Il processo per òa selvaggia strage di Villa Barsi a Tortona

Il processo per òa selvaggia strage di Villa Barsi a Tortona Il processo per òa selvaggia strage di Villa Barsi a Tortona G-lmputat,nanzai giurati tJna impressionante di Alessandria, si tengono sulla negatva ricostruzione dell'orribile delitto (Dal mostro Inviato speciale) Alessandria, 5. SI .è ripreso stamane il .processo contro gii fctMWi d$)la strage di Villa Bassi, a Tortdfaa. L'ì curiosità <ìeì pubblico in questi giortol 4' attesa si c fatta morbosa, e -di buon'ora la adiacenze della Corte d'Assise soiio'aflollatissime,. I$cco giungere, in una mattinata viste e nebbiosa, il carrozzone degli imputati. Scendono ad uno ad uno, colio sguardi torio, come beìv* prese al laccio; sentono ìtA «giltoo ostile della falla, che a stento trattiene grida di orrore e di vendetta. Ripiegano il cajpo o non spera'no compassione. Gli accusa* vengono introdotti. 11 presidente, cav.S.wasi, apre l'udign^a ìPoco prima docile 10, mentre il pubblico « andato aumentando considerevolmente e si sospinge in tutti.gli spazi affAnnosameote. Il Presidente lepge i epmmt capi di imtatazicme, di cui da Stampa ha già parlato ailutigo; dopo di che si 'stabilisce che la nuova udienza sarà tenuta martedì. Roberto Lendini I Si 7i»ssa' quindi; all'interrogatorio dell'impu'ìato principale: il Landini!* , II.Iji-estdente contesta all'imputato Roberto iLandlni raccusàMi ■escare 'penetrato, assieme ad,;altri, nella;'Villa Bassi e quivi aver compiuto <)o scempio oin'ibilo in quella casa., uu.cidenào tre persone e ferendo gravemente ini ragazzo. Ricorda elio il Ju&ntìlni la conItìann'^to già nei 1918 per un fatto commesso 'neìlavétessa villa, cioè per un furto, seguito ida etìviale. a danno di \ina cameriera della letessa signora Bassi. L'imputato, che è un ■giovane bruno. coWa folta barba c con gli 'Occhi che sfugono lo sguardo, caratteristica dei delinquenti, ha un grave difetto di pro>nuncVa: e balbuziente; le sue parole non si 'capiscono ©bisogna,fare un varo sforzo per Ipoter. comprendere cho cosa egli dice, tanto •che;il Presidente è; .sovente- costretto a ripetere ai giurati quelloiclw l'imputato ha detto. II. OuaKdlni contesta tutte le accuse del Presidènte ed afferma.ohe alle, 22.30, della sera del 15 febbraio egli cra^ri&ntvat/o gto casa", donde non è uscito che alle 8 del'mattino del giorno 10.' Carbone e galline | Presidente : —, Ma vi, sono .deposizioni che affermano die voi siete rientrato a casa a'mezizogiorno. ' Landini: — E' impossibile. Io ho affermato Inai modo più categorico di essere rientrato in kjasàj'a «eraidei.J.5. e dd npn essere uscito che Ila-,mattina successiva e verso le-10,30. L'impuìtaio afferma che'.vi'ò una-donna, che allora 'dava da nianjriBj'ó ai maiali, cli&jjotrebhe cerItincara questa sua affermazione. > Presidente: — Si e vero.v.ma" questa-donna, llntcrrogata, ha di chi arato che non vi ha visto. lAveto.incontrato la -mattina del io -l'ebbraio la :Bailo?.. , Irirputato: — Si. ' Presidente: — Dove andava la Raiilo? ; Imputato: —'Andava dall'avv. Lugano per iparlàrgli della dilesa del suo-'amante, 1alc SStocchini. ■ - ,-„''■. , Presidente: — Avete incontrato lo Stocchiini e la Bailo. Che cosa avete'detto loro? , Imputato: — Niente. • Presidente: — Eppure dall'istruttoria è d'etto |che voi avete parlato collo iStocchini chiedendogli se voleva venire con voi per fare « del ^carbone e delie galline ». Si tratta di un linguaggio della malavita. i Imputato: — Sì, gli dissi-se voleva venire •'con me a fare defilé galline, ma non gii parlaL-.del carbone. Presidente:..