Destra e sinistra

Destra e sinistraDestra e sinistra Ripetute vol.o, in questa breve serie di sedute, è accaduto .Va Camera italiana un fatto significativo: la netta divisione, in voti di carattere politico, fra sinistra e destra, includendo sempre la prima socialisti e democrazia, c la seconda i tre gruppi che da se medesimi si sono qualificati come Destra, e hanno preso accordi per un'azione comune: fascisti, nazionalisti e <( liberali democratici », o salandrini. Il giorno del voto sulla politica interna del Ministero Bonomi, e subito dopo questo, venne cosi respinto l'ordine del •giorno Hocco, contenente una unilaterale, e tendenziosamente unilaterale, deplorazione dello sciopero nei servizi pubblici. La seconda occasione è stata quella della presa in considerazione di un progetto di legge per la costituzione di comunità agrarie con un patrimonio terriero collettivo. A quarantotto ore di distanza, il voto sulla proposta Chiesa, per una di missione intorno alla politica russa, ha nova-mente riunito socialisti e democrazia; e poco importa elio il vpto sia risultalo nullo per mancanza di numero legnle. Risalendo indietro, si potrebbe ricordare un altro episodio, di meno espresso carattere politico, quello della ricusati! autorizzazione a. procedere contro l'ori. Maestri, per fatti connessi con l'occupazione delle fabbriche. Questi caratteristici raggruppamenti della Camera, rinnovatisi a poca distanza, hanno un significato che non occorre esagerare, ma clic non è, tuttavia, trascurabile, e che è opportuno chiarire. Nò la votazione sull'ordine del giorno Rocco, nò quelle per la presa in considerazione del progetto Piemonte, o por l'approvazione, della proposta Chiesa, 1 anno avuto il carattere di decisioni di merito. Nel primo caso, la maggior parie di coloro che votarono contro l'ordine del giorno nazionalista erano perfettamente d'accordo con questo nel condannare lo sciopero nei pubblici servizi; lo avevano, anzi, già condannato, approvando le dichiarazioni Bonomi. Ih quanto al progetto Piemonte «'li avviamento alla socializzazione della terra », democrazia e popolari, votandone la presn in considerazione, hanno premesso esplicite riserve — più accentuate nella dichiarazione Cingolarii per i popolari — sul contenuto de! progetto stesso. Infine, Toh. Facta, dichiarando, a nome della deiidii mia-, il volo favorevole alla proposta Chiesa, esplicitamente spiegò che si intendeva soltanto di affrettare una. discussione ritenuta opportuna. Pure, tutti questi voti sono rinti ben altro che semplici voti formali eli procedura. In ognuno di questi casi è stata la Destra che. ha provveduto a conferire al voto significato profondamente politico, trasformando appunti, la questiono formale in sostanziale. Insistendo sull'ordine del giorno Rocco, salandrini o nazibnaifascisti mostrarono Chiaramenje che ossi intendevano affermare il potere statale senza il correttivo del riconoscimento delle libertà sindacali c della deplorazione delle violenze antiprolotario: intendevano,. cioè, compiere una affermazione nntilibernlc, classista, reazionaria. Negando, contro ogni consuetudine, la presa in considerazione del progetto di legge Piemonte — e negandola con la intransigenza di principi e la grossolanità ni forma sfoggiato dall'agrario e filofascista Sarrocchi — la Destra voleva significare il suo concetto della proprietà privata, come di un noli ine tangere sottratto ad ogni considerazione sociale. Opponendosi alla discussione sulla politica russa, l'Ori. Fèderzòni ha affermato chiaramente che la Destra <• contraria alla ripresa dei rapporti colla Russia per spirito anli-sooialisttt, e che a questo essa subordina gli interessi nazionali italiani nel mordo. Più importante, fra i tre voti, il secondo, inqùaritochè è apparso in esso quel contrasto fra la concezione individualista e la concezione sociale della proprietà privata, che costituisce una delle divisioni fondamentali fra conservatori e democrazia. Questi successivi voti vanno salutati, dunque, come elementi chiarificatori, come atti di educazione politica. La Destra ha mostrato in essi chiaramente ed apertamente la !?ua fisionomia: i nazionalisti han dato una nuova prova che il loro nazionalismo ò, sopralutto, conservatorismo all'interno e all'estero, consolidamento degli ee Interessi creiti » contro l'ascensione di ni; ivi celi sociali e contro nuovi assetti internazionali più equilibrati e più giusti, che è quanto dire più giovevoli all'Italia; i fascisti hanno-smentito — e convico prenderne buona unta — le loro pretese di sindacalismo, il loro programma: «in terra ai contadini/» di cui avevano fatto tanto sfoggio, prima in compagnia di ali re frazioni interventiste, e poi da soli, per controbilanciare o mascherare i propri l'apporti cogli agrari; i «liberali-democratici» di Salqndra hanno rivelato una volta di più la pietosa finzione del sos'ùtitivo e dell'aggettivo, e invano la postuma lettera del loro duce si è sforzata di rimediare non dìcBiarazioni arzigogoleggianti, che andavano poi fatte in ogni modo alla Camera, come dichiarazione di voto, e non in una postuma lettera ad un giornale! Dall'aHra parte, i socialisti, che, come ha rilevato giustamente il Ministro dell'Acericottura, avevano già. fatto opera coliàborazionista presentando il progetto, si sono trovati, per la forza della situazione, a fianco '.'