Il tenente Barattieri e quattro fascisti dinanzi ai giurati per l'uccisione del giovane industriale Guala

Il tenente Barattieri e quattro fascisti dinanzi ai giurati per l'uccisione del giovane industriale Guala Il tenente Barattieri e quattro fascisti dinanzi ai giurati per l'uccisione del giovane industriale Guala L'interrogatorio desìi imputati e le deposizioni dei testi SU imputati E' cominciato iermattina davanti ai giurati il processo contro gli autori dell'uccisione deli'indtistrif.te Francesco Guala, d'anni 25 ex combattente, decorato al valore, avvenuta In notte dal 10 all'll giugno scorso. E' imputato principale il tenente del Nizza cavalleria Vittorio Barattieri di San Pietro, d'anni 22, figlio del generale Warmondo. e Guido Valeri, di anni 19, di Milano, viaggiatore; Alberto Amer>6, ^'anni 23, nato a Rocca d'Arazzo, possidente; Guiscardo Tiretti, d'anni 18, studente, ed Umberto Valentin!, nato a Buenos Aires, d'anni }8, meccanico. I/udienza s'inizia colle solite, formalità: costituzione della giuria e chiamata e ammonizione dei testi, circa una trentina. Presiede l'avv. cav. Raineri; Proc. Generale l'avvocato comm. Pola; cancelliere VittoYialto. Assiste pubblico numeroso in gran parte composto di giovani, di studenti, di amici degli imputati. Il collegio di difesa è cosi composto: pel tenente Barattieri, senatore Palberti e avvocato Caviglia; per Valeri, avvocati Dagasso e Maccori; per Amerio, avvocati Motta e spirito Raineri; per Tiretti, on. avv.- Viilabruna; pel Valentini: avvocati Farinelli e Fiorio. Gli imputati, che sono naturalmente nella gabbia con una scorta di carabinieri, siedono nella prima fila, vestiti in nero, apparentemente calmi. L'imputato Barattieri è magro, alto, pallida porta i nastrini della campagna di guerra e d'una medaglia al valOTe. Gli lm: putati, tutti imberbi. ha:nno un'apparenza di studenti. Tiretti che è diciottenne dimostra ancora meno, della sua età. Sembra un ragazzo. 11 Presidente inizia subito l'interrogatorio degli imputati cominciando dal tenente Barattieri " Ho contribuito personalmente...,. — E' vero — gli chiede il Presidente — che avete ucciso Francesco Guala? — E' vero che ho contribuito personalmente alla morte del povero Guala. — Come avvenne? .-..■_„ — Mi trovavo ai Bar Americano in via RO; ma quando ccll'amico Tirotti decidemmo di uscire per una passeggiata. « Al Bar e in piazza San Carlo s'unirono gli altri imputati tra cui due giovani fascisti che non conoscevo che di viste. L'uno era chiamato col nomignolo di « Sal'imerenda ». Ci dirigemmo aito stabilimento Debenedettt in regione S. Paolo dove credevo di trovare il tnio amteo tenente Bianchi che abitava nella stessa casa del Debenedetti. Bianchi non c'era e allora tornammo indietro. In corso Peschiera io e Saltamerenda «he procedevamo innanzi agli altri scorgemmo due «conosciuti che venivano contro di noi a testa bassa. La località ora completamente al buio, il vento sollevava nugoli di polvere, il sito era deserto. Saltamerenda avanzò contro i due chiedendo chi fossero e declinando la nastra qualità di fascisti. Uno dei due evidentemente spaventato arretrò di qualche passo, trasse una rivoltella e sparò nella nostra direzione tre colpi dandosi alla fuga. Fuggendo ne sparò ancora un quarto. « lo rimasi meravigliato di quanto succedeva e temetti si trattasse non di un equivoco ma di un vero attentato contro di me.. Ero infatti in divisa che pel colletto dalle mostrine cremisi non si differenzia mollo da quella delle guardie regie. Ritenni di essere stato scambiato dallo sparatore ignoto per una guardia e i miei compagni per agenti e allora estratta la rivoltella sparai contro lo sconosciuto proprio tjientr'egli sparava il -quarto colpo. Confesso