Il Congresso Popolare per la collaborazione a sinistra

Il Congresso Popolare per la collaborazione a sinistra Il Congresso Popolare per la collaborazione a sinistra Il discorso dell'or». Cingolani - Il ministro Bertone difende il progetto Giolitti sulla nominatività dei titoli e la legge sugli extra profitti di guerra - Un voto per l'abolizione del "placet,, e dell'exequatur„(Dal nostro iniziato speciale) Venezia, 21, notte. I il fniitri-nscn nella imnftinniu ci h cvnitn •> seziona ,u^ tomi minori e cioè: sulla ricostruzione eco-!nò-mica ed amministrativa delie terre liberate; e redente, sulla scuola elementare e popò tre: sulla riforma dell'amministrazione ci vile del patrimonio ecclesiastico, e sijlla Lega delle Nazioni e Ufficio -intemazionale del lavoro. Incidenti coi fascisti Alle ore 15 si inizia la terza seduta generale del congresso. Il teatro è affollatissimo. 11 canto di « Bandiera bianca » e un applauso a don Sturzo indicano che si iniziano i lavori. Il'presidente Berlini da la parola don Sturzo. Questi comunica l'adesione del Centro tedesco. Si applaude e si grida: « Viva l'Internazionale bianca! Abbasso la Massoneria francese ed italiana! ». L'assemblea è nervósa per un incidente avvenuto coi fascisti in Campo San Luca. Un manifesto della Società del Libero Pensiero, inneggiante a Frate Paolo Sarpi ed imprecante ai nuovi vandeani, è stato affisso per le calli veneziane. Sembra che qualcuno di questi manifesti sia stato stracciato dai popolari. Di qui battibecchi, dispute vivaci, ecc. Un gruppetto di fascisti si è anche portato innanzi al teatro Rossini per protestare. Don Sturzo legge non poche adesioni, fra le quali quella di IjO giovinetti di Brendola. (Vivi applausi). Comunica il risultato delle discussioni nelle Sezioni. Una sola rli esse ha concluso i suoi lavori. Compare in questo momento in platea un vigile cittadino. Viene scambiato per una guardia regia. Insorge tutto il Congresso- Si. grida: « Fuori, fuori! ». 11 vii/ile estrae la tessera. E' iscritto al Partito. Nasce un po' di confusione, subito sedata. Beirtini chiede al Congresso di scegliere: o lavorare seriamente o sfogare i propri nervi. Se intende lavorare, dice l'on. Bertini, chiede a tutti di portare in teatro la serietà necessaria ad un elevato dibattilo. Prega poi Checchini. che vorrebbe parlare sugli incidenti di campo San Luca, a non insistere e rinunciare alla parola. La. presidenza si è resa conio, cWfce Bertini, dell'cbeitazione che esiste in qualche piccolo ambiento veneziano' contro il Congresso, ed ha chiesto a. ehi di dovere la tutela della libertà dei congressisti. Cbec'chlhi insiste nel voler parlare. Vuol dire- che i congressisti, sentono fremili di ribellione contro certi atti, ma. trovano nello spirito cristiano la forza di reprimere i propri scatti e la forza par rinnovare egualmente alto il grido di : « Viva l'Italia! ». Contro i "placet,, e gli " exequatur „ L'on. Fino riferisce sui risultati ■ dei lavori della prima sezione. Dice che in un primo studio non si è potuto svolgere a fondo il tema, ma salo interessarsi della parte più urgente, e cioè liberare il clero dai placet e dagli exequatur. Non si vuole l'abolizione di ogttd controllo, ma semplicemente quello che è rappresentato dalla conferma della, nomina da parte dell'autorità civile. .L'autorità civile non ha competenza nelle questioni morali, che sono le prime in ordine di considerazione. Le autorità civili possono solo interloquire in quelle finanziarie ina queste non debbono sovrapporsi a quelle. In nome della libertà, placet ed exequatur devono scomparire perchè non servono che a tiare sfogo di carattere politico ed a movimenti di raìacore e di odio. (Applausi vivissimi dell'assemblea). Presenta una. lunga mozione, nella quale, premesse molte considerazioni, chiede per il patrimonio ecclesiastico l'applicazione del diritto comune. In ultimo domanda l'abolizione degli uffici dei benefici vacanti e degli economati e sub-economati che assorbono il patrimonio a danno degli interessati. All'on. Fino, salutato da applausi, segue l'on. Degni, che e stato relatore sulJ'argomento e che minutamente commenta la