Gli svaligiatori ielle oreficerie arrestati

Gli svaligiatori ielle oreficerie arrestati Gli svaligiatori ielle oreficerie arrestati gUna brillante serie di indagini - Avviso rivelatore - I libretti della Cassa Postale « I misteri di una trattoria - I ladri in automobile - I gioielli rubati tièr i- ! Diligenti.--attive, pazienti, tenaci indagini, •compiute dal commissario di pubblica sicure7<■za della barriera di San Paoln, avvocato Mosso, ibriHantomente coadiuvato dal brigadiere drilaj Ói&rdla Uccia Domenico Miano, assistito dal jgruppo di agenti investigativi e militi della IGuarcHa Regia della Sezione, hanno portato alla Iscoperta di una vasta associazione a delinquere jed- -all'arresto di gran parte dei componenti. Furti, rapine, aggressioni, che avevano fortoimente impressionato la popolazione, e che finora erano rimaste impunite, lauto da far pensare cho 1 colpevoli si fossero assicurata l'impunità, vengono richiamate, aliar memoria ina col conforto di poter notare che i colpevoli ■iena tutti alle carceri In attesa di giudizio, j,. il tìlo.oondtU/lore che ha permesso all'autorità jJU pubblica sicurezza di poter iniziare le itidaiBinì e proseguirle sino alla eatl-uiozione del (pericoloso gruppo di delinquenti che aveva costituito una. vasta e ben organizzata associaIzione, coperta da ricettatori e favoreggiatori, 'è dei. più semplici. Si inizia con una supposijzlone e via via si svolge, dipanando una matasIsa sempre più arruffata e sempre più com'.piessa. « Bada al ladri, Bologna ! ». ■ Lo scorso 2 marzo, alla sezione di Borgo San jPaoIo si presentava certo Giovanni Bologna, aibitartte-itl^fa Rivoli, N. 104, per denunziare un [furto da lui patito nella notte precedente. Approfittando fli una sua momentanea assenza i laditt' ài erano introdotti nel suo appartamento !e vi avevano rubato con due libretti i.» jdi Risparmio, dei gioielli e degli oggetti preziosi pel complessivo valore di lire 2000. li- Bologna, rimasto assente da casa sua per non più idi un'ora e mezza, tornato nel sito alloggio, aveva trovato la porta scassinata, il mobilio in disordine e le finestre aperte. Nessuna informazione sapeva dare sui ladri. Un particolare, .-li.al derubato pareva di lieve importanza, ma elle invece doveva rappresentare il punto di Ini■zio delle indagini che stiamo per narrare, fu (raccolto nella deposizione dal commissario 'Mòsso. 11 Bologna aveva detto: — Nulla so dire sui ladri, ma una cosa mi ha impressionato, ©a vario tempo, un mio conoscente, certo Luigi Baudrucco, nù avvertiva di stare in guardia, perchè vi erano delie persone che si erano prefìsso di svaligiare li mio al jloggio. Me lo disse qualche settimana fa. Me ilo ripetè pochi giorni or sono. Mi raccomandò • anzi di assicurare meglio 1© porie e di munire di spranghe lé finestre. L'altra sera poi, venne .appositamente a trovarmi e mi avverti, che in iun caffè deOa citta, e mi pare nel caffè Sciolze, [aveva sentito dire che si preparava un furto in 'casa mia per la notte seguente. Parlavano di !oiò una comitiva di giovinastri che si trovava lin quel caffè. Non badai ai suoi consigli e non seguii lo sue raccomandazioni. Mi parve cosa JBteanissima, per quanto non impossibile, che i iladxi avessero proprio scelta la mia casa [svaligiare. Il Baudrucco mi fece presente eh." jvi'poSeva essere deìla gente che avesse cogiti izione del fatto che. recentemente mi era stata Ihquidata dalia ditta Pomilio una forte indenInita. Nemmeno questo però valse a convinIcermi. E 1] furto invece è avvenuto. E ima cosa ■ 'strana, ma è cosi. . L'avvocato Mosso non partecipo al Bologna i tuoi sospetti e le sue impressioni, ma sulla scorf- |ta di .questa dichiarazione iniziò -lo indagini. Il iBaudrucpo e parecchi giovinastri, che alitimi, intente si .trovavano con lui in borgo San Paolo, ierano dalla voce pubblica ritenuti come persone [sospette. Tutti appartenevano alla malavita lavevano un passato non troppo chiaro. 