che ho sparato poa p6r uccidere, più per intimorirlo, per richiamare l'attenzione delle guardie. Aggiungo che con me in direzione dello sconosciuto spararono altri, alla mia destra, che non pelei distinguere. Cessato il fuoco vidi che l'altro compagno dell'individuo era fermo, a braccia alzate ed allora avvicinatomi a lui gli chiesi nome e cognome. Mi disse clie si chiamava Anselmo De Ambrosi d'anni 1S e mi mostrò alcune tessere di circoli cattolici. Pensai che il De Ambrosi avrebbe potuto servirmi da testimonio e m'avviai verso il Politeama Romeno. « Diiiò che i miei compagni avrehbero voluto allontanarsi. Io sono un ufficiale, dovevo rispondere del mio operato e rimasi, non solo ma. pretesi che i miei quattro amici rimanessero con me. Non mi curai del Saltamerenda e dell'altro che si erano uniti a noi per caso o che non conoscevo. E i due si dileguarono. Presidente : — La sera era buia ? — Molte buia e le poche lampade elettriche non funzionavano. — Sa che i suoi compagni fossero armati ? — Valentini e Tirotti certamente no. — E gli altri. — Non saprei distinguere. Ho visto ella mia destra ed anche alla mia sinistra le vampate dei colpi. Non so chi abbia sparato. Aw. Maccari: — Saltamerenda e l'altro che sono frappati ! ■— La vostra deposizione è discorde con quella del teste De Ambrogi il quale afferma chcGuala non ha sparato. E' vero che fu trovato un bossolo a terra e che l'arma del Guala -una Velodok — essendo a tamburo non può rigettare i bossoli vuoti. Difesa: — Lo dice lei. — E furono invece trovati tutti 1 bossoli delle cartuccie sparate da let mentre il Gusla...— Ripeto che il Guala al nostro apparire fece due o tre passi indietro eppoi sparò. Ricordo perfettamente il luccicare della sua rivoltella, un'arma di corte misura, nichelata.— Allora De Ambrogi dice il falso. Difesa: — Sii si! Presidente: — Ma stia.no zitti. Sono io che devo fare le coiitiestaziom: ed è l'imputato che deve rispondere. Il Presidente dà lettura degli interrogatorresi dal ten. Barattieri davanti alla Paizia e in istruttoria. Non portano differenze. Avv. Dagasso : — E' vero che Valeri ed Amerio durante il fatto si trovavano alquanto discosti rial gruppo? — SS, è vero. Aw. Cavaglià: — Se avesse sentito direquella sera da De Ambrogi che il povero Gliala era decorato di medaglia al valore, è possibile che il tragico equivoco fosse avvenuto ?Presidente: — E' una domanda ingenuaRisponda pure. Hon avrei sparato... Imputato: — No, no, non avrei sparato, avrei preferito essere ferito piuttosto io. M6&rpi opposto a che il Saltamerenda l'avesse fermato. E' la volta dell'imputato Valeri. Dice che passando all'American Bar si fermò con amiei. Arrivò il ten. Barattieri col Tirotti quali prorjosero di fare una passeggiata allo stabilimento Debenedetti h Borgo S. Paolo. — Aderimmo — aggiunge e in Piazza San Carlo trovammo l'Amerio e gli altri. In corso Peschiera, a circa l.V) metri dal caffè Romano, io che seguivo ih grappo composto di Barattieri, del Saltamerenda e dell'altro sconosciuto compagno, vedemmo un'ombra sparare diversi colpi, a cui rispose una scarica da parte dei miei compagni. Ci avanzammo d:orsa e. veden.mo Barattieri che slava intortogàndo il De Ambrogi. Non ho altro da direPresidente-. --- Lei era armato? — No. — Nessuno era armalo!! (risa). Difesa, verso il pubblio: — C'è poco da ridere. — E allora chi ha spaiato col Barattieririrotti no, Amerio no. iei no... Dagasso: — Quei due che sono scappati...Anche del Valeri si leggono e,\i interrogatori scritti. Ma non recano maggior luce. Buiquella sera nelle località, buio nelle deposizioni... Il president»' interroga l'imputato AmerioQuesti dice: — Ero da pochi giorni n Tonno. Uscito dcasa, m'imbattei in Pia/za S. Carlo in alcuncompagni che si v.