Il Grand Guignol della scena europea

Il Grand Guignol della scena europea Il Grand Guignol della scena europea anosronviatospeciale) BUQAPEST, 29 febbraio. Momento difficile. Si presente un nuovo atto del dramma che sta vivendo l'Ungheria. Ma non sappiamo se sarà l'ultimo: siamo venuti a questo teatro senza poter ve'dere il cartellone: non sappiamo quanti saranno gli atti né gli attori. Sappiamo 'solo, purtroppo, che l'Ungheria in questo 'momento è il Grand Guigncl della scena europea. Dopo il prologo della aconfitta, s'è avuta ila Bepuhblica un po' romantica, incoronata Idi crisantemi bianchi, piena di fervore e di aspettazione, impersonata dagli elementi iprù intelligenti. Ody, il vecchio poeta morto poco appresso, ne era lo spirito tutelare. Atto II: il bolscevismo. Annunciatore e iprimo attore, Kun Béla, troppo biasimato .'dagli uni, e troppo.esaltato dagli altri —cofmunque non disonesto. Boia: Szàmuely. Una mattina gli abitanti di Budapest si jsvegliano e trovano una novità sensaziona!le: la dittatura del proletariato: garofani rossi invece di crisantemi bianchi: ingenua speranza nel comunismo invece dell'ingenua fede in Wilson. Fu delusa quella come fu ingannata questa. Kun Béla e i suoi compagni non avevano pensato a una cosa: il [popolo ungherese, come ogni altro popolo, ! non era maturo al comunismo — giacché questo può essere o la. forma più alta della Ì cooperazione umana, quando coltura inteliligenza e altezza di sentimento siano in | tutti gli spiriti, ovvero il massimo regresso jal primitivo stato patriarcale. Ecco dunque ! il crollo, aiutato e affrettato da errori ed 1 esaltazioni inoperose da una parte, e dali l'attaccamento ai vecchi pregiudizi e alle : eterne ingordigie dall'altra. Poi, il terzo atto: i Romeni in Budapest, j I paciari colgono la buona occasione di ri! farsi, .sule spalle dei liberati Ungheresi, di I quanto hanno perduto per l'occupazione teI ci esca. Quindi prendono e portano via, senI za spargimento di sangue, tutto quel che ! possono. — Quando finalmente son partiti ! gli ultimi scaglioni rumeni, pochi giorni doIpo ecco entrare in Budapest trionfalinente ! l'ammiraglio HorthyMiclos con le sue trupj pe nazionali. — .Comincia il quarto atto. Promesse e garanzie all'Intesa erano sta: te date da Horthy : sarebbe stata rispettata ila libertà dei cittadini, non si sarebbero 'continuate le uccisioni dei socialisti e degli israeliti — come avevano cominciato & fare ! parecchi ufficiali e anche degli ignoranti contadini al di qua del Danubio, — tutti insomma si sarebbero purificati nella liberazione di Budapest. Un Delegato di Pa Irigi rimpasta un nuovo Ministero, dove Iperò resta sempre Friedrich: e il nuovo 'Ministero, nella maggioranza bene intenzionato, rinnova le "promesse. Ma il Ministero era ed è debole; Horthy fnon riesco à farsi'ubbidire da tutti i suoi ufficiali ; e l'Intesa protesta, reclama, mi'naccia. Il «terrore bianco » non è una favola. Ci sono alcune bande di fanatici ufficiali — dei quali molti sono perfettamente noti '•— che spadroneggiano in barba al Governo, alle leggi, alle Autorità civili e alla Polizia regolare stessa (che ha l'è mani legate da quelli stessi cn essa dovrebbe legare!) e alle persone civili. Quelle bande sono pre potenti e temute, senza scrupoli nè legge Esse'si sono proposte un compito: sradicare socialisti e liberi pensatori e israeliti con qualsiasi mezzo. Forse credono di far del bene al Paese, forse ; ma certamente la loro levatura morale è pari a quella dei briganti del Cardinal Ruffo, con la differenza che alcuni di questi facinorosi fanno pompa di qualche blasone. Spiriti ferocemente reazionari o cuori spietati. Le loro vittime sono già in numero assai maggiore delle vittime del bolscevismo. Quanto all'Intesa non sa che pesci