Il tormentoso mistero della morte di una vecchia signora e della sua figlia adottiva

Il tormentoso mistero della morte di una vecchia signora e della sua figlia adottiva Il tormentoso mistero della morte di una vecchia signora e della sua figlia adottiva Sinistro quadro nella sala da pranzo - Un grido nella notte - L'enigmatico contegno della giovane fantesca - L'indagine della Polizia e del Giudice istruttore - Tra il groviglio delle ipotesi v L'atteso responso della perizia necroscopica. • 0ue signorine, una di età avanzata, l'altra giovanissima, sono state ieri mattina trovate morte dalla, donna di servizio, nella sajletta da pranzo dell'appartamento che abitavano al terzo piano di via Nizza, 0. Da anni liniatti la signorina Carolina Cogo, di anni 65, •abitava nella casa insieme alla signorina Rita .Bordoni, di 21 anni, che si diceva avesse a1 dottata. , La duplice morte improvvisa è apparsa ai vlcirii molto misteriosa e del tatto venne subito (iato" avviso all'autorità di Pubblica Sicurezza. Dalla vicina Sezione di San Salvano accorse prontamente sul posto il Commissario cav. Hàblno, col vice-commissario Janni, 'l'ispettore investigativo Catoni e l'agente iBuggeto. Partiva subito dalla Centrale il cav. Palila, vice-commissario alla Squadra Mobile, ',e dal Palazzo di Città correva pure il medico 'municipale dott. Giulio Oliveri. Il Sostituto Procuratore del Re, cav. Moretti, ed il giu(Ulcé istruttore avv. Cirimele, sopraggiungeva!no' pòco dopo. I,o spettacolo macabro Oliando le autorità, attraversata l'anticamera e un salotto, penetrarono nella sala da pranzo, videro abbandonato sul sola, die si trova addossato alla'\ parete opposta all'entrata, la vecchia signora. La testa era anipoggtata alla spalliera in un abbandono più I completo del sonno.; se il suo volto non tos- • se stato di color cereo si sarebbe potuto cre'derè che essa dormisse tanta era la Qiaeidità ,del suol lineamenti. La signorina Dita invece era distesa sul pavimento coi piedi semiInascosti sotto la tavola e la testa reclinata i su un braccio col quale sembrava essa avesse Voluto farsene guanciale per l'ultimo sonno. La giovane era certamente caduta dalla seggiola sulla quale stava seduta leggendo. Lo'-attestavano la seggiola rovesciata sul 'patimento ed un libro che, caduto sulla siufa, • aveva le pagine a mezzo bruciacchiale. Ma anche il volto di lei era atteggiato alla massima serenità. ' Un primo esame medico sembrò escludere Un modo assoluto che si trattasse di delitto, ì poiché i eorpi non portavano alcuna traccia .di lesioni, nè di avvelenamento. A tutta prima era sorto il dubbio dell'avvelenamento, perchè, esaminando 11 viso della signora, si era notato che un occhio e parte della guancia erano segnati da una macchia scura ; ma 'si trattava invece di una di quelle macchie \— più comunemente conosciute col nome di .«voglie». — Anche la signorina aveva un ■segno"alla fronte, che però risultò provocato ì dall'urto violento che essa subì cadendo icontro la stufa, ferita però che di per se j^enne giudicata di poco conto. ! ■ Ma queste constatazioni non servirono a chiarire il mistero, che parve anzi addensar161 ancora più. Per quale, occulto uccidente erano dunque morte le due disgraziate signojrine? A noi che, appena corsa la voce del 'tatto, ci siamo recati sul posto., e che ci trovavamo presenti al sopraluogo eseguito dalle 1 autorità, nacque il dubbio esaminando il sni lotto òhe la causa della grave disgrazia sia Ida ricercarsi nelle esalazioni di acido carbonico provenienti dalla stufa, Infatti un limito tubo di terrò attraversava da una pane I all'altra tutta la stanza. Forse la chiavetta che sema per moderare attraverso il tubo il .calore