Il destino di Dostoievski

Il destino di Dostoievski Il destino di Dostoievski (Nel primo centenario delia nascita) Alla parola « fortuna » che denota la cronistoria delle fluttuazioni dell'opinione letteraria nei riguardi cli uno scrittore, ò conveniente sostituire, per Dostoievski, l'ebpressione « destino » ondo non sorga, neppure di sfuggita, una simultaneità di idee «die si presti a interpretazioni discordanti cd ironiche: il fato percosse con instancabile accanimento l'autore di Delitto e Castigo durante la sua travagliata esistenza, il corso degli avvenimenti politici e sociali fcegna il naufragio dei suoi sogni, tronca le tsue speranze, irride alle sue profezie. Duplice sconfìtta, che non è inutile .rievocare in occasione di un centenario che può essere fecondo di studi e di meditazioni. Per quanto diverse sue opere siano in parte elaborate su dei ■< motivi » autobiografici, la fonte principale per la conoscenza di Dostoievski resta sempre il grosso volume della Crii-rispondenza, tradotto dal Bicnstook. Quando lo si è attentamente spogliato non manca più nulla per entrare nell'animo di; Dostoievski: ò bene però servirsi delle recenti memorie della figlia (A. Dostoievski — Dostoievski Geseliildert von Seiner Tpchter. — Zuricli, 1920) e inquadrare il tutto nella narrazione dei biografi, ultimo dei quali, e assai completo e bene informato, e il Persky. Nato in un ospedale di Mosca il 30 ottobre 3821 (11 novembre secondo il nostro calendario), figlio di un medico alcooli'sta, povero e severo, educato con cura nonostante Iti r strettezze finanziarie, Teodoro Mikhailowiteh Dostoievski ebbe nell'infanzia un primo contatto con la terra e la massa dei Bontadini, poi nella giovinezza frequentò una meschina società di pi'ccoli impiegati e di gran borghesi. Perdette la madre a 15 anni ed il padre a 17, e si sentì legato alla miseria sin dalla, prima adolescenza, quando allievo della Scuola degli Ingegneri doveva privarsi del necessario, non bastando l'assegno della famiglia neppure per le spese indispensabili: l'orgoglio del suo carattere fu precocemente calpestato dalle umiliazioni. Gravato di un'eredità morbosa, sprovvisto assolutamente di senso pratico, disordinalo. Dostoievski lasciò ben presto l'impiego di ufficiale nel corpo degli Ingegneri militari di Pietrogro.do per' dedicarsi alla letteratura: aveva 23 anni. Neppure nel periodo in cui fruì dello stipendio egli fu assestato e sereno: «la. sua corrispondenza, i suoi pensieri di gioventù potrebbero far credere che egli abitava un sotterraneo». Povertà, isolamento e malinconia lo afflissero perpetuamente : giunse ad annoiarsi anche nelle cuoche di più intenso e spasmodico lavoro. Era un ambizioso, un emotivo e un superbo. « Piccolo, gracile, tutto nervi, l'asostlo di un maialo senza età, barba e capelli biondi, viso dai tratti convulsi, dall'ossatura di contadino, ma i-n cui le la.bbra, le palpebre, le fibre. tremavano, continuamente per dei lics nervosi » : così lo descrisse il De Voglio, che lo Conobbe personalmente.. Con una. complessione siffatta s'indovina l'intensità crudele delle ripercussioni dell'esperienza.che devastarono il suo essere: nondimeno, questo uomo fisicamente distrutto, giocatore, Ubertino, torturato dall'epilessia e da altri mali, perseguitato dalla sorte, che non seppe mai l'agiatezza e il calmo lavoro, che fu per quattro anni al bagno penale in Siberia, moti a sessantanni, dopo aver compiuta un'opera considerevole come quantità, e eopratutto averla vissuta. Ma le sue maniere scoprivano le sue origini.: il forte ceppo del popolo da cui discendeva conservava un prodigioso vigore. Entrò nella letteratura per la vie maèstra (1845) con Povera nenie, un romanzo Che ha già dei tocchi di grande scrittore sebbene sia viziato da delle situazioni romantiche che si prestano al declamatorio, e fu subito celebre (« Penso che giammai la mia gloria 'raggi uri gora maggiori altezze di quelle