La questione dell'assestamento adriatico esaminata e discussa da vari punti di vista

La questione dell'assestamento adriatico esaminata e discussa da vari punti di vista La questione dell'assestamento adriatico esaminata e discussa da vari punti di vista ^rave problema dei cambi - Il Governo chiede poteri per la fesa della valuta italiana sotto il controllo de! Parlamento. Uni clif'jr.a In queste condizioni. leva caio noma, 6, notte. L'Inizio della sednta è calmo. L'aula e molto affollata. Sono presenti al principio della seduta oltre 300 deputati. Le tribune sono, forse nella previsione di nuovi incidenti, affollatissime. iPresiede l'on. Orlando. ài commemora l'on. Betti, morto ieri a Masso., e si svolgono alcune interrogazioni: sulle tariffo doganali, sul disservizio ferroviario, ecc. il Patto di Londra e i jugoslavi Alle ore IG.20 si riprende la discussione sulla politica estera. 'Primo oratore è l'on. BEVION!5, il quale rìice che esaminerà obbiettivamente lo svolgimento della questione adriatica por trovare la giusta norma eli azione per l'avvenire. Rileva come la tesi che le diliìcolta dipendano dal Patto di Londra porcile 6 un trattato segreto e imperialista sia smentita dai latti. .11 Patto di Londra fu infinti applicato senza difficolta per la parte che riguarda i tedeschi, sebbene anch'essa fosse segreta. Si incorporarono nell'Italia forti nuclei stranieri ; anzi il confine fu migliorato col dare all'Italia Tarvis e Sexten. So la nostra pace fu faoilo e soddisfacente dove avemmo di fronte i tedeschi, mentre fu complicata e difficile dove avemmo di fronte gli slavi, ciò dipende dal fatto che i tedeschi, anche alla finn della guerra, furono considerati nemici dell'Intésa, méntre gli slavi soggetti agli imperi centrali, alla fine del conflitto erano considerati amici o quasi .alleati. La metamorfosi si compi anche con la collaborazione italiana, di cui il congresso di Roma fu il fatto saliente. Però esso assicurò grandi benefici politici all'Italia. Nel gennaio 101S Lloyd George e Wilson parlarono recisamente per il mantenimento della Monarchia danubiana. Uguale proposito avevano i negoziati dei nostri alleati con Vienna per mezzo di don Sisto di Borbone. L'interesse essenziale dell'Italia voleva lo smembra mento dell'Austria. La conversione della Francia, dell'Inghilterra e dell'America a tale politica avvenne in seguito al congressi ili Roma, che suggerì egli alleati la politica delle nazionalità in sostituzione dalla fallita, politica della pace separata noi riguardi dcH'À^stria; ma onesto benefìcio doveva essere dall'Italia pagato a s:io tempo eon un assetto dell'Adriatico non compir! intente contini io agli jugoslavi. Le conseguenze della trasformazione degli jugoslavi da nemici In amici furono aggravate dall'opera degli iugoslavoflli italiani, che si intensificò al!:' line delti guerra. Quest'opera fu dannosa perchè screditò il Patto di Londra, re s'ra sola arma diplomatica, che suggerì a Wilson il suo messaggio adi italiani diretto contro la politica degli on. Orlando e Sonnlno, e che irrigidì Wilson in modo Invincibile nella sua concezione contraria all'Italia . (il Sonnliio l'oratore crede di uotor con sicura coscienza at'Iermaro, avendo p quatti» ■■■uni assistito come giornalista alla loro dtiérSi clìtì gli on. urlando;! tevaiio ottenere di pfu. clic nessuno al loro posto poteva giungere ti risultati diversi. 1' cho l'on. Sbrinino è violentemente atta perchè ne; Patto di Londra il porto di Fiume assegnato alta fuM/.ia, ma questa accusa un'iugiusta Insiliamone del senno de! noi. .Nel 19.18 nessuno pensa-, 'lo smembramento del l'Austria, indispensai.. oreeupposto della n vendicazione ili Fiumi!. '■• «uno parli di Fiume à guerra scoppiala. L'in ore lesso alla Camera il l'aito di Londra nel febbraio 1918. Nessuno pr sto contro l'art. & che riserva Fiume alla Croazia. {Commenti). Furono i fiumani a prò clamarsi uniti all'Italia. Po, dunque, errore vi tu, ne siaino unti colpevoli, il grido di Filini non poteva non essere raccolto a Roma. Cosi alle rivendicazioni del Patto di Londra si unì Piume, ma in quel giorno il l'alto di Londra divenne per 'ed un'arma dubbia e precaria, perchè, attraverso Fiume, chi vuole dare la Dalmazia affli Jugoslavi, nonostante il Patto di Londra, può