era stata girata In modo da chiudere Ila corrente d'aria, e le perniciose esalazioni .al erano sparse nella camera. \ Im sorpresa della serva • La signorina Cogo aveva assunto ni suo [servizio due mesi or sono, meniti.' fi trovavo ■ancora in carntiagiia a Barge, una servetta 'di 18 anni, certa Margherita Palmero, e veinendo a Torino il mese scorso l'aveva porcata con sè. La Palmero, una radazza vispa •e svelta, si era subito ambientata nella uuiStra città e dice elle era contentissima del trattamento usatole dalle padrone. | Aveva servito da cena la sera prima alle signorine nella sala da pranzo., mangiando anch'essa delle stesse vivande. Dopo aveva [sparecchiato "e. rigovernata la cucina, prima 'di andare a letto si era recala a domandare alle padrone ,'se avevano bisogno di nulla. 'Erano torse le 22,30 quando la servetta en:trò nella sala da pranzo: essa uovo la signorina Cogo seduta sul sofà ohe stava lentamente lavorando a crochet una sciarpa di lana, mentre ascoltava la signorina Rita che leggeva un libro. Ritiratasi nella sua camera, la Palmero si addormentò, e,, come capita a ragazze di quell'età, dormi profondamente. Verso il tocco però il suo sonno fu troncato da un grido: le sembrò che qualcuno avesse chiamato al soccorso. SI alzò a sedere sul letto, e sletio Ih ascolto. Non udì più nulla. Che avesse sognato? Ma l'eco che quel grido le aveva lasciato nelle orecchie, non le permise di rimettersi sotto le coltri: scese dui letto, infilò le pianelle ed usci nel corridoio. Nella casa tutto era quiete e silenzio. Stette alquanto ad ascoltare vicino all'uscio della padrona, poi ritornò in camera sua e si rimise a letto, convinta di essere stata vittima .di un'illu- sione, di un sogno. La ragazza ieri mattina si svegliò alla sòlita ora e andò in cucina a prendere il pentolino per recarsi a comperare il latte, ma prima di uscire spinse l'uscio della sala da pranzo ed un gi'ido di spavento e di paura le usci dalla strozza. Aveva veduti i piedi cella signorina che spuntavano di sotto la tavola. Non ebbe il coraggio di soffermarsi maggiormente a guardare nella stanza, senti oscuramente che qualche cosa di terribile era avvenuto, qualcosa di cui essa non sapeva e non voleva rendersi ragione, e fuggi a precipizio per le scale, portando con se. nella confusione del momento, il piccolo recipiente del latte ohe ciondolava al s"n braccio. Ma anziché avvenire subito la portinaia della macabra scoperta fatta e dei dubbi che la turbavano, la Palmero pensò invece di andare prima a comperare il lnt'e e p scia a chiamare una cunna f'<--Pn nndronn che abitava in un altro rione. Fu questa signora che provvide a comunicare alla Porzia il dubbio che una disgrazia fosse capitata alla cugina sua ed alla sua figlioccia. Le indagini dei funzionari non si limitarono al salotto che era stato teatro della tragica fine delle due donne, ina sì esie.-e anche alle altre stanze dell'alloggio. Strane màcchie — che si direbbero di sangue — ed ancora umide, sono state trovate sullo lenzuola e sulla federa di un cuscino del letto della signorina Cogo. La servetta, interrogata a proposito di queste macchie, escluse nel modo più assoluto che osse vi fossero il giorno prima, quando aveva rifaito il letto. E allora come mai esse esistono? vi è qualche cosa di misterioso in questa casa, A giudicare dalle apparenze si direbbe che le due donne non si siano mosse dalla sala da pranzo, poiché i loro cadaveri furono ritrovati nella stessa posizione - eccezion falla .ver la signorina che cadde a terra — in cui M aveva vedute la Palmero alle 23 della sera prima. E allora come mai i] lenzuolo ed il cuscino portano tracce di sangue? Ed il grido che all'una di notte