Il Governo ungherese intima a Carlo d'Absbur di deporre le armi e di rinunziare al Trono

Il Governo ungherese intima a Carlo d'Absbur di deporre le armi e di rinunziare al Trono Il Governo ungherese intima a Carlo d'Absbur di deporre le armi e di rinunziare al Trono La Grande e la Piccola Intesa unanimi contro il tentativo di restaurazione - L'Italia prende posizione - La Cèco-Slovacchia mobilita - Gli scontri fra truppe d'Orty e truppe carliste. (Servizio speciale della STAMPA) VIENNA, 24 notte. Il « Correspondenz Bureau » ha da., Budapest: (ti rappresentanti del Governo ungherese hanno comunicato starnano all'ex-re Canio le condizioni formulate dal Governo a suo riguardo, e che sono concretate nei sette punti seguenti: «1.0 deposizione incondizionata delle armi ; »2,o i consiglieri militari dell'ex-re saranno deferiti ad un tribunale di guerra; «3.o le truppe dell'ex-re saranno disarmate e amnistiate ; «4.0 rinuncia definitiva al trono; «6.o l'ex-re rimarrà internato nell'Ungheria finché la questione non rimarrà risolta ; «6.o il luogo di soggiorno definitivo e le modalità della partenza dell'ex-re dal territorio saranno precisati dalle grandi Potenze ; «7.o i consiglieri politici dell'ex-re saranno deferiti al tribunale. << L'ex-ministro Gratz si è assunto l'incarico di comunicare dette condizioni all'ex-re, e raccomandargli l'accettazione di esse. Sino alle duo dei pomeriggio il Governo non ha avuto alcuna risposta. Si aggiunge che raziono militate ha provocato (a ritirata del!'ex-re e delle sue truppe verso Cornaron. li Governo ungherese considera cosi terminata l'azione mìiiSare». (Ag. Stefani). I combattimenti davanti a Budapest (Servino sveci ute dei in Stampa) Basilea, 2'», notte. L'attitudine immedialameptc assunta dal Governo italiano, ili fronte alla nuova avventura di re Carlo, e. la dichiarazione trasmessa a Belgrado dal ministro di Jugoslavia a Roma, secondo la quale l'Italia si pone risolutamente sul terreno dell'accorili) di Santa Margherita, e seguirà fervuimenle le disposizioni firmate con la JuyosLiuia a liajiaUo, secondo le quali il ritorno u la. restaurazione degli Absburgo dorranno essere in qualunque caso impedite, ha prodotto riva soddisfazione. Questa notizia, è stala accolta con grande compiacimento a Belgrado, dove si è felici di poter constatare <ifficìulmcnie che il Governo italiano si mantiene fedele al trattato di Rapallo, le cui clausole sono di estrema importanza per la Jugoslavia. 1C l'informazione giunge tanto, più opportuna, in quanto Viene a tagliare corto in certo qual modo alle 'dìverse voci, secondo le quali si accusava l'Italia di aver concluso mi, trattato segreto con l'Ungheria contro la Jugoslavia. Voci raccolte da un corrispondente tedesco li corrispondente da Vienna del Bcrliner 'l'agcblcitl. dopo aver della che i rappresentanti della Piccola e della Grande Intesa hanno rinnovato presso il Cancelliere l'assicurazione che tutte le misure saranno prese per impedire il ritorno degli Absbur(10, ritiene decisivo per le sorti dell'avventura il contegno assunto dal ministro degli affari esteri italiano, marchese Della Torretta. Lo stesso corrispondente ritorna ad affermare, raccogliendo la strampalata voce ilie già vi abbiamo segnalalo, che la protezione dell'Italia nella questione dell'Ungheria orientale, avrebbe dato luogo ai seguenti accordi fra titalia e l'Ungheria: il marchese Della Torretta si sarebbe impegnato a proteggere l'Ungheria nella questione occidentale e in quella inerente alla smobilitazione; e l'Ungheria si sarebbe impegnata con l'Italia a collaborare contro il Governo di Belgrado in Croazia, in. caso di conflitto italo-jugoslavo, c a mantenere in i-scacco le truppe jugoslave al confine ungherese: il marchese Della Torretta avrebbe in- compenso promesso di appoggiare il ritorno di Carlo d'Absburgo, nel caso però in, cui. questo ritorno si dovesse limitare alla sola Ungheria. « La Francia, — sempre secondo quello che scrive U suddetto corrispondente, del giornale democratico berlinese, — per meglio impiegare la sua arte diplomatica nella sopraffazione della Germania, proprio nei