-- arano dnite parti dellslahìlinieiito Debenedetui. Mi unii a loro. L'imputato ripete circostanze gin note e venendo al fatto aggiunge: — A 150 metri daRomano avvenne il disgraziato incornio. Taravamo divisi in due gruppi. Precedeva:.e Tirotti. Barattieri e Saltamerenda. lo col Valerero indietro. Vedemmo profilarsi nel buio duombre, eppoi udimmo degli spari. Io non sparai perchè non ero armato. Ero indietro, non hn partecipato a niente... L'imputato che paria ili preda a visibile eJiantfÉM t^mMìAJasaà m ™»n lo e o ò i . e . e e ri e Ao compagni ci avvicinammo al gruppo. Poi I evennero le guardie. iL'imputato Tirotti ripete, a domanda, il-no-•.teto particolare dell'appuntamento al Bar, del-1 ea passeggiala alla Barriera ,ecc. Si era unito •ìlla eornitiva in Piazza S. Carlo. — Nei pressi del Romano — prosegue — vedemmo due ombro. Saltameranda gridò: — Siamo fascisti, in alto le mani. Allora uno .lei due sconosciuti fece tiri salto laterale sparando tre colpi e si diede alla fuga. Fuggendo sparò un qiwrto colpo. Rimasi stupefatto alla scena. Insieme al De Ambrogi ci avviammo verso il Romano perchè testimoniasse in nostro favore, ma sopraggitmsero le guardie -he ci perquisirono. Non avevamo» anni. L'imputato termina affermando che frequentava poco il Fascio epperciò nota conosceva i clue compagni che subito, dopo il fatto si sono dileguati. Siamo all'ultimo imputalo, Valentini. Anche costui è emozionato e parla a stento. Ha visto nella notte buia e nella località deserta avanzarsi due ombre. Ha senAito una scarica, ha visto le guardie che li hanno condotti al Commissariato. Avv. Fiorio:: — Spieghi ai giurati come erano disposti quella sera. — In due gruppi. Prima Barattieri, Amerio ed altri, poi io nel secondo gruppo. L'avv. Fiorio vuole si chieda agli altri imputati se Valentini era armato. Presidente (a Valeri): — Valentini era armato? -- No. (Ad Amerio) : — Valentini era armato? — No. (A Tirotti): — E lei cosa dice7 — Credo che non fosse armato. Gli avvocati mormorano. Avv. Dagasso: — Sono inutili queste domande. — Tutt'altro! Del resto fate anche voi altrettanto. Aw. Cavaglià: •— Desidero si chieda al tenente di dire che se in quella sera gli si fosse mostrata la tessera d'un circolo cattolico si sarebbe indispettita. — Nossignore. Io sono stato cattolico. Fui allevato in collegio dei gesuiti... L'avv. Cavaglià ha alluso alle tessere che quella sera teneva in tasca il De Ambrogi, notoriamente militante nelle file cattoliche. L'interrogatorio degli imputati e cosi ter- greurlzEndv—cstcbpcddtnCssussimrdecfunvminato. Soho di precedenti incensurati, tutti I sox militari eccetto il Barattieri che era, ai-|a•rl'epoca de-1 fatto, ancora in servizio attivo Si leggono le perizie ed 1 varil rilevi esc suiti. Nella località fu trovata una rivoltella ie diversi bossoli della Mauser usata dal te-, pente Barattieri, nonché un bossolo, d, mol-^lsila Velodog, tipo d arma.die av«\a il P°-|rtf>£*4e S | ir SUSÌ Pai ti) e u dossoio aopo sPnVhn-' nistino-nn Anrhp la Velodoe se; susatol^nW^ Ì^domerà0 tea& E''astodmo^Sia W-i'venite dÌlKao dira eStan. wsuL^U&òà--1 ^testato"che una \dodog"ha tesetelo cX;™a terra una cartuccia. cAvv. Aicardini: — Già, se è stata trovata in terra, è segno che è caduta! S'inizia l'Interrogatorio dei testi, a comin- ciare dalla Parte lesa, E la povera madre dell'ucciso, Redoglio .Angiolina.. Entra vesti-1 : imputa-i s alzano in piali. I.