mozioneapprovata. L'on. Cingolani sulla collaborazione E siamo al tema della collaborazione. L'onorevole Cingolani sale alla tribuna accolto da applausi. Dice: «Nel partito popolare i deputati rappresentano la testa di turco. Al congresso Ci limino chiuso in una boxe; non ce ne rammarichiamo. Siamo i servi del partito: assistiamo non per noi stessi ma per il partito. Parlerò chiaramente. Il Partito si formo con mentalità diverse, con gente venuta da strade diverse, unitesi in un proposito di chiarimento. La proporzionalo è stato l'elemento rivoluzionatole che ha rivelato quali erano i partiti che avevano radici nelle masse, e messo i popolari nella necessità di entrare subito in azione. Rimanere come Achille sotto ia tenda sarebbe stato comodo: fare della opposizione, -facile: e invece fummo chiamati ad agire. Ci sobbarcammo a csesto dovere nel desiderio di fare, di realizzare quel programma che da quarant'aiini, come democratici cristiani, avevamo propugnato. Ci siamo trovati di fronte a presidenti del Consiglio rappresentanti di piccoli gruppi di sinistra (Giolitti a parte, Giolitti è escluso), piccoli gruppi senza larghi aivpoggi .nella Cameni, e nelle condizioni di non poier contaro su di una effettiva maggioranza' per realizzare quei iptinti programmatici da noi fatti inserire nel programma ministeriale ». Un monito - Il fascismo Illustra poi con esempi diversi casi parli inentari uei ' "': 11 ' ILi'/Ili' Lì ',, iÌwiiémWÉmoÌìÉi . 1 ' I uomini per il fatto i '.ie nei suoi gruppi di > destra mancava il reale appoggio della Ca assicurare la vita al Ministeri « Se o-!«HPfì H°.mmi'«_s? «U uomini con i quali ab e; ò i a ae po el a ern tà lo o he cte he ei, no li n o. ni, o to o i. e scdi re o, n il a hi nro no za i : ai il r e di he na le i, aon a adi re ). e, il ine oae neoo i Al n ril ra di eli snlre o to re me o. el di ), la naatrÉi . biamo fatto fino ad oggi alleanza, devono 1 ' continuare ad avere il nostro appoggio, debbono dimostrare di mantenere fedo ai loro impegni e non a masticare amaro » (acclamazioni). Prosegue accennando alla necessità di rinvigorire l'autorità dello 'Stato. Ricorda il movimento comunista e la reazione fascista e dice che ii fascismo ebbe anche su qualcuno dei popolari qualche fascino (si grida: — Cappa! Cappa!, il direttore deU'/luuenìrc d'Italia). Ma afferma che il Partito popolare ha saputo conservare sempre le mani pure di °ingue. ■< Il Partito popolare, dice, si sacrificò, ma questo suo sacrificio farà maturare fruiti abbondanti. Quaiche cosa già si trasforma : è un altro spirito intorno a noi : sentiamo che siamo destinati a formare l'asse intorno al quale deve girare, là vita nazionale (applausi); un partito centrale, un partito di realtà, che realizzi quelle che sono le aspirazioni della maggior parte delle .popolazioni « (applausi). Ritorna a parlare delia chiarificazione dei partiti per merito della proporzionale. Nota i tentativi che si stanno facendo nel paese, e cioè la costituzione di nuovi partiti: fascista, agrario, democratico, e si manifesta in proposito pessimista. Crede che si possa creare un gruppo di agrari rappresentanti di interessi, ma non vedo come si possa riuscire a formare il gruppo delle democrazie. Voci": — Lo farà la Massoneria! Cingolani: — Le organizzazioni segrete avevano un tempo efficacia. La Massoneria collegó in un unico fascio uomini di parte politica avversa. Oggi non so. I socialisti D'oratore esamina quindi ii risultati del Congresso del partito socialista e dice: «Sono scettico sullo spirito rivoluzionàrio di Modigliani... ~ E' un ebreo. Cingolani: — Credo che la repubblica che egli ha minacciato fosse una minaccia puramente parlamentare a scopo di cooperai^alla formazione di un blocco intorno all'ex-presidente del Consiglio. Credo però che vi sia uh movimento nel quale si tenti di favorire il raggruppamento di uomini della democrazia e di uomini di destra del partito socialista. Per trent'anni il partilo socialista è stato collaborazionista negli atti, se non nelìe parole, e noi sentiamo anche che la sua ultima manifestazione di intransigenza rappresenta il suo ultimo atto di purezza che la moglie di Cesare compie innanzi agli occhi dei proletariato (applausi). Tutti — esclama l'onorevole Cingolani — devono assumere la propria responsabilità. 