.ella democrazia, mostrando come il collaborazionismo socialista, si realizzi da. sè appena il partito muove un passo sul terreno dell'azione concreta. Non del lutto chiara appare invece, nel complesso, la posizione dei popolari. Pienamente di accordo colle Sinistre contro l'ordine del giorno Rocco, essi hanno altresì volato con esse la presa in considerazione del progetto Piemonte. L'on. Cingolani, tuttavia, a differenza del Ministro dell'Agricoltura, ha tenuto ad affermare una recisa opposizione a ogni tendenza so. cializzatrice, basandola sopra una preferenza così esclusiva per la piccola proprietà do conferire a questa il carattere, quasi, di un dogma sociale, che potrebbe riuscire poco meno conservatore, anche se per via diversa, del dogma dell'individualismo. Sulla mozione Chiesa, il Gruppo popolare, contraddicendo le precedenti dichiare/uni di uno dei suoi, ha voluto proprio schierarsi rolla Destra. Notiamo così, a malincuore, nell'atteggiamento popolare, una persistenza e, di quando in quando, una accentuazione di tendenze che potrebbero condurre it Partito fuori della sua strada, e contro una futura maggioranza di Sinistra alla Cnmern italiana. Voti, dunque, estremamente Istruttivi, questi recenti della Camera. Essi hanno gcclt confermato come, più o meno lentamente, con più o meno sbalzi, interruzioni, deviazioni, la politica italiana vada verso una intesa social-democratica; e come si ingannino, quindi, grossolanamente coloro che sognano uno stabile, definitivo blocco « costituzionale », da Giolitti a Salandra, contro i rappresentanti delle masse popolari. Si tratta, intendiamoci bene, di orientamenti che debbono ancora precisarsi e consolidarsi, e non già di conseguenze parlamentari immediate; e siamo d'accordo con la sostanza della nota di un giornale romano, il quale, dichiarandosi contrario a una crisi nel momento presente, afferma che una intesa social-democratica dovrebbe esser aperta su basi precise e con esplicita assunzione, da parte di tutti, delle proprie responsabilità. Ma se concordiamo nella sostanza della tesi, non concordiamo punto nel modo con cui questa ò svolta, nello spirito, cioè, spiccatamente anli-socialisla e fasciofllo, che lo scrittore del giornale ha creduto opportuno di manifestarvi. Come non si tratta di far la corte ai socialisti, così non si tratta di aggredirli con insolenze. Occorre, invece, saper vedere, e prevedere, il corso degli eventi, e prepararvisi. Una qruerela contro gli amministratori dell'Uva Roma, 20, sera. Gli azionisti dell'Uva Vincenzo Ricciardelli ed Edoardo Pinchi, han presentato in data 10 dicembre al Procuratore del Re di Reina querela contro gli ammini.strn.1ori dell'Uva on. Max Bondi, Riccardo Luzzatto e Cesare Fera per truffa continuata e alterazione del lilancio sociale (articoli 79 e 413 codice penale e 247 codice civile N. 2). 'L'istruttoria del processo è stata affldntn al sostituto Procuratore del Re cav. Colamonico. La vertenza Tettoni-Ameglio composta Roma, 20, notteLa vertenza fra il generale Ameglio ed il generale Tettont che per un momento sembrava condurre ad un duello 6 stata composta. Ecco il testo del verbale di chiusura della vertenza Tettoni-Ameglio : « L'anno 1921, il giorno 19 dicembre, in casa del signor tenente generale Luciano B'cnnati, si sono riuniti i signori tenente generale Panizzardi e tenonte generale Luciano Bennati, rappresentanti del tenente generale Adolfo Tettonl ed i signori generale Giuseppe Ettorre ed avvocato Giuseppe Marchesane, rappresentatii del .signor tenente generale Giovanni AnSeglio. I signori tenente generale Panizzardi e tenente generalo Bennati hanno ri -i.. nome del loro rappresentato la domandai riparazioni per le offese che esso ritiene arte- re ricevuto dal tenente generato Ameglio'/in conformità alla lettera da questi comunncnK.».I signori tenente generale Kitorre ed avvoca-fo Marchesn.no, mentre, in conformità a <pi8n-Jeni^^nn'/^!^ fi? .lnr° ™'imo ai signori S^Bm'K5?^itSSUi?^ 0 tB g#"H tener- (ìqrìnHm!!? ri cOTnun'cazione *l-Amorfo in ^.nnv, «EJ^in?1 BSSS? Ameguo la esistenza stessa delle offese va- mentale dal tenente generalo 'lettoni, pure, m seguito alla lettera suddetta, accettano a a sfida. Venuti al merito della vertenza i Él^ri tenente "onerale Panizzardi e tonentp4r ■mie BénnaTh^no*dSSato STfi* do per l'affermazione del generale Àmegfo esclusa ogni offesa al loro primo con cVi decade ogni azione ed ogni procedimentocavalleresco. I signori tenente generale Ettor- re ed avvocato Mnrchesano hanno accettatoquesta dichiarazione e d'accordo i quattro i ritengono chiusa la vertenza ,i-appreson tariti — Firmati : Pioti o Panizzardi. Luciano Bennati, Giuseppe Ettorrn e Giuseppe Marchesano.

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Roma, Russia