[dell'ucciso, itedogiio Angiolina. t,nira vesu- ta a lutto, con un fitto velo che la copre. I Passa un'onda di commozione in tutti quan- iSembrano commossi anch'essi. U Presidente le dice: Racconti quello <** ^rdo^e ™V — Non so niente. Non samente_quello ohe mi De Ambrogi. — Ebbene, lo dica. — E non lo sanno loro quello che ha detto fu raccontato iteliraccontalo oai,De Ambrogi? Io non ricordo bene, ho avuto I tnntp emn7ìnni I tante emozioni. Si finisce col dare lettura della prima deposizione scritta della signora. Disse d'avercsaputo che i fascisti, quando videro la rivoltella in mano al figliuolo, gridarono: la rivoltella, vigliacco; spariamo » . Ha ; j Conferma che il suo figliuolo portava la ri-!voltella a 5 celpi. a tamburo P. G. : .— Aveva una medaglia? — Si, all valore SÌ erano costituiti Parte civile, ma oggi [ non lo sono più perchè indennizzati? — E' vero. Il perdono d'una madre Avv. Paiberti: — Dica la signora se non ha ricevuto una lettera dal tenente Barattieri e se lei non ha risposto colia lettera che presento. 11 Presidente legge su foglio a lutto le se-1 gùenti linee: « Povero figliuolo - Mio marito ed io voglia-1 mo ohe la memoria d?l nostro diletto Aglio i evochi solo pensieri di pace. Il nostro dolore ; non deve essere cagione di- ai tri dolori. rSap piamo che la disgrazia fu involontaria e man diamo il perdono cristiano. Che Iddio li aiuti tutti ». La lettera ha In data dell'll ottobre. Pubblico Ministero: — Questa lettera Pi scritta dipo l'accomodamento? — Si. Credo sia stata una grande disgrazia. Avv. Cavaglià : — Raccogliamo questo perdono. (Rivolto alla signora Redoglio) : E' il massimo omaggio alla memoria del suo figliuolo. Il Presidente licenzia la signora ed ordina che sia introdotto Silvestro Astesiano. altro testimonio. Costui dichiara che attraversava, poco prima della mezzanotte, il corso Peschiera, quando udì dei colpi di rivoltella. Raggiunto da un proiettile, malgrado la distanza che lo separava dal grappo degli spara- eItori, egli ripòrto qualchescalfittura. a- Ha visto chi sparava? s-l _ xon Ttfitevo distinguere al buio. Ho avuto ? l'impressione che sparassero tutti. Avrò sen- a, tito'10 o 12 colpi. aMi e e a I o n o aaoaa di re. a ? . oo oo. di ni o eal airi ue an e: * Avv. Cavaglià: — E' vero che in quei mesi c'erano stai) frequenti attentati contro l'industriale Debenedetti. — Cosi m'avevano detto. La condanna di un teste Dovrebbe essere interrogato il teste Fasciole Luigi, ma è assente. Difesa: — Ci rinunciamo. Presidente: — Però bisogna condannano. Proc. Gen. : — Questo è certo. — Quanto? — -i0 lire di multa. — Va bene: 40 lire. Gli si legge tuttavia la deposizione in atti. E' un teste che senti sparare da due opposte direzioni. Miano Domenico, maresciallo della R. Guardia, dice: — Uscendo dal Varietà Romano verso le SS,SO con altri agenti, ho sentito in corso Peschiera priina due coliti di anna da fuoco, poi. dopo qnaltlie istruite, un ter.'.t colpo e subito dopo, una scarica di otto o .^.eei colpi. Non potei distinguere, dato il buio e il vento, ne se pureechi fossero gli sparatovi, nè se diverse fossero le orini. Posso dire soltanto che ie detonazioni furono fortissime, cosi rumorose da fare credere che si trattasse di colpi di moschetto. Accorsi subito verso il luogo delle detonazioni ohe era a circa un centinaio dì metri e trovai cinque giovinetti, di cui uno ufficiale, un tenente, elio aveva ancora in mano una pistola e che subito disse: « Ci hanno preso d'assalto; ci volevano sparare ». Il tenente ha pure dichiarato di essere stato lui a sparare. Gli altri non hanno detto niente. A domanda del Presidente il testo risponde che-tutii i compagni del Barattieri vennero immediatamente perquisiti, con esito negativo. Fermò pure 11 De Ambrogi che gli dichiaro che erano stati i fascisti a sparare. Presidente: — Dal momento degli spari a quello della perquisizione quanto tempo è passato ? — l'u paio di minuti. il Minno soggiunge che. provveduto al trasporlo de. ferito, tanto i fascisti quanto