svegliò la serva coincide veramente coll'orn nella quale è avvenuta la morte delle due donne? E poteva quel grido allo e straziante essere emesso da una persona colta da asfissia? Nessun segno apparente vi è che possa far nascere il dubbio che estranei abbinano po,tuto penetrare nell'alloggio, poiché non si è notata alcuna effrazione o guasto alia noria ,éd ai mobili che possa giustificare l'ipotesi di un Omicidio a sicopo di furto. La signorina Cogo non aveva abitudine di ricevere estranei. La cerchia delle 6ue conoscenze era assai ristretta e la sua vita si svolgeva molto placidamente. Parlando colla portinaia ■fUa+mt+ MrtvrU •mtatuHnn» nlw wr»>»«iin no- I vbturpnspeTasQpcdglrisadeLbnnesDssLprslqltlcCtcsscalagcplc a , a e , a , i a e i n o o e a e l e a e a l e i o o a ra l e o a a e a. nini e si lo : al o oaiò a d oi o, u- a il e, a a di a si ti a a ea e a e nn ia laanne d nto ta el r è A le da ola ui ra il do de la do erar po è ia esi di osi o- I via Nizza, N. 9, La portinaia alla quale ab-1 dubiamo chiesto qualche particolare sulle abitudini di vita della signorina Cogo e se le risultasse che costei avesse suscitato qualche palese rancore, o che comunque avesse del nemici; ci risponde: — Nemici lei? Ma se era la bontà fatta persona. Sempre dedita ad opere di carità: tutta pietà e religione I iBasta citare il tatto che essa andò molti anni or sono all'Ospizio dei Trovatelli a prendervi la signorina Rita che aveva allora otto anni. La signorina Cogo se la allevò e la tenne come sua figliuola do queodoverLsamerasuelemegecoQuesto dimostra quale animo fosse il suo. E i neproprio come una ftgìia la buona signora i geconsiderò la povera tj-ovatella poiché le fece tamdare una educazione di primo ordine. La si- cibgnorina Rita, era molto appassionata delle! Llingue straniere, e d'arte ed ella mai contra-1 sa rio queste sue tendenze, anzi l'accontentava j pein ogmi suo desiderio. La teneva sempre a j desè vicina e non l'abbandonava mai; ansiate i coandavano tutt'e due in campagna a Barge, i medove la signorina Cogo ha un fratello notaio, e ritornavano in città solamente all'inverno. La signorina Rita per pai-te sua contraccambiava la benefattrice di pari affetto: nessuno nemmeno noi, abbiamo mai saputo che essa ta e mederognon fosse autenticanìpote della signorina Cogo j codochQuI— — nosa gnusinpesuob—indipeaipogiaa;\oe se non fosse capitata questa orrenda disgrazia credo che non l'avremmo saputo mai. Del resto noi ci accorgevamo della sua presenza in questa casa solamente per la corrispondenza che veniva deposta in portineria. Le signorine conducevano una vita molto appartata; ad eccezione della contessa Mattassero di Costigliole. sua cugina che veniva, quasi tutte le sere a passare qualche ora con loro, raramente esse ricevevamo visite. Sì, qualche volta veniva un'amica di scuola della signorina od il comm. Lavagna, ex-segretario particolare di S. E. Giolitti, col quale la signorina Cogo era parente a. Mentre ]a portinaia ci fa questo racconto, ci giungono all'orecchio straziati singhiozzi. Chi sarà? Usciamo un momento dalla portineria e vediamo una signorina scendere l'ultima rampa di scale sostenuta da un'uomo che riconosciamo per l'agente Alvaréz della squadra mobile. La signorina, tutta scossa dai singhiozzi, aveva il viso irrorato di lacrime. Ci appressiamo a lei e veniamo cosi a sapere che essa era un'amica di scuola della signorina Rita. Era venuta a trovarla e avendo veduto l'alloggio Invaso da tutti quegli sconosciuti, aveva avuta l'intuizione ohe qualche cosa di grave, di irreparabile era capitalo alla sua amica — Voglio sapere! Voglio sapere? — insisteva la signorina — Che cosa è dunque accaduto? E poiché l'agente