esercitare contro di noi un ricatto sicuro. Afferma che non vi è via d'uscita ytofuori del compromesso. L'on. Orlando mise finalmente per questa via ed è solo per Quésta via che i suoi successori hanno cercato la .soluzione. Ritiene che la soluzione ora concordala con vii Alleati rappresenti l'ultimo limite delle concessioni dell'Italia. Per giudicarla bisogna metterla a raffronto colla soluzione ùltima proposta da Tittoni. Lssa e inferiore ai progetto Tittonl perchè dà il nord dell'Albania agli Jugoslavi o abbandona la neutralizzazióne della costa, dalmata; e superiore perche stabilisce l'indipendenza di Fiume, la rappresentanza diplomatica all'Italia, abbandona, lo Malo cuscinetto, dannoso e pericoloso, migliora la frontiera wilsoniana a Senosecehia assicurando la difesa di Trieste e dà àgli italiani di Dalmazia la facoltà di optare per la cittadinanza italiana. Clamoroso Incidento I socialisti, che si sono mantenuti sino a questo momento tranquilli, incominciano ad interrompere esclamando: Siete d'accordo con Fodérzoni; 1 combàttenti replicano appoggiando Bevipne. .Ma i socialisti controreplicano. VKl.l.A Mi altri gridano a Bevioné: Siete di quelli che 'vogliono un'altra guerra. VELLA: Voi volete un'altra guerra. LISIA: .Non ci andrà cerio il disertore Mlsiano. BIANCHI UMBERTO: Che uosa lui da dire contro Misiano? LISIA-: Che p passato al nemico. BARBERIS: 'tacete. \ >:i siete degli arricchiti colla guerra. Tu. Lisia, sei un imboscato. PHILIPSON: Voi socialisti sielè d'accorcio coi nemici della patria. 1 socialisti: Spia, spia, taci! Denunciatore di Malatesta! PI-IILIPSON: Mi onoro di avere preseutato un'interrogazione su Malatcsta. I socialisti rispondono: Denunciatorel Spiai Nasce un clamore assordanti:. Molti socialisti gesticolano ed urlano. 11 presidente richiama all'ordine i tumultuanti, mentre gli on. Rodino, Alessio. Ciccotti si affannano a raccomandare la calma. MONACI; li' ora di finirla coi discorsi retorici. Nuove urla, dai benrhi di destra. Poi finalmente la calma 'ritorna e Bevione riprende il sUo discorso. Egli dice: L'on. Nltti aveva anche ottenuto la. sovranità italiana su Fiume, ma vi rinunciò. Crede che ciò sia stato un errore, perchè era conquista capitate su cui non si doveva cedere. Osserva che la principale superiorità della soluzione Nitti sul progetto Tittoni consiste nel fatto che questo fu respinto da Wilson e dagli alleati, mentre Iti prima ebbe l'accettazione incondizionata degli alleati, che intimarono tigli Jugoslavi di scegliere fra il compromesso e il Patto di Londra. Gli jugoslavi hanno respinto il compromesso e negato ogni vtdore al Patto di Londra, Ora occorro sapere dal Capo del Governo quale linea d'azione ' tenda seguire. Quando egli lo abbia detto, ha diritto di chiedere che chi ne dissente esprima chiaro il suo pensiero, faccia le sue proposti! c si assuma la sua responsabilità. Per quanto lo riguarda, crede che il compromesso Nitti non sia inaccettabile. Data la situazione generale, considera male minore, che gli jugoslavi accettino la soluzione concordata fra le grandi Potenze. Questa dichiarazione è ben dolorosa a farsi perche la soluzione Nitti costringe a lasciar fuori d'Haliti i fervidi italiani di Zara, Sebenico e delle isole, ma a questo punto bi omprendero clv Rnnotesl'MdgindResnlencdsfplvotallbncdhvtdnCcmAolcaDmdipqgdiGc■s3ristvlabsigna comprendere che non è possibile averci il Patto di Londra più Fiume. E' necessario i scegliere tra Fiume e la Dalmazia; e l'oratore,crede che debba scegliersi Fiume perche in ;continuità territoriale dell'Italia, perchè è complemento di Trieste, perchè f ii simbolo della contrastala italianità dell'Adriatico. (Approvazioni e applausi a sinistra). Un fascista che parla del bolscevismo à i i e a a o i i i a a , Prende la parola l'on. COLONNA DI CESARO\ Egli comincia col dichiarare che tutti conoscono quale sia il suo pensiero sulla questiono adriatica, e rileva come il Governo Uno ad oggi, in confronto dogli Alleati, abbia sempre tenuto come linea di condotta quella di conquistare la pace a quahuique costo. Accenna all'imperialismo della F.rancia e dell'Inghilterra. Ma appena dice che (ale carattere Uri perlài ày lieo della politica dei nostri alleati nessuno può negarlo, dall'Estrema Sinistra sorgono le