il De Ambrogi che a<compa-gnava il Guala, vennero tradotti in caserma, dove si procedette ad una nftnT'«iattB tdf1 ma sempre eoa esilo negativo. La rivoltella di cui «ra armato l Guala, per quante ricerche fossero state tette sul luogo ove avvenne il fatto, non potè essere rintracciata Le guardie regie Segue al Miano il vice-brigadiere della regia guardia Brigiigllo Isidoro, costui, come il maresciallo Miano, ha udito prima due colpi, poi un colpo, e infine una scarica; ma a differenza del primo può affermare che tanto per e vampe coyne per la diversità dello detonazioni gli sparatori dovevano essere parecchi. E soggiunge: — Raggiunto il groppo, il tenente Barattieri ci consegnò la pistola dicendo : « Sono stato io che ho sparato. Ci ^volevano uccidere ed io ho sparato ». A domanda del P. iM. il Briguglio risponde: — Il De Ambrogi non ha dette niente, perchè non gli abbiamo nulla chiesto, essendoci subito occupati del moribondo. Anche questo teste, a richiesta del Presidente, afferma che la perquisizione fu immediata. Presidente.: — Ha visto che insieme a questi cinque vi fossero altre due persone? — Non ho visto. Presidente: — Crede lei che gli imputati abbiano avuto il tempo di far sparire le armi? — Certamente; ne avevano il tempo e la possibilità, data l'ora tarda. Proc. Gen. : — Le fiamme si incrociavano come provenienti da armi sparate da persone disposte in catena oppure apparivano sparate da armi disposte l'ima contro l'altra? Il toste non sa bene precisare e il Presidente ordina che sia introdotto Padello Giovanni, altra guardia regia. Ma costui trovasi a Caserta. Il 11 residente legge la "deposizione scritta, dalla duale risulta che il Paciello osservò che le vampe dei colpi provenivano da una parte e dall'altra, come se i colpi fossero sparati, cioè, da persone che si fronteggiassero. Il Paciello ebbe pure l'impressione che i rumori della scarica fossero diversi dai primi tre colpi uditi prima. Anche il Paciello afferma che il tenente Barattieri consegnando l'arma ebbe a dire che due individui avevano sparato contro di lui ed egli aveva risposto. Monica Carmelo, guardia regia, conferma che intese dapprima due colpi di arma da fuoco e quindi un altro colpo, al quale seguì una scarica dì otto o nove colpi. Vide anche nella oscurità brillare le vampe, che sembravano venire da punti opposti, come se fossero sparate da individui posti' di fronte gli ui agli altrl Avv. CaviiRlià : — Tutte queste risposte delle regie guardie Collimano con le risposte dei- altra regia i-imputato Scgue Dp Martino Immacolato. . ^a,^lft. Dic.e die verso le 11, uscito dal Varietà Romano, sentì distintamente prima due Calvo Pasquale, regia guardia, ha sentito scarlca_ ERlj crede di avere potuto distin- s"flre fIal,e fiamme che i colpi si incrocias^^FÀ^J*""" <ia-*'ers°ne che ' fvWffiffidichiarato che aveva spa ^-J0„P«n»* si, era tentato di uccidere lui. ™' j"'^»! negò che si fosse sparalo conno ì fascisti. La sorpresa di due innamorati Sinatti Pietro- — Mi trovavo in corso Pe- schiera a passeggio con una ragazza Voce. a jocaiitA era hti^ . Àd un trkto JlideToXl di rivoltefla I dall'alfossero epa- ^pl°sembravano" incrSine^ono però ben ceno data la distanza a cui mi trovavo dal luogo del conflitto. La donna „ id lln t,.atlo llrtii „nlmi rtl r,vnV colpi semhravan sliarat^^ una Sarti p, traPMn™ bare che i nr imi a colnffMeV €'I^J^W^Ii^ 8'!"' ™ "li sono buttato a terra. Così la mm passeggiata m interrotta. Girelli Cesare: — Mi trovavo al teatro Romano, dov'erano pure De Ambrogi e Guala, R?ffl,£asl^/,ull v°'JÀ^p%^a Ambrosi e «ua-te, finito lo spettacolo, s'incamminarono verso Pozzo Strada ed io e un amico ci siamo incamminati per corso Peschiera. Ad un cer to punto abbiamo sentito