pigliare. Non se ne lava le mani, però sembra tener pronto un catino per lavarsele. Dico eembra, perchè non conviene ancora giudicare; ma i fatti, fin ora stanno così, al come appaiono. Qualche mese fa a Kecskemét, oittà non lontana da Budapest, furono martoriati e sgozzati molti uomini perchè israeliti o socialisti. A Budapest o in provincia ogni tanto scompare qualcuno; una denunzia anonima è talvolta smfficente a far incarcerare e pestare ben bene un disgraziato sospetto di bolscevismo j Non mancano anche dei ric.atti,-'dicono. Si nbti che queste cose non avvengono per parte della Polizia regolare, nè per parte del Governo, ma esclusivamente son consumate dalla suddetta banda. Se a qualcuno venisse la malinconica idea di scrivere degli altri Promessi Spoti-, questo qualcuno potrebbe annoiarci senta ricorrere ai bravi nè alle gride dei #ice-re spagnuoli. Poche sere fa, due redattori della Ncpszauà (Voce del Popolo), sono stati afferrati .neutre uscivano dagli uffici del loro giornale, cacciati in un'automobile, trasportati «Ha campagna, uccisi a rivoltellate e a caiqnettate e gettati nel Danubio. H Danubio generosamente rifiutò di essere il complice degli assassini; ma gli uomini invece ti lasciano impuniti e liberi, pur essendo quasi certi dei nomi dei colpevoli. E i giornali non ne parlano più : hanno il bavaglio. Le Missioni Alleate protestano e minacciano, il Governo prometto, ma i facinorosi vivono e s'imbaldanziscono e minacciano per soprappiù. L'immunità più sfacciata! E intento la giustizia vada al diavolo. Il Governo non osa togliere i marroni dal fuoco per paura di scottarsi, e l'Intesa irnibra non sappia come regolarsi. Un medico israelita fu chiamato una «lottp in una) famiglia dove c'era un bambino difterico: accorse per fare l'iniezione del )^À<4£JG£9k.<MHft-9% dfruoi affidali la o arrestano. Egli fa notare che l'iniezione anti-difterica e urgentissima, se no il povero bambino morrà Non valse a nulla. Fu imprigionato, e il bimbo morì. Molti episodi di questa specie si potrebbero raccontare. ; C'è da fremere. Avete punito i terroristi ressi? Punite anche i bianchi. *** Dov'erano dunque codesti eroi della notte nei giorni del bolscevismo? Rintanati o fuggiti. Ora invece imperano, senza ascoltare nè lo Missioni interalleate, no il Governo, nè Horthy; nè temono i Tribunali o la Polizia autentica, ch'essi paralizzano. Ma se il Governo li teme oggi, perchè non li temerà anche domani? Se non trova la foiwa ora, quando la troverà? E l'Intesa, che pure sa far la voce grossa ini tante circostanze, perchè non prende maggiormente a cuore questa gravo questione, non solo per l'.interesse dell'Ungheria, ma anche per una ragione d'umanità e di morale? O forse in tutt'altre faccende ' affaccentiate? E Horthy, se non agisce ora, potrà opporsi a questa forma di anarchia fra qualche giorno, quando — per petizione dei Municipi al Parlamento — egli sarà eletto « Gran Governatore Provvisorio > dell'Ungheria? E gli ufficiali ungheresi, i quali sono per la massima parte estranei a questi delitti, perchè sopportano ciò, così da correre il rischio di suscitare anch'essi la repulsione e il disprezzo delle persone civili? E la « buona pace » è così efie la si prepara? E', necessario che questo odioso quarto atto finisca. Intanto ovunque sono esposte carte geografiche d'ogni formato, cartoline illustrate, plaeards con l'Ungheria simboleggiata in cento modi o gladiatori o patetici o religiosi — sì, non mancano Cristi crocifissi, Cristi benedicenti, Cristi risorgenti dal sepolcro, che spezzano le catene della diserra ziata Ungheria o che ridanno tutte le sue terre a questo Regno di antica data; e non mancano neppure proclami che chiamano alla riscossa. Se non che, a fianco di scritte che sostengono il così detto a partito