giorni in cui si decideva la sorte della Slesia, non intervenne negli accordi che il marchese Della Torretta stringeva a Venezia. Il Ite avrebbe quindi potalo avere la speranza che, da parte dell'Intesa, non si sarebbero incontrale gravi difficoltà ». Il corrispondente però, rientrando nella realtà, ammollisce di non illudersi troppo: poiché i diplomatici italiani sono i primi a sollevarsi alte //rida contro il ritorno di Curio. Lo scontro di Budaors .S'iti combattimenti che si sono svolti a sei chilometri da Budapest si hanno fino a r/ucsto momento scarsi particolari. Si conferma solo la notizia che i contingenti curasti, dopo un attacco duralo qualche ora, sono stati respinti dalle truppe legittimiste, senza però che le perdile (si parla di alcuni ■morti e di un centinaio di feriti) fossero rilevanti. Il numero delle perdite viene par•MftlMÉMIWliMm^ nBs i nelle prime ore giunsero nelle vicinanze di Budaors, dove si svolsero i primi attacchi, erano, composte da elementi provenienti dalle guarnigioni di Oedenburg e di Raab, a cui gli ufficiali avevano dichiaralo di dover marciare contro Budapest, dove era scoppiata una rivolta bolscevica. Nonostante tale dichiarazione, troppo ingenua per essere accettata come attendibile, i soldati, non appena giunti innanzi alla capitale, e venuti a conoscenza die si trattava di combattere per la restaurazione degli Absburgo, impegnarono combattimenti contro le truppe governative. Alcuni ufficiali delle truppe attaccanti, accusati di manifestare propositi anti-realisti, furono arreslati dai propri soldati. La ritirata dei reparti dell'ex-Imperatore e Re sarebbe avvenuta perchè il generale in capo fu informato che la città era fortemente difesa. Verso le 4 del pomeriggio lo Stato Maggiore governativo inviava ai carlisli un parlamentare nella persona dei comandante 0scntzlnirg; e in seguito ad una breve conversazione fu deciso di cessare ogni ulte-, riore spargimento di sangue. Il bollettino ufficiale di guerra ungherese segnala-, 120 prigionieri, 8 morti e 12 feriti. Questo il bilancio di un combattimento che i giornali assicurano è durato « accanito » dalle prime ore del mattino alle 4 del pomeriggio. Si ignorano le perdite da parte delle truppe di re Carlo, le quali si sarebbero ritirate in perfetto ordine, e in completa efficienza di forze in direzione di Raab. Le truppe di re Carlo nella notte hanno evacualo le posizioni avanti Budapest, tanto che le truppe governative, le quali avevano perduto ogni contatto con gli attaccanti, decisero di avanzare e d'iniziare un movimento di inseguimento per riprendere il contatto. La ritirata è quindi continuala — sono informazioni ungheresi — con piccole scaramucce. Trattative tra Hcgedus e Horly Pochi minuti prima che le truppe iniziassero il loro movimento di attucco contro le posizioni avanzate della capitale ungherese, era entrato a Budapest il feld-maresciallellegedus, incaricatola nome del re, di trattare col Governo. Horty però in un colloquio al quale assisteva anche il ministro d'Inghilterra, respinse recisamente qualsiasi trattativa, dichiarando che il Governo si manteneva fermo nel punto di vista già enuncialo, di impedire ad ogni costo un ritorno degli Absburgo. I due inviati del conte IlethliMi. presso re Carlo non furono invece ricevali. Subito dopo il colloquio del. feld-marcsciallo llegedus, un membro del Governo, parlando coi giornalisti della situazione 'provocata dal ritorno improvviso di re Cariò, dichiarava: Questa nuova leggerezza sottomette il paese ad una grande prova. Nel momento in cui il Governo, per la prima volta dopo che l'indipendenza dell'Ungheria è stata garantita dal trattato del Trianon, ha potuto presentare al paese risultati concrèti assicurando Oedenburg, ed applicando all'interno un programma che riassume lo sviluppo ed il consolidamento della nazione, la ripetizione dell'avventura pusquale ha avuto l'effetto di una bomba fra'i partigiani del Governo. Il Governo però è solido e capace per provvedere al mantenimento dell'ordine all'inlerno e della sicurezza esterna. L'opinione pubblica ha pienamente fiducia, dopo le esperienze