un alterco e pro nnneiare la parola «fascisti ». Poco dopo ho udito dei colpi di rivoltella. Io mi sono gel m,0,a ìerraj Po,pi vedere due che scappavano «° i due scappavano? con le mini alzate od altri che tiravano delle rivoltellate. Presidente: — Gli spari cominciarono quan- Prima ho sentito sparare qualche colpo e poi ho visto scappare I due e sparare gli altri. Per la direzione delle vampe ebbi l'impressione che gli sparatori fossero disposti a semicerchio. Uno sparava da posizione più indietro ed altri due di fianco pigliavano i fuggitivi di infilata. Non ho potuto veder'.' la vampa del primo colpo, ma ho visto le vani pe dei colpi successivi, che provenivano sem Pi'e daila stessa direzione. Tutti tiravano dic- 1 tro ed ai fianchi dì quelli che scappavano, i Uno era sulla banchina e due sulla strada, ; Prima ho visto che erano tre; poi mi sono ac- cenato che erano cinque. Il tenente Barattieri interrogato dalle guardie, ha detto che i due' che erano fuggiti avevano sparato contro ili lui. ma il De Ambrogi affermava clic egli e il. Guala non avevano sparato. — Lei crede che il primo colpo lo abbia sparalo il Guala? — lo credo di no. Dal posto ove trovavasi il Guala io uon vidi partire delle vampe. — Lei ha visto dunque che tutti i colpi erano sparati contro i fuggitivi: ma non ha visto la vampa di qualche colpo sparato dalla parte contraria? — No, non ho visto. — Fra i cinque che sono stati arrestati erano quelli che avevano sparato? Non no ha visto per caso altri due? — lo ne ho visti cinque. Può darsi che fossero sette e che due si fossero prima eclissati. Mi parve anzi che il gruppo degli inseguitori fosse composto di tre persone. Avv. Cavaglià: — Quando il teste ha deposto c'era De Ambrogi presente? Udiva? — Si. — Atto a verbale. II solo teste del dramma L'udienza pomeridiana, a cui assiste sempre numeroso pubblico, s'inizia colte deposizione del teste Anselmo De Ambrogi che nella sera fatalo era in compagnia del povero Guala. E l'unico teste del tragico fatte. Dice: — Eravamo stati al Caffè-Concerto Romano e tornavamo a casa. Percorrevamo R corso Peschiera io e il Guala. Cammin facendo parlavamo di sport e di altre cose. Siamo giunti all'altezza di corso Peschiera e corso Racconigi (inondo cinque o più persone ci vennero incontro con le rivoltelle spianate. Fra questi notai un tenente che mi sembrò ade prime un tenente delle regie guardie. Tutti insieme intimarono: «In alto lo ' mani ! Siamo fascisti!». Il Guala, che aveva II beneito in tasca., se lo mise sulla testa e alzò le breccia. II.' tenente, che precedeva dì mezzo passo le altre quattro o piti persone, le quali a ve vana rimesse le rivoltelle in tasca... [esclamazioni di difensori.- Il tefte .?t interrompe). Presidente-. — Prosegua, prosegua! Teste: — Avevano rimesse le rivoltene in tasca e il lenente ci intimò di presentare i documenti di identità, lo cercai nelle tasche per vedere se avevo nulla da date e intanto il Guala stava sempre con le mani alzate, lì tenente, rivolto al Guala, disse: « Avete armi?»'. Il Guitte disse: «Si, ho te rivoltella, ma ho il permesso d'armi », e mise te. mano al taschino dove aveva la ri volterà e la alzò con la canna rivolta in aria, mentre teneva l'altra mano sulla testa. G.i altri, che col tenente erano davanti a noi. gridarono« VigliaccoI ila la rivoltella,! Spariamogli adii sso! ». 