L'arresto dell'avv. Giacinto Cogo come complice dei due fratelli nell'orrendo delitto

L'arresto dell'avv. Giacinto Cogo come complice dei due fratelli nell'orrendo delitto L'arresto dell'avv. Giacinto Cogo come complice dei due fratelli nell'orrendo delitto Una prova schiacciante: uno degli accusati sorpreso a gettar via i bavagli che servirono a soffocare le vittime - Come furono ritrovati - Morte straziante - I funerali a Barge - Assassinio par avidità di danaro n mistero dell'appassionante delitto di via Nizza è, si può ben dire, svelato, poiché, ogni ombra è ormai stata fugata e, già datamente, il magistrato inquirente ed i funzionari che con lui collaborano hanno, potuto ricostruirlo nei suoi episodi salienti. I risultati della paziente e minuziosa indagiue da noi condona, allo scopo di coadiuvare, in quanto ci era possibile, a sciogliere il fosco enigma, hanno interessato vivamente l'autorità, ed un funzionario, fra i più abili ed esperti, incaricato di un rigoroso controllo di lutto quanto siamo venuti pubblicando nei giorni scorsi, ha conformato con una rapida inchiesta ih}, lo «ivelazioni della Stampa erano d'una esattezza assoluta. L'autorità, ha fatto di più: ha voluto anche interrogare due nostri cronisti per conoscere in tutta la loro precisione alcuni particolari che nella nostra narrazione ai lettoni non potevamo necessariamente, per un intuitivo dovere di discrezione, lumeggiare in modo completo. Si può dire che da due giorni il giudice istruttore ed i funzionari di Polizia giudiziaria procedono con maggiore scioltezza su una via ben definita., con una mèta precisa, e da essa più non si scostano. Il mistero, insomma, poco a poco s'illumina d'una luce piena, ed.il giudice ha finalmente afferrato il filo clic servirà a dipanare tutta l'arruffato matassa, Abbiamo lasciato chiaramente intendere che ijualcosa di grave stava per accadere, ma che per debito di discrezione dovevamo ancora tacere. Oggi non e più il caso del silenzio. I,a verità si rivela! Una prova schiacciante Un nuovo contributo alla conoscenza dei fatti, è stato portato dalle ultime indagini, ed è di un valore olite ogni dire importante. .Sono stati rinvenuti i tamponi di bambagia c di garza, che con tutta probabilità hanno servito agli assassini iter soffocare le loro vittime. 11 valore di questa scoperta, oltre ad essere di per se straordinario, aumenta ancora considerevolmente, qualora si mena la scoperta stessa in relazione al responso dell'esame necroscopico. Come i lettori sanno, l'auitipsia aveva stabilito che le povere signorine erano state soffocate. Ed ecco che si trovano gli oggetti che hanno servilo materialmente alla sotlocazione. La circostanza ha alcunché nella sua gravità, di superiore e di fatale, che impressiona 1 E l'una cosa e l'altra — l'autopsia e. gli oggetti trovati — acquistano dalla reciproca rispondenza significato di inoppugnabilità. Resta dunque ancora una volta dimostrato che l'esame necroscopico costituisce — come si era previsto — una sorta di pernio centrale in tutta questa fosca e drammatica vicenda, e che. esso sembra fatalmente destinato a illuminare t'inchiesta nelle vie da percorrere, e ad essere a sua volta illuminato dai risultati dall'inchiesta stessa. Ecco come si venne alla significativa ed fmpreveduta scoperta di ieri. Un inquilino della casa n. 9 di via Nizza, il signor Vicentini, si presentò spontaneamente al consigliere d'istruzione avv. Mussi-lsnavdi, per comunicargli una circostanza importante. Egli narrò che la mattina di martedì la sua signora, che stava alle 8,20 — l'ora fu precisata — dietro i vetri di una finestra, notò sul ballatoio dell'alloggio della signora Cogo un fatto che attirò la sua attenzione. Essa sapeva che ivi abitavano i due fratelli studenti e che il ballatoio ora a loro deposizione; ma ciò che osservò quel mattino non mancò di maravigliarla, perchè succedeva per )a prima volta. La signora vide uno dei fratelli uscire dalla stanza da letto, in atteggiamento alquanto circospetto. Era — nonostante- il freddo della stagione e dell'oia — in maniche di camicia; aveva i cipelli scarmigliati: nell'insieme l'aspetto del giovane era lale da stupire veramente ehi lo avesse veduto. La signora non potè però giudicare se si trattasse dell'uno piuttosto che dell'altro dei fratelli, perché essa è alquanta miope. Neppure in base alla statina. Non sa precisare se quello era il Carlo piuttosto che l'Agostino. Ala, ricordando luanto noi raccogliemmo a Barge intorno all'Agostino — e cioè la sua abitudine ad affrontare t«ai tempo ed ogni ora in maniche di camicia — si potrebbe anche supporre i*:c si tratti dello studente in chimica. Lo stupore della signora si accrebbe subito dopo, quando essa vide il giovane getter? un involto nella tromba delle immondìzie. L'involto era di discrete dimensioni, bianco; le parve che dentro un fazzoletto od una iezza èli tela fossero contenuti effetti di biancheria a di