con una pietosa menzogna la -allontanava dall'appartamento c la cunduceva via dalla casa essa diceva: — Sento che mi si nasconde qualche cosa, perchè? Dove è Rita? — E' ammalata e non può riceverla, ritorni domani... E coll'animo turbato, la signorina, — che ora avrà appreso la terribile verità, — si allontanò. Riprendiamo il colloquio colla portinaia. Si è aggiunto anche il marito, il quale ci dice che non sa rendersi ragione dell'accaduto. Egli si mostra stizzito verso la Palmero, la serva della signorina Cogo. — Se quella stupida — egli dice — ci avesse subito avvertiti di aver veduta la signorina stesa a terra nella sala da pranzo, io sarei corso subito di sopra e forse eravamo ancora in tempo per salvare quelle due infelici. E' invece inconcepibile che essa, dopo quella tragica vista, sia uscita por andare a comperare il latte, l'abbia riportalo e poi in seguito, invece di avvisare noi, sia andata a cercare la contessa Manassero. Ed essa ha perduto un tempo preziosissimo, poiché siccome non ne conosceva l'indirizzo, andò a gironzolare in piazza Madama Cristina per incontrarvi la serva della signora contessa, die è anche essa di Barge. Ebbe la fortuna di incontrarla; e andò a raccontare i suoi sospetti alla contessa, che abita in via Silvio Pellico, poi ritornò assieme a lei nella casa di via Nizza. « E' ria notarsi poi uno strano particolare — osserva il portinaio: — Mentre la fantesca della famiglia Pecorini che abita al ninno superiore, ha detto di aver veduta la Palmero ritornare col latte, anrire cautamente colla chiave l'uscio dell'appartamemo, (piando la radazza ritornò colla contessa disse 'nveee die non era in possesso delle chiavi deirallPirgio e si dovette anzi andare a chiamare un fabbro per aprirei Perchè la Palmero non ha detto la verità? E. perchè, infine p«=a quando ebhe il sospetto che le due signorino fossero state còlte da malore, miri bussò atri' usci, dove dormono dnp ninni, (i..iin signorina Cogo? .Pnirih* due stanze -'oH'annarinmenlo sono ordinate dai signori Arrostin.i Corro, di an"i 22. studente in chimica, e da! fratello, avv- Carlo, di anni 2-1. Stanze, alte quali, però, si accede dal pianerottolo della scala ». Tulle queste considerazioni del portinaio, però, ad altro non servono se non a convincerci che lo strano mistero si addensa sempre più su questa duplice morte! I/ipotesi d'un delitto Nello slesso alloggio raggiunto, in modo cosi improvviso ed impensato, dalla morte, l'autorità ha tosto iniziato il lavorio delle indagini. Oltre ai menzionati funzionari delia Sezione San Salvano si sono recati nella casa di via Nizza. 9. il cav. Palma, capo della polizia giudiziaria, il cav. Rossi capo Clelia squadra mobile ed infine anche il vicequesiore cav uff. Tabusso. Ai primi agenti molti altri se ne sono aggiunti. . Occorre premettere che le indagini non hanno portato ad un risultato definitivo e concreto. Molte e importantissime cose sono sevapozineud1 al^i e vegalastaunsuchdiCoavapnataìnspgiraine vepoa agmfebac'degicachvsiptepqretrcvlmscscrpacperò venute in luce. Principale questa: che ! ila morte delle povere signorine potrebbe ari-1 cohe attribuirsi ntii a tm caso disgraziato, ma j a delitto. Anche se ancora gli inquisitori sono , lontani dall'identificare i colpevoli, essi non i escludono però che si tratti di assassinio. I l.'n elemento importantissimo, anzi essenzla- j le. in proposito sarà portato dal responso | dell'autopsia: ciò non toglie che già sin d'ora il cumulò delle circostanze prese in esame autorizzi l'autorità a non scartare l'ipotesi del delitto. E, se delitto c'è, esso si presenta sotto una impronta quanto mai intricata e misteriosa. A percorrere le ardue e tormentate vie