prime interruzioni. SERRATI : Ci avete chiamato traditori della patria quando dicevamo questo! RAMELLA: Buffone! — I combattenti replicano ed i socialisti rispondono: Siete degli incoscienti! Fato schifo! COLONNA DI CESARO' deplora che. il Governo abhia permesso culla sua politica agii alleati, oltre che di osteggiare le nostre aspirazioni nazionali, di tenere verso l'Italia un contegno che ci offendo al punto che, dopo tante rinuncia da noi fatte, si è divulgato essere la nostra resistenza un'inutile ostinazione. {Commenti.). Afferma che i popoli feriti e schiacciati dalla pace ingiusta non tarderanno a ribellarsi; e rileva le gravi coadizioni in cui verrebbe a trovarsi l'Italia, umile cenerentola della Francia o dell'Inghilterra, se gli altri popoli si orientassero versoli centro maggiore di ostilità dell'Intesa, cioè verso la Russia. Del resto, dice l'oratore, non deve aversi eccessiva paura del bolscevismo russo. 11 Governo Comunista fu'sso non ha mancato di tentare il ravvicinamento coi diversi popoli ed anche coU'Italià. MONACI: ora vi mettete a fare lo storiografo del bolscevismo. COLONNA IDI CESARO': II-bolscevismo non ha detto entello che ora dite voi VELLA- E' vincitore! COLONNA DJ CESARO': ì'éimettétewii a questo proposito che dia lettura di un documento, non conosciuto, emanato dal ministro Cicerin, al quale accennò già il deputato Ciccotti, e che in'-oca una ripresa di rapporti cogli Stati dell'Intesa. NITTI: Ma lei, come lui questo documento? Voci dall'estrema: E' il nipote dello zio. (//rima); (L'oratore ò il nipote dell'oli. Sennino). Altre voci: Ma a questa ripresa vi siete sempre opposti. MONACI: a questa ripresa di rappòrti lo zio Sennino è stalo sempre contrario. Dalla tribuna non' si riesco ad afferrare la lettura del documento; ma si apprende poi che esso non è inedito, essendo stato letto in altra seduta dall'on. Ciccotti. Dopo aver letto il documento, l'on. COLONNA DI CESARO' aggiunge: Il bolscevismo in Italia manca ancora perchè manca l'arresto completo della nostra vita economica, come è successo in un certo periodo in Russia, ZIBORDI: Non per colpa del bolscevismo. COLONNA: Ma a questo sia conducendò il Governo dell'ori. Nitti MONACI: E il capitoliamo, VITTI: Le sai.;i grato sé mi spietras*.'' le ragioni per le quali ini rivolge quésta accusa. COLONNA : Mi dia un po' di respiro. Glielo dirò subito. MONACI: Con quel mattone di disceso, sfido io che lia bisogno di respiro. Un telegramma di Milli a Lniisiag COLONNA DI CESARO': - La poliiica d Gabinetto Nitti è imperniata sull'affermazione che se Fiume non et viene data l'Ifalia va in ■stacelo. NITTI: — Ma crede che i Governi .alleati siano cosi analfabeti da crederi: queste còse? COLONNA: — Queste afférmazii nivono contenute in un telegramma che cllu spediva il 3Ì ottobre al Ministro Lansing. NITTI: — Lo legga! Lo legga! Sara talsol COLONNA leggo un telegramma dal quale risulta che l'on. Miti, indirizzami :-i a.! Ministro Lansing, accennava alla, necessità per la tranquillità del popolo italiano, provato attraverso quattro lunghi anni di guerra e di sacriliei di ogni genere, di vedere realizzate le ■ ne F.'on. Colonna di Ci.< l'on. NITTI dice: ma ci dica da chi aspirazioni. Quando ha terminato la lettur: benissimo! Molto bene avuto tale documento. COLONNA: — Sono disposte a dirglielo quando vuole. NITTI: — Lo dica alla Camera. ■JANNI: — Qui si tratti) di sapere, se è vero o non è vero! COLONNA: — Prima di dire come l'ho avuto, eli" dovrebbe diro sa è vero o falso. Perchè se. è falso, la conoscenza della fu.ne dalla quale 1 ho avuto non avrebbe ne;, una importanza. E proseguendo dice: Ora che cosa ha ottenuto il Governo con questo sistema? Ila ottenuto due compromessi, uno con la Grecia e l'altro con la Jugoslavia. Avete lasciato Trieste sotto il tiro dèi cannoni jugoslavi, abbandonati gli italiani della Dalmazia... L'on. NITTI fa un gesto come per diro che l'oratore esagera. COLONNA a Nitti : — Non faccia questi gesti. L'Italia e dovunque, siano degli italiani. Voci dall'Estrema: — Siete miche voi in Italia! COLONNA D! CESARO': — Oggi il compromesso e scaduto. Domando clic cosa si tittende per chiedere l'applicazione del Trattato di Lon •a. Se è vera la elicerla clic corre, il giorno ci o i e, es'seVi'* niòralnumte