Dichiarazioni di Lloyd george alla Camera di Lloyd George

Dichiarazioni di Lloyd george alla Camera Prima del compromesso Dichiarazioni di Lloyd george alla Camera ose i o e a o e è o i l ri w a g , e o , , o a a e . 5 n e o a n 0 eaampaLondra, 15, notte. Le preoccupazioni più o meno represse, che serpeggiavano quassù, si sono ripercosse stasera alla Camera dei Comuni, dove Asqùith interrogò Lloyd George per sapere quali informazioni avesse il Governo suoli avvenimenti di Germania, i quali nel frattempo si. erano risolti in modo cosi strano e inatteso, talché stasera lutti i circoli diplomatici e politici di Londra ne sono sorpresi. Il primo ministro ha risposto che i dispacci pervenuti finora dall'incaricato di affari inglese a Berlino non danno ragguagli maggiori di quelli appresi nei giornali. Dopo un breve sommario di fatti già noti, il primo Ministro ha con.statato che « il Governo rivoluzionario annunzia che non è affatto un Governo monarchico e che indirà le nuove elezioni e osserverà, in quanto sia possibile e non contravvenga all'onore e alla dignità del popolo tedesco, il trattato di Versailles », Lloyd George ha poi avvertito la Camera che le informazioni finora ili possesso del Governo sono necessariamente frammentarie e che perciò egli non è ancora in grado di fare dichiarazioni esaurienti. « I Governi alleati — ha dichiarato infine il primo ministro —considererebbero naturalmente con ansietà ogni movimento che rap, presentasse le forze di una reazione militare o monarchica ; ma prima di intraprendere qualunque azione definitiva è meglio attendere che la situazione si sviluppi ». Oucsl'ultima formula usata da Lloyd George riassume l'attuale politica, inglese, opperò anche degli Alleati, verso il cataclisma tedesco. Ciò è evidente, giacche a un deputato, che -più tardi chiedeva al primo ministro di esporre al più presto, le vedute degli Alleati sulla rivoluzione in Germania, egli ha replicato: «Le ho già esposte ». Un deputalo laburista ha voluto domandare, prima che le interrogazioni si chiudessero, se avevano fondamento le voci berlinesi secondo cui gli Alleati avrebbero avuto l'idea di riconoscere il Governo del doli. Kapp. Questa domanda non ha avuto risposta, essendo intervenuto lo Speaker con certe sue obbiezioni procedurali. Ha. ultimo, ad una interrogazione sulle eventuali misure navali e militari prese dagli Alleati per fronteggiare la situazione, Lloyd George ha risposto: ' irli maresciallo Foch si trova in consulto sul Reno. Tutto quello che posso dire è che la situazione viene diligentemente vigilata ». Il breve scambio di botte e risposte ha avuto un istante dtammatico, quando è stato frettolosamente consegnato a Lloyd George un ultimissimo dispaccio dell'incaricato di affari a Berlino, in jconlraslo con un accenno'che il primo ministro aveva fatto ad. in for nazioni anteriori, secondo le quali il movimento rivoluzionario trovava poco appoggio nelle altre parti del paese, dipendendo massimamente dalle truppe baltiche. Invece, il dispaccio dell'ultima ora segnalava che « il movimento militare si estende e la posizione del nuovo Governo sembra rafforzarsi : i rivoluzionari si sono già impadroniti con colpi di mano militati di 35 città ». . Londra neutralista e Parigi interventista Lloyd George era andato alla Camera poco dopo aver levata una lunga seduta del Consiglio dei ministri degli esteri e degli ambasciatori, che egli aveva convocata per stamane e quindi presieduta. Nel Consiglio è stato preso in esame la nuova 'situazione in Germania, ma è stato deciso ver il momento di non intervenire in modo alcuno, fuorché per ottenere le più rapide informazioni possibili sul procedere degli avvenimenti. In altri termini: lavarsene ver ora le mani. Era una decisione quasi profetica, giacché in realtà non c'era nanche da lavarsene le mani: la commedia era già quasi finita. Tale si prospettava stamane la politica inglese, la quale era condivisa evidentemente dagli altri membri del Consiglio interalleato di Londra, vale a dire 'una politica del non intervento. Il concetto era di attendere in vigilanza e mantenendo nel frattempo un contegno neutrale. Ciò è risultato anche dalla formula usata dal primo ministro ai Comuni come risultava prima dei commenti degli organi ministeriali del mattino. In altre parole, il Consiglio interalleato di Londra, presieduto da Lloyd George, era, per il momento, neutralista. La complessità dell'ora che si attraversava voleva nel temvo stesso che esistesse un secondo Consiglio interalleato a Parigi, e che questo ultimo invece, secondo le versioni parigine, fosse interventista. Fra i due Corpi deliberativi dell'alleanza è però certo che rivesta maggiore importanza questo di Londra, cosicché la conclusione plenaria era di aspettare gli avvenimenti. 1 rappresentanti allenti a Berlino saranno tenuti ad illuminare con la massima solerzia il Consiglio londinese siili'evolversi della situazione in Germania. Le misura di Foch Nel frattempo, militarmente, si stavano prendendo misure di precauzione come quella ordinata dal maresciallo Foch, il quale, aveva fatto avanzare verso la testa di ponte sul Beno le truppe disponibili. Una mossa il cui contenuto venne esageralo da una parte .della stampa, mentre gli ufficiosi inglesi spiegavano che non si trattava di una avanzata vera e propria, ma soltanto di un provvedimento inteso a disporre le truppe in modo che potessero avanzare sull'istante quando ne [venisse l'ordine. 