— Che cosa volevate dire colle parole « gattine? ». . Imputato, quasi sorridendo : — Rullare galline. Presidente: — Eppure, in gei-go ladresco, 'galline vuole dive qualche altra cosa. t~ Vuol dire rubare. Presidente: — Pare del. carbone e delle galline, significa andare a depredare qualche casa ed in caso di impossibilità limitarsi a cose ip!u lievi... L'impulatOjiiion risponde. I . Pubblico Ministero, — In sostanza, ammettete di avere fatto questo discorso ? Imputato: '— SI. ; — Chi si trovava -insième alla Bailo e lo Stecchini in <iu.er.la occasione? Imputato: — Vi era un certo Oddone I suoi dorili Presidente: — E' vpro che avevate un'amanie. che volevate irurre fuori da una casa di tolleranza? Le vostre ragioni .sono d'altronde tutt'altre. Volevate prenderla con voi, c lo diceste'che se vi riusciva un buon colpo avreste riandato ad effetto il vostro progetto. Imputato: — Non e ■"•ero. , Presidente: — Sentiremo i.testimoni. Intanto, diteiipi, sapete che sulle vittime sono state trovate impronte di denti ? Sono stato*Jfatte fotografie di queste impronte. Orbene risulta che queste impronte corrispondono con molta probabilità alla vostra dentatura. Da ciò conseguirebbe che siete stato voi cho aveie morso, le vittime. Imputato: — Lo nego in modo assoluto. Avi'. Suriano. della difesa: — La perizia non afferma che le morsicature corrispondano in modo assoluto alla dentatura del Landini. Fa una semplice supposizione. Aw. Bara ralle: — La perizia è stata fatta dal -prof. Toro dell'Università di Torino, ed 6 abbastanza esplicita per quanto non sia un giudizio matematico. Presidente: — La serva della signora Bassi è stota trovata in una posizione impudica. L'accusa afferma che, dopo averle mezzo massacrate, avete abusato di loro. Risulta, che nel precedente furto, compiuto in casa Bassi, furto per il quale ìi stato condannato, il Landini abusò della persona di servizio. Ora tra i due fatti esisterebbe quindi una impressionante analogia. Imputato : — E' vero che sono staio condannato pei'quel reato, ma io ero innocente. Presidènte:—Eppure allora erano stare raccolte delle provo contro eli voi, tanto è vero :ha siete stato condannate. L'imputato a questo punto insiste nel dire 3ho anche allora era stato condannato innoDentemente e nega. P. M. : — Avete passato la notte dal ir. al 16 in casa; ma come <b possibile che voi, che a/ete abitudini di nottambulo, clic avete l'ubiMdine di passare, le vòstre noni in luoghi innominabili, voi che avete amanti equivoche, proprio la notte che e per tradizione una natia di baldoria, voi' siete rimasto in casa, menade fuori vi tra tanta allegria? ' Imputato: — Perche non avevo soldi. P. M. — Eppure, voi non avete bisogno di soldi per frequentare i vostri soliti locali; an5he senza soldi voi avevate libero accesso in jevte case. Imputato : — Io insisto nel modo più assoluto di essere rimasto in casa. P. M. : — Vi sono testi che vi contraddicono. Vi è, per esempio, un certo Bossi il quale assicura che voi siate rientrato a mezzogiorno in casa. Landini: —- E' innlile insistere: vi potrà etV sere un equivoco da parte dei testi, ma da nane mia non posso che. insistere su quello die ho già detto: è la pura verità. P. M. : — Conoscevate lo Spaila? Imputato: — No. Presidente: -- Ma come è possibile ette in ina cittadina come Tortona voi non conosce ,'ate lo Spalla? E' un pregiudicato come voi ì tra pregiudicati vi conoscete. Laadini: — Eppure non Io conoscevo. La vedova Bassi io aveva accusato p. i.m.: — Voi conoscevate la vedova "Bassi ? Imputato: — Si, ma superficialmente. Presidente: — Voi l'avete vista specialmente iu due occasioni ; e nella, sua persóna voi ivt-vate visto im-'accusatrice, cioè l'avevate vista al Tribunale a sostenere l'accusa contro li voi. | Imputato: — Si una volta davanti al Tributalo di Torino, per il precedente processo a jagione del furto di cui ero accusato, l'urto jomniesso nella sua villa. Presidente: — Ma aliene un'altra