favorevoli fatte quando avvenne il tentativo pasquale. Il Governo ha decrclato la legge marziale. Avendo i rappresentanti dell'Intesa a Budapest rinnovalo l'espressione del loro veto, come avvenne la primavera scorsa, è fuòri di dubbio che una catastrofe colpirà ii paese se esso non sarà capace di superare colle proprie forze l'avventura ». Le misuro della Piccola Intesa Nei paesi della Piccola Intesa le riunioni dei ministri e degli Stali Maggiori militari si susseguono; e come durante l'ultimo episodio del Burgcnland, continuano le pressioni presso i Governi dell'Intesa affinchè sia permesso alla Jugoslavia, alla CecoSlovacchia e a qualche altro membro della Piccola Intesa di intervenire militarmente. Una decisione al riguardo sarà presa solamente domani, in una riunione che dovrebbe avvenire fra Pasic, Bencs ed altre eminenti personalità rappresentanti gli Stati successori dell'ex-monarchia. Non è però ancora conosciuta la località in cui tale riunione avverrà; e nemmeno la data di domani è ufficialmente confermata. Le comunicazioni telegrafiche e telefoniche fra Berlino e Praga sono sospese, a causa della mobilitazione. L'agitazione maggiore si no-, tu proprio a Ptaga, dove il Governo si sentirebbe poco sicuro della fedeltà degli slovacchi nel caso di un'azione militare; mentre la stampa cecoslovacca pubblica lunghi articoli per illustrare la efficienza militare ungherese, la cui entità ammonterebbe oggi a 60.000 uomini, compresa una divisione di cavalleria. A Vienna e ad Innsbruck Anche Vienna tradisce l'impressione profonda provocata dall'avventura cartista. Gli edifici pubblici sono sorvegliati da picchetti di soldati. La stampa e divisa nettamente in due campi, prò e contro l'ex-imperalore: la parte conservatrice tende a ccsampz cialisli, con alla testa la Arbelter Zeitung, che pubblica un1 articolo dal titolo: « Absburgo alle porte!», invita*il proletariato ad armarsi contro la minaccia di un putsch monarchico anche nel territorio della Repubblica austriaca. Molte migliaia di operai armali, come è noto, hanno già raggiunto i confini, allo scopo di rinforzare la difesa; mentre nei dintorni di Vienna alcune fabbriche chiuse sono state trasformate in caserme, ed occupate da guardie rosse operaie. La cristiano-sociale Reichpost esamina gli avvenimenti con una rassegnazione di cui solo può essere capace un giornale del genere; e zi presenta come una (( volontà divina ». La capitale è ogni tanto percorsa da strilloni che agitano edizioni straordinarie di giornali recanti notizie sugli scontri fra cartisti e legittimisti. Gli ambienti politici si mostrano riservatissimi. id Innsbruck fino a questo momento l'ordine non è stato turbato, sebbene la popolazione si mostri mollo agitata, come dimostra il fatto che durante tutta la notte ha pernottato nelle strade in attesa di notizie. I consiglieri nazionali tirolesi sono ritornati immediatamente a Vienna, annunciando prima di partire che il disarmo delle organizzazioni repubblicane può considerarsi come completamente avvenuto. 1 giornali tedeschi annunciano infine che il proletariato céco-slovacco, francese, italiano e bulgaro hanno deliberato telegraficamente di unirsi in una manifestazione di protesta contro qualsiasi tentativo di restaurazione monarchica nell'Europa centrale. Il volo Fra i tanli particolari che si raccolgono sul modo col quale il viaggio fu preparato, vi è quello dell'arrivo di due ufficiali aviatori ungheresi in Isvizzera, arrivo avvenuto la settimana scorsa. Si sa pòi che il volo dell'ex- re Carlo si compiè dall'areodromo di Dubcndorf attraverso la Baviera, poi lungo il Danubio, poi passando sopra Linz fino a Vienna; quindi sopra Wiener Neustadt, verso il Burgenland, a ■ Oedentiurgj Xi'-aUerraggio, ebbe luogo precisamèùte^aDenefa, dove il conte Sigray possiede un castello; il conte Sigray aveva trasformato un vastissimo prato in campo di atterrag gio munito persino di apparecchi elettrici per segnalazioni notturne.. Il conte Andrassy si trovava già da qualche giorno ospite del ricco magnate ungherese. s

Persone citate: Canio, Carlo D'absbur, Della Torretta, Linz, Raab