pelloux è come diminuirla in un vezzeggiativodclBtcv5ctpdAttn

Persone citate: Boschi, Cadorna, Einaudi, Pelloux, Salandra

Luoghi citati: Dro, Dronero, Italia, Milano, Roma, Udine