cri' stiano i l'unico atto a salvare l'Ungheria, ci sono altri plaeards anti-semita e anti-socialisti violenti. E intanto si procede sul l'orrida via. Non sarebbe fuor di luogo attribuire in parte questa rinascita del Medio-Evo al partito « cristiano-nazionalista «. Dove sia il suo Cristianésimo non so ; certo è ch'esso si chiama così, e che i suoi intendimenti sono apertamente ostili a ogni principio schiettamente liberate. Un vescovo — forse voleva imitare goffamente Papa Gregorio Magno — predicò in B.udapest che i buoni contadini non devono saper che farsene della coltura occidentale e delle eresìe che da essa pullulano: dover essi coltivare la terra o lavorare altrove senza porgere orecchio alle tentazioni del mondo moderno; dover essi opporsi fieramente ai nemici della religione, eccetera, eccetera. E veramente i contadini Ungheresi sono più che vandeani: assomigliano talvolta ai devoti a Re Franceschielio e agli uccisori di Pisacane e dei suoi grandi compagni. Anche nella tragica occasiono, dell'assassinio dei due redattori — Somo^vi e Bacso, il primo padre di cinque figli, l'altro sposo da sei mesi — vi furono manifestazioni ributtanti, a fianco di quella imponente e commovente dei funerali. Alcuni giornali de} partito « cristiano-nazionale i dissero quanti più male poterono del' povero Somogyi, deplorando che gli altri giornali facessero un gran caso della uccisione d'un uomo che è bene sia morto. Però, naturalmente, s'affrettarono ad asserire che non si trattava d'un assassinio politico, bensì d'una vendette personale... — E, incredibile dictu, ora si vorrebbe dar ad intendere d'aver preso gli assassini i quali sarebbero... dei bolscevichi ! Ma dove non arriva l'ipocrisia e la ferocia? In Parlamento un deputato si levò a parlare contro Somogyi, che è stato sepolto in un cimitero dove giaciono i più insigni uomini ungheresi: quel fanatico uomo chiese che il cadavere di Somogyi fosse esumato di là, essendo quella una terra di cui il morto è indegno! Per buona sorte il presidente del Consiglio rigettò la proposta, dicendo che si lasciasse dormire in pace, almeno ora, l'assassinato. Queste manifestazioni di odio spietato, questa delinquenza impunita, non sono da considerarsi' singolarmente, ma nel comples so loro. E purtroppo un esame sereno della situazione dimostra che le bande d'ufficiali hanno un sostegno o poco meno in un intero partito. Ora, ciò può dare agli stranieri un concetto pessimo dell'Ungheria, mentre nè lo persone colte nè gli operai hanno a che fare con tali sinistre tendenze anzi, le deplorano e si sentono avviliti al pensiero che l'Ungheria possa essere credit te all'Estera — specialmente in Italia — un paese semi-barbaro; ma la paura è così forte che nessuno può1 opporsi a quelle infide correnti. Solo l'Intesa potrebbe e dovrebbe far sentire la voce forte e fai- gravi e pronti passi per rispetto a tutte le popolazioni liberali del mondo e per debito di civiltà. D'altro lato le rivendicazioni nazionali ungheresi sono in gran parte giuste, dal punto di vista territoriale — bisogna riconoscerlo e proclamarlo —; e un ristabilimento dell'ordine e della libertà interna, unito a un ristabilimento dei diritti politici su molte terre, che furono tolte al l'Ungheria dalia volontà di Parigi, potreb be finalmente risanare e risollevare anche moralmente, dopo tante sventure, questo popolo non indegno di miglior sorte. Ad ogni modo questo quarto atto deve cessare. Giù il sipario, direttori di scena. Vogliamo il quinto ed ultimo, che ci rallegri un poco... Ma se i direttori di scena nou fanno quel che devono, provvedano gli impresari che hanno promesso di tener calmi gli spettatori pmcnIrcfcdvtascadppeasqefngesddEtMhhclccnedtpOdaoenlnmplsggrtevzcvsdposfcdcmmsgtrttecdCrislpBpsclqgfsdsemgsdnitrNsdfgum