'Noi assumiamo la nostra. Parlamento e paese devono essere considerati come una cosa unica. Gli uomini con i quali siamo forzati a collaborare devino comprendere che non vogliamo che i nostri principii ed i nostri punti programmatici da noi fatti inserire nel programma siano prospettati lontani. Come alleati vogliamo essere trattati è come forza viva e centrale del Ministero cui apparterremo ! ' Il partito a destra non va,. <■ Veniamo ora — prosegue l'on. Cingolani avviandosi alla fine del suo discorso — a quali sono i limiti deila collaborazione. Il partito a destra nun va, il gruppo a destra non va. E' chiaro e preciso (appluusi calorosissimi). Gli alleati futuri come i presenti devono convincersi che noi, per le nostre origini e per i nostri ideali, non siamo ima semplice forza di riporto alla quale si ricorre per poi abbandonarla al suo destino. Questa affermazione deve essere sottolineata dal Congresso. Chi vuole salvare il paese non deve sopportarci ma deve lealmente riconoscere in noi ima forza viva di ricostruzione, rispettarci in Parlamento, nella stampa o noi ia vita locale, accettare i nostri limiti alla collaborazione. Chi non rappresenta alcuna forza viva non può collaborare, con noi. Chi sogna ritorni reazionari e politiche liberticide non può stare con noi, ma chi -sente che la coscienza cristiana è ancora la coscienza del nostro popolo, che per ricostruire l'Italia bisogna rendere alla famiglia la sua autorità, che la scuoia deve essere una libera palestia per la maturazione di una coscienza nuova; chi comprende che, senza monopolii, tutte le forze del tavoro devono costituire entità giuridiche, chi vuole porre mano ad una politica di sviluppo dell'economia nazionale ed una politica estera di salvaguardia deile forze morali e dell'attività commerciale del paese e creare rapporti internazionali ispirati ad una superiore giustizia ed alla solidarietà, chi lutto questo pensa, troverà in noi lo strumento per il rinnovamento delle grandezza d'Italia! ». L'ori. Cingolani termina tra gli applausi scroscianti del Congresso. Tutti balzano iu piedi. Si applaude per qualche minuto. Il ministro Bertone per la restaurazione finanziaria Sale quindi alla tribuna l'on. «Bertone,' che comincia dicendo: «Giustamente il relatore ha parlalo dei limiti deila collaborazione parlamentare, perchè il fatto della collaborazione è superato dalla necessità contingente in cui ci troviamo. Occorre però che anche qiie sta necessità sia interpretala con mi senso di misura, perché, se volesse •significare rinunzia alia ragionevole nostra libertà di at Tll'llllidfr scnstcunstchliLstnl'odntofrPdndQtiintardsadtacodssuLscratualogdtodnpgrn«èlndcntssdpN0daCcpnrvzlcvlrrpplcmsnrctnilmdnm1smcsnsgcclcvmlt scguenze. Su questi limiti pregiudiziali nessuno può dissentire. E' appunto in nome di questa libertà die occorre chiarire e precisare alcune posizioni nel campo della collaborazione » L'oratore si sofferma a parlare della restaurazione finanziaria dello Stato, notando' che il debito interno si avvicina ai cento miliardi e quello estero ai venti miliardi oroj La cifra è sproporzionata alle forze del noj stro paese. Il deficit da 5 miliardi si avvicU na ai 7. . « Occorre attenuare questo disagio- — dica l'oratore — mentre si va deviando dalla strada giusta. I provvedimenti 'finanziari del Ministero Giolitti, specie la nominatività, dei titoli e la confisca dei sovraprotltti di guerra, frutto della coli aborazione aperta ^sincera del P. P. I., furono oggetto di una campagna di stampa veramente formidabile, che' ottenne il suo scopo, e cioè la sospensione e là riduzione a .Parlamento chiuso delle due leggi., Questo fatto ha già prestato il fianco alle critiche mosse anche ai popolari. Sarebbe stato invece preferibile un'opera di revisiona fatta in sede di collaborazione parlamentare. Sarebbero stati cosi evitati certi atteggiamenti demagogici assai più pericolosi di quelli che si rimproverano ai suddetti provvedimenti: SI1 affermò che la