La bella avventura

La bella avventura La bella avventura e e è n e , , e n e ò a a i a o i eali o lee o à li à, ne ua om11 Il brillante e lo zaffiro Una signora, il cui nome, per ragioni dello quali il lettore si renderà conto più innanzi, riteniamo opportuno tacere, nonostante le parf!*lii,o primavere che. avrebbero dovuto servirlfedi .tuninaestramento, aveva conservato Mill'n'rrfo1*;ji«t.è.' le' illusioni della (ahimè I) lontana 'gffrvinozza. E mentre asseriva col proverbio che il cuore non invecchia mai. cercava colle ricercatezze della, toelette di mantenere in vita un simulacro dell'antica, bellezza. Siccome la vita è fatta di illusioni, la signora con queste manovre si manteneva felice, polche credeva di apparire ancora tale da suscitare negli individui dell'altro sesso, vanipe di passione. tu questa innocente mania di credere alla eternità della gioventù e. dell'amore cho la indusse a prendere per oro colato quanto un bello etl elegante giovanotto, che essa aveva intravisto alcune volte in un caffè, pensò bene di susurrarle un giorno, dopo d'averle chiesto, con bel garbo, il permesso di accompagnarla, verso casa. R giovane in questione, alto, bruno, sbarbato', vestito sull'ultimo figurino, aveva in tutta la persona quella disunzione innata, delle persone che discendono da alto lignaggio. Infatti egli portava, — almeno 10 diceva — uno dei più bei nomi della Calabria: sì chiamava Alfredo, barone dt Montebello, aveva 28 anni, ero. ben provvisto di beni di fortuna, ed aveva lasciato il suo paese pieno di sole, attratto verso le città dell'Italia settentrionale del fascino delle sue, donne. A quel discorso la signora pensò subito che in quanto a fascino ce n'aveva anche lei. A quella, prima passeggiata, altre ne seguirono; di giorno o di sera; per le vie delia città o per i viali del Valentino. La matura signora navigava in pieno azzurro. Trovava che II suo innamorato aveva tale distinzione, tale deli-. catezza ti suo riguardo, che quando egli le chiese come il massimo dei favori di andare a prendere una tazza di'the nel suo appartamentino da scapolo, essa (è una sua confessione) n'on'seppe dire di no, ma, affidandosi al suo onore di gentiluomo, promise che. il fiorno dopo sarebbe andata al primo piano i via Lamarmora, 17. Per timore di essere veduta, da qualche persona di sua conoscenza, — ciò che le dava un brivido di paura e di piacere insieme, essa prese tutte le precauzioni adatte per stmile cimento, non dimenticando il fitto- velr>! che doveva nasconderle il viso, e nel pomeriggio del giorno dopo, col cuore che le bafc-' teva a martello, salì le poche scale che do*, vevano condurla al nido. ' N'on ebbe bisogno di bussare; lui l'attendeva trepidante coll'uscio semiaperto. Che brivido ! Quando, dopo il the, la signora volle tornarsene a casa, cercò gli orecchini formati' da due grossi brillanti del valore di 'circa' GODO lire, che essa, non spiega per qual motivo, aveva, deposto su un tavolino nel salotto. Ma 11 giovanotto galante volendo prevenirla nella bisogna urtò inavvertitamente il tavolino che cadde, rovesciando al suolo quanto vi si tro^ vava ^opru. Scuse e proteste. iPói i due si chinarono .sul tappeto a cercare, proprio come Mimi e Rodolfo, quando nel primo atto della « Boheme » cercano la chiave. Ma uno solo degli orecchini fu trovato dalla signora; l'altro certamente si era rintanato in qualche angolo e sarebbe abbisognato una più diligente ricerca e molto più tempo per ritrovarlo. La signora, che ormai aveva" fatto tardi, lasciò al giovanotto il delicato incarico, é dopo i saluti più affettuosi, partì. La mattina dopò il giovano signore si presentò per tempo hi casa della matura innamorata a significarle che, bendile avesse messo sottosopra tutta la casa, non era stato possibile scovare l'orecchino. «Chi sa dove diavolo si era cacciato' quel birbante ! ». La signora ebbe un moto <H contrarietà, le rincresceva perdere un gioiello di tanto.valore, ma l'amore, che ha un -valore, inestimabile, le