Tra le Arti e gli Artisti

Tra le Arti e gli Artisti Tra le Arti e gli Artisti 'Alcuni pretendono che Salita Guitty sia «:. qualche tempo torturato dall'arni'i... ino di es sere accolto un giorno o l'altro fra i Quaranti dell'Istituto «li Francia. Se e veramente così «on attendiamoci più commedie spumeggianti « frizzatiti, coinè in altri tempi, du SaCha ' Guitry. Quando un letterato francese soglia di \ entrare all'Accademia, egli e purtroppo mezzo I Unito: mezzo finito come uoniOi poicìiè la sua." giovinezza 6 già. sfumata, mézzo finito cotue artista perchè le sue opere non SHìjiioni una Ispirazione^ ma ubbidiscono alla ■ o tal te preoccupazione di piacerò soprótutto uil'ìllirstro conso-so degli Immortali. In questi ultitui anni Sacliu Guitry li-', gii'.stincata pienamenii; la diagnosi psicologica i lie alcuni gli hanno fatta: Le suo commedie non sono più leggiadramente tenui, deliziosamente parigitir, adorabilmente piacevoli come ìiàrà o come Facciamo vìi sogno. Esse svela;so la ricerca falta nelle biblioteche, lo stùdio 'li mia epopea, l'ossessiono dell'erudizione. Esso si ni¬ titolano Jean de La steur, .Bérantjc)'. Va rappresentata oro ni Martin. E' la grande ó, essa puro, unni 00 in il canzoniere dei : ■La. figura di quel i scilo entusiasmi ] lf.ontu.lne, hcbweau. Patiniti è quella che viene . Teatro deilt* Pòrte Saint novità del momento. Ed lunedia storica. Bovanger 'rimo Imnero. octà delle strade, elle suso a poco simili a tinello sollevato da Bouget de l'Isle, allorché diffuse la Marsigliese, non poteva che sedurrò un autore che si sia proposto di continuare una. serie ili commedie biografiche ila, a auaiito i crltici assicurano, Sacha Guitry ha inesattami : li profilato Béranper. Oltre a ciò, nel nuovo lavoro dello spiritosissimo commediografo, manca i';:zione. manca l'Interessamento, manca perfino lo spirito. A chi gli ha chiesto perchè abbia aubandonata la commedia mondanti, docci ciò che Sacha Guitry ha risposto : — Ho una .particolare simpatia per gli no- ri vare mono m :.i cima della po quello cicglt « Ospiti », <li Monaco, di Vienna, io a raccogliere gli tip•rimese, ma il pubblico iude con maggior in- mini che sepp irò Font a in e pervenni bureau a quella della mimica. Pasteur a quella della scienza, Béranger a quella dell». Canzono... Risposta, questa, che conferma nel sospetto che anello lui, Sacha Guitry, voglia arriva!" dove pochi arrivano. Vale a dire all'Accademia. Dai giornali berlinesi si rileva che nonostante la rivoluzione, il cambiamento delle direzioni, la penuria del carbone o la riduzione dell'iliiiminazione. il grande Teatro dell'Opera non ha perduto nulla della sua importanza. Gli spettacoli che vi si dannò sono all'altezza di quelli che vi si davano sotto il vecchio regimo. Benche il teatro di «Dresda rivaleggi con ii I auro di Berlino, non è riuscito a scemargli importanza artistica é i compositori ci tengono, ieri come oggi, a dare, le prime dei loro sparliti nella capitale della Repubblica Imperò. I! ststema delle « stello » u dei «divi» c sconosciuto; ma invece, vige artisti illustri di Dresda di Budapest, che vehgi plausi del pubblico h ha i contatiti che appi sistenza. Fra i favoriti sono Barbara Komp, Clara Dux, Lola Ario! de Padilla, Giuseppi Schwartz, Enrico Schulsnus ed Elievto Stock, che emergono