forte n ; forte, sarà rispettata e a 1? gennaio, lo stesso giorno in cui saliva alla presidenza della Repubblica francese Descbanel. su! tavolo dell'on, Nltti vi era' una nota mandata da Lloyd George nella quale su duo colonne erano scritti i punii sui quali l'Italia aveva rinunziato definitivamente e quelli sui quali la discussione era ancora possibile. Sulla prima colonna vi erano le cose de'l.oitivatncnte tramontato; sulla seconda quello sullo fluali la decisione doveva ancora trovarsi. Orbene, nella prima colonna ora indicata la. sovranità italiana su Fiume L'Italia avevi spontaneamente rinunziato aJ'.a sovranità su Fiume. MONICI: — E sulla terza colonna che c'era scritto? (Rumori e commenti). COLONNA DI CESiA.RO': — Questo dibattito è ormai superato perchè il Patto di Londra ha oggi una portata diversa da quella che aveva due anni addietro. RELTRAMI: — Allora ci avete fatto perdere nnindici" mesi! ' COLONNA DI CESARO'. — Allo conversazioni, che si stanno svolgendo tra la Grecia e la .Iugoslavia, una sola voce rispondo ed è sempre quella del Quai d'Orsay. Ala se concessioni si dovranno faro, le faremo noi e non per il tràmite dei nostri amici ed alleati e noi vogliamo che la soluzione del problema adriatico sia IMO da non lasciare strascichi. Non vogliamo creare un irredentismo Jugoslavo ma neppure e tanto meno crearne uno italiano. Occorre precisare il programma: ci vuole costanza di propositi e sopratutto fede. fede. Ella, on. Nitti, si vanta spesso di conservare seniore il senso della realtà ma è per questo scuso che lei si compiace di faro conoscere in ogni occasione all'estero le nostre miserie? "loci dall'Estrema: Le conoscono di già. GRAZIADEI. — Noi mandiamo all'estero ili stracci. Questo è il risuli do della vostra politica megalomane e spagnolesca! Volete, farvi più belli di quello che noti siate! Spagnoli: Spagnoli I COLONNA DI CESARO'. — Se 1 Italia è adesso materialmente debole deve assolutamente poiché solo se sarà temuta e potrà fare riconoscere i suoi sacri diritti. (Applausi del grappo dei combattenti e di qualche deputato del Fascio di Destra. Commenti sugli .altri banchi). ) - Un oratore socialista Sorge quindi a parlare il deputato socialista' FRANCESCO CIOCOTTL L'oratore, dopo avere ; dimostrata la necessità da parto dei socialisti di dare un'impostazione critica al loro intcr- j vento in questa discussione, cerca di dimostra-! re cho le responsabilità, che ora si scontanti; non sono da attribuirsi tanto alle singole persone dei trovernii.:iili di Oggi, (manto al fat;^ stesso della guèrra ed al sistema politico e sociale che ne .'; l'espressione. Certo, emergono su queste responsabilità generali le colpi: e gli errori dei singoli governanti ed; a questo proposito, l'oratore rileva che non solo Fimi-'", non fu annessa al patto di Londra senza che esistesse il preteso veto della Russia, ma fu proprio l'on. Sonni no che volle che Fuimo fosse attribuite alla Croazia, perchè ciò, si coliegava al suo piano di non desiderare lo smembramento dell'Austria ma cii creare accanto ad essa una Croazia autonoma. L'oratore rimprovera inoltre ai governanti d'Italia di avere trascurato di intendersi coi iugoslavi subito dopo Vittorio Veneto, il che avrebbe consentito all'Italia di presentarsi alla Conferenza di Parigi con una situazione definii., e sicura. Ciò era risaputo o si diceva anche al Ministero degli Interni. (BALDASSARI interrompe). Capisco che. la sua. qualità di ex capo-Gabinetto di Salàndra la inetta in grado di essere più Intorniata di noi ! BALDASSARI, - Vaniva tinche lei a Palazzo Brasehi! CICCOTTI. — Venivo come giornalista IRu-' -mori a destra). Ora la realtà è questa: che l'Italia ha perduto e non ha dilatato la sua indipendènza coartata dagli stessi suoi Alleati1 in permanente ricatto lìnanziario ed alimentare. Intermezzo polemico iL'oratore polemizza con l'onorevole l'anelli dimostrando che il ta.gliuzzauiento dei popoli in Europa è stato una conseguenza inevitabile dell'impostazione della guerra e, a questo proposito, dice che quasi > piccole formazioni statali .sono dei fomiti di guerra in Europa, per• i-ò i piccoli a*uìi, posti ui ironie alle enormi esigenze delia, vita sociale moderna, fatalmente tendono a dilavarsi negli Steli vicini, orni» 1* guerra non