pcrj addivenire alla scoperta i funzionari di pub dugctsavnliblira sicurezza ed il giudice istruttore Ciri-j thiele si sono trovali più d'una volta come bdisorientati. Essi hanno camminato un po' a stentoni, incappando ogni tanto in un'insidia, l•he ne sconvòlgeva i risultati. Percorsa una lstrada, ad un dato punto si trovavano davan li ad un improvviso ostacolo che li obbligava a cercarne un'altra Abbiamo detto che solo sulle emergenze dell'autopsia la polizia potrà costruire in modo saldo e sicuro; abbiamo però soggiunto che il lavoro preparatorio ha dato risultati li indiscusso valore. Vediamo brevemente i:u>'=ii elementi accertati al lunie della realtà o semplicemente intravisti fra la la penombra del dubbio, elementi che fanno di questo uno dei più appassionanti e gravi casi della polizia giudiziaria, e che susciterà intorno un'eco singolarmente vasta e suggestiva. L'ipotesi del dell'Ito è slata affacciata dagli accertamenti del medico municipale dottor Oliveri. Questi, intorno alla bocca ed alla base delle narici delle signorine marte ha riscontrato dei vaghi segni che potevano essere interpretati come leggere ustioni lasciale da un tampone imbevuto di narcotico. Le vittime sarebbero quindi state soffocate. Ciò contrasta, è vero — primo dubbio! — con l'attiSudine di perfetta placidità della miaìa ornnn c/ìfftici -i w»Iti /tal t*aAava*4 rr%n dsuscaguinnmef dussero la possibilità dell'omicidio, passati- do sopra a certe circostanze in contrario, quella, ad esemplo, che nella stanza un vero odore o sentore di narcotico non venne avvertilo. L'ipotesi del defìtto, subentrata improvvisamente a quella della disgrazia, n.i, coiih era naturale, messo in moto la Polizia, che subito si e ailaccendata per ricostruire gli elementi della certezza. Per questo sono aumentati nella casa tragica funzionari ed agenu, per questo" s: invitarono parenti e conoscenti a deporre, e tino a tarda ora i nell'alloggio fu un contìnuo moviménto di i gente. 1 parenti vi sono rimasti fniriterrol tamenie dal mattino aila sera, senza toccare cibo. ! Le fila di questa prima minuta ed affanno1 sa inchiesta furono condotte intorno ad un i j persona: la servetta di casa. Con l'ipotesi j del delitto, l'importanza di costei veniva di i colpo ad aumentare e i suoi atti ad assu i mere un valore di primo ordine La condot ta della ragazza venne quindi freddamente e diligentemente esaminata e vagliata, come quella da cui poteva venire la chiave dell'enigma. Essa fu, a varie riprese, interrogata a lungo — fino alle 18 — e messa a j confronto con altre persone, E la sua con dotta non apparve del tutto logica, tanto che essa venne trattenuta e condotti in Questura. Un lungo interrogatorio Il contegno della ragazza dopo il delitto — quello che di lei si è venuti a conoscere — è apparso strano, e le giustificazioni sue non hanno del tutto convinto l'Autorità. Essa ha narrato di avere scorta a terra la signorina aita nella sala da pranzo, di essere uscita, di avere comperato il latte, di essersi inessa alla ricerca della servetta sua amica per comunicare il fatto alla cugina dcll.i sua padrona. « E' possibile e naturale — obbiettano 1 rappresentanti della giustizia — che alla vista della' padroncini alesa inerte al suolo, una persona di servizio esca di casa per andare tranquillamente a comperare il lane? e non gridi, non chiami aiuto, rivolgendosi, 'dd esempio, ai due nipoti della padrona, die dormono nell'alloggio e le cui pone a vetro sono a pochi passi aawa sala da pranzo, nello stesso corridoio? ;\on doveva essa avere un qualche interes- a a a a , e , e i . , o , e a i n e o CospimcoMlitfudupalétin A ladpuseril gei dequcaprbedereCoograPaallmcovapoqusi