sugli aliri: ma il repertorio del teatro è cosi vasto (comprende olire quaranta spartiti) che anche gli altri hanno campo di segnalarsi, il teatro, per il personale, è in condizione di affrontare qualsiasi difficoltà artistica o tecnica e di vincerla. Vi sono impiegale ottocento persone, i coristi sono anch'essi conio e l'orchestra ha centoquaranta suonatori. il disavanzo era nel passato pareggiato dal Kaiser, che spendeva in ciò quasi mezzo milione di marcili l'anno. Oggi, dato l'aumento degli stipendi causato dal caro-viveri, ess . ;• cinque volte superiore e lo sopporta lo Stato. i/aspetto del pubblico è mutino di parecchio. Sono rari gli spettatóri in abito di rigore. Nel palco già imperiale si vedono sp sso ignoti borghesi. Benché gii spettacoli comincino di buon'ora (le produzioni finiscono alle nove e mezzo) e benché m'inchino automobili e vet turo « sovente il tram, a teatro c'ù sempn I Ila. I .prezzi variano da due marcili e mezzo a qua- ranta marchi e il programma ve da Mozart e Gluk ai Fiaccanti ili Uoffmatvn e al balletto moderno. ■Nel corso della guerra non si rappresenta vano lavori di compositóri viventi dei paesi dell'Intesa. Adesso cominciano a girsi. Maria- rnc Butlcrfly ha fatto la sua comparsa nei prò- grammi prima di ogni altra e il pubblico Iti applaudi con fervore. Nei riguardi delia scie Kione delle opere si nota un fenomeno strano/: Wagner non « pia dato con la frequenza di prima. L'Avello ilc-ì Siheianai fu rappresentato tre volte nel corso del 1019 e il Parslful cinque: ma la popolarità di cui godeva il grande ina stro è un pochino scemata. Verdi, invi ce, e oggi immensamente ponolare. VAMa e il Bigolctto si ripetono di continuo con gran gioia di I pub plico. Anche la Mignon <■ data sovente. Fia le opere nuove, piacquero Palestrita di Pfltzner chc, al secondo atto, riproduce il Concilio <:: Trento, e la Donna senza ombra di Riccardo Strauss. La musica del Pfltzner fu giudicata di fine composiziono e moderna, • ino massimo teatro Bartolomeo, è trac. in lìegina. il tna•roporzioni modesto, estamente d ìcoraii, fteehza e alla nobiltà della citta. Eppure queliti sala ebbe luiifla vita, e nelle sue j-.arei.i si svolsero i più iln Esortanti periodi del Teatro musicale. \ spese dell'Ospedale degli Incurabili, ne! sfmiWo il teatro, che prese v. nomi di Bar Tolomeo, dal titolo di ima chiesa vicina. Al teatro furono aggiunti altri fabbricati ja-r le abitazioni dei commedianti, pni suaga'zz li • per una cisterna per riporvi l'olio. Nei primi tempi vi si recitava la commedia e i drammi di cappa e spada. E pare che per la. prima volta in Napoli su quel feauro venisse a recitare una Compagnia de comm diami spa gnuoli, i cpiall eseguivano i faimosi lavóri del grande Lope Vetta de Carnio. di De <:.. '• , I TiMTCga, di Àguilar, di Vèlez de Guevara, di MontiilNTin e di Tirso de Molina. Ani*hn co mici lombardi, com'erano chiamati gli i .; ri Una breve storia del pr. lirico napoletano, il San c.iata da Alfonso Piórdelis wo S. 