volta. A proposito del furto di una bicicletta. Imputato: — Si anche un'altra volta. P. M. : — Desidero che risulti che l'imputato ivavi visto due volte la vedova Bassi, al Tribunal» ed alla Corte d'Appello di Tonno, colie sttt tOQUflatrico. La seconda volta assieme —tRecdnavvdnsndttd L'imputalo conferma questa circostanza. Avv. Flore, della parte civile, all'accusato:— La matttina del 16 febbraio, quando •iiicon-tro la Bailo, c-iesta era sola o in compagniaImputato: — Credo si trovasse con certo Rocco, ex carabiniere. — Che ora era? Imputato: — Era verso le undici. Presidente: — I carabinieri affermano che erano le 9, e non le 11, e d'altronde sono in condizioni di saperlo, dato òhe hanno un Indizio siti quale basarsi. L'imputato insiste sulle sue affermazioni, u non si riesce a venire ad una conclusione. •Presidente: — C'era uno sconosciuto, che andò a- eei-carvi in quella certa casa, dopo il vostro arresto; egli vi 6 andato parecchie volte, lino al momento in cui la padrona gli disse che voi eravate già arrestato, e allora Ho sconosciuto aivitelbSe '.risposto : a Ormai non ini interessa più •. Citi c questo sconosciuto? Imputato: — Non Io so. Presidente: — Quando, il mattino del 16 novèmbre, incontraste la Bailo, parlaste del delitto di viJla Bassi? Imputato : — No. Avv. Flore: — Eppure dall'istruttoria risulterebbe che la Bailo avrebbe detto al Landini : « Hai sentito che cosa è avvenuto questa notte? ». Il Landini avrebbe interrotto la donna con queste parole: <t Ma che vai dicendo? .»Imputato : — No. no, non b vero. | L'osteria del Castellano P. M. :• — Ammettete che il giorno precedente al delitto andaste in compagnia di individui sconosciuti all'osteria dei Castellano a consumare cibarie ed a bere? Imputato : — Non so neppure chi siano questi Castellano. Presidente: — Ma se. siete di Tortona, come fate a non conoscere i Castellano ? Imputato: — Eppure non li conosco. 11 presidente, di P. Ri; e le parti continuano nelle contestazioni, ma non riescono a far smuovere l'imputato dall'atteggiamento di assoluta negativa. Presidente : — E' vero che pochi giorni prima del delitto avete acquistato dello lampadine elettriche? Imputato : — Sì, no acquistai una. Presidente: — A che cosa vi serviva? Imputato : — Per andare a casa, di sera. Presidente: —'Ma possibile che tutti quellche rincasano di sera a Tortona adoperino delle, lampadine elettriche? Inoltre risulta cho ne avete acquistate Ire. Imputato : — No. ne acquistai soltanto unaPresidente: — Vi saranno dei testi che dichiareranno il contrario. Dopo altro contestazioni di minore importanza l'interrogatorio del principale imputato è tìnito e si possa a quello di Teresa Bailo. Rosa Bailo E' una giovino bionda, sempre sorridentedallaUoquèla sciolta: rispondo con grande disinvoltura alle domande del presidente, tentandd'impegnare dialoghi col presidente o con glavvocati, provocando una grande ilarità nepubblico per alcune sue risposte. Si chiamRosa, ma è chiamala Teresa; è nata il 19 marzo 1895 a Voghera. Pres. : — Dove state? Imp. : — Qui in gabbia.,(Ilarità generale]Pres. : — Siete imputata di complicità nereati di cui è accusato il Landini. Voi lo avreste aiutato nel compiere l'eccidio Imp. : •— Aiutato? In che cosav Pres.: — Vi siete trovata con 11 Landini Iepoche, anteriori o posteriosi-al delitto di VillBossi ? Imp. : — No; io non ini sono trovala con luUn giorno, recandomi al Castello, l'ho trovata metà strada, per caso; ero uscita dalla, casa, verso le 2 o le 3 del pomeriggio. Ero statammalata. La. mia padrona mi aveva detto dprendere aria. Pres.: — Lo Stecchini era il vostro amanteImputata., sorridendo: — Ma che amanteEra di quelli che non pagavano, u per questsi -dico che era un mio amante. P. iM. : — Allora non era il vostro