I nuovi monumenti nel Camposanto di Torino

I nuovi monumenti nel Camposanto di Torino I nuovi monumenti nel Camposanto di Torino Anche quest'anno lo opere di architettura Jiaimo un nrUnato assolino su quelle di scol„V,rU"^ tetnpieui, ed edicole e uiipoellatte u annidano qua e là, dalle vecchie uile nuove campaio del Camposanto, ari aumentare il numero stragrande eli piccoli editici funerarichiamati dalla pietà per i morti e dtì.la vanita dei vivi a dimostrare quanto sia cosa rara il vedere l'originalità accoppiata alla nopnta, la severità- delle linee all'armonia in tanta parte di codesti segni di lutto- lutto non solo per le famiglie, ma altresì per l'arte. Gosiocliè quasi quasi ciò che emerge di più consolante è il constatare la ricchezza delle nostre cave piemontesi, oramai portate ad un grado di ellicieaiza tale, per bellezza e varietà di prodotti, da fornire dei surrogati a marini e pielre, eccettuato il granito, chb vanno pur^la ^eron«V?eUrd^regno _ morte. .Non so se per la dolcezza inconsueta di questo tardo autunno, o per altre causo attinenti assai più strettamente all'intelligenza ed eli'atti vita, dell'egregio ispettore per i làv £Per la manutenzione del luogo, ing. Rnm baldi, ma cerco dalle ajuole, fiorire superbamente all'ombra dei gravi cipressi: dai toni dorati del terreno, mitiganti la freddezza dei marmi circostanti; dall'ordine severo delle arcata, cui testò se ne aggiunsero una settantina nell'ultima ampliazione: dalla disposizione deUe diverse zone; dall'armonia dell'insieme (e più che mai qui armonia dove essere sensazione di pace, cioè di dolore contenuto di fronte all'irreparabile, di vita silenziosamente nuova per i morti, di vita raccoltamene vissuta, attraverso le memorie, per i vivi) emana tanta calma, penetrata di melancnuia e di dolce abbandono, da infondere in una gita al camposanto un senso di poesia, di cui pochi altri luoghi sarebbero capaci. Infine, ^r^&^^^^tS^St'Xsaldezza e cura delle costruzioni, affidata ai Castellano? per lo più Quanto all'arte pura, ecco un tempietto rli travertino, ricco di mosaici (e questa, vivaddio, è nostra buona e sana ricchezza, troppo trascurata!), ornato di una vetrata ull'interno, raifiguranio la deposizione di Cristo. Esso ci si affaccia quasi all'entrata. Ed è nobile l'insieme, di aspetto bizantineggiante, gustoso di linea e di particolari. Lo disegnò ring. Arconda. Oltrepassatolo, dovremo percorrere inuilmente un buon tratto prima di poterci soffermare un momento dinnanzi la cappella eh" l solerle scultore Francesco Sassi immaginò per la famiglia Baulino. Concetto architettonico non privo di originalità, tradotto con una certa abilità. Ma turbato dall'appesantirsi dd.a parte superiore sulle colonne. 11 «ossi è un avoratore fecondo. 11 suo nome ricorre assai Tequertomenie fra quelli degl'artefici più stimati nell'arte funeraria. Ed è un bene ed un male. Un male, perchè esU avrebbe bisogno di studiarsi di più: di cedere meno alla gioia delle molte, meritate,, ordinazioni. Un bene, perchè dalla produzione, sua, resa varia e complessa dalla necessità impellente del fare, erompono qualità di vivezza, di audacia, di movimento, che forse male riescirebbero ari mporsi nell'opera più serena e più meditala e lenta. Il Sassi ci appare cosi come un piacevole Improvvisatore. Qualche volta, è vero, egli si raccoglie. Ed allora, dal raccoglimento, nasce, ad esempio, una figura d'una dignitosa sostenutezza, d'un buon equilibrio nei rappori con l'insieme, come è il Cristo in bronzo, che orna il tumulo per In famiglia Cargnlno, Altra volta il Sassi può abbandonarsi, coma nella figura in bronzo per il sepolcro Cavai:'., ad una certa gl'Oziosa morbidezza di forme, piacevole se non penetrante, e tale da rivelare un gustoso modellatore: talora inline e parla empre defile opere di quest'anno) ima semplice armonia di linee può suggerirgli il tempietto in pietra di Porosa per le famiglie Rocca e Vanzetti. Ora si comprende la fortuna di codesto lavoratore assiduo e modesto, che molti invidiano senza saperlo emulare. Le doti del suo ingegno sanno adattarsi alila corrente del gusto dominante, senza lasciarsi andare ad offese contro la dignità dell'urte, per sete di facili successi. La probità è un elemento costante in lui, anche .nell'errore. K questa probità ci disarma e ci riconcilia con chi l'errore commise, mentre eccita un compittcimonto più vivo in noi. quando l'artista seppe tr vare la via buona. Kon deve passare inosservato il tempietto, che C'nreliltetto Vandone Denegri Ideò per la amiglia Leclaire, e che trova in due gustosi bassorilievi in bronzo, d'un arcaismo ben ineso, (essi sono opera del Cellini) il suo complemento: rie vuoisi dimenticare, per una cera originalità di concetto o di esecuzione la. appella disegnata dall'ing. Frapponi per il. epolcreto Guanzlni. Della pietra di cippo, così intagliata e martellata, si dovrebbe tenere maggior conto, anche per il richiamo a inoimmcn'.i antichi. Ricordo ancora i due monumenti per le famiglie Schutzc e Nrtrini'-Teslno, e finalmente l'esedra con prolungamento per la famiglia Cncito ha una certa armonia e snellezza di disegno da renderla simpatica, e ci serve come di passaggio alla scoltura, rappresentota oggi da un