Enorme impressione mondiale suscitata dalle proposte americane pel disarmo

Enorme impressione mondiale suscitata dalle proposte americane pel disarmo Enorme impressione mondiale suscitata dalle proposte americane pel disarmo pL'emozionante scena quando Hugues fesse il progetto - Tutti i riserbi della vecchia diplomazia aboliti - Disorientamento di qualche delegazione europea {Servizio speciale della Stampa) {Sv pv Londra, 14, notte. I corrispondenti londinesi a Washington narrano che non ci si è ancora riavuti dalla sorpresa suscitata dalle dichiarazioni del signor Hugues. L'effetto che le dichiarazioni di lui hanno prodotto sui presenti nel momento in cui furono fatte, e quello ancora più profondo che segui quando le dichiarazioni stesse furono lette e meditate, è indescrivibile. L'alto del segretario agli. Esteri non era atteso da nessuno, neppure dai suoi intimi collaboratori. Quando egli si alzò per parlare, nessuno nell'aula si attendeva che un problema di così capitale importanza, come quello della riduzione degli armamenti, potesse essere trattalo seduta stante, e ridotto ai suoi elementi essenziali, e risolto in un batter d'occhio, come se le asserite difficoltà di esso fossero state create artificiosamente, al solo scopo di rendere una soluzione impossibile e irraggiungibile. L'onorevole Hugues, calpestando tutte le consuetudini e rinunziando con un atto coraggioso alle sottigliezze e ai canoni della diplomazia tradizionale europea, ha scoperto ad una ad una, con una franchezza quasi crudele, le proprie carte. A mano a mano che esse andavano abbattendosi sul tavolo verde, il nervosismo e l'inquietudine dei rappresentanti del vecchio mondo venivano facendosi sempre più manifesti. Inconsciamelile qualche delegalo e qualche esperto era sorlo in piedi e seguiva con sguardo attonito c mal celata ansia le dichiarazioni del ministro degli Esteri, americano. Impassibili,' impenetrabili dietro la loro maschera orientale, erano i delegali giapponesi inquieti e quasi angosciali gli inglesi. L'onorevole Uriand. pallido in viso, riusciva amala pena a nascondere il suo profondo sbigottimento. L'inquietudine era fin troppo visibile sul suo viso mobile di latino. Quando l'onorevole Hugues ebbe finito dparlare, fu un sospiro generale. Molli visrimasero assorti nello stupore : qualcunocome quelli degli italiani, apparve sorridente. L'onorevole Uriund <; i suoi, collegllerai.u addirittura raggianti. La catastrofe temuta dalla Delegazione francese non. era avvenuta. Ciò che quest'ultima temeva era che. infilata la strada delle dichiarazionpratiche, il segretario di Stalo americano abbordasse, anche il problema del disarmo terrestre, togliendo d'un colpo alla Delegazione francese qualche possibilità di manovra politici per l'avvenire. Per fortuna dePraticelli, l'onorevole Hugues non fece cenno agli armamenti terrestri, riservandosforse di trattarne con uguale franchezza in un'altra seduta plenaria. La parola non può descrivere Vaccoglienza fatta alle dichiarazioni del capo della Delegazione americana da parie del pubblico scelto che gremiva le tribune. Fu una ondata irrefrenabile di entusiasmo, che a molti presenti apri orizzonti insospettati susignificato della rituale espressione « pubblica opinione ». Questa si. è manifestala t7i modo clamoroso nel momento in cui isignor Hugues aveva più bisogno del suo appoggio, perchè doveva [are convinte le Delegazioni dell'Europa o dell'Asia della sincerità della proposta americana. La scena svoltasi ieri nell'aula del palazzo panamericano rimarrà a lungo viva nella memoria dei presenti, ed in particolamodo di quella dei rappresentanti dell'Europa. Vi è chi a Washington ha potuto sentirsi sgradevolmente sorpreso, e magari leggermeli indignalo, di questa clamorosa manifestazione piazzaiuola del pubblico e del suo intervento, in un certo momento tempestoso, nella partita che si stava giuocando. La diplomazia europea riunita a Parigi non avrebbe tollerato che gli spettatori intervenissero nelle sue discussioni e imponcsscio a questo o a quello statista dpronunciarsi su questioni che solo gli iniziati sono chiamati a trattare, nel segreto di quattro mura ben sorvegliale. I lempsono mutali; e come qualche critico fa. oggosservare, essi sono mutati a tal punto chese prima della guerra uno statista avessosato avanzare proposte analoghe a quella dell'on. Hugues egli sarebbe stato preso peun folle, ed il convegno sarebbe andato immediatamente a monte. Oggi, non solo la conferenza continuerà, ma i suoi membrsi affrettano a dichiarare che l'atto desegretario americano ha spianato la strada alle discussioni, e convinto il mondo chl'ora del disarmo, se non è suonata, sta per suonare. La situazione creala dall'inatteso e sensazionale gesto degli Stati. Unitè tale eh', a nessuno è data la possibilità d'ritirarsi indietro senza apparire tosto aglocchi del mondo quale nemico della paceQuesta è l'opinione unanime delle Delegazioni alleate a Washington e del pubblicoII disorientamento delle Delegazioni si dice sia vivissimo. Se qualche cosa poteva essere previsto dai migliori conoscitori demetodi di discussione americana e delle opinioni dominanti nei vasti strati della popolazione degli Stati Uniti, era che il signoHugues enunciasse ieri alcune possibili soluzioni del problema del Pacifico. La discussione di questo problema era attesa e desiderata da varie Delegazioni, in particolamodo da quella britannica. L'Inghilterra in lutto il periodo preparatorio della Conferenza, ebbe ad insistere sulla necessità dtrattare i problemi estremo-orientali, pepoi passare all'esame della questione dedisarmo che, secondo le vedute della diplomazia europea, non avrebbe mai potutessere trattato a fondo senza che si eliminassero le cause fondamentali della corsa agli armamenti; e queste cause andavano ricercate nelle rivalità economiche e politiche del Pacifico. L'on. Hugues ha dimostralo che questa tesi non reggeva in piedil-oichè non solo ha chiesto all'Inghilterra ed al Giappone di ridurre la flotta; ma s£ offerto di apportare alla flotta americanuna riduzione che, proposta, pochi anni osono, avrebbe [atto sorridere di commisefasione qualsiasi esperto navale* L'impressione desiata in America dal provetto di Hugues non poteva non suscitare una emozione intensa in tutta l'Europa. A Londra le dichiarazioni di Hugues [anno l'effetto di una formidabile esplosione. Negli ambienti governativi si rifiuta di fare qualsiasi dichiarazione, e si asserisce che nulla ■') essere dello fintanto che un rapporto uguaglialo dell'on. Balfour e di lord Eealty non sia giunto a Londra. La stampa di qua in massima non può [are che una calorosa accoglienza al progetto. 1 commenti, tutti cortesi, taluni entusiasti, della stampa londinese, sembrano tessuti collo stesso filo. Qua e là però il. calore à attenuato. Si riconosce che mai la dottrina wilsoniana della diplomazia alla luce del giorno fu applicala con un rigore cosi matematico come l'altr'ieri a Washington. I commentatori inglesi sono unanimi nell'asscrire che il progetto americano costituisce un'ottima base di discussione, e che in massima non può essere ragionevolmente respinto da ncssmia Potenza. Più cauli e un tantino sceltici sembrano essere gli esperti ed ut genere j competenti di questioni na vali. Trionfante invece è l'ammiraglio Perei/ Scoli, il quale vede anzitutto nello schema americano una condanna a morie definitiva delle grandi unità navali

Persone citate: Balfour