qualcosa d'aldo ugualmente so HI-e. Il gtovape si avvicinò all'apertura che dà nella cw.ns delle immondizie, ne mosse lo sportèllo, e gettò il fagottino con mossa apiriu. Quindi speditamente rientrò in camera, utto ciò la signora vide distintamente perchè lo sportello del condotto è collocato all'altezza del ballatoio, come in tutti gli alni -•inni; e la mossa, oltre che l'aspetto del giovane la impressionò, perchè pensò istintivamente quale motivo egli poteva avere di cenare lui stesso, piuttosto che la persona rli servizio, dei rifiuti dentro la canna delle immondizie. Ma la seoporla della signora non si ferma qui Circa mezz'ora dopo, e cioè verso le 0, essa vide uscire, sul ballatoio la server-ri, la quale vi si indugiò alquanto a scopare Anche questa circostanza sappiamo che è stata raccolta dall'Autorità inquirente, la quale la ha seriamente valutata in relazione al racconto dalla ragazza fatto circa la sua condotta nella tragica mattinata. Raccolta immediatamente cfUest'fmportanii&simadeposizilon*. l'aw. Mussi-lsnardii incaricò la polizia di procedere alte ipportune indagini per rintracciare gli oggeii coni» uiti nell'involto. Di ciò vennero Incaricati il vice ispettore Di Pietro e l'agente Fragione. Costoro l'altra sera si recarono nella casa di via Nizza 9. Visitarono il deposito, a pianterreno, delle immondizie, e non rinvennero quello che cercavano. La portinaia, però, spiegò che Ié immondizie erano state portate via il giorno prima — oioè giovedì — dal conducente che ò solito ripassale ogni ire o quattro giorni. • I bravi agenti si interessarono d'identificare il conducente, e vennero nel loro scopo la sera stessa, a tarda ora; si tratta di tale Pietro Pagliano di Gaspare, di anni 25. abitante in strada di Moncalieri, 13 oltre il ponte del Sangone. Le immondizie erano state portate là. Gli agenti ieri mattina si recarono all'abitazione del Pagliano. Come due umilissimi uomini di fatica, si posero a rimestare nel mucchio delle immondizie che più probabilmente poteva contenere gli oggetti cercati. Infatti esse erano già siate, come si usa fare dagli spazzaturai, separate embrionnlmenii: in vari mucchi. Dopo una minuziosa e... non grata ricerca, durata qualche tempo, gli agenti misero le mani sopra ciò che cercavano, e. fattono un involto, lo portarono in Questura. Abbiamo potuto apprendere di che -il ti atta, e siamo quindi in grado di descriverlo dettagliatamente ai nostri lettori. Premettiamo qui che tutti gli oggetti non vennero trovati uniti, ma uno dopo l'altro, però in uno spazio ristretto, che fa supporre la loro comune origine di scarico dal carro che li trasportò. Aggiungeremo che tutti gli oggetti sono, qua! più qua] meno, sporchi di terra, e ciò ai spiega se si pensa che appunto furono trasportati colà con un carro dove si raccoglie ogni sorta di rifiuti. VI è un fazzoletto bianco di normali proporzioni e di discreta oualllà, il quale reca in un angolo, in ricanto, la dira L. Esso porta ltsmtcdcgcpcbdmcaapcseaDecvasnscscpsecemdCfnfncemc•.TtmEpdMsspposvdI v! 'liz! | cI 'a•! naeetagn! Pi Cpac; si ; ' ; ì ■ m: ar. cA ge o n e a a l a o a a a i a o e o e o e : n o un paio di piccole macchie sanguigne, ed 6 lutto sgualcito e spiegazzato. Due pezze di tela bianca, i cui margini denotano clic sono state strappate o tagliate secondo volute dimensioni, sono ugualmente sgualcite e portano truccie di sangue. Ma la parte, più importante del materiale cosi fortunatamente ricuperato ò costituito da ciò che evidentemente formò i tamponi clic servirono alla soffocazione. Non si può guardarli senza fremerei Un « foglili» di cotone compresso, lungo circa 50 centimetri e largo 15-E0, ha da una parto macchie estese di sangue. Queste macchio però appaiono un po' sbiadite; si direbbe clic il sangue si sia diluito in nitro liquido. Forse il narcotico? Uno spillo xi è rimasto impigliato, bi tratta d'una semplice circostanza casuale,, oppure lo spillo- servi a fermare il bavaglio, quando già la vittima aveva cessato di fate qualsiasi resisten ■ t perche narcotizzata? Le macchie di sangue che stanno appunto Merso il mezzo corrisponderebbero alia posizione della bocca e del naso. Diversi altri tamponi sono di dimensioni assai più piccole: circa 15 per 15 centimetri. Da un lato vi è il cotone, dall'altro la garza; e questa è rimasta aderente a quello: segno che molto probabilmente essi vennero imbevuti di un liquidò, il cloroformio, schWne all'olfatto non diano oramai più nessun'i sensazione di odore speciale. I margini nettamente tagliati di questi tamponi dimostrano che furono attentamente preparati secondo uno scopo ben preciso. Alcuni di issi sembra che non siano stati adoperali, perché non portano traecie speciali. Altri invece palesano ben iiertnmento che servirono allo scopo cui erano destinati! Portano macchie di sangue, visibilissime, e in alcuni bavagli il sangue ha ancora un colore vivo e fresco. La macchia di uno di essi é solcata da un Intervallo bianco, nettamente privo di sangue, ed in corrispondenza di esso si nota come una piega del cotone. Ci'- indica chini-amentp che il tampone fu fortemente tremulo contro la bocca ed il naso della vittima, e la pressione delle dita fu probabilmente quella che provocò la piega nel cotone. Altro particolare impressionante. Le macchie in alcuni casi sono meno evidenti, e nd EugneiispCmrsdpadqdlnrqsnmvmlesse si uniscono sentii vaghi di un'umore \ dmneo'-o che si potrebbe anche interpretare i icome la bava emossa dalle vittime aioniz-1 P•.