'Parecichi erano stati condannali per furto e per rai pina, e molti indiziati come autori di altri reati. ; :La casa del Baudrucco particolarmente veniva Indicata come un posto di convegno dei delinquenti, come un probabile ricettacolo di merce - rubata, come un centro di organizzazione di ogni genere di reato non escluso quello dello spacciò di biglietti falsi. La denuncia del Boloigha corroborata dagli indizi vaghi, da'lle lm'pressioni malsicure, ma pure contenenti un fondo di verità, persuase l'avvocato Mosso essere op. •portuno assicurare, al più presto alla Giustizia tutti gli indiziati salvo art accettare in seguito ;]e eventuali responsabilità nei più recenti reati jche avevano desolato la regione. Baudrucco e li suoi compari, la sera che avvenne il furto ai Bologna, erano stati visti, parte ih un caffè e -panto nei pressi della casa visitata dai ladri. Il Baudrucco non si era allontanato dal caffè, ma ;qualcuno aveva notato che con una certa segretezza si era trattenuto a più riprese con uno e con l'altro dei suoi compari e poco dopo dell'ora jn cui venne commesso il furto ai Bologna, aveva abbandonato il caffè e cogli altri si era portato a casa sua. Con un apposta- • mento oragnizzato a meraviglia, in poche ore tutta la comitiva Baudrucco veniva dall'avvocato Mosso e dal brigadiere Miano arrestata e . tradotta in Stezione. Legato e bastonato. Della comitiva che frequentava il Baudrucco vennero arrestate sei persone e precisamente Luigi Baudrucco dei fu Emanuele, di anni 35, • abitante in via Beaulard, 6; Pasquale Monti del fu Sebastiano, soprannominato .-Testa nella •, d5 anni 33, abitante in via Rubiana, 20 Michele Tufello di Giuseppe, di anni 19. abitante in corso Francia, 1SS: Giuseppe Turello ■di' anni 17, abitante col fratello in corso Fran eia; Edoardo Micheletti di Giovanni, di anni 20, abitante in via Oulx, 5; Secondo Rocher di Er:nesto. sopprannominato <> Moreto », di anni 32, ;senza fìssa dimora. L'na settima persona avrebbe dovuto essere arrestata dall'avvovato Mosso e precisamente Giuseppe Bonifacio di CaiCo, di anni 24, abitante in via San Giobbe, 10, ma questi già si trovava alle carceri nuove per un furto in danno del sarto Giovanni Tessieri, abitante in via Borgogna, furto che fa parte della collana di operazioni compiuta dai compari tic Baudrucco. Gli arrestati, com'è naturale, si mantennero nei primi-interrogatori assolutamente negativi Nessuno sapeva nulla di nulla. Il Baudrucco poi con voce più forte degli altri reclamava la sua li berta asserendo, com'è infatti risultalo vero Che nelle ore in cui venne commesso il furto al Bologna egli si trovava nel caffè. La negati va degli accusati non fece però cadere l'accusa, perchè l'avvocato Mosso riusciva a raccogliere testimonianze tali, che non solo veniva a riBurtare evidente che H furto ai Bologna era spBi BfbnsrsistcmpccmdasstmpsCsisnsasldlerctfcmsnddstdsmrcspidguddrcllrtcttLeLvqrbctBlTd stato commesso dalia banda, ma che fatti ben più gravi stavano a loro carico. Si cominciò colPaccertare essere veto che il Baudrucco era rimasto nel caffè in attesa che i suoi complici svaligiassero nella casa del Bologna, (sorpresi fuggirono e uno di essi si feriva ad una mano e un altro, buttandosi dal ballatoio, riportava delle contusioni alla schiena), ma essefe altresì provato che il furto era stato organizzato dal Baudrucco e che la roba rubata era stata trasportata a casa sua. Bisultò inoltro che .alla stessa banda dovevano imputarsi un tentato furto in casa dell'industriale Tedeschi e una rapina in danno di certo Vaira Giuseppe. I due fatti meritano qualche particolare accenno. Il Vaira fu aggredito mentre stava rincasando. Si difese e riusci a porre in fuga i suoi aggressori. Ben altra complicazione ebbe invece il furto tentato in casa della famiglia Tedeschi da tutta la comitiva. In piena notte, una domestica dei Tedeschi, certa Leontina Costabella, alzatasi per accorrere al letto di uno dei figli minori dei suoi padroni, scorgeva un'ombra su per la scala dell'abitazione. La inseguì e vide che