1 contingenti alleati sul Beno, sempre secondo gli ufficiosi inglesi, sono piuttosto esigui, astrazione., fatta da quelli pacotonscadsedidebii prGe vategadovemdaDfonomdicogichtadGpfouchmarescrleKdptiamVnmlPclvbqmozsdsscaaaivmdrcèdfsdEstpmc«iznpmgzsEsvstclsdGz e o o i a a a l a n ù e e a a a a , a r à , a francesi, di cui qui non si. conosce il numero esatto. Si riferisce invece che il contingente britannico è stato ultimamente piuttosto diminuito, talché si riduce ora ad una brigata. Il contingente belga consiste di due divisioni cosi ridotte, da equivalere pressoché alla brigata inglese. A Coblenza, poi, ci sono 8000 americani, che pare stiano sul piede di partenza, e che, come ci informa un dispaccio da Washington, se dipendono tecnicamente dal maresciallo Foch, non potrebbero partecipare ad alcuna pvanzala alleata in Germania senza un ordine specifico di Wilson. La più parie del commenti giornalistici di stamane era intonala all'evidente desiderio di sollevare il minore allarme possibile. La congettura più frequente, su cui i giudizi si fondavano, era che con tutta probabilità la rivoluzione militarista in Germania avrebbe fatto ben poca strada e che il Governo democratico sociale, scavalcalo a Berlino, avrebbe finito per rimettersi in sella. Una nota comune degli organi ministeriali era che gli Alleati non dovevano alzare un dito verso i nuovi avvenimenti tedeschi se non nel caso di estrema necessità. Per ora conveniva restare dalla finestra. « Gli alleati — scriveva il Daily Express, il più popolare e meglio informalo fra gli organi ministeriali, — han no diritto di dire che non verrà mai. permesso ne all'ex-Kaiser, né all'ex-Kronprin di salire al trono tedesco, e possono essere contenti di affidarsi su questo punto alla vigilanza dell'Olanda. Àll'infuori di ciò, finché i termini del trattato vengono stret tamenle e lealmente osservati, la ricerca da parte della Germania di una forma di Governo accettabile alla maggioranza del popolo tedesco non è che affar suo». Un foglio ministeriale della sera sviluppava ulteriormente la tesi ammettendo persino che la Germania potesse incoronare il primogenito dell'ex-Kronprinz, senza che gli alleati avessero diritto di intervenire. « La restaurazione degli Hohenzollern — arguì sce invece J'Evening Standard — non sarebbe in sé medesima una ragione di in lervento, a meno che si richiamasse l'exKaiser, del quale gli Alleali hanno diritto di esigere la consegna, qualora egli rimetta piede in Germania. Ma non esiste alcun articolo di trattalo che vieti di restaurare un altro membro della. Dinastia, e se la. Germania volesse eleggere il primogenito del. Vex-Kronprinz, questo sarebbe affare suo non nostro». La politica del disinteressamento non piaceva invece agli organi di lord Nortkliff e neanche, alla Morning Post. Cosi, il Times proclamava che oc correva tenersi pronti per intervenire con la più grande energia, e il Daily Mail dice va che gli Junker slavano nuovamente gù bellando gli alleati. La stampa liberale invece incolpava di. tutto questo l'intransigenza degli Alleati i quali, co me .scriveva il Daily News, « hanno reso, spc ovalmente con. la severità delle clausole flfìan ziaric, quasi insostenibile la. posizione dì. qual siasi, governo a. Berlino ». Jl Manchester Guar dlan muoveva le stesse accuse alla Conferenza scrivendo: n Se il Governo tedesco non. fosse slato continuamente minaccialo, così mortiti calo ed. umilialo e cosi spogliato di credito agli occhi del suo popolo, l'assalto attuale nan avrebbe mai. avuto luogo e non. avrebbe a.vuto alcuna probabilità di successo ... L'accordo Afa ecco, stasera, la notizia dell'accordo tra i due Governi tedeschi. Di fronte all'improvvisa soluzione della, crisi mediante un compromesso fra Ebert e Kapp. tutti questi, commenti divengono piuttosto faceti. La spiegazione ciic si dà qui del subitaneo rinsavimento generale delle fazioni tedesche che sembravano alla vigilia della guerra civile è la seguente: le masse germaniche, stanchedi tanta guerra e piombate in una apatia profonda., come quella caratterizzante ora le masse'degli altri paesi, non hanno avuto voglia di. spalleggiare attivamente nè'il Governo di Ebert ne quello del dottore Kapp. I generali si sono trovali quindi senza esercito, ma soltanto con poche ordinanze, ed hanno fatto un po' di fucilate alla cieca. Allora i. due Stai maggiori sono ricorsi al rimedio tipico-, accordarsi coli'avversario. Essi hanno stipulala « un compromesso elettorale ». Rimane come incognita l'esito delle future elezioni presidenziali, falle direttamente dal popolo, che continua ad idolatrare Hindenburg, e come fatto preoccupante resta la fisionomia politica delle masse. Ma questa ultima è un perìcolo ormai generale. Il Daily Tclegraph, commentando la soluzione, trova che mentre l'avventura del Kapp si è esteriormente sfasciata, è pur vero che Ebert è venuto a trattare eoa lui. « Questo risultato non può dunque considerarsi come una vittoria netta del Governo costituzionale — prosegue il grande organo conservatore. — Il fatto die il Governo di Ebert ha accettato un compromesso piuttosto che procedere nella politica dello sciopero generale contro l'aggressione reazionaria, conferma ciò che era evidente da lungo tempo-, vale a dire che quel Governo non possiede la fiducia dell'intera nazione. Come tentativo reazionario l'avventurasi ù ignominiosameute sfasciata, ma il movimento monarchico e%militarc rimane e bisogna tener conto delle possibilità. » M. P. castdpsopamin1lrslasdodlcdApdamctccdeLrdlncdodsdpicrpsdnt