ciie oggi tocca »). I. due libri che seguirono non ebbero successo: i debiti formicolavano e la malattia, si aggravava: non era ancora l'epilessia (che apparì soltanto durante il suggiorho in Siberia) ina lo sgomento di diventare pazzo o tisico, alimentato da turbamenti dell' immagiuazione. Implicalo nella congiura di PeSracheswky, il 23 aprile 1849 fu arrestato: ipocondriaco, sofferente di stomaco, ossessionato da funebri presentimenti, in carcere poneva seralmente sul suo tavolo un biglietto: «Può tiare} che oggi cada in letargo: non sotterratemi prima di alcuni giorni », poi si riprendeva, p. pensava a lavorare ed a leggere. 11 23 dicembre 1819 gli fu Iella la sentenza, che lo condannava a morte e venne condotto sul luogo della fucilazione: j primi tre suoi compagni erano già appoggiati al palo di esecuzione quando gli si comunicò la grazia e la •commutazione della pena ad otto anni di lavori forcati, successivamente ridotti a quattro. Deile sue impressioni al limite estremo dellaIS'ita, che dovettero non poco aumentare lai sua anormalità, scrisse nell'Idiòta e nel domale dì uno scrittore. L'infatuazione rivoluzionaria era in Dostoievski momentanea, occasionale, non trovava salde basi di pensiero, ferma costanza di propositi. I quattro anni di sofferènza immortnJati nella Ciuia dei morii ebbero un benefico influsso, lo rigettarono Stelle braccia del popolo, gli diedero la cobeionza russa (« conobbi che ero sempre staio russo col cuore»): per questo lato egli compieta Delitto e Castina : la storia delia rigenerazione di Roskolnikoff si svolge in lui: uscendo, rinnegò con facilità le sue dottrine, e fu reazionario, tzarista, e sìavofilo. Ha 36 anni quando si inizia' il periodo più triste della sua vita, quello in cui non ha neanche il conforto dell'arte. Incorporato nelle truppe siberiane come soldato, poi promosso ufficiale, relegalo fuori dollri Russia senza che gli sia consentito di pubblicare o di muoversi, egli si innamora della moglie ili un capitano, fsfiaieff, e allo morie di questi !a sposa. Talune reticenze e diversi- brani della corrispondenza {per es. nella lettera del 22 dicembre 1856) autorizzavano sospetti e richiedevano delucirjazìoni e congetture, ma il volume di ricordi della figlia, esplicitamonte afferma che Dostoievski fu indegna mente tradito dalla moglie, prima e dui-ante il matrimonio, nel "modo più sfacciato e vergognoso. « Qua] donna; è un pcf-cato che voi la conosciate così poco», scriveva in quel tempo ad un amico l'autore delYEterno marito-, gli tolse ogni incanto la prova quotidiana, e alla morte di lei, pur riconoscendone i pregi, confessò: «O amico mio. noi ci amavamo profondamente, eppiu'e non siamo stati felici assieme » anzi \t< noi siamo slati veramente infelici ». BiEO'H'.a concedere molto allo sfacelo dei corpi pe.* ammettere il loro persistente amore, per giustificarlo quando si sa che Dostoievski Su da Un donna più volte ingiuriato come galeotto. Ormai la vita di Dostoievski affonda sempre più in quello ch'egli chiama vprnletanato letterario. Al ritorno dalla Siberia, pel 1860, stabilitosi a Pietvogrado come redattore-capo della rivista. Vremia, nel giugno 1862 fugge per tre mesi all'estero sotto pretesto di un viaggio di salute, ma — ci Svela la figlia — per seguire una studentestea anarchica, Paolina N., che lo disprezzò (dopo essei'RJtei data, per convivere con un francese. Rientrato in Russia e rimessosi fella. Vremia sex cui abborracciò Umiliati e i , i e e n o e e . n , e e e i ò i 5 a o e , , o o n e , o i , . o e o , i r , a e o n o u a n o o e i i a o o aIjW^fi ai l n i o e o a e e l n e o i a o o a a r o i i r i e , o i ò n i i ed. offesi, nel 1863 pubblica la nari-azione del suo viaggio [Note d'inverno su impressioni estive) mirabile, agilissima e sferzante satira dei costumi inglesi, francesi eri occidentali in genere é .