tentava infiltrarsi nella cantina. Diede l'allarme, e il ladro prese la fuga, ma non tanto presto che la domestica, accorsa ad una. finestra, non lo potesse vedere a scomparire in Compagnia di altre cinque q sei persone che stavano appostate intorno alla casa. Riuscito infruttuoso il tentativo nella casa, dei Tedeschi, i malviventi pensavano di occupare la notte svaligiando il negozio del sarto Tessieri, situato pure nella stessa strada. Non dovevano avere migliore sorte. Il Tessieri, svegliatosi di soprassalto, s'accorse che qualche cosa d'insolito avveniva nella sua. bottega. Si precipitò dal letto e accorse a vedere cosa succedeva. I ladri fuggirono. Non tutti però, perchè uno di essi, e precisamente il Giuseppe Bonifacio, gli restò nelle mani ed ebbe tale lezione che ancora la deve meditare nel carcere in cui si trova rinchiuso. 11 Tessieri, afferrato il Bonifacio, lo legò ad una gamba del tavolo. Poi con un bastone lo colpì a sangue. Le guardie municipali, che al maltino, chiamate da', sarto, si portarono nel negozio per arrestare il Bonifacio, lo trovarono mezzo svenuto e grondante sangue. Prima, di passarlo alle carceri dovettero farlo curare all'ospedale Martini. l<a prima serie delle indagini per tal modo si chiude e conimela la secónda, la più fruttuosa e che ha permesso di assicurare altri delinquenti alla giustizia e di scoprire responsabilità, anche per i sei di cui già abbiamo dato le generalità, in altri e ben più gravi reati e particolarmente nei furti alle Oreficerie, compiuti nel centro della, città con taglio delle serrande. I.a Trattoria Toscana. La banda Baudrucco, e diciamo Baudrucco perchè dai fatti emersi dalle indagini viene indicato come l'anello di collegamento tra i diversi malviventi e il complice necessario in gran parte delle operazioni ladresche, aveva una sua sede in Borgo San Paolo e nella casa del Baudrucco stesso", nei pressi di Pozzo Strada, ma il punto principale di raccolta, e ili ritrovo non era. quello. Baudrucco ed i suoi compari, insieme ad un'altra comitiva di delinquenti di cui daremo le generalità, alle loro amiche ed amanti, donne di malavita, si riunivano in una trattoria di via Porta Palatina, e precisamente nella, trattoria Toscana, che si trova al n. 27 di detta strada, trattoria tenuta da certa Assunta Mangìahtini. maritata Cocchi, nata a Ponte Brigianese, in quel di Lucca, donna sulla trentina, arrestata anche essa per complicità in tutta la losca faccenda. La Mangiantini ospitava la banda, provvedeva a dar da mangiare ai malviventi, li ospitava e pare che anche in parte ricettasse la merce . rubata. Il Baudrucco e il Monti, frequentavano la trattoria ed avevano strette relazioni con i delinquenti che erano ospiti abituali della Mangiantini. L'aw. Mosso, avuta cognizione del fatto, e accertato per mezzo di testimonianze che nei furti e nelle rapine, di Borgo San Paolo erano intervenute anche dello persone che abitualmente si trovavano alla Trattoria Toscana, disponeva perchè il brigadiere Miano ed i suoi agenti facessero una irruzione nella trattoria e arrestassero tutte le persono che vi avrebbero trovate. Con un forte gruppo d'orizzontali e di peripatetiche, venivano arrestate le seguenti persone che risultarono essere quasi tutte notissime alla Questura: Paolo Puttero, detto « Paolin », di Ignazio, nato ad Avigliana, t'i anni 27, senza fìssa dimora, condannato all'ergastolo per diserzione e alle carceri per varie rapine e Uberete in seguito all'amnistia; Angelo Lambert, di Francesco, dello l'« Americano », nato a Santa Fè e residente a Grugliasco, di anni 20, pessimo soggetto, già ricercato per altri reali; Onorato Benso, di Sebastiano, di anni 31, classificato come ladro pericoloso, ex-coatto ed ex-vigilato speciale; Salvatóre Danzi, del fu Antonio, nato a Patti, in Sicilia, d'anni 31, senza fissa dimora; Pietro Foglietti, del fu Giuseppe, nato a Torino e di anni 33, senza fìssa dimora, uno specialista in furti e rapine. Con essi, come abbiamo detto, venne