amanteimputala: — No. Fanno presto loro a fardegli amanti. Avv. Flore: — Ma lo Stoccliini non pagavo mai? Imputata: — Questo è un affare mio. L'imputata risponde con .sfrontatezza e soleva grande ilarità nel pubblico. Il P. RI. devIntervenire per pregare gli avvocati di nofare domande e di tenere conto' dello specialgenere di donna con la quale si deve trattareA domanda, l'imputata risponde che ha incontrato varie persone, fra cui lo Stecchini il Landini, che essa conosceva soltanto dvista. P. M. : — E' vero che in quella occasione iLandini avrebbe invitato lo Stecchini a partecipare ad una operazione denominata: « l'ardelle galline? ». Imputata: — Non mi ricordo. D'altronde, iero seduta dall'altra parte della Strada ; noposso ricordare con precisione quello che dcevano fra loro. * < Ubbriaca di cocaina » Pres. : — Eppure, al giudice avete detto dvers amento. Imputata : — Ria quando sono stata interrogata ero ubbriaca. Pics. : — Erano le 9.30 del mattino, comfacevate ad essere ubbriaca? Imputata.- — Ero ubbriaca di cocaina. Pres. : — Non sapete cosa vuol dire « tarle galline? ». Bailo : — Non lo so. Pres. : — Eppure, nel vostro ambiente dovreste conoscere questo gergo. Questa frasvuol dire : rubare. Dopo molte contestazioni, l'imputala ammette che essa ha invitato lo Stoccliini a ncincaricarsi delle proposte che gli aveva fattil Landini e di non compromettersi ; dopo mote tergiversazioni, finisce per confermare lcircostanza che risulta in istruttoria, c chè di una certa gravità, dato che si tratta dun processo completamente indiziario, cioelio il Landini in quella occasione avrebbe indicato con la mano la località dove avrebbdovuto avvenire l'operazione, e cioè, dallparte della Villa Bassi. Dalle contestazioni rsulta pure che il Landini frequentava qualchvolta la casa nella quale si trovava l'imptata, ma malgrado questo, essa continua ainsistere che il Landini lo conosceva soltandi vista. Circa il suo incontro col Landini, mattino successivo al delitto, l'imputato, aferma ciré avvenne verso le 11. Dice di esseruscita dalla casa verso le 10 per recarsi dal'avv. Lugano, per invitarlo ad assumere difesa del suo amico Stoccliini. L'imputatper confermare questa circostanza, affermelle quando essa usci, la sua padrona le racomandò di far presto, perchè per una signrimi non era opportuno passeggiare sola pla città... Queste frase, naturalmente, sollevgrande ilarità. L'imputata dà minuti particlari per insistere nella sua asserzione, chsoltanto verso le 11 trovò il Landini. i II bersagliere » P. i.M.: — Conoscete certo Siila Pietro? Imputata: — Si, lo conosco; ò venuto duo tre volte da me. La mia padrona mi avverche si trattava di un ladro e- i>erciò andamolto cauta, con lui. Venne (lame la settimantlopo il delitto della Villa Bassi; mi pailò ddelitto, accusandosi insieme ad altri di eserne l'autore, e cercando di sapere se io cnoscevo qualche cosa di questo latto. Dopo confessione fattami', anche con minuti partcolari, d?!la sua partecipazione al delitto, informai la mia padrona, che non volevo piavere rapporti con. lui, Risulta, invece, dall'istruttoria che il Siilche fra parentesi è un pregiudicato, era uconfidente delia Polizia, la quale si era servto di lui per cercare di ottenere le confidendalla Bailo. Costei, parlando del Siila, hun-accènto di acredine, e '"iita di infiltrail dubbio che il Siila fosse veramente uno dpartecipanti al delitto. Dice che lui ha fatanche i nomi dei partecipanti al delitto, frcui quello di uno soprannominato il « bersgliere », narrandole particolari del viaggio dGenova e Alessandria, pegli assassini a Genova e .. disfarsi del bottino del vilHno. L'imputataAd muoia domaadl 0& Pubblico Ministero fermi le parole che avrebbe pronunziato ilLandini quando l'incontrò il