-Binarissimo scherno della borghesia, libello vivacissimo e caratteristico, in cui rivendica ai russi l'esclusività del concetto di fraternità e nella unione intelligenza-popolo e nella tradizione ortodossa vede la supremazia della Russia e la sua missione contro, l'ateismo frivolo e le vuote formolo dello smidollato occidente, incapace pure di comprendere « che per la concezione russa fondamentale non può esistere russo senza il diritto alla terra, mentre la scienza e la vita occidentali non sono giunte a considerare che il diritto alla proprietà personale ». Morto il fratello Michele, che dirigeva, la rivista, soppressa questa, per un articolo incriminalo dalla, censuro., moria la moglie, un cumulo di debiti piomba su Dostoievski in pieno fallimento finanziario, e che deve provvedere ai suoi parenti e persino al discolo rampollo del capitano Issaiel'f, sì da cercare scampo all'estero a fine di evitare la prigione. Siamo al giugno 1865: al ritorno, dopo qualche mese, in Russia, scrive Delitto e, Casti(10, che rientra nella tesi anti-ouropea: Roskolnikol'f è una vittima della follìa dell'»", del forsennato individualismo che gli fa prendere a modello Napoleone, e non può pentirsi c rigenerarsi se"non tuffandosi nella, grande corrente di purificazione dell'amore universale e della fede. Intanto si moltiplicano le crisi epilettiche, tremendo. Tn 26 giorni ò scritto II Giuocalorc, e Dostoievski sposa Anna Grigorìevna Snitkine, la giovane a cui ha dettato l'opera, l'unica donna meritevole che egli abbia incontrato. Cuor debole. Piccolo eroe, La Mite (pubblicata, soltanto nei 1876), seguono, ben presto si rende di.nuovo necessario l'abbandono della Russia per le. persecuzioni dei creditori. Quattro anni.:. 1S67-1871 all'estero, in Svizzera, in Italia, in Germania, spaventosi di lotta colla, fame e col male, con l'inguaribile nostalgia che strazia, con il giuoco -che divora, con la gelosia letteraria che esaspera e l'invidia legittima del proletario contro gli aristocratici ed i proprictari della letteratura, Tolstoi e Tnrghenieff. Nonostante tutto, nascono l'Idiota e l'Eterno marito due delle opere più notevoli per l'arte, e Oli ossessi' satira dei rivoluzionari. L'ultimo periodo, 1S71-1881, della, vita di Dostoievski si svolge a Pietrogrado, in migliorate condizioni, non però — come sovente si scrive, e si vedano le riserve recenti della figlia — in indiscussa gloria; essa gli venne solo nel 1880, dopo il discorso su Puskin, pronunciato il 6 giugno, e lo mise all'unisono coll'anima della folla, ma la verità che egli proclamava era dii indole politica. Il 28 gennaio 1881 Dostoievski si spense. Nel 1875 aveva dato l'Adolescente, nel 1876 iniziata la pubblicazione del Giornale, di uno scrittore, nel 1S80 il suo capolavoro: l fratelli Karavuizoff. — «La mia natura è vile e appassionata e va sempre agli estremi » scrisse egli stesso, e il Merejkowsky, nel suo libro sul Cristo e l'Anticristo, troppo lodato, ha parlato di apparenza satanica. Certo fu libertino, sregolato, giuocatore, ambizio.-o, insofferente, di un amor proprio eccessivo e il suo cristianesimo fu impuro e gonfio di elementi sensuali e iperspiiituali: tutte le gamme della voluttà lo attirarono (informino u libro dei sensuali nei Fratelli Karamuzuii e gh Ossessi), Se lo. carne turbo e infuoco la sua visione, immensa fu la possanza di astrarre e di rendere incorporei i suui per- sonaggi, volatilizzando i sentimenti condii- .. colimi cendo la discussione nei campi della pura follia non trionfò nella vita o non riusci nell'arte: il Kropotkin confessa — a suo disdoro — di non aver potuto leggere inai interamente l'Idiota, e a mala pena i Fratelli diammazoff; tutti j critici si accordano per biasimai.. ]R insufficienze formali, mutilazioni di svolgimenti sono dal D. stesso ammesse e giustificate col bisogno di termina re a ogni costo. La fame letteralmente. la fame e l'epilessia lo costrinsero a sforzi inumani, a violentare costantemente i suoi desideri di fare dell'arto, con