grendistcetuspsosgzfsamse a non avvertire della scoperta i due giovani? E perchè nulla ha. detto ai vicini, al portinaio'.' ». e senza dubbio queste obbiezioni hanno un peso, che le giustifica fcssU ha inoltre detto che quando, alzatasi nel cuor della notte in seguito al lamento udjto, si portò nel corridoio per vis1 tare 1 appartamento, non notò nulla di strano la st reatett le signorine sono morie ^"fftote-senza recarsi a letto, non doveva i iSJ i P^nzo essere tuttora illuminata, e Per la porta, rimasta socchiusa, non doveva la ragazza vederne trapelare il raggio >Sulndl, interessarsi del singolare caso? Ma sul conto della ragazza altri interrogativi sono sortì. Essa, quando è rienlrata la. prima volta col latte comperato sarebbe stata vista - come abbiamo dettò - da un altra fantesca, che scendeva da-un piano superiore aprire la porta .dell'alloggio con la chiava Ma quando, dopo che essa fu uscita di nuovo, giunse la cugina della signorina Cogo, e si trattò di entrare, essa disse che non' aveva le chiavi, e la porta dovette essere aperta con l'opera dì un fabbro, che- il portinaio e andato a chiamare appositamente. Questo punto delle chiavi fu il più importante nei riguardi della ragazza. Essa venne ìnyilaladal giudice istruttore Cirimele a dare spiegazioni circa questo sue uscite dall'alloggio e il modo con cui furono effettuate La ragazza venne condotta vicino alta sorta dli ingresso, dal lato interno, e giudice istruitole e funzionario, vollero che ripetesse quanto aveva fatto al mattino. Essa affermo che aveva potuto uscire perchè la porta non era chiusa a chiave, ma solo col chiavistello die si fa agire internamente. Aggiunse che contrariamente agli altri giorni, trovò la catenella non fermala al gancio, ma pendente da un solo battente, e riscontrò pure che nella toppa non c'eu'a la chiave. — Chi era la persona che ti alzava prima delle altre in questo alloggio? — chiese il giudice istruttore. — Io — rispose la ragazza. — Sempre? — Sempre. — E cosa avete pensato di queslo fatto della catenella non a posto e della mancanza delle chiavi? — Non vi feci caso. Non me ne sono curata. — Ma delle chiavi specialmente noti dovevate preoccuparvi? — Pensai che le chiavi le avesse prese la signorina Rita. — Cornei avete detto che un momento prima avevate scorta la signorina stesa a terra, e avete pensalo che proprio lei avesse pe.se le chiavi? La ragazza non seppe rispondere altro a questa osservazione, che denegazioni generiche. I presenti ebbero l'impressione che essa non dicesse la verità oppure che fosso troppo confusa e impressionata per ben ricordare. Il giudice la esortò a confessare so veramente, durante la notte, aveva aperto l'ingressa a qualcuno... Essa negò recisamente', Ma fu ugualmente ordinato il suo trasporto alla Questura. Un'altra sflrana oircostanza raccolta sul conto della servetta è questa. Essa al mattino si presentò in portineria ed aveva le mani calzate da guanti di pelle, mentre nessuno ricorda di averla veduta con i guanti. Perchè portare i guanti proprio ieri mattina? Cos'i la ragazza è stata trattenuta. Eppure, anche contro questa supposizione della sua colpabilità è lecito sollevare — e gli stessi e ! inquirenti li hanno avuti — dei dubbi. Per-1 che sembra •inammissibile che una ragazza AsodoCaprroputevigiLil quMqugninAprglcodGccaBRsvCMla j o , n i . I a- j o | a e si a a. rj b di 18 anni, venuta dal paese natale da appena un mese, che faceva, vita ritirata tal compagnia delle padrone, che ha sempre tenuta condotta lodevole, possa essersi d'un colpo traviata a tale punto, da associarsi all'assassinio di due persane, dalle quali non aveva avuto che gentilezze. 