•nnti! • | vMa altro ancora di più orrendamente ini- ! nPTesslonante si nota in questi tramai avanzi, i cTI cotone dei bavagli appare in qualche pun- 'oto come strappato o nome compresso forte- I imenti», e n giudicare dallo posiziono di mie- I sii segni c'è da arguire che si tratti di morsi, lLe pavere signorine, negli spasimi dell a-Idgonia, nell'istinto; della conservazione spinto ' pal parossismo, in un ultimo baleno di vita- vlità, hanno morso disperatamente quegli og- 1 sgetti che toglievano loro il respiro e la vita : \ sE le misere vittime sono passate all'eternivi ', aci.s:i quel tragico gesto di ribellione, contro . un destino cosi nefando, contro mani tanfo esecrande ! Ciò contrasta, è vero, con l'attitudine di ! perfetta placidite che conservavano i volli dei cadaveri quando questi vennero scoperti. Ma è noni che nella mone i muscoli si rilassano e si allentano. D'altra porte si può essere sicuri che i due fratelli Cogo. la cui colpevolezza dopo la scoperta dei bavagli non può pili essere messa in dubbio, si sono pie- s: d•auoccupati, inscenando il lugubre quadro della rsala da pranzo, di ripulire accuratamente il svolto delle loro vittime, perchè nessuna trac- eia di sangue n di bava sulla bocca potesse drivelnre nnale veramente fosse stata la causa [ sdella moite. ; cStrinerà 11 cuore pensare che quei giovani, 1 ■ quali ebbero certamente un complice iiell'ef- Cfettunrc l! nefando dell'ito, abbiano potuto ccon tanta freddezza e con tanto cinismo pre- s lparare cosi la macabra toelette delle due di- ssgrazlatisslme vittime. Quesia operazione ri- ; drili ese senza dubbiò un tempo ncrtèVòlè, e non ; rterminò prima dell'alba. La Palmeto poi- fu ; dincaricata di rifare i letti e di rimettere in sordino le camere per rendere più verosimile I l'orribile ignominiosa unzione. | bLe " maschere bianche » ; j p, pI sNel ripensare a imita scelleratezza, nel ricostruire il quadro terrificante, non si riesce I a vincere una seiiiàmouu ni raccapricciu. Quali ore di indicibile strazio furono lo su preme ore vissute dalle due infelicissimi. Ivittime? Nessun dubbio ormai esiste per lu I ! Autorità Milla colpevolezza d-ei dia- fratelli [ 'Coso tanto ostinatamente accusati dalla 18fantésca Palmero; ma quale parti; ha aviti.) il terzo complice' Con tutta certezza il d» ! la to fu meditato a lungo, e quando gii a*- !8sassini richiesero Alla fantesca di cóadiu :,arli, aprendo loro la porta dell'alloggio, i I >repaialivi erano completi. I tamponi di co- i lente Ta" resiltónzTdéìre* vitttó£ stanno'ad \ Se ! 5acv, . gar/.!i e di cotone, « propalati | rm- ' leldsi'"on corrisponda a'qualche altro nome o vez-j zegfc'intiv.i rli nom, >i; persone (Min :ar:; -:'3-Jjv prepai ione e di garza imbevuti di cloroformio, o d'un altro narcotico, per iendere meno violile vittime, stanno acf attestare che il piano della strage fu archi' tettato con impressionante lucidézza. Altri elementi —- come glia rilevammo ieri — provano altresì che i due fratelli Cogo non sono siali soli ,i compiere il misfatto, tuo furono aiutati da un terzo individuo. I,c vittime, con uno sforzo accresciuto dall'istinto della conservazione, si sono di! liaiiuii.', tanto cito, specialmente su uno dei | cadaveri, furono riscontrati duratile la pe r c ad afferrare le vittime per le bracate e per le caviglie, ed anche alla gola, alle scopo eli impedire ogni resistenza. Le Impronte lasciate riasftt assassini sui cadaveri preI .«".ninno caraiterislie.hc diverse e rivelano 'appunto che essi furono tre. I bavagli. • ■•.'i.-.-.t' ! con enea meliiaolosa, sono tutti insangui nati, e quelli rimasti imatii involano che gli aggressori si preoccuparono di non subire essi medesimi te esalazioni del cloroformio, e probabilmente se ne fecero onta maschera, tragica « maschera Manca ^, *c deve- avere accresciuto lo spavento delle due donne. Il grido, l'urlo anzi di terrore che echeggio nella notte, inutile e insperata invocazione, ! Prova che una delle vittime vide I carnefici. i Come dicemmo ieri, fu la signorina Bini. La morte delle due disgrnziatissime donne fu terribilmente lunga! Esso agonizzarono per qualche ora. Per soffocarne 1 gemiti gli assassini dovettero servirsi anche dei guanciali! .Ma il che indugiarci in quesiti orribile rievocazione? ; 1 due fratelli Cogo ignorano ancore, njlla solitudine delle loro cello, allo carceri giui dizlarie, ciuali nuovi elementi d'accusa •■iano ; stati raccolti. 