mattino successivo al delitto; e cioè, ad una frase dell'imputata, il Landini l'avrebbe interrotta, dicendole: «Non occuparti di quel delitto ». ]\Ia la Bado nega questa circostanza. Vengono rivolte altre domande al Landini, il quale afferma, a prora della, sua innocenza, che sapendosi ricercato dalla, Polizia, so fosse stato colpevole, si sarebbe dato alla latiitanza.._gecondo il Landini, il fatto di essersi fermato dimostra luminosamente la sua innocenza. Il P. Al. e la Parte Civile non sono di questo parere o lo fanno rilevare. Viene messa in rilievo la ■circostanza che il Landini, avendo incontrato due suoi amici, fra cui certo Giani, e il discorso essendo caduto sul delitto, il Landini avrebbe impallidito. Per la Difesa, "questa sarebbe una prova che 6 innocente, mentre per l'Accusa questo 6 un indizio contrario. Presidente: — E' vero che invitaste là Ballo a prendere un caffè il giorno successivo al delitto? Imputato: — SI. Un oste ed un'ostessa I afferma di non essere uscita nella notte dal 15 al 17. 1 L'avvocato Flore vuole che l'immutata con f " a e o r i o o o a , o i l a . l n a o a i ? ! o ? e ale n e . ne i l re o n. ioe e oe mn o la e di è, ne a ie ud o il fre la a a co er a oe e' ti ai a el soa io ù a, n ize a re ei o a aeri Viene interrogata la Castellano, proprietaria dell'osteria J't?-o a Senno vicino al luogo del delitto. La donna, che risponde abbastanza franca, nega tutte le circostanze che potrebbero esserle contrarie. Afferma che il mattino successivo al delitto senti passi sospetti, e avvertì il marito; ma poi non dette alcuna importanza a questa circostanza; quando seppe del delitto, le balenò il' sospetto che vi potesse essere relazione fra .1 rumori uditi e gli autori del delitto, ma. null'altro. Conferma che il marito le disse di non pattare di questa circostanza per non aver noie; afferma di non conoscere gli attuali imputati. Nega cho essi si fossero precedentemente dati convegno nei suoi locali. Dico che conosceva la vittima Bassi, per averle venduto del vino, ed ammette di averla-incontrata il giorno precedente il delitto. Ria questo incontro era stato casuale. Fra U'avv. Costa, difensore dell'imputata, e il P. M. avviene una lunga discussione, per precisare la località in cui si trova l'osteria in confronto della villa. Viene stabilita la. circostanza che dal retro detll'osteria si poteva andare, attraverso i boschi, alla villa senza essere scorti. L'imputala afferma che nella notte fatalo non ha sentito alcun rumore sospetto e neppure il cane abbaiare. A domanda de'Ja P. C. afferma che la domenica, precedente id delitto non ha sentito alcun automobile fermarsi lungo la strada. L'avv. Surano. della difesa 'Landini, provoca un vivace inc.ide.nta domandando all'imputa la se sappia che. la villa Bassi fosse frequentata da ufficiali inglesi. Questa domanda, provoca una vivace protesta da parto del P. M. e dalla P. C. che rilevano l'inopportunità di una simile domanda, ciò che tenderehbc a fare una insinuazione su di una povera donna trucidata, moglie di un capitano morto al fronte; d'altra1 parte fi delitto è avvenuto nel 1020, mentre dal 1918 a Tortona non vi erano più ufficiali inglesi. 11 difensore si scusa affermando di non aver voluto fare alcuna insinuazione.Viene interrogato il marito della Castellano che in sostanza conferma quanto ha detto là moglie. Conferma H particolare dei passi sospetti uditi, e della raccomandazione da lui fatta alla moglie di non accennare a queste circostanza, ma spiega il fatto con la preoccupazione di non aver noie. Confermagli aver esclamalo, duratile uno dei suoi interrogatori, che sua moglie l'aveva rovinato, ma cerca di giustificare questa frase col dire che. ili' giudice gli aveva detta che sua moglie aveva confessato la loro