1 cadnvei'i in rumo vestiti ? Secondo l'inchiesta qualcuno (ma ehi*?) avrebbe potuto aprire di notte a de"li scoi, nosciuti ciie hanno compiuto il duplice deliito. Ci sono elementi che corroborino questa ipotesi, all'inluari dei sospetti raccolti in i-j torno alla condotta della ragazza? SI. Abe biamu già detto che sul letto delia Cogo sono a slate riscontrate delle macchie oscure, dala, l'apparenza di sangue, e precisamente sulle a lenzuola e sul cuscino. La macchia del cu- n ae oo ti e lmo a o li or la iele t— a n di . jumvixid scino fa sospettare che, narcotizzate le vilume mentre 'dormivano, l'assassino o gli assassini abbiano completata l'opera del aar. colìco premendo il cuscino sul volto di loro, allo scopo 'di soffocarle. Altra impressionante constatazione è la seguente. Contrariamente a quanto era apparso ul primo .sommario esimie, si è accertato che i.due cadaveri apparivano alquanto discinti nelle vesti, o per lo meno che le vesti stesse non eiano del tutto abbottonate e perfettamente aggiustate sulla persona. Sembra, di più, che alla' Cogo mancasse il busto che era solila, a portare, e che le mancasse pure qualche indumento pesante idi lana che essa di temperamento piuttosto freddoloso, non tralasciava mai di indossare neila stagiono invernale. A questa circostanza l'autorità ha dato gran peso, per dedurre che le due donne furono) ueci.-c nel loro letto, e quindi vestite, per essere poi trasportate nella sala da pranzo in ouelia identica posizione nella quale furono Viste la sera precedente dalla persona LdlqtadadpccafimvsdbdistmCuvl7tnlrlèCim Cogo. ed anch'essi nulla hanno udito di sospinto, durame la notte, mentre una simile impresa delittuosa non poteva essere condotta con tutta comodila ed in perfetto silenzio. Ma, pur accettando questa ipotesi del delitto, quali ne sarèùboro stati i moventi? il furto? Anche qui sorte la solita ombra del dubbio Come pensare al furto, se tutto l'appartamento fu trovalo nell'ordine più perléttOy, se la minima cosa era a suo posto, se in alcuni tiretti furono trovati valori e gioie? A questo proposito si fa l'induzione che i ladri o supposti ladri, disturbati ad un certo punto nella loro impresa, — forse dalla stessa serva, quando costei si alzò per aver udito il grido — abbiano lasciato l'alloggio fuggendo. E qui si può benissimo obbiettare che i ladri devono avere avuto tutto fT tempo desiderato se hanno potuto preparare tutla quella messa in scena del rivestimento idei cadaveri e del loro trasporto nella saia da pranzo: nel senso che logicamente essi avrebbero dovuto prima pensare ali impadronirsi del bottino. Tutti i famigliari sapevano del resto che la maggior parte deli valori della Cogo — quella che veramente poteva formare oggetto di ingordigia ida parte di tèrzi — eranu depositati presso l'Opera Pia di San Paolo; e forse tale circstanza era nota pure alla servetta, poiché le padrone la trattavano molto famigliarmente. In un tiretto, insieme con valori di sua proprietà, la Cogo conservava un libretto di risparmio che uno dei nipoti le aveva affidato. Come si vede da tutto quanto abbiamo sin qui esposto, la tragica scoperta di via Nizza si presenta, oltre che come fattoi di singolare gravità, coi caratteri di un vero o tormentoso enigma giudiziario. A dissipare le tenebre die l'involgono., funzionari ed agenti della nostra polizia stanno, senza risparmiarsi, pròcedendo nelle non facili indagini. Ma, sopratutto, varrà a far luce nel mistero il responso della perizia necroscopica la quale sola può stabilire veramente se le due disgraziate donno furono vittime delle esala, zfoni della stufa, o se invece furono mostruosamente uccise da un narcotico propinato da mano assassina.

Luoghi citati: Barge, San Paolo, Torino