'Bartolomeo aveva t con pochi palchetti inori non rispondeva alla magr italiani, ' stetfei-o in quéi tempi al S. ©arto lomeo. E si durò cosi fino al Scoppiata la (famósa, rivòlta, di Masaniello. H teatro S. Bar- tolomeo fu teatro dello battaglie popolari; quindi, allorché cessarono i t> nnlti, b a poco iresliava della sala degli spettacoli, tutta bruciacchiata e diruta, AHort* l'Aìrimii /.inno deaU Incurabili rimise- a nuovo il tea tro, e per la prima volta vi fin-. —, rappre saniate le commedie in m'tsica all'ino d> Venezia, che fhio a quel tonino, soltanto ad iutcrvaSfl, erano state rappresentato nel Beai Palazzo ed hi altri luoghi pnivàtì; Cosi anche Napoli ebbe un tei.v.vo pubblico p" lo onere ni musica. -Non sfuggi il P. Bartolomeo, alla sono erodalo serbata al teatri: e la notte .('el fi feb brato ìeei fu distrutto dà un furióso incendio, Poro l'Ammirtìslirazione denrincurabili in bre ve tempo, spendendo la somma di ottomila ducati, lo fece riedificare, il .a sala, ebbe cosi duo ordini di palchi. Soltanto parecchi anni dono, pur desiderio c!"l viceré 'Medlhaceli, il s. Bartolomeo fu rinnovano e vi (areno co struiti cinque ordini di palchi, Ai & Bartoloimoo ir. rappresentato per la prima volta il Pompeo, che rivelò Alessandro Scarlatti. Nel lisa un kK>' impQèitòrè, a luono di uno dei quattro C itsèrvatóri, otlen no di far rappresentare una stia «praa, Sol lustria, elio piacque poco, e nel 1V33 il Bici mero, che ebbe eguale sorte. Ma l'ariìstia non ti scorafcgió, e sirpcrando ovidenisniérite gravi difficoltà, ottenne di far 'alare un altre malodr.niKiiJi, Il Prigioni :■> fortunato, al quale, secondo l'uso dei toni i, aggiunse un inieiTnezzo comico in due pan:. Allora avvenne un Tatto ernioso: ji nubblico non sì ri- scaldò pel prigioniero .fortunato, ina prese tonto gusto aliai musica dell'intermezzo, che con tanta grazia ed efficacia . •- ra- iarnenid le trappolerie di Serpina, la comicità bònacctona di Uberto, e dava ■ ru ■ • merravigUoscment" scultoria ci. <! . menti delia commedia, che in un ì: ■ '■( di caldo entusiasmo acclamò e dee ■ fiejia Serva padrona ed al sui autore '■■ .:>.Battisti Pcr.?ole£-i. E cosi l'oscuro aluuuti I Conserva km fri dei poveri d« Gesù Cristo •' tratto oocupó mi posto eminente fra I gran i del teatro musicale. M » la irtima tfMre carni ncitw» a de I uare Gh ci succedevano di anno in anno, levai) i test W8BSb a?» «rea iha*gfam>. rifai • 'orlo di Borboni? aveva occupato N'ali, e dòpo varii secoli il Napoletano era .-••nato indipendente, il nuovo ile coadiuvi i!:i uri niihlstro accorto, il Tanucci, cer• •> 1 ii ogni mezzo di Ia.r dtenenticarn ai hapo-òiahi l'esoso 'Governo degli spaglinoli, in bravo tempo furono ; licito importantissime, e furono migliorale le finanzi io, i uà Corte eleigunto e fastosi iargomcnt'c i costumi, I", quindi a Bartolomeo tri per una Cori*: far costruire un affamato ri iniziate oopportuna- .■ii prillante, c nuovo tea- \e ti teatro b. ti" pi ■ modesto iiiMV.ii) l'idea di ii". più ricco c più adatto, cominciò ad affiti darsi. Infantò al S. Bortolomiìo si continuava stentata!!! nte, Nelli:;} fu data l'Adriana In Siria, del Pdrgolesj. Nel 1735 si ricordano tre opere nuove: ha nemica amante. Mcrope e Cesariili Egitto. Nel 1735 furono dati dei balli grandiosi, diretti da Francesco e Chiara Aquilatite. e di.e imelodraiiimi : Alessandro nelle Inilio di Barro, c Fornace di .Leo. E fu questo l'ttlfiuho unno eli vita ri 1 vecchio teatro. spaglinolo don Giovarmi in Nel 173T l'ingegnere Antonio Medrano fu un riiseffno del nuovo per sto rieato di presentare disegno del nuovo teatro. In breve tempo