ha eliminato, tua moltipllcato ed esasperato le cause irredentista nei conflitti internazionali. Secondo i socialisti, le esigenze particolaristé dei singoli Stati, anche so canipaté sul principio del diruto nazionale, devono essere posposte allo esigenze della vita e della prosperità internazionale. Ed un eséraplo oltremodo suggestivo della realizzazlone di questo principio c offerto, secondo foratore, dal sistema confederala della Repubblica Russa, che è giunta a prescindere dal convenzidriàliamò nazionalista, lino al punto da consentire una ferrovia estone nel suo territòrio, avendo in compenso la concessione di una party dell'Estonia, i nazionalismi jugoslavo e italiano si equivalgono nell'uso e neil'abuso della rasiizogna rettoriea e dolio perentorie. All'onorevole .Federami egli iiv* che sa gli jugoslavi persistono in una mentalità austriaca e balcanica, ciò accade uriche perchè i nazionalisti italiani, dei parte loro, insistono in una. mentalità quàrantotttstà e megalomane. Anche il 'giornalismo dell'Intesa, tii parto accaparrato dai quattrini balcanici a Parigi, è i n.a copia in francese dèi giornalismo Italiano. E a questo proposito, i'oral&rc attacca il signor Gauvin dei Debats. .Secciaio l'oratore, ;;'ii argomenti strategici, d--i quali hanno fatto uso ali onorevoli Fodérzoni o BeneUi, per dimostrare che se I irsuta fosse nelle mani dell'Italia a ciògli allgià.-.'usitoqufoschevasfllraznaspee sAdemequnoticmoRuinanliavepevamriamade Rude\vsctrnenaNiPaprgiacsobrsudell'Italia stessa e Ut, pace, europea, rarilitè, sono ciflmèri, sia perché nell'Adriatico non sarà mai certe tesso (ii Catterò, sia porcile la fan delio Dlnariclio non e insuperabile da ganizzazione offensiva ben predisposta, come l'ultima guerra ha dimostrato. Ma, dice l'oiiorw.de Ciccotti, i termini reali del problema sono questi ; che cosa dovrebbe faro l'Italia se gli jugoslavi non accettano l'applicazione del patto di Londra? .Sarebbe la guerra immediata o a scadenza più a meno lontana? E allora, occorre dirà al paese tutta la verità che il Governo e > rihaionalistl'nascandorto; rtirijclie quo- tichnPpstdtigricdddctures dsta costa dai-1 dla sicurezza na ebbero te.- sia sicurezza a:uza il pbs-jst.-a barriera j guna of- qdpreseuallitnescoLgli stessi generali, che hanno suggerito agi: oratori nazionalisti i loro piani sfiratègici, affermano che, per guardare la Dalmazia, occorrono alaii no ire corpi d'annata e elio in euaa di «narra, è previsto il richiamo iuanedi iti: di dieci classi sotto le armi e in attesa vigilo della guerra L'Italia sarebbe ancora incasennata, e intensificherebbe la sovrapposizione dei poteri militari sui poteri civili, mentre all'Italia è indispensabile, per vivere, smilitari?zare subito e radicalmente armi e passioni d. guerra. E> a questa situazione militarizzata dell'Italia con relativa appendice pretoriana e dannuu/saiiM che vorrebbe pervenire il poeta , Sem Benelli? Ne va trascurato l'atteggiamento1 ddi una parlò della stampa e dell'opinione grò- fuca che. In onesti ultimi tempi, si sono inani-!'' l'est:,te apertamente in favore di ima alleanza"' eoo i.. Jugoslavia in caso di conflitto fra „•„,.! nst'iilltma e l'Italia ton-fevmctoil Dbdécanneso e l'Albania. Si i-'.-siciiruro contro questo peri- Iroversle per cerca ori di colo vantando la solidarietà analo-frances per rapnlicaziono del patto di Londra. L'ora-1 tori' vedo in questa. Improvvisa sollecitudine ariglo-tnineose una insidia per l'avvenire- dejl'italia. *i cerca a Parigi <■ a Londra di cae-j ctaru L'Italia In mia situazione pericolosa ac-j ciocché rs«n concepisca e subisca! corno uno | stelo .li necessità e quindi in condizioni non! vantaggiose, quell'alleanza con la Francia e l'Inghilterra per la quale l'Italia dovrebbe essere associata nella noricolosa guerdta al Reno. A questo proposito, l'onorevole Ciccotti d 'manda esplicitamente al Presidente del GoiislSfiio so il mecenatismo antrbrrr'.noese per ii natio di Londra non sia la conseguenza di pxranesse di alleanza fatte dall'onorevole Nitti rrel suo ultimo viaggio a Londra. « ipoteche minacciose » All'on. Fedarz'oni, che ha qualificato in caso di conflitto fra que- »a caeione delle nostre cor-1 d' ilalilondntd■ s3imqcciamgisezmplepicvcmblddnlsinpldepndassegoismi locali e nazionali. All'on. Se-Uaclic lamentava il softocatmanto dell'indi-1 do rinun- zlaturl i sociali.