partecipazione al delitto e afferma che i carabinieri lo avevano minacciato con la rivoltella iu pugno. Egli, impaurite disse quella frase, senza volervi attribuirò un valore speciale. A domanda della P. C. viene confermato che la mattina del delitto l'imputato, informato de! delitto, non espresse la curiosità di recarsi sui luogo per vedere che cosa era accaduto, e che soltanto poco dopo, quando fu Invitato, si ercò ad informare i parenti dei Bassi dell'eccidio compiuto. Dopo altre contestazioni di minore importanza, l'udienza è tolta alle 13,10. Il macellaio Tombari Appena aperta l'udienza pomeridiana viene interrogato Tombari Teresio, macellaio, il quale si giustifica dell'imputazione di correità con il Landini nel misfatto. Dice che non no sa nulla e che all'epoca del delitto si trovava a Novi Ligure, il giorno 11 febbraio partì da Alessandria con cella Fiore Emilia. Si recò dapprima a Milano, dove la donna dovette recarsi a ritirare della biancheria presso la sua famiglia, 11 giorno 13 da RIila'no entrambi ritornarono a Novi, poi, sempre con la Fiore il Tombari si recò a 'Genova di dove fece ritorno il giorno dopo a Novi. L'accusato insiste nel dire che la notte dal 15 al 16 e in quella dal 10 al 17 egli si trovò ini una casa di piacere e fi mattino dopo, cioè il 17, tornò a Genova. Presidente: — Dove siete stato arrestalo? Imputato: — All'Albergo Cannonetto ad Alessandria con un'altra ragazza allegra, certa Ringhieri detta « la Romana ». P. RI. : — Avete detto alla vostra amante, durante la notte, che avevate partecipato al delitto di Villa Bassi? Imputato: — Non potevo dire assolutamente una circostanza che non esisteva. Su questo punto avviene una vivace discussione fra le parti. P. RI. : — Conoscete qualcuno degli imputati? Imputato: — Non conosco nessuno. P. RI. : — Quando vi siete recato a Tortona? Imputato: — Al primo febbraio sono stato a Tortona con due amici, uino dei quali era sopranneminato «il bersagliere». Avv. Baravolle: — Il Tombari come spiega la lettera mandata alla sua amante a Trieste, nella quale vi sarebbe una frase compromettente, da cui risulterebbe die egli ha dovute fuggire da .Alessandria? L'imputato spiega che questa circostanza era provocata dal fatto che egli era ricercato come compartecipe di un furto al magazzino Vitali avvenuto in quella città poco tempo prima- L'ultimo imputato Si passa quindi all'iiateirogaio-rio dell'ultimo imputalo Spalla Valerio, fu Giuseppe dì armi 33. Rincaso la sera del 15 febbraio tardi ubbriaco. Le sue idee sono confuse, dice di non ricotrdore nulla Arr. Baravolle: — Come ha passato il pomeriggio della domenica e del lunedi mattina ? Imputato: — Nel pomeriggio della domenica mi sono recato alla Trattoria De Mattei. Verano il Gianlai ed altri forestieri. Bevetti alquanto. Ritornai poi alla mia abitazione, ove sostai un'oretta per la cena e .ne uscii verso le- ore 8 colte cognate e le figlie, che accompagnai ai cinemàto£'rafa loi ritomai indietro verso via Emilia, mi fermai al Bar Gctaovcsn e poscia ancora all'osteria, in piazza San Simone, fino alla chiusura. Avevo alzato i gomiti e lo mie gambe tremolavano. Mi sdraiasul sofà ed al mattino dell'indomani trovala tavola e la stufa a terra ed una lucerna in frantumi. Uscii, dirigendomi verso la stazione. Strada facondo venni informato dell'eccidio di Villa Bassi, che fino allora non conoscevo. Avv. Baravalle: — Chi vide alla stazioxie? Imputato: — 11 signor Amici. 