calma e serenità. Fu perciò escluso dai campi spaziosi dell'arte e lasciato dal Do Voglie ui medici, ai fisiologi, ai filosofi, e d nostro pubblico se ne stancò presto: fu debitore della sua fama alla materia pre=a a trattare. < Appena dopo il matrimonio scrive: «Anna G. si c mostrata più forte e di uno spinto più profondo di quel che contavo e in parecchie occasioni è stata il mio ancreln Custode: ma nello stes.sn temoo vi sono in cssn. moti infantili, adatti ai suoi vcnt'a'nni ciò che è bollo e naturalmente ina a mi. ho appena la forza e di rispondere » necessario, la cannella e susseguentemènte si rnno frasi come quéste: « Ma io annego. R chi annega, del tutto de! tutto, e chi tende la mono senza fare anpello alla ra Rione » — « ogni dieci giorni ho una crisi e poi per cinque giorni duro fatica a ritornare in me » — » ieri ho scritto ugnaimente sebbene in uno stato vicino ' olla follia a— « il fantastico forma nei- me l'essenza slessa della realtà » — » come, posso scrivere quando sono affamato, ho dovuto imDegnare- i miei calzoni: mia nioglié allatta la bimba ebbene, ella slessa va' n impegnare la sun ultima sottana di lana e nevica da due giorni (non mentisco, vedete i giornali) » — «e dopo ciò essi esigono dell'arte, della poetica purezza, senza, sforzo, senza delirio. Vedano dimoile in quali condizioni- lavoro! » — « ò un'idea che mi è assai cara, ebbene la prostituirò, la degraderò, ma che farci! » — « un disgraziato che ha sofferto, Uh malato atrofizzato !isicamente e moralmente, un lavoratore sempiterno! » — e a questo si aggiungano gli odii politici, i disgusti, le torture intellettuali la censura, j debiti, il bagno, i disaccordi e si comprende come egli debba sboccare alla follia e all'allucinazione, Ivi infatti gli è consentito di raggiungere l'arte: nessuno lo ha mai seguito. £a continuità piena e conseguente, che non lascia scoperta nessuna saldatura, delle sue visioni, che non ne ammette il suo punto d'arrivo e di immortalila. Egli è veramente il poeta dell'anormalità trasumanata, della turpitudine e. dell'istinto, il maestro' insuperato degli abissi interiori: il disfacimento della, sua vita ne è il prezzo. Concludendo la prima parte del suo Cristo e Anticristo il Merejkowsky dubitava che la Russia potesse sostenere la sintesi della concezione religiosa della carne manifestata da Tolstoi e della concezione religiosa dello spirilo espressa da Dostoievski: tesi e antilesi. Ma nel prospettare il suo dubbio egli doveva ticonusccre che era indispensabile per il pupolo russo di giungere a una tale integrazione. Entro questi- terrei limiti è stato stritolato il concetto di Dostoievski: lo slavofilismo sottostà oggi al marxismo, da lui definito ti ringhiare impotente di piccoli cani che volevano azzannare il sole ». D., nonostante le idee che la figlia si è divertita a svolgere sulle basi delle teorie di Gobineau ha sempre e unicamente sentito di essere un vero russo e di aver bisogno continuo della patria per poter lavorare. Considerata l'Europa come un continente ateo, ma in cui l'ateismo stesso ò un prodotto dell'indifferenza materialistica e non affermazione violenta e appassionata di ima Ctfaviozione (coxuc pei. F.lli Rara- I mnzoff) egli sostici:' che «il fondo definitivo del destino russo consiste a rivelare al mondo un Cristo russo, sconosciuto all'universo, r il cui principio è contenuto nella nostra ortodossia. Secondo me è là che si trova il principio della nostra futura polonica civilizzatrice e della risurrezione di tutta l'Europa per opera nostra, e tutta l'essenza della nostra forza futura » (credo nazionalista gigantesco e assoluto se ve ne furono mai). Il discorso su Pusrkin doveva definitivamente consacrare per lui l'unione delle due correnti russe: slavofilj e occidentalisti in una sola, diretta alla riforma dell'Europa, e hi conciliazione doveva avvenire secondo questa, forinola: «gli slavofili riconoscono tutta la