11 giudice avv. Mussi-lsiundi non ha creduto di dover recarsi ieri nd in' terrogarli, anche perchè l'Indagine dopi la ; scoperte dei Lavagli insanguinati aveva . ecuì pain tutto il suo temp" Infatti il magistrato, ■ dopo un sommario esame di essi ordin'i che fossero portati all'Istituto di Tossicologìa per stabilire se gli assassini usarono il cloroformio od nitro narcotico e non è improbabile che, compiuta la Ioni analisi, i pcriii chimici possano dure un responso che apra, anche ,|ui, qualche possibilità a nuovi spiragli di luce. Possiamo intenti far osservare che la : . cifra >• L riscontrata in ricamo sopra un angolo del fazzoletto non corrisponde, ; poarentemente, a nessuno dei fratelli, i oliali, . come è noto. Si chiamano Giacinto, carlo ed Agostino Bimane però da venere se queste l. e i a t e a a E' quello che stabilirà — sebbene si tratti di un particolare di minore importanza ■ il giudice istruttore, accertando, ad esempi"), so nel corredo dell'una o dell'ultra morta noti esistano fazzoletti segnati in ugual modo. A proposito delle indagini che l'Autorità inquirente sta couducendo. crediamo mettere in rilievo un particolare che é a nostra conoscenza e che ha un valore notevole. In .ma prima esposi/Jone, narrando come i nipoti Carlo ed Agostino Cogo avrebbero appreso la morte della zia e della sus figlioccia, abbruno riferito che l'Agostino prestiliimdosi a orda serri alla portinaia, disse che aveva s.ipuio della grave disgrazia dalla Stampa pri.no, poscia da sua fratèllo Carlo. Questa sua perentoria dichiarazione yi?ne assolutamente smentita. La tìglia delle portinaia, unà,fanciulla di quindici anni, verso il mezzogiorno di martedì era salita a chiamare il suo babbo che si trovava «"Céra nell'appartamento del terzo piano, dove era avvenuto il delitto. Essa vide l'Agostino con un fascio di libri sotto il braccio, temo dinanzi all'uscio dell'alloggio, nel qùal» era un'andare e venire di magistrati, funzionari ed agenti. L'Agostino Cogo dopo di essi rsi alquanto soffermato, quando vide ia ragazzina, voltò le spalle e scese le scale a precipizio. La sua presenza, in quel luogo o1 a quell'ora, non fu solamente notata dalla i-.glia della portinaia, ma anche da un inquilino della casa che lo vide. Perchè il giovane studente, se ancor non aveva conosciuta là tragica fine dei suoi congiunti, vedendo tutto l'insolito trambusto e la strana affluenza di estranei, non ciitrò, non fosse altro che per pura curiosità, ri'clrnppnrl.'imonto della zia? Egli invece con quei metlcsimi libri che teneva sotto il braccio se ne andò non molto tempo dono al gabinetto di esercitazioni della Scuola di Chimico, dove si trattenne tranquillamente fin verso le 19 ! ! Alla sera, ritornando hi via Nizza, 9, senti Invece il bisogno di raccontare alla port.nnta che la « disgrazia * l'aveva appresa t chi momenti prima dal nostro giornale. La cassetta di sicurezza Fu noto fin dal primo sopraluogo fatto dall'Autorità null'appartamento uove avvenne il \ delitto, chela defunta Carolina Cogu, teneva i in affitto una cassetta di sicurezza alle Opere 1 Pie di S. Paolo. Non si conoscevano quali | valori contenesse, ma il giudice istruttore - ! non si preoccupò di qCiebk> secondario partl i colare, poiché ad ogni buon conto il danaro, - 'o gli oggetti preziosi in essa contenuti, erano - I in luop. sicuro. - I _ Ma nella prima perquisizione operata nel l'alloggio e nelle due successive — l'ultima -Ideile quali ebbe termino ieri mattina — o ' per quanto diligentemente cercate, non si tro- vàròno le chiavi che dovevano aprire la cas- 1 setta in parola. Come e pe.réhè erano esse \ scomparse? Le avevano furse portate via gli i ', assassini delle due donne? o . Le infruttuose ricerche indussero il giudice o istruttore avv. Mussi-Is-nardi a far mettere i I s! I aCI ci I i e; qI s! d! ' pi pn' i sd• • I ! I j • I B! s1 i c! l ' I mI c! frltufudiahq■ ricaceqnlBdsigilli giudiziari! a detta cassetta L'operazio- ! ne fu eseguita ieri mattimi dal vieescom- missario cav. Failla, in presenza di magistrati. Durante questa visita all'Istituto ven: ne in luce uh pietoso particolare. I.u povera signorina Carolina Cogo prendendo in affitto la cassette, aveva rilasciato •alla Dilezione delle Opere Pie di S. Paolo una delega, colla quale autorizzava la signo- a rina Margherite Bordon ad aprire dette cas scita. - Quante prove di fiducia la dlsgraziatlssirha e donna dava alla buona fanciulla!! Fu quea [ sto eccessivo affetto quello chu provocò la ; catastrofe? ■ resto, già lo dicemmo, la signorina - Cogo wra dorma profondamente buona e Jao cilineutc si commuoveva quando le raccon- s lavano qualche caso pietoso, e bene spesso - soccorreva I poveri. Basterebbe il solo fatto - ; d'aver allevata quuie llglia la povera signon ; rin.i Mita, per comprendere la grande bontà u ; del suo animo. Un giorno — due anni or n sono - vedendo In flgiltuola della portinaia e I un po' pallida e sofferente, disse: e Povera | bambina, avrebbe bisógno di tiri po' di dai» ; paglia: ». Saputo però che i genitori non j potevano imporsi quel sacrifizio, soggiunse: , <= Posdomani partiamo per Barge ; se me lo permettete, la porteremo con noi!». La buona signorina mantenne la promesI sa, e la ragazzina ricorda ancora, con viva e . . I.