'Presidiate: — Voi quella notte dormiste so pra il sofà? Imputato: — Sì. Avevo cr-.dulo il mio letto alle cognate venute a Tortona per passarvi le feste del Carnevale. A questo punto il Pubblico Ministero e 1 avvocato di l'arte Civile dichiarano che si rise.muio <H dimostrare invece come quella notte lo Spalla noti abbia dormito iu casa li presidente osserva all'imputalo che. mentre aveva detto in preoeùetaaizn di essere uscito al mattino dopo l'eecidlo verso le « e mezza, adesso insiste nel dire di essere liscilo alle ore 11. L'arv. Licitino, della difesa, fa presente die il fatto avvenne alla metà di febbraio del 1920 o che il suo difeso fu arrestato il 13 dicembre, I e che perciò non gli è facile riandare lutti , J particolari. i óra Proseguendo nella sua narrazione, lo Spalla dice di essere stalo chiamato So giorni dopo dal giudice Antonelli, al quale narrò coiih'e arerà passato la notte della famosa domenica, lasciando l'impressione al magistrato della sua innocenza. In merito alle graffiature elle presentava al viso, al naso ed allo mani, emerse nella mattinata del 16 febbraio, ripètè cho essendo rincasato ubbriaco ed avendo travolto tutto nel sonno, come già detto, probabilmente si era ferito in tate circostanza. Ad ogni modo l'imputalo che 6 tua mutilato di guerra, non sa con precisione dimostrare la natura, di tali segni. . P. M. : — Vostra cognata Bosotti Pienna conosceva la vedova Bassi ? Imputato: — Non so. P. RI. : — E' vero che le graffiature e le echimosi che vi sono stato riscontrate, voi avete affermato di averle riportate in unu rissa mentre eravate ubbriaco ? I/imputala ricorda questa circostanza. Presidente: — Avevate detto qualche cosa prima del delitto con qualche vostro amico? che vi preparavate per un grosso- colpo? L'imputato nega recisamente questa circostanza . . , ,,.„ _ .„ p M. : — Sapete dovo è Villa Bassi'? Lei Spalla risponde negativamente. Dopo varie c oritestazionl di secondaria importanza Interrogatori degli imputati sono terminati c si passa alle, deposizioni dei testimotnii 1! tutore del piccolo superstite Il primo teste introdotto è il dottor Ugo Bassi tutore dell'ultimo rimasto della famiglia Bassi, il quale afferma di mulla sapere del delitto e di essere stato infoirmato di quanto avvenuto- e nulla può dire sul come si sia svolto' il misfatto. Interrogato dice che la Bassi aveva venduto la villa a, 'lO.OOO lire, delle quali dieci mila lire già ricevute in acconto e che. inoltre essa nel 1916 aveva ereditato 170 000 lire da una zia. Gli risulta poji che essa aveva un libretto di cento mila lire e cìie aveva mandato la persola di servizio, eroe la Ciabatti, a ritirare gli interessi pochi Giorni prima- del delitio. Il teste conferma anche la circostanza: che la Ciabatti sì trovava nel 1012 al servizio della famiglia Bassi, qutifodo c'icì- avvenne il precedente furto di gioielli in casa della stessa. . , 11 P Ri fa rilevare che. questa conferma ha una grande, importanza ai fini della causa ó'ichò la. Ciabatti è stata in quell'epoca la prin peto accusatrice del Landini. .11^ teste non conosce alcuno degli imputati ed e licenziato. L'impressionante sopraluogo ^czue il fratello della Ciabatti, « tramviere Lelio Ciabatti che risiedo a S^erda^mi. Quindi si presenta il maresciallo dei carabinieri cucchi Egidio, che si trovava a lorlonu) all'epoca del delitto. Egli fa una lunga e impressionante narrazione del sopraluogo avvenuto subito dopo la tragica scoperta. i, Mi recai subito, elice il teste, insieme a, tre militi e trovai il cancello chiuso; invece una pane del reticolato era stato rimosso. Io pensai che dà quella parte fossero entrati gli assissini e nella supposizione che essi si potessero ancora trovare dentro, misi un carabiniere di guardia in quel luogo. Appena entrato trovai dei vasi di fiori a terra n subito notai delle tracce di sangue e capelli di donna. La porta principale dagl'interno era stata scassinata. Appena entrato nella villa, trovai la porta spalancata Non udii alcun lamento. Appena entrato nella camera principale mi trovai di fronte a quattro corpi, cho