-.i, questi, rispondono che essi l'Liiunziano alla guerra, la quata Inutlllmenta è deprecata a parole so poi se ne pongono le premesse con una politica che ad essa ;aiaini'iiie conduce. Tutti gli schèmi adriatici dei partiti borghesi si risolvono in altrettante ipoteche minacciose della pace e. quindi .' logied l'interrogativo insistente dei socialisti: Volete, dunque, arrivare ad una nuova guerra ? L'oratore sostiene che il giorno in cui l'I; tatto avesse per contine della costa adriatica le Ltìnarlclié, spunterebbo Un'altra guerra per al'c-re le Rocche ili Cattalo, senza le quali i tecnici credono non .vi sia possibilità di SiCUTOZ/.a per l'Adriatico. Proteste e rumori . BENELLI: Nel caso che la .Iugoslavia non aci ■ iti il compromesso, che cosa bisognerebbe tare? Ce lo dirti lei, che è tanto bravo! CICCO ITI: Tra poco la servirò. Intanto rivolgo una domanda al Governo-, voi ci down- far sapore- ohe cosa farete se dovrete occupar'' la Dalmazio, se cioè richiamerete delle classi sodo le armi. RENISELI : Mai qualche cosa bisognerà pur fare! BARBERIS: M'iridare al manicomio i pochi nazionalisti! Ilarità CICCOTTI, proseguendo, attornia la u sita di volgere ormai la coscienza, pubblica sovra i problemi economici e sociali e di fare prevalere la complessità iuternazionaló di essi siigli vidnàlìt'.r of^%erS&^dT~^niìT.rol~ passaggio ] pdel nodo ferroviario di San Pietro ai iugoslavi, s1'.calne risponde che con ili schemi di an-' un ssionc nazionale di Fiume e della stessa nTrieste si è soffocata l'attivila di quei due portije i adriatici e si è condannato Venezia e Genova (m * e , e , i a contendere con essi la vitti e lo sviluppo, ciò clic dimostra che la vita internazionale e gli approdi InternazionaM devono subordinarsi all'attività economica di tutti i popoli e non già all'egoismo ed all'internazionaliarao di eia.-.'uno ih assi. L'oratore cita, a questo proposito, il pensiero di ini nazionaliste triestino il quale, si esprimeva nel senso che per Trieste fosse necessaria l'autonomia. L'oratore dice, che l'Italia deve vivere e vivrà ma non per I valori ftradiziona.lisi'i, che il nazionalismo esfllta, ma per riuniti che implicano la collaborazioni' ed il suo -genio nella vita intemazionale e che sono arti a risvegliare, per la prosperità del paese, tutte le attività economiche e sociali. Le relazioni colia Russia A questo disegno si collega la precccupazlon; dei socialisti per la ripresa dello relazioni com merci ali colla Russia. ,L'oratore dimostra che questa ripresa, tanto necessaria ■ er l'Italia, non si realizzerà senza il riconoscimento politico del regime dei Soviet». .L'oratore espone molti dati di tatto sull'attuale situazione della Russia e narra che gli anglo-americani hanno invialo laggiù loro missioni commerciali, ed anche per questo egli sollecita il Governo italiano a porsi in condizione di non essere prevenuto e tagliato fuori dagli emissari dell'imperialismo economico anglo-americano. Relativamente alla Russia, le direttive dell'Italia, come quelle di tutti i popoli minacciati dall'Imperialismo monopolistico ed affamatore anglo-americano, devono consistere in una crescente aderenza a quel sistema di liberazione politica e sociale dei popoli che va realizzandosi nella Russia del proletariato, da quella Betlemme dello rivendicazioni umane clic fu Zimmer\va1d. Ed ora, dalla Russia dei Soviets sono scaturite ed irromperanno le energie demolitrici dell'imperialismo sanguinario e sfruttatore nell'Oriente e nell'Occidente. L'oratore terminando domanda di nuovo esplicitamente all'on. Nitti se il mecenatismo anglo-francese per il Patto di landra non sia una conseguenza di promessa di nn-'alleanza fatta nell'ultimo viaggio a Londra. NITri : Non ho preso alcun impegno. La chiusa del discorso dell'on. Ciccotti vien» aceolfta da grandi applausi d'i socialisti che sono molto numerosi. Parecchi socialisti abbracciano Foratore, che ha ottenuto un notevole successo. "| ! i; ! L'ultimo cratere GASPAROTTO constala che il presente dibattito ha. un contenuto di gran lunga più elevato che non sia la questione della fiducia nel Ministero. Mentre si maturarlo 1 destini d'Italia, il Parlamento devi* esprimere apertamente