^'?^'^' ,tute le. altenzioni, tutte le u I la silgnorina Coro o la sua fl- i [ g ,?.^ia,a,Bbbern Jia" lftl frante I quindici a 18"»ni del suo soggiorno della casa dì Bnrge. ) ;iVf'v:l nessuna superbia, mi tratte- » ! ""''' "aiuola, mangialo aita¬ - !8ua ,aulla e aveva fatto preparare per me :'i;!,;"!Z"!;i u ,,,!ir,,'':,n,i vole™ ver*. i I ,n«.i « bene- P°vera signora ! - ,„ m.rio'vHvvi? l»1»'1'-'.,:"« la «>oyunetia . i la quale e mollo addolorata per la disgraziata line delle due povere signorine — ha d \ 1^fftò bordando ia sua villeggiatura Sembrava che la signorina Caroline Cogn fosse soddisfalla della giovane fantesca, la Palmiro, assuma poco tempii prima quando ancora si trovava in villeggiatura; ma sia ino informati che issa, otto giorni prima del delitto, si era recate colla sua protetta a visitare una conóscente e durante la con versazionè disse fra l'altro di essere assai pentita di aver preso ai suo sei-vizio la Pai- ! 5E$^^ Avevamo accennato altresì ad una sorella dei giovani Cogo che, pur essendo stabilita a Torino, non manteneva alcuna relazione colla zia. Essa, che è una giovane di circa vent'anni, abita pressa la famiglia del si . gnor Alfredo Costa in via &. Francesco da | paola m bis f, sta |)Pr otionern l'abilitazione - ' all'insegnamento delta lingua inglese. Quando il padre Giovanni Cogo vennf mercoledì a Torino in sc-puito alla notizia della morte deità sorella e delia sua pupilla, non si recò neppure a far visita allu liglinolri. I funerali a Barge L'intera popolazione di Barge ha voluto, nell'occasione dei funerali dello due sig:.o'rime manifestare, con una pubblica dimostrazione, il vivissimo difiu.su scuso di cordoglio e di commiserazione per te vittime dell'offerato delitto e, insieme, la profonda esecrazione verso pli amori di esso. Anche i bargesl residenti a l'orino — e sono in discreto numero — vollero partecipare ai funerali e ieri mattina col primo treno e col diretto delle 8,20 moltissima genie partì alla volta della uitiiiin dimora delle due sventurate donne. Molto tempo prima delle 10, ora fissata per l'arrivo delle salme da Torino, tutta la popolazione convenne all'Imbocco ite-l paese, è ben presto la strada che in dolce pendenza raggiunge le prime cute di Barge fu luita nereggiante li una fòlla muta è raccolta, nella rji;:ile erano rappresentate tutte le classi so. isfali. I negozi del paese erario stati chiusi in segno di limo cosi che la dimostrazione asstuise una commoventò unanimità. Poco priina dell'ora fissata giunsero unte lo nota bllltii del Paese con a 'tepo ! Amministrazione comunale. Quando il furgone automobile che reca le due salme e avvistalo sulla strada, anelli! il sommesso brusio delia folla si acqueta e nel silenzio Impressionante il funebre cirro possa l'in due all di popolo clie a c.-.p-» scoperto -i -j Inchina reverente, il flirtati? - che et» :>'->•• JjflMy|llfc^iLMwSgH '•'''-"•f'-li1^- o f i o o r o o i e , , e l o e o e a o i a , e r , , a . toorsm1vsdvvpzgdniDv, mi r1 aI n! tì csfcdidc! d: gato! bdgspr', t! fI Ciì c: sU: di g: qi zn' al bi s' p: vi sI I g1 n' drddvdnml1 sei oi p• cli t: l! n: ddi gsb, slp| • dq' z'mfpsm àrecava tre grandi corone. Una portava 1» scrina: «Il fratello, la cognata eri i nipijttu, l'altra: ••'ili zìi ed i nipoti > e la terza: «J.c andine di Torino?. .Si forma il corico. Subito dopo in salme sono 11 fratello, notaio 0. B. Cogo, ed il figlio maggiore, di questi, awo caiu Giacinto. Vengono p'"ii gli altri, parenti in órdine di prossimità di parentela, io au torilà del luogo con allu testa il sindaco colimi. Mina accompagnato dall'intera Giunta e dal segretario comunale avv. Nirischia, quindi gli amici, le amiche e poi la folla silenziosa dei popolani elio ricordano le virt.:; delle estinte. IV cortèo si reca nella chiesa parrocchiale, parali] a lutto, dove é eretto un appesito uu plica catafalco e. dove si celebra l'ufilcio funebre, mentre tulle, le signore del paese, gte niiscono i banchi e la fòlla del popolo si s'ipa nelle navate laterali e verso la porta d ingresso. Terminato là cerimonia religiosa. le due salme vengono trasportate al campo- santo, e tumulale nel sepolcreto di famiglia sempre accompagnate dall'intero popolo di Frammezzo alla fella erano vcvjssmii e gè nera li t commenti, commenti che. erano tanto più animati in quanto nella mattinata era giunto a Bar^è, il capo della squadra mò- bile di T<irino, commissario cav. Cesare Bòssi, n.ccompagnaio da quattro agenti inve stiantivi. Il funzionàrio procedette nella giornata a numerosi Interrogatori di