leiirauo assolse il suo compito, e quindi wgetto .cui qualche modifica, fu affidato ippaltatòre Angolo Co rasale, por l'osecuio, intimilo il Ré acquisito il vecchio teatro Bartolomeo, dall'Ospizio degl'Incurabili, 1 annuo canone di ducati 2400. Al suo poli CiU'asale edificò una chiesetta dedicata alla \'cr.'r'!ue delle Gcazie. comunemente chili rna'.a : la Graziella:. E così finì il primo teatro massimo napoletano. Poesia eJittUoiiaJ.a Cune fu annunciato, Napoli piange la morie d'un suo (autore: Giovanni Capurro, poeta gentile, autore, fra le altre, canzoni, di.quéll'O •ole. ..i/o che e universalmente nota. Coinraei. rando l'estinto, gli ainsli napoletani incaricarono Roberto Bracco di dare il saluto al porla scomparso. Beco le commosso parole dell'illustre commediografo che suscitarono un'eco vibrante fra gli astanti: ■i A té, Giovanni Capurro, che, chiamato da mille cuori più che dalla mia voce, mi sei davanti, in ispirilo, soffuso di serenità, io rivolgo la coscienza perplessi?». E, anzitutto, ti chiedo perdono se, disadatto, ho assunto, per disciplina di disia, il compilo di preludere con qualche parola di omaggio a questo convegno di gentilezza e d'amore promosso ad aflrcttare un reverente socco: so alla nobile Povertà muta, clic, intorno al sacro vuoto lasciato dalla tua salma, permane, compagna del Dolore. ■ Non un elogio dell'aite tua, pertanto, io ti offro. E il dolce sguardo disumanato, che in :n. liggi eloquente, ben mi dire la generosa bontà, ancora umana e ancora, un po' arguta, onde ogni simile offerta in vieti a chi dall'arie Ina sia sialo sempre miseramente, lontano, come dalla limpida polla che nell'aria vergine canta la perènne canzone delia natura ò lontanò l'uomo ghermito dall'alta marea, lorbida della civiltà, J", nemmeno l'elogio della tua vita io ini consenti, poiché il tuo sguardo anche ini dice che delia tua vite non può essere degno ologlstà chi non ne abbia osservato con attiguo In teli t*p, nella r.-alt.i coiiclianà, il palpito, l'acconto, il gesto, il respiro, il cammino, l'atmosfera, lo. purtroppo; non li conobbi mai, non mai li cubi accanto nelle fatue giostre giovanili, nel veloce o tardo andare dell'età, uri tumulto delle vanità e delle chimere, tra i barbagli delle tentazioni, tra il luccichio lusinghevole della enorme ma fragile -.eIrina dinanzi passa ripassa, incannata >tl in .'Milla medeli meiì"- persc , le o- ritunl dellr ca, li l'im- gta sacrata. Verità, in nome di coloro yocano sopra tutte le cose, porgo, di cui forse vorrai o a i l a o n n , e a cui tricc, la Napoli ufficiale. Tu eri sima zona delia sfera celeste, s sino zenit: ma nascondevi la. tua scendevi le diuturne oro laboriose tristezza, le oro del sorriso, l'one ebbrezza del. vagabondaggio peto fecóndo della tua genialità profondamente napoletana. Ea Napoli più vera e mlcliore s fregiava dei tuoi versi, ma tu — il Poeta — eri un assente, e, dietro il velario misterioso che i: ."operava dal mondo dove germoglia; onesta o disonestà, la Fioriti, dubitavi che ti si dovesse riconoscere Poeta. Ora, finalmente, non he dubiti pili. «Ebbene, il trapasso dal dubbio malinconico alla inattesa certezza che. al Poeta ha saputo renderò raro il crimine della Morte ini conslj,iia l'omaggio semplice che non puoi vietarmi, perche prescinde da opni coni)«Monza ed