avrebbe fatto dimenticare anche questo contrattempo. Senonchè quando il giovanotto se ne fu partito, essa si accorse che contemporaneamente a lui se ne era andato pure un bellissimo anello con zaffiro, del valore di trecento lire che si trovava sopra; un mobiletto. Questa sparizione fece nascere nella signora i primi sospetti. Ma non fu da sola a dubitare del giovane. Contemporaneamente anche la Squadra Mobile, che aveva notato la presenza dell'elegante zerbinotto in pubhlici ritrovi," e specialmente al Caffè S. Carlo, aveva avuto sospetti sui suo tenore di vita e sui suoi mezzi di sussistenza. Quando il comandante della Squadra Mobile avv. Alloatì venne a conoscenza dell'avventura della signora, inviò gli agenti Macctigno e Booz a fare una perquisì-, zione nell'abitazione - di via Lamarmora. Il risultato ne fu il rinvenimento dell'anello collo zaffiro; quanto all'orecchino, nessuna traccia. Il giovane però, il quale verihe senz'altro he j tratto ih arresto, aveva" nel portafoglio una ti ; somma di "nDO lire che noteva henissimo oor1 'unito, ni _ouu tue, ute poiLva Benissimo cor- si #SRpndere al Prejlzo del &$elì?- Il}terr°g?Ì?* o 111 giovane negò di aver sottratto gioielli alla à, signora e. dichiarò che il denaro di cui era e-1 in possesso gli era stato inviato da casa sua. sc oo la ro omi te no ola 11 e: we pidini le onhe at 10 eos«el or urà ro nitito ii" so'1 oi La re la ato tta coha ne asca le ati ga alati ii. i Nel" suo interrogatorio egli ha abdicato al titolo nobiliare, sostenendo però di chiamarsi Barone di cognome. Quello di Montebello è un nome aggiuntò, che la sua famiglia ha il di-ritto di portare. Nonostante rmestè dichiarazioni, essendo egli imputato di furto, il giovane Alfredo Barone-Montebello fu trattenuto irt arresto. Quanto alla signora non sa darsi pace che la sua avventura sia finita così miseramente- Era tanto gentile quel giovane! 11 sangue freddo di on aggredito Due rapinatori arrestati L'altra notte, poco dopo le 24, l'industriale Ignazio Negro, d'anni 31, abitante in via Principi d'Acaja, 57, mentre si trovava fermo in via Garibaldi, all'altezza di via Genova, in attesa del tram, venne affrontato da uno sconosciuto, il quale col più pretto accento napoletano gli disse:. «Ha armi lei? I...» Il Negro anziché rispondere direttamente chiese a sua volta: « E lei 6 un agente?» Per tutta risposta lo sconosciuto gli si gettò addosso e con due potenti schiaffi lo gettò al suolo, mentre altri due suoi compagni che Ano a quel momento si erano mantenuti nell'ombra, si avventarono anch'essi sul caduto. Ma l'industriale, benché steso al suolo non perdette il suo sangue freddo e tratta di tasca la rivoltella sparò due colpì in aria. Le detonazioni misero in fuga gli aggressori, ma due di essi vennero acciuffati dagli agenti della Squadra. Mobile Serra ed Alvarez che ritornavano in quel momento da un'ispezione. Gli arrestati furono identificati uno per Tosta A schieri Ettore .d'anni 33, di Napoli, abitante in Corso Vercelli, 17; l'altro pel pregiudicato Giovanni Regis, d'anni 23, abitante in Via Borgo Dora, 35. Alla guardia medica Vennero ieri ricoverati all'Ospedale di S. Giovanni:' Glaclnta-l'ornevl. d'anni 45, lavandaia, la quale investita in via Garibaldi ria nn tram, riportò la frattura del gomito destro; e certa Hosa Borgna, d'anni 60. che investita da un'automobile, riportò la frattura del femore destro. Entrambe furono dichiarata guaribili in 'M giorni s. e.. i 11 fucinatore Benzlo Marcello, d'anni 19, abitante in via Urti. N. 11, lavorando nelle Officine Fratelli Bosco, fu preso da una cinghia di trasmissione che stava rimettendo a posto dall'alto di una scala. Riportava, oltre numerose, contusioni, la frattura complicata della gamba destra e dell'omero sinistro. La gamba gli fu amputata subito al S. Giovanni. Prognobi riservata. ò

Persone citate: Alfredo Barone-montebello, Alvarez, Fratelli Bosco, Giovanni Regis, Hosa Borgna, Ignazio Negro

Luoghi citati: Calabria, Italia, Napoli