il proprio pensiero. Esamina il compromesso proposto por la sistemazione della questione adriatica dall'Inghilterra e rileva tome esso non garantisce la nostra sicurezza militare e quindi non garantisce la nostra pace. La nostra frontiera rimano aperta: Trieste rimane sotto la minaccia del cannone nemico, il trattalo di Londra, d'altra parte, mentre realizza, colla frontiera da Tarvis a Fiume, e ci garantisce la sicurezza del sefrtore settentrionale, ci priva però della città di Fiume. Riconosce che. data questa situazione, estremamente difficile riuscirà trattare ceri i jugoslavi a] fine di concordare ima s dindono che consenta il rispetto dell'itallauitù di Fiume, tiri grave ostacelo sopratutto a queste trattative è costituito dalle prepotenze e -1 dall'imperialismo croato;. L'attualo Ministero a non e n solo responsabile di questa d "licita sittiaziona. ma è deplorevole che l'on. Ni abbia agito in modo da far credere che la né -jstra arrendevolezza era ed è detcrminata ria reia j giorii economiche mentre essa è il frutto di - quel largo sentimento di amenità e di civiltà di cui la nostra stirpe ha seniore, in orni tempo, dato mirabili pròve. Al disopri degli interessi economici e dèlie ragioni strategiche vi seno esigenze inorali profonde che reclamano una paco pronta e duratura e -he impongono all'Italia di \sserc bensì arrendevole e conciliante verso gli lu.irosiayi. nn di «alvatruardar tn nari temoo le supreme ragioni della nostra esistenza nazionale. {Vive approvazioni, moitt congratulazioni*. La a a e , o1 d?" Italia, mentre elio esso dipende da cause - fu ordino internazionali sulle quali si Innesta, -!'' vf;r0- 1* speculazione che In questi giorni si a"' sfrenate Diti audace cne mal. Tuttofa rite .! nero cho il panico diffusosi da New lerk sia questione dei cambi SCHANZER attesa l'importanza doll'argoméiito, rispondo tnim'ediatamente alle interrogazioni presentate sulla questione dei cambi. Os-erva che bisogna anzitutto ricondurre il fenomeno del brusco inasprimento dei cambi verificatesi in onesti giorni ultimi dentro i limiti della sita vera natura, aftinché non si creda che etoo sia dovuto ad un peggioramento della situazione- economica e finanziaria i - -1 e -j -j o | ! e l i l r i i - »er0 eho l1 V™}"* diffusosi da New Ve -1 dovuto principalmente alle dichiarazioni fatto ' ila! signor Class, ciò* che gli Stali Uniti non avrebbero fatto più eredito ai Paesi europei lino a (piando essi non avessero sistemate ia loro finanze » realizzate rigorose economia, li nfgnor Class, peraltro, non fa pii. parto oggi del, Governo americano o vi sèrio delle ragioni ner ritenere che |<j <mo paralo non siano l'intima espressione d"l pensiero del Governo u del popolo americano, intanto nero il male ■ stato TaCto. La sterlina lui avuto un crollo sul mercato di New York è vi ha perduto il 30 per cento del suo valore e siccome vi è imo stretto legarne fra il corso della sterlina e quelli del franco e della lira italiana così anche noi abbiamo subito la ripercussione di ciui Ila crisi di cambi In maniera più sensibile a causa della nostra minore msis.tenza economica. Peraltro, oggi vi è già un notevole miglioramento nei nostiil candii in confronto di i"ii. Per ciò che riguarda i rimedi, essi non sono facili data le incoercibilità delle leggi economiche che non possono derivare dall'azione isolata del singolo Governo. Ad ogni modo, il Governo ha il dovere di fare tutto il possibile per combattere, almeno localmente, le conseguenze del fenomeno frenando e colpendo inesorabilmente la speculazione. A tale intento statb emanato un decreto reale m corso di pubblicazione che commina pene severissime per i contravventori alle nonno di commerci del cambi: ed è stata moment;:neamenio sosp -sa la quotazione ufficiale dei cambi nelle borse ed è stato disposto che tutti colorò che fauno trattazione di cambi debbano denunciare i relativi corsi all'Istituto nazionale dei cambi. Ma queste disposizioni non basi no. il Governo ha intrapreso con risolutezza l'opera, del sanamente della pubblicai finanza sin eoi provvedimenti finanziari di cui presto il Parlamento discuterà, sia col nuovo prestito nazionale. I! magnifico successo del nuovo prestilo ohe ha ormai raggiunto la somma di lue H miliardi e mezzo e una grande pròva di solidarietà di tutto il ponoto italiano. Una eloquente manifestazione della flduciu che ' popolo italiano ha in sé stes.