è la proiezióne obbiettiva d'un fatto compiuto una pagina di cronistoria che Clio ha già dettata la Verità ha già con « « In nome della che l'amano e la in 10 questa pagina 11 fare, per la tua tomba, l'ultima strofa. Eccola« Tu, Giovanni Capurro, vivosii mite, spsrento, umile e dubitoso del tesoro che recavi nell'anima, guatando con timidità una grande porta chiusa, mentre la folla anonima, esilai-aia 0 commossa, andava cogliendo o raccogliendo 1 fiori del tuo estro quasi ineonsapevole, pregni di tutti i succhi vitali espressi dalla matrice delia Napoli più tua, eternamente varia e invariàbilmente bizzarra. A sessantanni, moristi, ' -E appena esalato l'estremo respiro, tu vedesti aprire la grande pona. e udisti l'invito: — Entra! « Cosi, entrasti morto nella casa dei poeti vivi ». Di Filippo Cifarieilo e delle sue nuove tendenze si. occupa Ezechiele Guardasciono ne! Mattino. Secondo il Guardnscione, il Cifarieilo. proclamatosi o fattosi proclamare dalla (i-tira frettolosa, che impera nei nostri giorni, 11 modellatore divino, è molto lontano dall'arte. E' ad. un punto estremo e neppure al imi ime. E' una scultura equivoca elio non appartieni: nò all'aiti!, né alla vita. ■ lo questo mescolorne di sensualismo coloristico, di sensualismo di forme, di infiltra, zioili decorative, era giusto e logico che lo scultore Cifarieilo avesse potuto conquistare uri posto. Avesse potuto sedersi còmodamente attraverso tutte le correnti, ove mettevano sotamehte arguì', i rudi minatori del Costantino Menier, i dorsi contorli del Rodin, le crudi espressioni di abbrutimento umano (piali q Carrettiere ed il Proiclmvs luus del D'Orsi, i guizzi vitali della scultura del Gemito: arte impastata col lievito di sentimentalità, vere e possenti, cresciute e nascoste in questi spiriti semplici ed erompenti un giorno con gridi di gioia, di miseria e di dolori dai loro pollici vi: ratu.'. naesta scultura frivola,colorita.superlìcialè e cafona ci lascia indifferenti e diventi grottesca e rigida appunto perchè l'è impedito di entrar? in istatl di relazione e di vibrazioni con sé slessa. Onesta rigidità ipnotica s; mostra in torma >ii fantoccio, coiitrarlondò la nostra ammirazione, e noi l'allontaniamo completamente cai nostro spirilo. Però, se questa scultura ■.• pasti scartata da noi, essa onli-a ani era con un superstite batter* «elle grossolane sensibilità dei nuovi ricchi. L'individualità delle cose e degli esseri gli sfugge ogni qual volta cerca materialmente percepirla Egli afferra il piegamento esterno de? suo stato d'a nlrno e non afferra che l'espello impersonale. Si muovo fra particolarità, crune in un i umpo chiuso, in cui la sua toiv.a di modellatore si misura utilmente con altre forze, e, attiratoda es;e ter il loto maggior vantaggio, vive in una zona intermedia fra le cose esteriormente osservate. F-hIì piegato al di fuori di qualuiKioe seritnnento, tiri ire altri, senza nessun soffio di reclame, scavano sotto le tris! izze della prepria anima qualche cosa che non ha niente di connine coll'allnstrimento scultorico; scavano ritmi di vitti e dì respiro, che nell'artista sono più interiori degli stessi sentimenti più Inferni: cioè la legge vivente p pura, varioibilo per 'ogni artista nella sua depressione a nella sua esaltazione del propri dolori e pnt^speranza.