persone del paese che eraiii ritenute in grado di fornire infor mozioni o particolari che potevano interes saie ie ricerche the sta compiendo la Polizìa per stabilire la verità. Conferirono col Com missarlm Rossi persone d'ogni qualità: al cune appartenenti alla classe sociale di cui facevano, parte le vittime, altre che ebbero rapporti cella defunte signorina Cogo e con la Rita, vecchie persone di servizio, ed intlne con le personalità, che per coprire cariche uri Comune erano In condizione di conoscerò fatti e circostanze che avi ebbero potuto recar un no' di luco nelle tenebre, che awo-gcvanoil delitto, che appena adesso vanno diradandosi. Infine, esauriti questi primi interrogatori, il funzionario fece un sopraluogo alla casa abitata dalla defunta e dove — come è nòto — ha sede amiche la studio del notalo Cogo. In queste visita il cav. Rossi fu accompagnate ■ lai parenti della povera signorina, fatti I rilievi opportuni, specialmente intórno allo circostanze che accompacnarnim l|'fatto della asportazione di viti da una porla-balcone, di cu; abbiamo dato fin dall'altro giorno i partieoSaft, il commissario procedette ad una perquisizione sui risultati della quale nulla finora c trapelato. I! funzionarlo e gli agenti non sono riparliti ,jf.r Torino ieri "sera, ma si trattennero a Barge per compiere te altre investigazioni del case-. il movente Siamo andati esponendo e lumeggiando tutti i particolari che man mauo venivano od emergere intorno al delitto. Vediamone ora lo oscure origini lontane e le eause più recenti che poterono forse faro maturare il scellerato pruposilo e indussero i colpevoli a mandare ad effètto la strage orrenda. Col1 accumularsi degli indizi e delle prove che vanno componendosi in un quadro logico di successione e di dipendenza, cadono molle delle ragioni del riserbo che prima ci oravamo imposto su alcune risultanze che avevamo raccolto a Barge, dalla viva voce di persone che vissero in amichevole confidenza colle vttir.ie. , Già sono state ampiamente esposte le ragioni di un sentimento più assai d'odio che di rancore che alcuni parenti della Carolina nutrivano verso di essa in conseguenza dulie disposizioni testamenltire del paure suo Dai conterranei eie stata fitta una dipintura viva ed efficace di tele sentimento e dell'u moro cupo, brutale, selvaggio addirittura, rhe «i mitrivi: per la ricchezza avita che era andata divisa ••- come dicemmo l'altro giof no — in parli ineguali fra i due rami della tamiglia Cogo. Bisogni! rileggere qualche capitolo zollano per aver un'idea della quasi morbosa violenza di questo, nttaceamenw» feroce ai beni e delle devastazioni che può compiere in taluni cervelli il timore di vedersi sfuggire una ricchezza lungamente a- I giovani Cogo sarebbero appunto vissuti in un'atmosfera intossicata dalla costante, diuturna, Implacabile, quasi maniaca, preoccupazione di perdere te cospicua sostanza della zia Carolina. Essi noh erano dei Wsp gnosi 11 patrimonio paterno era gii rotondo assai ed ormai tre de! tigli erano o avviati ostavano per avviarsi nelle profèssiott U barali prescelte che avrebbero loro permaso di Pesare,.sèmpre meno sul bilancio teiiiigliare Afa erano in sei, ed in caso di divistene quando i geniteri non fosoero più, la parte di ciascuno si sarebbe ridotta per modo ria non dare ad ognuno la sospirata ng.a- '"fueste. la cagione prima che prepitrS il terreno alla seminagione sciagurate, del mal fmlmo dei giovani nipoti verso te Carena Cogo la quale veniva raffigurata . ome mia intrigante che aveva saputo circuire il padre cosi (la indurlo a testare n favore di lei. a svantaggio del fratello. Quando poi fa ',ftròr Uni Coro si prese in casa la Hita, l motivi di malcontento nei parenti naturalrneit..^ in gigantirono. Un pericolo nuovo sorgeva-,. A quella che era ritenute una prima spogiia zlone si aggiungeva una nella definitivi minaccia per l'avvenire. La bambina crescendo a fianco della vecchia damigella se ne avrob be accaparrato l'affetto e alia morte di mie sta avrebbe probabilmente ereditato .,ie.te. pane di ricchezza — mezzo milione — rli" il vecchio Coro aveva pur conservata ed accre scinta per i suoi discendenti, e non per una n'adora in pel fra i parenti dello dami geìln, l'eventualità di vedere in mani es'ra nee quella parte, di ricchezza che essi, dentro d* '■■! consideravano corno spettante di diritto'ai nipoti deli' Carolina, formò oggetto di quotidiane recriminazioni clic, inaeev'.endosi sempre più còl n'issar del tempo, avevano finito per assumere un notevole grado di concentrato furore, di rabbia contenute, nel tempo stesso che accrescevano indieibilm.