legittimità dccrli occidentalisti verso l'Europa, tutta la legittimila perfino delle loro più esagerale simpatie e conclusioni, e hanno spiegata questa legittimità come una tendenza puramente russa» ossia, per chiarire: la posiziono di simpatia presa dagli occidentalisti nei riguardi dell'Europa si mutava non nell'assorbimento delle forme europee da trapiantare in Russia, ma nella migliore conoscenza di esse ai fini di meglio 'sostituirle con quelle russe, poiché « l'animo russo, profondamente umano, saprà rinchiudere in sé con amore fraterno tutti i nostri fratelli fi alla fine l'orse, dirà la definitiva parola della grande armonia universale, dell'accordo definitivo fraterno di tutte io razze secondo la legge evangelica di Cristo ». Benché persuaso che il genio dello spirito russo tenda all'umanità, D. non nascose i suoi timori sulla conversione degli occidentalisti, ma la riserva non scosse la convinzione che era in lui. E il profeta della nuova dottrina si incarnò in Alioscha Karamazoff. Fu una grande illusione. Abituato a considerare soverchiamente l'utilità della, letteratura, al termine della fioritura, letteraria cominciata con Pusckin u Gogol, estimatore avventato dell'importanza del regno di Pietro il Grande, avvezza a vivere in un momento in cui gli spiriti circolavano epromettcva.no cose grandi, con Tolstoi e rurghenieff come rontemnoranei e compagni. Dostoievski a torlo credette che si potesse saltare da una barbarie recente una. civiltà degna di riassorbire quella della vecchia e raffinata Europa. Non ebbe la coscienza che la storia non si fa a sbalzi, i con apocalittiche visioni, ma è traina n'imita di avvciittnènti incatenati cosi suv lamento da non ammettere una svolta irò) imi ardita. Non fu un determinista._ohi.. fedo nell'ideale, e si perdette. Se oggi <g.i si levasse ad esaminare la Russia vedrebbe un popolo acefalo e inerte, mosso da un'aristocrazia di marxisti e di stranieri, che non sono usciti dal suo grembo, ma lo han completamente ottenebrato. Non vale che egli abbia indicato il dissìdio tra intellettuali e popolo, che è stata a veni causa della catastrofe russa: eglnsistett.e in un'immaginazione anti-storica' non conobbe completamento quanto il movimento a cui partecipava fosse limitato. L'Europa non lo respinse, cercò di penetrarsene, ma si formo il convincimento che era luce sprigionata da due o tre grandi personalità, non da un popolo: lo scetticismo o il ragionamento nostro prevalsero.Il dramma russo ò una prodigiosa catastrofe, ma è connaturata alla nazione. Su di un movimento socialista nel 1880 scrive-io facilmente soggiogato. 11 principio rell-gioso su cui era basata la sua utopia pareva D. : « Si invita la Russia a parteciparvi. La Russia, non deve farlo: essa devo conservare i suoi vantaggi; il socialismo cadrà ai suoi piedi ». La fine 'lei secolo sarà scossa da'una scossa tale che non ve ne furono mai. La Russia deve essere pronta e attenderò e osservare. Non si intrometta in questi, alleanza! O orrore! Allora sarebbeia Ime. la fine di tutto. No, presso di noij_socialismo non esiste... Vi è qualche par-tigiano di Pietro il Grande, ma la partesana della Russia non si muoverà: essae innumerevole » certoof Srasjiìs* dif .usionte! scerto si deve, ammettere — dal punto divista di Dostoievski — che 1 accresciuta, fre queiiza. dei rapporti cogli occidentali è stala funesti!, alla Russia, bisogna riconoscere elio la spina dorsale mancò per prima apopolo russo e che la diagnosi fu superficiale. 1 Ora si potrebbe studiare quale rappresentazione o quale nozione dònno le opere del D. della sua patria, G paradossalmente affermare che proprio esse per noi ne documentano la cancrena: nei- ora basti avere constatata la vivacità d'elle riflessioni che i! D. provoca e ripercorsa la sua opera. A. C.

Persone citate: Anna Grigorìevna Snitkine, Bontadini, Casti, Deile, Gobineau, Gogol, Paolina N., Puskin, Teodoro Mikhailowiteh Dostoievski