grande nome — quelo del Canonica — e da due altri minori: quelli dello Stagliano e del Buzzi-Rcschini. Di quest'ultimo non ha grande significazione la ligura di donna, ila quale, più assai che non accasciata dal dolore, ci appare come rassegnata alla crudeltà del destino. Ma l'insieme della figura, e del monumento per la famiglia Brusarosco, del quale, essa è parte essenziale, è simpatico, è armonico. Più penetrante, più espressivo è lo Stagliano, nei monumento per la famiglia Cargnino. Del gruppo di due figuro, una — quella che protende le mani in atto di benedizione e di conforto — lo Stagliano volle esporre al Valentino, ridotta di proporzioni. E fece male. Isolata, tolta all'ambiente, per cui fu creata, essa ci rimette di nobiltà, di purezza, di significazione. Non comprendiamo il suo atteggiamento: beine invece lo comprendiamo qui: una figura prona è ai suoi piedi. Ed è un elemento di equill brio, di armonia, di forza. Il gruppo assuma per essa tutta ìa sua consistenza ideale. Ed anche plastica. Poiché codesta figura, composta bene, modellata con vigore, crea un bel contrasto con l'altra, ove la ricerca di spiritu.'l'izzare la materia Ira una ragione di essere. L'opera d'arte ha nel suo insieme un valore notevole, sotto ogni aspetto. E parmi fra le migliori che di questi ultimi anni figuri al Camposanto. , Ed eccoci al Canonica. Questo squisito ricercatore della purezza della forma; questo artista che Idealizza il vero, rimanendo nell'orbita della realtà più sagacemente osservata e resa ; questo scultore, che talvolta riesce a fare della materia come un soffio, di cui la materia stessa si anima, fu talora tacciato di povertà di lirtsmo, di mancanza di vigore di concezione, e di drammaticità. E certo il Canonica non cercò mai, o cereo radamente, di far vibrare ima corda, che se non mancava alla sua lira, non era certo la più vibrante e sonora fra asse. Ma a chiunque osservi attentamente una parte dell'opera di questo artista non può sfuggire quanto di' profondamente patetico, di intimamente sentilo è in essa. Non è spasimo ; è accasciamento non è movimento impulsivo e violento, ma forza rassegnata di eh! subì tutti i dolori, ed or;i attende che il destino si compia. Le "gu razioni giustamente celebri del Cristo sono, sotto questo aspetto, assai convincenti: iNello stesso « l'abisso •> (una delle sculture del Canonica, ove l'effetto drammatico sembra più ricercato) l'idea della lotta scompare: resta quella dello smarrimento, o del terrore, in due poveri naufraghi della vita. Ora il Canonica accenna quest'anno a qualchecosa di più violento; o almeno di più inconsueto nell'arte sua. L'emaciata figura di donna, che — i capelli disciolti al vento ; le mani scarne, che sembrano voler fare una cosa sola con quella roccia, cui si aggrappano nello sforzo disperato del voler salire, per raggiungere nella croco il rifugio dell'anima esulcerata — è veramente una nota, che potrebbe segnare un orientamento nuovo nell'arte del C'.au.ai'ca. Che ciò possa avvenire non so, e forse non credo neppure. Ma certamente, e pur II modo della concezione e dell'esecuzione — serrata, nervosa, e degna sempre di un maestro della forma — questa terribilmente dolente resta impressa, e fa pensare, anche per l'avvedutezza, con cui lo scultore seppe spogliare di ogni elemento non essenziale l'opera sua. Direi anzi che è' persino di troppo, nell'aridità voluta, la sciirP-'i. che, scossa dal vento, avvolge la croce, creando un artificioso parallelo alle chiome della donna agitate nella tempesti. *** Ma in un punto la folla si fa più densa, e continua: e sono parole di pietà, che si elevano intorno. alime-it;ite da quella bontà'naturale, che è nel substrato dell'animo del popolo. Quattro medaglioni in bronzo, rli una modellatura sentita, e, - mi si dice, - di grande rassomiglianza, eseguiti dal« Biscaii'a, ricordano quattro vittime degli odi di parte: Antonio Strucchi, Costante Hroglio, Luigi Scaraglio e Mario Sonzini. Esse furono raccolte in un luogo solo : la violenza faziosa le volle unite nel fato: la pietà della folla le accomuna oggi nel pensiero, sotto una pioggia gemile di fiori. E l'idea fu ottima-. Ma. perchè non, con esse, il povero Scintilla? Questo troppi si chiedono. La sua sorte non fu quella, dell'animoso giovane, che ad un ideale sacrifica volontariamente la stessa vita: non fu quella provocata da un destino, che si compiace di colpire chi, festeggiato, ritorna ai tempi della giovinezza vigorosa, e la morte l'afferra proprio quando egli più la benedice, per la tarda gioia, che oggi essa le procura : la sua sorte fu quella del povero viandante, sorpreso dall'ira pazza di pochi forsennati, U quali gli fanno subire tutto il martirio lento di un simulacro grot-. (esco di processo; che irridono le sue pietose Invocazioni; che si divertono a fargli sorseggiare l'amaro calice sino alla feccia. Ora chi. di lui, più meritevole di pietà? ( Nuovi monumenti, già in corso dij esecuzione, attende il nbst.ro Camposanto per l'anno venturo. E fra essi, opero di Leonarao Blstolfl e di Pietro Canonica. Cosi l'arte può ravvivare di un mesto sorriso le tombe, come oggi le ravviva il solo, nella sua tenerezza autunnale. E. F.

Luoghi citati: Camposanto, Torino