-nte In brama di possesso dei beni aviti e lo spasimò torturante della temuta perdici. Ed è questo il periodo più acuto delia ten sione di rapporti fra la veccma damigella ed i parenti'suoi. E' di questo tempo la scò: onta della preparazione subdola ne mezzi per entrare nelle stanze della damigella nella casa di campagna, preparativi che più tardi la sventurata doveva attribuire espf.ciianten- té n qualch" suo parente. Comincia da allora la serie delle apprensioni vivissime della Ca n-.liriii o delia Rita ohe dicono apertamente di ' temere per la l'oro vita ». Ed è ancora durame onesto periodo che la vecchia tlaml gellii ad un dato momento, coll'anirilò angosciai > da oscure previsioni e lo spiritò ingombro di lugubri presentimenti, manifesta a per sona amica lti tema vivissima di dovi?!' molile > strangolata » per opera di qualche suo parente « mascheralo Questa impressionante successione di fari. di giudizi, di profezie, di presentimenti, acquista un particolare rilievo dalle manifesta* ziniii concordi della popolazione di Barge mila quale la notizia, dell'accusa mossa dalla fluiteseli ni due giovarti Cogo suscitò più sorpresa i-lift incredulità. Tutti o quasi tutti, suo persuasi che l'ossessione ili non permettere la dispersione delln ricchezza della .' ■■-,; . : -fi ni :.!' '.' ,i ! • ii:ili;-ri:i::i. :i. j! | ji : I ! | I ; i Ii ! : • ; j I ! cctCuvdmpI ! i nI dMoOli I i I | ; I ' i i ' | pl• srdtì ■ cmd; P| .' rldd•sfu] g: I : p! | upI : 1 ci : iI iJ sfo o » , c o . i o a , a ; , i a . o- a di èo a ò- e ea e rsa mi o n e ò r l . i, a — n te I o a i ira i o o e ù l a e i e i ae a a ua, a a e w» ò ea- ti te, a po ti Uo a o a- l a a e a r i nA ao te. l a ao o no , e na ò: i a i - a e a loro . * e a , a i. nibitorio in giovani cervelli sul quali giorno er giorno, ora per ora. minuto per minuto, adeva, come per uno stillicidio corrodente na specie di suggestione lenta e progressla che doveva gradualmente andare dall'auurio di un lutto famigliare fino al concepiento ed al compimento — ormai non si può iù dubitarne — degli atti necessari perchè 'evento si realizzasse. L'arresto dell'avvocato Già da ieri, nel rilevare l'esistènza del tèrzo complice, pur ricorrendo a tutte le perifrasi, lasciavamo chiaramente intendere-elle un nuòvo colpo di scena era imminente. 1 lettori, che ci hanno seguito in questa nostra jpenosa fatica di cronisti, intuirono certamente la verità e comprendono quindi ofgl quale ! ragione avessimo di mantenére un certo rl| serbo. Stanotte, quando già avevamo narrato gli ultimi sensazionali episodi!, apprendemmo finalmente la notizia che attendevamo da jun istante all'altro: il primogenito dei frai felli Cogo, l'aw. Giacinto, è stato arrestalo : come terzo complico nell'assassinio. Noi saI pevatno perfettamente che egli, nella gior! naia di lunedi, era venuto a Torino, aveva | preso alloggio all'« Albèrgo Oliente», e si era Incontrato col suoi fratelli, Carlo od AgòI stino. Oliando si scoprirono ìe tracci* di uh ; terzo individuo nella esecuzióne del delitto, l'Autorità inquirente penso Itmnetìiatauieftte all'avv. Giacinto Cogo e ve-He indagare sulle ragioni del suo viaggio a Torino e stabilire con qualche esattezza come avesse .rascorso il suo tempo. Interrogato da uh funzionario, i l'avvocato dichiarò che la sera di lunedi era Istato al Teatro Carignanu, insierne al fratoli Io Carlo ed a dimostrare veritiero il suo ! asserto fece vedere un biglietto di poltrona, mancante della mela, che la « màschera » ritira ai'll spettatori prima che questi prendane posto. Il Cogo Giacinto aggiunse di : essersi ritirato verso le iii.JHi all'» Alberfte • Oriente », di via Lagrange, dove, nel pofnè; rigglu aveva tfia rissata urta camera- Aia ia narrazione del giut'RiiO apparve, non appena la Polizia voile accertarla, menzognera. Una visita ed un inteffogAUJriO alVAlbergo Orlante dimostrarono che 11 giovane avvocato la none di lunedi nòu era j rientrato alle 24,30, ma slbpene circa duo I oro prima, e cioè, verso le 2g,3o. i're cante! rieri conconiemente dichiararono che press'a poco a quell'ora videro entrare il giovane. Siccome si trattava eli un cliente nuovo e sconosciuto, imo dei camerièri — secondo l'abitudine del locate — lo accompagnò Uno alla soglia della camera destinategli, portante il \. tìi, e gli consegnò la chiave, tornando quindi abbasso. Questa triplice dichiarazione fu messa a verbale. Che il personale dicesse il vero appariva ila uri fatto: che, cioè, se erano siati in ire a vederlo e a riconoscerlo, si doveva trattare di ora non inoltrata, perché in caso diversi', molto probabilmente, per la. mancanza, di parte del personale, a riconoscerlo non U saiciibe.ro trovali tre camerieri.. t/iiW. Gogò tu visto imi uscire dall'albergo al mattino circa le 8: quindi ptU nessuno dell'albergo lo vide. Egli — come PÌU sotto parleremo — nel pomeriggio si recò all'albergo S. Anna a prenotare un'altra, camera. Nello stesso pomeriggio il giovane si presento nell'alloggio della zia, verso le 15.80. E 11 dimostrò di apprendere la notizia della sciagura, ccn la massima sorpresa e con atuto cordoglio. Quindi usci, in cerca — disse -- del fratelli. I Perchè ha mentito il giovane sul riferire la era della sua rientrata all'albergo? Questo