La tumultuosa adunanza di ieri dei maestri elementari di Torino

La tumultuosa adunanza di ieri dei maestri elementari di Torino La tumultuosa adunanza di ieri dei maestri elementari di Torino -r ■ ... . a Li -i. I _ i«. •VugiscspL'agitazione della- glasse magistrale toinese per la nota questione ilei denegato aumento di stipendio, che venne accordato alle altre 42 categorie di dipendenti comunali, diventa acuta. Como è noto, il commissario regio, conte Filiberto Olginti, in seguito ad energiche pressioni degli impiegati ed agenti' comunali, stretti in fa-1 scio nella « Federazione dipendenti comunali ». aderente alla Camera tlel lavoro,, ha concesso a tutti gli appartenenti ai ser-j vizi comunali un aumento di mercede che per gii impiegati è di 200 lire al mese. Da questa concessione vennero esclusi i rane- stri. Ad una Commissione d'insegnanti, I che si recò a chiedergli la ragione dì que- j sta esclusione, il commissario regio rispose i che non poteva..considerare i maestri aila j stregua dei dipèndenti coifmnali, che noni si trattava di spese obbligatorie alle quali | l Comune fosse costretto, e che infine ie\condizioni del bilancio non consentivano | un nuovo aggravio. In seguito a questa j rispostu le quattro organizzazioni in cuijsono divisi gli insegnanti si misero d'ac- cordo per un'azione comune e nominaro- [ un azione no ciascuna tre fiduciari a comporre il Comitato d'agitazione. E per dar conto alla massa della situazione e, contemporaneamente, illuminare l'opinione pubblica, indissero per ieri mattina alla sala Vincenzo Trova un'adunanza generale degli appartenenti alla classe. All'apepllo rispose, si può diro, l'intero Corpo insegnante, per modo che la pur vastissima aula riesce a stento a contenere la folla accorsa nella quale, come sempre, sono in prevalenza le signore, le quali si mostrano non meno pugnaci dei colleghi dell'altro sesso. La presenza però nella stessa riuntone degli appartenenti a diverse organizzazioni che seguono una tattica sindacale profondamente divèrsa una dall'altra, rende l'ambiente molto nervoso e, in genere, poco tollerante. L'oneroso incarico di presiedere l'assemblea, chp si preannunzia satura di elettricità, è aflìdadato al prof. Rito, che nel dichiarala aperto il Comizio ne spiega lo scopo, che è anello dì dissipare neironinione pubblica molti preconcetti ingiustificati e correr; gerne così i non sempre esatti giudizi. A'io scopo di inquadrare la discussione e fissarne chiaramente 1p linee direttive, eirli ritiene utile dar suhiio lettura «dell'ordine del domo compilato dai' dodici ranpresentàpti de'te Associazioni magistrali, e clw è del,.*seguente tenore: « // Coma inscenante di Torino, riunito in t.KflnWci' nella saia V. Trovo per invito delle sutt .'iuatt.ro oraanir.-ar.ioni (Associa ■iinrie direttori Unione yTn.aislrale. Lena Ttrnir.p.ri e Sindacati Manti frale), udita la relazione sull'esito sfavorevole, di. un colloOiiio arnio da una sua Commissione col Jleaio Commissario, che presiede in questo momento alVAm,ministrazione del Comime, riauardante iin chiesto aÙticipó di stipendio analogo a quello concesso a tutte le altre 'catégorie dì dipendenti ntunicipali; considerala Vinconsistenza delle ragioni addotte per negare l'accoglimento della domanda, perchè: l.o Non può essere dubbia la qualità di dipendenti dal Comune nei maestri municipali di. Torino, data l'autonomia scolastica del Comune e la ^conseguente ininterrotta serie di al li giùridieoeconomici del passato, per cui i maestri di Torino ebbero sempre un regolamento ed un organico municipale intesi ad integrare quelli governativi e ad elevare i minimi ledali ili stipendio, allo scopo di migliorare le scuola della città e ad attirarvi i migliori insegnanti; 2.o E' puramente fantastico il riericolo di un nuovo aggravio al bilancio del Comune in guanto gl'insegnanti colla loro domanda non. chiesero che una parziale conserva-ione di quello stanziamento che fu già fatto ih loro favore rolla concessione del l.o gennaio 1919 e che pel sopraggiungere dei miglioramenti governativi si vofrp.bbe ora depennare e mandare in economia : 3.o E" del pari chimerico il dubbio circa la facoltà del Beqio Commissario di accordare miglioramenti non. obbligatori agli insegnanti, sia per tutti i precedenti, sia. per quelli avvenuti durante, il periodo di guerra e per quelli accordati di recente dal Commissario stesso svila retribuzione delle lezioni speciali e del corso popolare ; consideralo ancora che la domanda di anticipo è giustificata non solo da ragioni di giustizia equiparatira, ma anche dalla legittima