Marginalia

Marginalia Marginalia gRipresa posizione politica nel nostro paese, il primo pensiero dei cattolici è stato naturalmente di rassicurare la Massoneria che nessuno pensa a falciar l'erba tra i piedi Idei buoi che tirano il carro. Il congresso di iN-apoli ha avuto quindi la finezza di non 'iar parola dell'assetto;, camorristico che i nemici della Chiesa hanno dato al nostro (paese e che risponde del resto a un evidente e perpetuo disegno di Dio. Ora ecco che le Logge di laggiù, non soffrendo questa umiliazione, hanno risposto alla grattatina ecclesiastica con un calcio, sbandierando e concionando pubblicamente contro quei cattolici che l'ironia della storia manda a salvazione del Grande Architetto. Questo impolitico scatto provoca la mia simpatia. Qua la mano, Serpenti Verdi ! Ma senza grattatina. Come s.'incarna, nel nostro tempo, il tipo del bollente Achille, ignorante, smanioso di strage, cieco alle cose del mondo? Nell'ufficiale, si capisce, prussiano. E, se voi foste cl.ergym.an, vecchia governante, incomma provveditore ai bisogni estetici del popolo eletto, che figura: dareste, nel vostro romanzo, al perfetto saggio ricco di ogni amanita e fornito di vedute profetiche? Il profeta in bicicletta, non si discute, sarà angro-sassone, professore a Oxford Q a Haward, umanista, economista, pacifista, insomma all'altezza dei tempi, che significa coetaneo spirituale di Smith o di Locke e 'di altri defunti di oltre un secolo e mezzo fa. Infatti: un perfetto esemplare di questo genere, Norman Angeli, annunziò, con fieiocratica sicurezza, che un conflitto europeo, sia per il senno delle democrazie, sia per la consunzione che in poche settimane avrebbe divorato eserciti e popoli, era materialmente impossibile. Mentre il vecchio Moltke aveva per contro ammonito che la prossima guerra, durando parecchi anni, avrebbe logorate le risorse e le istituzioni 'di tutti i paesi, ma che pure, ad onta di ciò, era da ritenere una sciagura possibile. *** Di fronte alla atoria, — oh come antieconomica! — di questi ultimi sei anni, gli economisti si sono condotti al modo dèi psichiatra che considera coir benevolenza e simpatia i malati le cui note sono regolarmente saldate, fino al giorno che questi appiccano il fuoco alla casa di "salute, e allora il dottore urla al telefono che corrano subito le guardie e ammanettino questa canaglia! #*# Et naturale del resto che in officio di clinici, gli economisti abbiano molto del mendico. O del prete. Anzi, con questo e con quello formano un'unica famiglia sociale ogni volta che, abbandonando il loro mon; do geometrico di verità astratte, si chiamano a consulto al letto delle civiltà viventi. C'è il prete scroccone che all'angoscia della ragazza incinta estorce un profìtto di rosari e di oblazioni, come c'è il prete dabbene che conforta assicurando del per'dono di Dio cioè delle virtù risanatrici della coscienza. C'è il medico onesto che raccomanda l'igiene preveniente i morbi e sconsiglia le medicine, come c'è il ciarlatano 'di Molière — purgare, saignare et clyste'téu.m. donare — sublimato oggi nell'illustre felinico senatore e rettor magnifico, prestfdigitatore a cento lire la visita, il quale finisce d'intossicare la vittima con l'ultimo portento farmaceutico, sul cui smercio tocca una percentuale. Analogamente, c'è l'economista il quale dalle farmacie stillatrici d'egli alcool e morfine che hanno portata alla follia l'Europa, paralizzata la sua capacità di lavoro, consunti i suoi tessuti, sfasciato il suo sistema nervoso, da quelle medesime farmacie, somministra, con impagabile sussiego dottorale, la sublime ricetta di La Palisse : — siate saggi, producete molto, spendete poco e così sarete la consolazione dei genitori e l'orgoglio della patria. Ma, a onore della scienza, c'è anche l'economista galantuomo che a tempo gridò contro la corsa alla catastrofe ; nei giorni che si poteva ancora fermare e le spie patriotte mettevano a conto di ogni parola sensata e coraggiosa Charleroi, Tannenberg, Caporetto, l'Argea, i cinque anni di salasso dei grandi strateghi del Diritto e della Giù :stizra che, in venti contro uno, non riusci rono a tirar fuori l'Europa da questo panitano, fino a che il' nemico non ebbe consu ■mata l'ultima oncia di lardo e di rame ; e frattanto i conquistadores di Gallarate e di Busto Arsizio vaneggiavano, imbecilli ! i! rimpinzamento d'oro della loro mezza Europa sullo strazio e l'ammiserimento dell'altra metà. . **» ' " Già nel '915 e "16, in pieno spaccio della bestia trionfante, Vilfredo Pareto — la sua cattedra è stata famosa: pure non gli farò iil torto di chiamarlo professore — Vilfredo Pareto, imperturbabile, chiariva la falsità del concetto