La sinistra democratica

La sinistra democratica La sinistra democratica !LLa sospensione portata alla discussione di politica interna della Camera dall'incidente Misiano (auguriamoci che tra breve tempo scompaia dalla scena politica italiana senza ulteriore chiasso e violenza questa brutta figura) permette di fermarsi un momento sopra il fatto parlamentare più importante di questi giorni: la costituzione ed il primo funzionamento del gruppo democratico. Era impressione di 'taluni — impressione artificiosamente mantenuta e diffusa a scopo di manovra parlamentare — che la formazione del gruppo avesse obbiettivi particolari ed immediati, ooncretantisi nella provocazione di una crisi ministeriale. E' stato bene pertanto — a prescindere da ogni altra considerazione sulla opportunità presente di una crisi e da ogni apprezzamento definitivo sulla politica dell'attuale Ministero '— che il nuovo gruppo, nella pi-ima adunanza dopo la sua costituzione, abbia respinto la proposta di schierarsi contro il Governo nella votazione imminente. L'on. Facta illustrò efficacemente la convenienza per una nuova formazione parlamentare, che non ha ancora neppure sostenuto l'esperimento di un primo voto alla Camera, di un periodo di attesa, di raccoglimento e di orientamento prima di iniziare un'azione propria determinante eventualmente una nuova situazione. Ragione pregiudiziale, come ebbe ad esporre lo stesso esperto ed autorevole membro del direttorio democratico, a quelle altre cui ci riferiamo genericamente più oltre che sconsigliano dal precipitare cambiamenti di Governo che non appaiano assolutamente necessari: la delicatezza della situazione economica e finanziaria quale risulta dalla 'crisi industriale e bancaria in pieno svolgimento; la riforma della burocrazia anch'essa in corso, ed infine la stessa Conferenza di Washington, la quale, come abbiamo visto, riguarda anche interessi italiani vitali. La formazione del nuovo gruppo dovrebbe rappresentare un passo innanzi per il superamento delle divisioni e delle contese personali e l'organizzazione delle forze democratiche. E' vero che essa risulta, per ora, quasi unicamente dalla combinazione di due gruppi precedenti, combinazione che può dare, in questi inizi, l'impressione di un aggregato, di una giustapposizione esteriore piuttosto che di una fusione vera e propria. Vien fatto di pensare alla nuova legge elettoTale italiana, al collegio allargato che funziona troppo, spesso come la somma dei precedenti collegi uninominali anziché come il loro superamento. Perchè il gruppo trionfi di un simile pericolo e risulti una formazione di reale vitalità politica sono necessarie anzitutto due condizioni: che esso sappia attuare una effettiva e rigida disciplina interna e che concreti e manifesti le proprie idee intorno all'attuale situazione politica ed ai problemi in questa predominanti. Decidere se votare prò lo oontro il Ministero e, sia pure, attuare 'la decisione presa con disciplina è qualche 'cosa, ma non può certo bastare per conferire al gruppo una sua fisionomia ed rana reale importanza nella politica nazionale. Por le stesse ragioni crediamo assolutamente errata la tendenza di coloro che Vorrebbero allargare il gruppo all'infinito comprendendovi tutti i deputati costituzionali. Se una intesa di carattere stabile 'e magari una fusione coi social-riformisti può apparire possibile ed utile, altrettanto non potrebbe diirsi di una combinaeioiM e contusione coi liberali di destra e nazional-fascisti. Il gruppo dei 272 deputati costituzionali, patrocinato ardentemante da un giornale romano, mentre non potrebbe costituire una maggioranza capace di tenere in vita un Ministero, significherebbe il trionfo dell'ibridismo caro agli arrivisti ed insieme un passo verso destra, una tendenza reazionaria assolutemente sconsigliabile. La fortuna del nuovo gruppo invece dipenderà sopratutto dalla sua capacità «ad acquistare, attraverso un programma veramente democratico e progressivo, una fisionomia schiettamente sua che renda difficili il più possibile così i cambiamenti di indirizzo come gli equivoci ed i compromessi. O il 'Quovo gruppo sarà veramente una sinistra vitale attiva e perfettamente caratte lizzata o la sua vita sarà breve, poco glo rlosa e non giovevole alla nazione. LI La cositazlone 8 l'Insediamento del Triboliate arbitrate italo-germanico Roma, 5, notte. ! Stamane, alle 11, si è insediato alla Consulta Jl tribunale arbitrale misto italo-germaniBo. previsto dal Trattato di Versailles. Aprente 1* seduta, il sottosegretario agli Esteri, Sen. Valvassori Peroni, ha porto ai convenuti II saluto del Governo italiano, rilevando i benefici effetti che si attendono dal lavori del tribunale, destinato anche a recare un considerevole contributo all'elaborazione del diritto Internazionale, ed a creare quella atmosfera di cordiali rapporti fra Stato e Stato, in eui solo può mettere profonde radici e crescere l'ideale dalla desiderata pacificazione degli spiriti e del popoli. Al saluto del senatore Valvassori Peroni, risposero, pronunciando brevi discorsi di ringraziamento e di augurio pel felice successo dei lavori, l'incaricato d'Affari germanico a Roma, F. De Prittwittz, Affron ed il presidente del Tribùmale, Dr. Berta j Col pieno accordo del Governo italiano e di quello germanico, il Tribunale arbitrale .misto italo-germanico è slato cosi composto: Dr. Berta, presidente : poi, per l'Italia, Dr. Alberici, arbitro, avv. Lobianco agente del Governo, Dr. Barone segretario : e per la Germania, prof. Rabel. arbitro. Di'. -Scholz arbitro supplente, Dr. Heinke. agente del Governo, Dr. Fritz, segretario. Dr. Vichweger capo dell'ufflcdo dell'agente del Governo in Berlino. Alla seduta assistevano fra gli altri il aoram. Palombo, il grand'uff. Mercurio ed il ccDdtTMtsgrbaaugPqcttlP

Persone citate: Alberici, Berta, Facta, Lobianco, Palombo, Scholz, Valvassori Peroni

Luoghi citati: Berlino, Germania, Italia, Roma, Versailles, Washington