al tutta prima credetti fossero cadaveri. La donna, che è risultato essere -la Ciabatti, si trovava sulla sponda destra del letto con le gambo penzoloni verso terra. La bambina, era a terra con le gambe sotto il letto. Mentre la Ciabatti era morta, la bambina respirava ancora La mamma stava a terra in fondo alla, camera, anch'essa rantolava: vicino a.l"a camera erti il bambino che respirava ancora. « Io mi trovavo con i tre carabinieri upI dubbio che vi si potessero ancora trovare gli assassini. Che cosa dovevo lare? Mantenni le misure prese per il caso che i delinquenti, si fossero ancora trovati nella villa. Mi affrettai i recarmi a Tortona a chiedere il dottor Carboni, c ad avvertire i miei superiori di quan-lo era avvenuto. Subito sono ritornato sul luogo col dott. Carboni per soccorrere i feriti. La signora Bassi la madre e la figlia morirono subito dopo e soltanto il povero bambino potè essere salvato ». Il testimone non può affermare con sicurezza se la, domestica si trovasse nella sua camera oppure in quella dove talvolta dormiva, e elio era ia camera, dei forestieri. In quest'ultima camera si trovò una larga pozza di sangue, ciò che starebbe a dimostrare che iu questa camera vi deve essere stala lotta fra la vittima e, gli assassini. Si è anche trovato un glande cristallo rotto; fra la Ciabatti e gli assassini vi deve essere stata una rincorsa o questa circostanza è avvalorata dal fatto che si sono riscontrate macchie di sangue lungo il tragitto1. La. lotta più tenibile deve essere avvenuta nella camera matrimoniale, dove por una tragica fatalità ó terminata la strage di tutti i componenti la famiglia. E' stata trovata inoltre- una 6cdi'ci fracassata. Era una sedia imbottita e deve essere stata adoperata dalla Ciabatti, che era una persona vigorosa, per difendersi dagli assassini. Inoltre abbiamo trovata tutta la camera coperta da buste e da fogli di carta e da altri oggetti, di modo cho il pavimento scompariva. Sembra che. i ladri, sapendo che la signora aveva riscosso in quell'epoca del denaro, 'abbiano fatto le più attive ricerche per scoprire il denaro stesso, ritenendo che fosse nascosto in qualche lettera. A un certo punto la deposizione solleva vivaci interruzioni da parto del Collegio di difesa, 'ma il maresciallo mantiene tutte le sue afférmazioni. Venendo poi a parlare delle indagini dice che di sicuro vi è l'incontro tra il Landini e gli allri sulla strada del Castello Dice pure come i carabinieri avessero subito notato le graffiature sul viso dello Spalla che tuttavia non fu subito arrestalo per divergeu ze sorte tra il Comando dei carabinieri e la pubblica sicurezza. Narra poi degli arresti successivi. A un certo punto con gravo affermazione nei riguardi della Bailo fa scattare costei che investe il maresciallo con parole volgari, ma questi conferma quanto ha detto. E si tratta della parola « gallina » che in go vorrebbe significare gioielli e che gli imputati avrebbero usato per indicare il bottino fatto alla villa. Ritornandosi, poi alla questione dello Spalla si fa una lunga discussione eri il teste termina dicendo che assumerà informazioni per sapere il giorno preciso in -cui lo Spalla è stato trasferito a Tortona. Dica elio la moglie dello Spalla diede delle pessime informazioni di suo marito. Nella sua deposizione il teste provoca anche uno scatto del Landini, quando di lui parla con molto acrimonia, dimostrando quale odio la malavita abbia contro i carabinieri. 11 maresciallo, nel ritirarsi, alle invettive del Landini si limita a dare una scrollata di spalle in segno di compatimento. Vengono escussi altri testi e si hanno nuovmovimentali incidenti. Infine l'udienza laboriosissima termina alle. 19,30. 11 seguito del dibatti mento è rinviato a martedì. E. O. i ili