domanda si affacciò subito allu mente degli ! Inquirenti. E vennero leniate dello spiégazioi ni. La pili onda, quella che il Giacinto abbia I voluto cnsl preparare a associarsi all'Afte! del fratello Carlo. Il quale tende a dimostrare di essersi recato a teatro la sera di lunedi. Ma evidentemente, se 11 giudice Istrutti,re ha ordinata la misura del suo arresto segno ò Ohe sul conto del giovane fu appurato qualcosa di mollo grave: la sua complicità, nel delitto. Martedì nel pomeriggio il giovane avvocato si presentò all'albèrgo -5. Anna», in via Gioberti, 25, e fissò una carriera. Là seta st?s*a egli ricomparve all'albergò ceri padre e domandò per lui un'altra camera Mangiarono inolto sobriamente. Apparivano molto abbattuti e preoccupati. L'indomani 11 padre riparti per Barge, ma l'avvocalo restò a Torino ed ogni sera continuò a prendere alloggio al «S, Anna», dove ebbe occasione rli ricevere ansile qualche amicò, i Ieri mattina l'avvocato Giacinto si recò a Barge e, dorile dicemmo, intervenne al funerale delle due vittime, suscitando molti I commenti. Già l'opinione pubblica aveva ini flovinaio quale sorte (ùSse merliate al ffioI vane. Ieri séra, alte ore £3, l'avvocato i'i| comparve all'albergo. Evidentemente era ; pedinato polche due minuti dopo il suo ir,. I grosso, quando appena egli era entrato iie.1' la camera destinatagli, si presentarono ire i agenti investigativi col vice-ispettore Di Pietro. Essi furono subito riconosciuti poiché si erano Ria recati altra volta rtell'albergò ad assumere informazióni. — E' giù. arrivato l'avvocato Cogo? — i:h!esèro alla cameriera. i Ed alla risposta afferma;iva montarono sen' z'aliro alla camera Avvisato rli ciò il pro| pilotarlo dell'albergo, signor V'ordinando Cagno, salì anch'egli, ma In* quel momento gli agenti ridiScèrirlèvario ,nià scortando l'arrestato. Che erri d'un palici e mortale. Per evitar? la curiosità del cliemi. l'avvocato fu fallo uscire da una porla di servizio e accompagnato in QtiÈStui'iu dove attèndeva lì qué- • siorc comm. Catrassi. Uopo un primo interrogatorio sommario per stabilire l'identità dell'arrestate, il piovane fu scortnto alle Carc.òrl giudiziarie a disposizione della Procura del Re. Le disposizioni per l'arresto eraìio state impartite ieri stesso dal giudice-istruttore avv. Mussi-lènardl. ì Come abbiamo riferito dopo l'inchieste «'he ■ compiemmo a Barge l'aw. Giacinto, il primogenito del notaio Cogo, eserciva g \ la avvocai uni sia ne! paese natte, sia a Saìu/.?o, dove aveva studio In comune ooll'avv. Binilo ; Per accudire quindi ai due uffici egli l'c?va | .'.a spola tra Rargc e Snlnzzo. DI lui a Barge ' raccogliemmo scarse Informazioni. Anche l'aw. Giacinto presentava le carattere-Iche della famiglia Cogo. Freddo e riservato, i oco amante delle brigate di coetanei e p6?f> cspansivò. A proposito del progetto dì matrimoni.i tra lui e la signorina Rita Borrlon, nell'indagine da noi condotta a Barge potemmo raccogliere un particolare - uno di quelli che. pei il riserbo che ci eravamo imposti avevan*: *> taciuto — che getta uno sprazzo di luce sull'opinione che di lui avevano le persone che avevano occasione di avvicinano e conoscerlo. La signorina Hita — come già narrai.'imo •— aveva confidato ad una signora di Barge, sua amica, di avere una spiccata incllnszione per il Giacinto. L'amica, una volta, dopo avei ricevuto nuovamente questa confidenza, durante la quale te Ritti disse espli<-|tamente di essere"-innamorata » del Giacinto, fece osservare alla Rita che il Giacinto aveva un carattere poco amabile, e te sventurata ] giovane rispose : : — Lo so. Ha un brutto carattere ed .'■ cattivo. Ma lo sposerei ugualmente... I E' noto Invece che l'aw. Giacinto dichiarò : poi di aver cambiato idea e di non voler più ! sposarsi, soggiungendo — forse afiet'-ndo | una spregiudicatezza di moda — di ritenere più logico l'amóre libero, o almeno di voler I conservare te. propria liberti E con ciò la : progettata untone, che probabilmente soiri1 cìevti alla vecchia signorina Gogò, perch4 ai crebbe messo termine agli aspri contrasti di : interesse col notalo suo fratello, andò n fuI ino e di essa più non si parlò. J Coll'arresto dell'avv. Giacinto si chiude la serie degli episodi cosi drammatici di quieta. fosca vicenda"t Non crediamo. Rimangono ano-m ite rivelai si teli elementi da giustificare towwir ■.- - ncpshtidioblsfrSpctCPizrrdFetnmTgg! l!"| l| a; te] (r; lj fj , j j V; cs'Md; mh11i ÌV! ti bj S; ei u! li tD! svI r; fl. | ri. e! t; s! ; A; Vj v. t■vapjs0c1 dì rI Ps| p1 i i c; Mj (' t; mcssl1 dtTm Oneritieeni* Sua Maestà il Re. mota proprio, fcs ni-vminato Cavaliere della Corona d'Italia il ^snor Leopoldo Grosso, note commerciante iriilustr-lale della nostra e ina. Amici e conoscenti, lieti per rònóiifiCenzói che meritatamente premia il "suo attivo ed Indefesso lavoro e le virtù che II nèo cavaliere modestamente nasconde. Inviano le più sentite congratulazioni.