-.> nella compagi ne dello .-'tato e nella solidità dello istituzioni Co. nuovo prestilo si provvedici al cuuao'i damonto di una parte del debito ita'..;! mie e alla moderazione della circolazione ; ma T sprezza dei cambi dipende anche da' er squilibrio tra Importazioni od esport h -Ua scarsezza ile-Ila produzione in c -1 dilatazione dèi consumi: questo - i a o i e ; e n e e e a e i o ] produzione e consumi pone l'Itali , siziorte assai pericolosi, dalla q -' uscire adottando con animo vi a necessarie per ia nostra salvez; ijeon apposiìf) disegno di legge a (mera i poteri necessari pSr _a valuta italiana, poteri che esso intende esercitare sotto il controllo di una apposita Commissione composta di senatori e di deputati eletti dalle rispettive assemblee. I poteri, che si chiedono, riguardano Iti conchinsione di accordi internazionali sui cambi e su operazioni di credito all'estero, le opportune disciplino del commercio di importazione e di esportazione, il controllo sui càmbi e le disposizioni per vietare l'esportazione dei capitali, infine Iti riduzione eventuale di taluni consumi. L'on. -Sch.anzer esprime la fiducia che la Camera, vorrà rapidamente approvare il disegno di legge. Li difesa della nostra valuta e oggi il supremo fine della nostra, politica finanziaria. Nói non possiamo condurre innanzi l'iniziata opera di ricostruzione economica del paese se non co! fermo e risoluto appoggio del Parlamento. Quest'appoggio e la illuminata collaborazione d"lla Càmera noi invochiamo nel supremo interesse del paese. " GIUFFRIDA ringrazia della risposte data al| la sua interrogazione dal Ministro del Tesoro, e si compiace che il problema dei cambi sia ! stato ria lui prospettato alla Camere, in tutta ila sua interezza. Il fenomeno verificatosi in ; questi giorni, dell'inasprimento dei cambi, § ! nuovo negli annali d»!ta storia finanziaria di tutto il mondo, ma per l'Italia l'inasprimento dei cambi è stato piti forte, e non si può altrimenti spiegare che attribuendolo ad una speculazióne veramente ingorda e sfrenata, fintei-ruzroni all'estrema sinistra). Contro queste speculazione invoca dal Governo i piò energici provvedimenti nel nome dell'interesse pubblico, che è sempre superiore all'interesse privato. Si compiace dei provvedimenti annunziati dal Governo e raccomanda che i! Governo provveda aila intensificazione della pro¬ duzione e impedisca la emigrazione dei nostri capiteli all'estero. Termina affermando la ne-' cessità della solidarietà di tutta l'Europa perj uscire dalla presente crisi che travaglia tutte le nazioni. (Applausi). AGNELLI si dichiara soddisfatto della rispo*' sta del Ministro del Tesero ed esprime la fW ducia che il Governo saprà, fronteggiare la si*' Inazione. Arlotti il Governo senza esitazione i più! energici provvedimenti e non potrà non essera assecondato dal consenso del Parlamento. Fai voti che la annunziate conferenza. Internazio-1 nato sia convocata il più presto possibile e sii l'affermazione delia solidariotà dell'Europa in? cosi grave argomento. vjiìAi'.fADEI. Non credo efficace rimedici, (inolio di sospenderò le quotazioni ufficiali di' borsa per limitere l'inasprimento dei cambi, specialmente se questo rimedio non è accompagliato da aitai energici rfl'ovvedirmentl St.ig-j matlzza la speeulazionu inKorda cho in questi' giorni è stata fatte. Non divide però in grani parte le idee espresse, dall'on. Giuffrida, idee che giudica effetto di errati concetti economici; osservando che l'inasorimento dei cambi è uri fenomeno di carattere necessario. Termina af-1 fermando che la responsabilità della presente situazione ricede su tutti quei Governi e quegli amministratori cho non seppero in tempo opportuno ne prevedére né provvedere. GIUFFRIDA por ftd'to personale proteste! contro una non cortese espressione usata dall'on. Graziadei a suo riguardo e contaro l'àw tribuzionè fattagli dallo stesso onorevole Graziadei di opinioni che. l'oratore non ha. mai professato. Dichiara infine di essere pronto a rendere amplissimo conto dell'a» zionc die ha spiegato nelle pubbliche fun< zioni dio gli sono state affidate. La seduta termina alle 20,25.