sospensione della nominatività; dei titoli avrebbe favorito l'afflusso del oapltali esteri, ma sinora non se ne ha sentore, come non si ha sentore del rialzo del corso dei titoli. Si disse che si sarebbe risolta la crisi industriale e la crisi economica, ma nessuno di questi due risultati si sono ottenuti L'oratore conclude questa parte del suo discorso invocando una vera e sincera, collaborazione utile e feconda, che deve tendere alla tutela del legittimi interessi delle classi eoi aila salvezza della comnagine finanziaria dello Stato. Si augura che tale colleganza di' gruppi possa essere intensamente iniziata sin dalla ripresa parlamentare e che possano ritornare in luce'quei due progetti su cui — dichiara l'oratore — si impernia la risurrezione economica dello Slato. Propone un ampliamento del terzo comma dell'ordine dell giorno dell'oli Cingolani, ove si parla della! ricostruzione delle finanze statali e dell'economia statale. Egli chiede che si aggiungali «col rispetto delle prerogative parlamentari». Conclude dicendo che il momento presente è irto di difficoltà: « L'assumere responsabilità è pericoloso, ma penso che ciascuno dil noi alla soddisfazione delia facile popolarità; debba preferire il compimento del dovere di cooperare; sia pure attraverso sacrifici e pene, alla salvezza del paese, che è strettamente collegata alia sua rinascita finanziaria». Un'imponente ovazione ha accolto la chiusa del discorso dell'on. Bertone, Discussione rumorosa Pelizzafi non vorrebbe collaborare con nessuno, anzi scavare il soico sempre più profondamente che divide i popolari dagli altri, ma) per amor di patria si adatta a collaborare.] Non vuole si collabori a favore della destra! 0 deila sinistra ma per il paese. Parlando dell'incomprensione dei destri e dei sinistri attacca vivacemente la stampa liberale. II Congresso consento coll'oratore ed abbiamo' cinque minuti di chiasso. 'Rivendica poi ai popolari la prima insurrezione contro i comunisti, ed a proposito dell'incidente del pomeriggio osserva che ad un popolare mutilato venne gridato: « La patria è nostra!». iPelizzari risponde per il mutilato che la patria è la madre di cui siamo fìtfli tutti. Degli Occhi, delia sinistra, è contrario alla collaborazione politica, ma dovendo subirla vuole che siano posti dei limiti morali e parlamentari. Sarebbe favorevole ad un collaborazionismo di masse. Non crede alla collaborazione dei socialisti con i democratici. I popolari, ad ogni modo, devono fare di tutto per impedirla. Si devo studiare di far si che le masse popolari e quello socialiste possano convergere. L'on. Aroca, sardo, o. antieollaborazionista, ma per il modo con cui la collaborazione è stata fatta sinora: Dice che il partito liberale non corrisponde con sincerità alla collaborazione. ■l'oci: — Amore senza'stima! 11 dottor Bocaccini di Verona osserva cha con la proporzionale la collaborazione è naturale. Afferma che la partecipazione al governo dei popolari impedisce la realizzazione di importanti riforme. Esitama, tra gli urlìi dell'assemblea, che è meglio un ministero At meno ed una realizzazione di più. Questo et deve ottenere. Al ministero di G. e G'. il ministro è popolare, ma di popolari in gueft' ministero non vi è altri che il ministro. Tutti 1 suoi funzionari non sono popolari, ma massoni. Ritorniamo al nostri ideali. Abbiamo dimostrata troppa fretta di arrivare " (urla- del congresso). Reclama, poscia 'la libertà della scuola. , — Basta! Basta! — si grida'. Bocaccini : — Domando .mezzo minuto 1 Non gli si concede nemméno il mezzo minuto. Il congresso diventa burrascoso I questori non hanno poco da fare per ricWatnara gli imi e gli altri alla calma. La figura dei comm. Maschio domina la platea ed in quei- \ che momento anche il palcoscenico. •Don Lupi, un giovane prete, è contrari'oi ai« la collaborazione, ma dice che se, per mancanza di collaborazione saltasse l'Italia, tanto vale collaborare (commenti vivacissimi e rumori). Vuole siano precisati i limiti della collaborazione nel campo agrario. Ricorda 1 fatti diSòresina. Dica che è im',bel lodo, j^ja^jj^

Luoghi citati: Brendola, Italia, Venezia, Verona