arrestata anche, la proprietaria dell'esercizio, la Mangiantini. é le numerose etère da strapazzo che si trovavano nel locale. In una diligente e minuta perquisizione nei locali dell'esercizio, nelle stanze delle orizzon tali e in altre località che si riuscì ad ac certaro che servivano come deposito di merce rubata, vennero trovato, diverse rivoltelle voltelle che i ladri tenevano in deposito presso la Mangiantini e presso le loro amiche, una macchina da calze, una cassaforte, dei palanchini, dei grimaldelli e altri ferri del mestiere. I segni rivelatori L'interrogatorio degli arrestati non portò sulle prime ad alcuna rivelazione sorprendente L'aw. Mosso dovette faticare non poco per strappare qualche confessione e non si fu se non colle minaccie che riuscì a cominciare ad aprire la bocca a qualcuno. Alle prime rivela zioni ne seguirono altre più importanti e una gnm pari'- dcH'attività ladresca dell'associazione venne in luce. Anche qui, fu il furto a danno del Bologna che porto la prima luce. L'aw. Mosso cominciò coll'apprendere che i due libretti della Cassa postale di risparmio che erano stati rubati al Bologna avevano fatta la loro comparsa alla Trattori! Toscana. Furono visti in mano di Paolo Puttero. li ebbe tra le mani la Mangiantini e quest'ultima, timorosa di compromissioni, li cacciò in una busta e li spedì al Commissario di pubblica sicurezza di Borgo SaqulagicoBoMinprvederiunsinepoogqufunoindigiteVtrstsepomausvfoprSicoè deveBccpesoa doè lamvesumchteBvipqsistepriorteuoansevonea nsostadchsdtrhsimptridchndppbinsrvPtrRcfimspusggtcsaltPacriccgcpbdCedsLtnd ga r o a à o ; , e a e i e o a . r e d a a a a o l o San Paolo. L'aw. Mosso li ricevette infatti, e quando esaminò la calligrafia della busta e la pose a confronto con la scrittura della Mangiantini, riscontrò che corrispondeva. Era inconfutabile, quindi cho dei complici nel furto Bologna frequentavano la Trattoria Toscana. Ma non fu questo il solo indizio che raccolse in proposito. Altri fatti comprovarono che fu proprio nella Trattoria Toscana che il furto venne preparato e si liquidò la refurtiva; una delle peripatetiche medicò il Dazzi per una ferita alla mano il giorno seguente al furto, e un'altra sentì il Puttero dolersi per le contusioni riportate alla schiena. La Mangiantini negò di aver avuto tra le' mani i due libretti postali, ma l'identità della calligrafìa tolse ogni dubbio in proposito. E passiamo alla scoperta più importante, a quella della responsabilità della banda nei furti itile oreficerie. Come i lettori ricorderanno, proprio nel contro della città si sono avuti in questi ultimi tempi diversi furti nei negozi" di oreficerie. In via Lagrange, venne svaligiato il negozio di Lorenzo Corda-, in via Monte di Pietà, quello di Anselmo Diena, in via Venti Settembre quello di Luigi Roglintti. Tifili tre i furti awcnnoro in quasi identiche circostanze e con gli identici mezzi: il taglio delle serrande. Un particolare curioso venne rilevato a prò posito del furto di via Lagrange, ed è che mentre i ladri eseguivano l'operazione, una automobile stava ferma nei'pressi del negozio svaligiato, e quando si ruppero le serrande, fo clTaùffe'ur teneva ìn'mòte'iì "motore" per "co- prire con lo strepito, il rumore dell'effrazione, Si trattava di un'automobile privata, che an¬ cora oggi non è stata rinvenuta, così come non è stato arrostato lo chauffeur, ma l'episodio dell'automobile ha avuto gran parte nella rivelazione della responsabilità della banda Baudrucco nei furi! alle oreficerie. SL'automobile di via Lagrange. Baudrucco ed i suoi compari, riuscì ad ac- ccrtare l'aw. Mosso, andavano sovente in giro)per la città con una automobile. Non è escluso che se ne servissero por dello gite a Milano, a Pinerolo, a Modane, ad Avigliana, località dove smerciavano la roba rubata. Quello che è certo e che l'usavano per le loro operazioni ladresche. Vi fu anzi chi disse che tale automobile i ladri l'avessero acquistata col provento dei gioielli rubati, ma