di guerra per la giustizia e il diritto : revocava in dubbio che ai governi fosse possibile di fronteggiare gli impegni che andavano prendendo: ritrovava nella nostra economia statale quella. degli impe ratori bizantini e nelle nostre emissioni di carta la fabbricazione di zecchini falsi scarsi di peso : dimostrava come le cosidette democrazie sieno plutocrazie demagogiche — e così via. Ogni volta che uno di questi scritti arrivava a scavalcare le .censure, il retrofronte si levava in tutta la sua grandezza intellettuale e morale', urlando : — Bolcevjsmo scientifico ! Disfattismo di alto stile! Soddisfatto, Pareto, raccoglieva e classificava. Da anni' egli esamina contro luce e classifica con meticolosa accuratezzai casi di stupidità e di malvagità prodotti dal fanatismo e ogni altro atto collettivo irrazionale. Per lui la stupidità umana fa parte del cosmo, è oggetto di scienza, ed è messa in diagrammi ed equazioni nella Sociologia generale, la quale, a parte il gran conto che ne fanno gli specialisti, è quindi un libro singolarmente dilJojitoso e profittevole. Inutile spiegare come, dopo il Maìleus nialeficarum, di cui possiede un'edizione incunabula che- gli é cara come il lume degli occhi, Pareto non aveva trovato tanto ricco materiale quanto nella ideologia di guerra. In una "prossima "edizione 'dell'opera, leggeremo forse i quattordici pùnti accanto alla perfetta regola per arrestare la grandine (che consiste, sappiatelo, nel gettare tre granelli sul fuoco invocando la Santissima Trinità) e frammenti di sapienza professorale e di idealità giornalistica contro la rivoluzione, confrontati verbigrazia con i passi di Clemente Alessandrino che insegnano a fermare i venti che producono la sterilità delle donne. Per meglio dominare col ragionamento poteri irrazionali, Pareto vive in un giardino di Epicuro, ebe è la sua viltà .sulle rive del Lem ano, in compagnia di alcune creature scelte : una stupenda famiglia di gatti di Angora, un fagiano dorato, due anatre, salvo errore, australiane, uno scojattoio addomesticato, i classici .greci e latini che egli legge correntemente, e pochi amici di svariate letture e di buona compagnia. Frequentazioni signorili, intonate ai gusti fini di questo gentiluomo della scienza. Il quale, a un ospite che gli accennava a collaborazioni assai proficue, c — Eh, questo — rispondeva — non sarebbe possibile perchè io non posso scrivere altro che quello che penso » — ma subito poi, quasi per raffinatezza di maniere, quasi a scusarsi, mostrando VEtMca di Spinoza che si trovava a portata di mano, soggiungeva : «r — All'etica, sa, io non ci credo ». Non opporrò riserve filosofiche : Vilfredo Pareto ha diritto a non trovarsi nemmeno apparentemente sulla stessa linea di coloro che, al contrario di lui, pensano quello che si sono obbligati a scrivere, e che, come è noto, praticano da cinque anni il moralismo. Per questa volta tanto peggio per l'etica. #** Prima o poi ci accorderemo con gli slavi : e, per intercessione del sacerdote di Sabaoth padre Semeria, il Signore darà finalmente all'Italia quella « materna direzione » dei popoli jugo-slavi e balcanici cui ella, con abnegazione, si votò per bocca del pedagogo nazionale on. Torre. A governare l'istruzione pubblica italiana si direbbe segnato dal destino quest'uomo, che eletto da una provincia fiorente d'un buon sessanta per cento di analfabeti, riconobbe a colpo d'occhio il vero fine della storia d'Italia nella educazióne dei minorenni alquanto corrigendi della Balcania. Da una statistica che ho letto or ora.si apprende come, nel periodo 1909-1913 traboccarono dall'Italia nella terra promessa dei Balcani non meno di 3178 persone vale a dire quasi il 0,5 per cento della emigrazione totale. Si capisce ■ che un paese cne tiene di simili Golconde a portata di mano spenda, per assicurarsele, cento miliardi e cinquecentomila vite, magari a costo di non riuscire: ma guardiamo le cose dall'alto, di sulla cima ideale del ministro Torre! Che importa, per esempio,' se gli 81.947 operai che mandavamo in Germania d'ora in poi resteranno a casa? Quelli, tra i barbari, si traviavano; a segno che parecchi avendo perduto il senso della civiltà, non vollero più tornare a casa. Mentre quel 0,5 per cento (approssimativo) traavola in Balcania per ragioni educative : per consegnare alle manine delicate degli albanesi, epiroti, serbi e altri macedoni, l'ultimo fiorellino di Pietro Thouar. La congenialità è tutto ; e chi non nacque, coinè nacque l'on. Torre, per essere madre, è un perverso che non gli resta da fare che il bolcevico! BERCEREI*.

Persone citate: Clemente Alessandrino, Locke, Norman Angeli, Pareto, Semeria, Spinoza, Vilfredo Pareto