attesa di gncl nuovo organico, più volte promesso dalla passala Àmminislra-ione. in cui avrebbero dovuto trovar posto, insieme ai miglioramenti della parte legale dello stipendio, the nulla, costano al Comune, essendo per intero rimborsali dallo Stalo, quei, proporzionali aumenti sulla parte municipale che sono doverosi di fronte al sempre crescente rincarti della vita, specialmente nei grandi centri ; ((Afferma pertanto, ancora una volta, nel modo più eneruico, il suo buon diritto, e dà mandalo alle rappresentanze 'ielle sue Associazioni d'insistere velia rir!:iestn e di esperire tutti i mezzi perchè la giusta domanda ottenga un doveroso accoglimento ». La lettura dol lungo documento, sottolineata qua e là da mormorii di approvazione, è accolta a! suo finire da un applauso unanime. Si inizia quindi La discussione Primo oratore è Mitene, il quale dà più precise informazioni su quanto già le organizzazioni hanno fatto per ottenere giustizia. • Il direttore Bmna si compiace della compattezza dei maestri ed invoca un'azione energica a difesa e tutela dei diritti della classe. 11 cav. Mattana, presidente della Lega Rayneri, deplora il rifiuto del Commissario Regio ed afferma che il Comune deve assolutamente provvedere, poiché ; maestri sono dipendenti comunali. Segue il dottor Pogliani, presidente dell'Unione Magistrale, il quale reitera l'invito alla solidarietà, e richiama i presenti alla chiara visione dei bisogni attuali. E' necessario — dice — che la classe magistrale, offesa nella sua dignità e ferita'nei suoi interessi, non trascuri alcun mezzo perchè le ragioni più elementari dell'equità abbiano dal Comune di Torino il dovuto rico.noscimento. « Se il Commissario Regio ri sponde brutalmente « no ! », noi dobbiamo preparaici ad affermare pure brutalmente " si ! » (applausi generali). A questo punto il presidente annunzia che dà la parola a Cai-essa, della Federazione dei dipendenti comunali. Un gruppo di membri de) Sin riacato magistrale, aderente aliti Catnert del lavoro, grida: « \ nome di chi parla? » Caressa fa c'enno di volerlo ascoltare, e, accolto da un applauso discreto, e. pei parte di taluni, pieno di riserve, comincia dichiarando che non ha alcun mandate •V.m*v ufficiala dalla sua organizzazione.' Aggiun-; gè che se qualcuno temeva che egli volesse" impegnare la Federazione, può rassicurarsi. La Federazione riconosce legittima la1 richiesta dei maestri, non essendo giusto che ad essi non vengano accordati gli stes-, si miglioramenti stabiliti per gli altri di-: pendenti comunali. Che ie autorità neghino' questa giiisóizia è logico — dice — perchè; esse tendono sempre a tener divisi 1 dipen-' j denti per poterli dominare meglio (applau-; si). Fa quindi una rapida cronistoria del-, l'evoluzione avvenuta noli-organizzazione degli impiegati, e soggiunge chtì se in poI chi giorni i dipendenti comunali ebbero In, | j vittoria, ciò dipese dal! avere essi faUo ade i sione alla Camera del lavoro j . J primi incidenti i Mattana: Questo non interessa! | Questa interruzione è il scouale di un pri-| \mÒ temporale. Parecchie voci si levano a, | gridare : «Si, si, parli». Altro contrastanoj [e prime, dicendo di non voler udire pròjpaganda sovversiva. Il presidente fa un energico sforzo per dominare il baccano, e [ vj riesce a stento. Caressa continua, fra t o e ; i o e e i o i , o e e ; i ù , o a , , , e n a ù e a a e ; o a , i è o e o a i , i a e rumori persistenti, e dice che non vuol fai' opera contraria alla coscienza di nessuno,: ma cho ha il dovere di esporre la situasic-i. ne. Quando conclude dicendo che te Fede-! razione darà il suo appoggio ai maestri al-| lorchè questi entreranno nelle sue file, si sentono applausi ed esclamazioni. I soci dei-i la Rayneri gridano: «Ecco, .vi. siet^ smascherati ». Quelli del Sindacato li rimbeccano e ne nasce una viva agitazione, tanta che il presidente minaccia di andarsene, per,' protesta. E' appena alquanto sopito quest'incidente che l'apparire alla tribuna di Fontanesi,; segretario della Federazione dipendenti comunali, ne scalena subito un altro. Molti si oppongono a che il -Fontanesi parli, altri, invece reclamano la libertà di parola, ed il. tumulto riprende. Ma Fohtanesf, per tagliar corto, forza la voce, e parla dominando, ini un primo momento, il rumore delle voci discordanti. Egli dice che è coi ma.estri per questa battaglia, e che la Federazione ha. saputo unire in un sol fascio i lavoratori: del braccio e quelli del pensiero. « L'inai-, pienza dei governanti — esclama — spingo; i lavoratori tutti verso le Camere del Lavoro, e noi siamo lieti che