questo non risulta. Pare invece certo si tratti di una automobile di proprietà di un industriale torinese che lo chauffeur, all'insaputa dei padroni, metteva a disposizione della comitiva. Col fatto dell'automobile, il commissario di Borgo San Paolo accerto che nella trattoria di via Porta Palatina avevano fatta la loro comparsa due eleganti valigie di cuoio, una delle quali venne anche rintracciata, e che sembra siano state rubate nel negozio del Diena. Queste due valigie contennero in un giorno non precisato, questo po' po' di ben di ilio: due ricchissime borsette in argento, ventiquattro orologi d'oro, due collier d'oro, quindici catene d'oro da donna, dicintto catene d'oro da uomo, novanta anelli d'oro da uomo, cinquanta anelli d'ero da donna, quaranta spille d'oro, sessanta braccialetti d'oro, tre servizi da tavola in argento. Tutta questa roba fu visto, nella Trattoria Toscana e "di li passò a Milano, a Modane, a Pinerolo e ad Avigliana, dove venne portata dal Puttero, dal Lambert e dal Benso. Il denaro ricavato dalla vendite, pare sia stato depositato in una Banca, in una cassetta di proprietà di uno dei componenti la banda, che ancora non £ stato arrestalo, ma che si sia ricercando. Inutile dire che gli ocgetll d'oro in parola devono essere quelli che vennero rubati nei tre negozi di oreficeria. Tutti gli indizi che si hanno lo confermano, tutte le deposizioni che sono state raccolte lo provano. E non sono solo questi i reati che debbono imputarsi alla combriccola di ladri. Mentre proseguono le indagini per accertare quali altri furti e rapine siano da imputarsi al Baudrucco e compari,- e per vari indizi sembra che non siano poche, altri fatti sono già venuti in luco che ne illustrano l'attività fuori delle mura della nostra città : un furto di 2.">0 paia di scarpe fatto alla cascina Vica. nei pressi di Rivoli e una rapina commessa alla borgata Leumann. Diremo di quest'ultima particolarmente. Per intanto, a complemento di quanto abbiamo-sopra esposto, aggiungeremo che vennero arrestati per complicità altre tre persone: Giovanni Negrino del fu Carlo, abitante in via Pollerina, 312: Giuseppe Ferraris rl^i fu Pietro, abitante in Borgo San Paolo e Giuseppe Rinaldi del fu Giuseppe. Il Ferraris temi" in consegna le scarpe rubate a Rivoli; il Rinaldi fu arrestato a Savona. «Se fiati ti accoppol ». La rapina alla borgata Leumann, avvenne in circostanze eccezionali ed ebbe tutta la forma di una grande avventura. Parte dei ladri si presentarono mascherati e furono quelli che penetrarono nell'interno della casa per parare una eventuale minaccia dei proprietari; parte si presentarono armati e svaligiarono il negozio. , Mentre si trovava a letto col marito, la isgnora Candida Rosso si svegliò di soprassalto per del rumori insoliti e preoccupanti. Accese la luce e si vide di fronte un uomo mascherato che stendeva verso di lei la mano annata di rivoltella, (una piccola rivoltella clic la Rosso ha riconosciuta tra quelle sequestrate alla Trattoria Toscana). Il ladro, clic era il Puttero, accompagnò il gesto di minaccia con aspre parole: ■ Sé flati ti accoppo ! ». La disgraziata donna non ebbe neppure il coraggio di risvegliare il marito. Pi limito a rispondere: «Paté ([nello che volete, ma per carità, non toglietemi In vita ! ». E per non assistere alle gesta dei ìadri. si coperse il volto con le lenzuola. Tutto il negozio venne svaligiato. Rubarono una mac: china per calze (quella che venne trovata nello perquisizioni), della tela, delle stoffe, della biancheria. 11 tutto per un complessivo valore di h. 6000 Un camion attendeva nella stradili. Carica», la merco, il camion filò via coi ladri e andò a fermarsi di fronte alla casa de! Baudrucco, ove depositò la refurtiva. Per complicità nel furto a. danno della Bosso vennero arrestati anche due fratelli del Lambert e certi Fortunato Destefanis. detto t Nino ». ed Emilio Traversi detto jl « Milanese ». Como abbiamo detto, le indagini sulla banda Baudrucco continuano.