anche voi... ». L'oratore non può continuare. Una parte dell'uditorio, alzatasi - iu piedi, si sbracerà; a far dei segni di denegazione, mentre l'altra parte applaude freneticamente, e tutto ciò fra grida incròcianUsi di viva ed abbasso. Foptanesi parla ancora, ma non sì capisce più nulla. Pare che concluda invitando i maestri alla Camera del Lavoro,! mentre l'agitazione ed il frastuono sono vi-i vissitni. Il dott. Pogliani riesce a stento a spie-| gare che l'Unione Magistrate ed il Sinda-i cato avevan chiesto il pensiero della Fede-, razione e perciò era. doveroso lasciar paiy lare Fon tati esi. Il maestro Rarberis tenta di ricondurre la calma, e pai-Ut come membro dèi Comitato. Dice che i termini della vertenza sono notti e chiari e spetta, quindi all'assemblea indicare a quali mezzi intende ricorrere per conseguire la vittoria. Non1 vuol fare discussioni d'indole politica, ma;1 ritiene essenziale che l'organizzazione sia' sorrette, rial concordi» volere dei soci per poter combattere e vincere. « Uno dei grandi scrittori francesi disse che i maestri sono i più poveri e più grandi lavoratori. Orbene, coll'organizzazione non saremo più po' veri, ma saremo sempre più grandi!». Molti applausi coronano queste parole, ma l'assemblea è sempre più nervosa ed irrequieta. In questo poco favorevole ambiente prende la parola Guagnano, che vuole si rivolgano le maggiori cure airetemento femminile, a ritiene prematuro, per ora, chiamare le maestre coll'appellativo di « compagne ». Fischi, rumori, grida ed applausi accolgono questa dichiarazione. L'assemblea diventa rumorosa e noi dal banco della stampa non riusciamo più a capire ciò che dice l'oratore che pare proponga una serie di comizi pubblici, ed infine abbandona la tribuna fra i rumori crescenti. E' tardi ormai, il mezzogiorno è vicino, ed il presidente mette ai voti la chiusura, che è approvata. Parte, il maestro Lercn, delSindacato, il quale vorrebbe che l'assemblea si decidesse sui mezzi da adottare.' 11 di- ritto nostro, dice, è incontrastabile. Ma inche modo lo faremo valere? Prima di cercare i mezzi bisogna trovare la via, che ci' è stata segnata dai co!leghi che sono an- dati alla Camera del Lavoro... Nuovo tal- multo, nuovo coro di approvazioni e di di- sapprovazioni, vivaci lo une e le altre. Or-.mai è diffìcile per qualsiasi oratore farsi" intendere. E presidente si sgola, inutilmente, per ricondurre una quiete ed un silenzio molto relativo, ed annuncia, che i! prof. Piero Gribaudi ha chiesto di parlare. Il finale tempestoso 11 prof. Gribaudi — ex consigliere comunale di pitrte cattolica — siile alla tribuna: Ma la sua apparizione è salutata 'ria una tempesta di voci, di grida, dì urla. Da qualche parte si at'zano voci che chiedono chi è, da altri si invoca la libertà di parola. I «uo» ed i «sì», i «parli» e ì «vada via» si incrociano, frammista a mille altre vociferazioni. I più u/xesi gridano : « Organizzatori di crumiri! ». Gli altri rispondono: « Intolleranti! », é intanto il Gribaudi non riesce a pronunciare parola. Il presidente sale sopra una sedia e ilice, che di fronte al dissenso ciell'asscmblea egli deve rispettare le deliberazioni di essa. La chiusura è già stata votata e nessun altro oratore può parlare. Perciò non può dare la jjarola al Gribaudi. In mezzo agli applausi contrastati che salutano queste dichiarazioni, il prof. Gribaudi. fatto un cenno di rassegnazione, abbandona la tribuna. Ma nell'assemblea l'agitazione è aumentata di intensità. Qua e là awengorro vivacissimi dibattiti fra i soci della Lega Rayneri e gli altri. In qualche momento un pugilato è evitato solo per - l'intromissione degli elementi più calmi! L'uditorio, orma; tutto hi piedi, è in preda ad un'eccitazione, che la natura del luogo — una scuola —, la presenza di numerose signore, ed il senso vivo, del decoro professionale, non bastano più a contenere. I battibecchi trascendono in forme violenti, sebben [-attenute nei limiti verbali. Dopo un bel pezzo di questo putiferio, poiché molti accennano ad andarsene, e la riunione si concluderebbe senza aver preso una deliberazione, ii presidente ed altri volenterosi, facendo dog.) sforzi vocali straordinari, riescono ti ristabilire un po' di calma — mica molta., però — tanto da. poter mettere in votazione la.. ratifi.ua clélte nomina dei componenti del Cornitelo, otiti ì'^.ssernbk-a approva, e l'ordine del giorno, comunicato all'inizici della movimentata i-iiinione dal presidente. Si fa la prova e i controprova e l'ordine del giorno risulti: provato airunanimsità.

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