11 povero ragazzo si spaventò e indietreggiò con io fronte rivolta però n ine che ero vicino al tenente, lo stetti a vedere che cosa concludevano, ina appena detto « vigliacchi ! » il.lenente comincio a sparare un colpo e a quel.o ne seguirono altri. Il Guala, non essendo stelo preso al prinlo colpo ebbe il tempo di fuggire., ma gli nitri che avevano formato un semicerchio continuavano a sparare. Presidente: — Invece loro raccontano che il Guala, spaventato, sparò il primo colpe Teste: — No, il Guaia ha solo detto clic non eravamo sowersiviit hvovcratemnlaae('qdcclèsAvffpasmsccdpvdh e n Presidente: — E non ha sparato? Testo: — E' mìa ferma convinzione die non ha sparato. Presidente: — Ma come? E' mia fenna convinzione? Lei era 11 presente: ha sparato o no? Quando è stato interrogato ito prima volta ha detto che non aveva sparato. Badi che ha giurato di dire la verità I Com'era la ivoltella? Teste: — Non so. Presidente: — Di che calibro? Teste: — Non so. Presidente: — Era a tamburo? Teste: — Si. Presidente: — Che fine ha fatto? Teste: — Non l'ho più visia. Avv. Dagasso : — Ma lei non è rimasto un attimo setto col Guala? Teste: —- Quando il povero Guala cadde per erra sopraggiunsero lo guardie regie e intimarono l'ali a chi aveva sparato e io che me ne ero andato corsi vicino e c'era gente, ma a rivoltella non la vidi più. Presidente : Può darsi che l'abbia gettata a terra e. qualcuno li'abbia presa. So uno passa e vede una bella rivoltella... Proc. Gen.: — Gli altri erano tutti armati? Teste: — Si, con bastoni e con rivoltelle. Parecchi difensori assieme: — Chi tutti? 'manti erano? Teste: — Erano più degli arrestati. Difensori: — Quanti? Teste: -- .Non Vi ho contati. Difensori: — Quante rivoltelle ha visto? quanti bastoni? Teste: — Mi è parso tre. Piesidcnte: — Barattieri, ha sentito cosa ha detto? Lei ha sparato senza provocaziono. — Ripeto elio ho sparato solo dopo il quarto colpo sparato dal Guala e sparando tutti i colpi di seguito perchè la mia pistola è celerissima... — Lo so che è ceCerissìma. Ma la questiono è che De Ambrogi esclude che Guala abbia sparato. Cavaglià: — Esclude sino a un certo punto... Abbiamo sentito... , Presidente: — Perchè aveva comprato la rivoltella Guala? De \mbrogi: — Perchè una sera era stato fermato verso la Barriera di Francia. I difensori tempestano di domande 11 teste. Presidente: — Non badi agli avvocati. Loro fanno i difensori e bene. Io farei anche peggio... Faori ia riVOiteHa Farinelli al Presidente: — Se lo invitasse a tirar fuori la rivoltella... Difesa: — L'ha portate via lui... Presidente: — Era. molto turbato quella sera? — Molto, certamente. — Crede d'aver errato? Lo dica candidamente. — No. — E' vero che se ne è risentito? — Sì. per molto tempo ed anche adesso sono scosso. Avi'. Cavaglià: — Si dia atto. Un momento penoso Procuratore Generale: — Vorrei sapere la cifra dell'indennizzo. Presidente: — Ma lasciamo stare. — Insomma si o no, signor presidente, Avv. Cavaglià: — Una cosa è certa: che i coniugi Guala non hanno avuto un soldo. Le dirò che nel coso la somma va ai bimbi del povero Guala.. Presidente (severamente) : — Usciere, faccia venire la signora e/uala. La povera mamma del morto la quale è seduta fra 1 testi, sembra riluttante e piange. Mormora: — Ma mi lasdno stare ho tanto sotterto... Difesa: — Potremo risparmiare ceri» emo zloni. Presidente (bruscamente): — No, venga, non faccia capricci (commenti). Quale somma ha avuto come indennizzo? — Si, 70 mila lire, ma per i bimbi. Avv. Farinelli: — E' antipatica questa ri cerca. Che giova? Gli altri avvocati fanno eco; o infatti questa insistenza su quella povera madre in pianto, anche per il modo con cui veniva fatta e diretta'ad avere un particolare noto a tutti, noni Ina prodotto la migliore impflessione. Èst modus... dicevano i latini. Carli Giacomino: — Ero state allo spettacolo del Romano. Ritornato a casa udii degli spari. Ho visto un giovane che gridava: aiuto, aiuto. Ho sentito altri che iridavano: Fascisti, fascisti! Sotto il palcoscenico Servetti Andrea: — Sentii una scarica di colpi. Tutti In teatro gridavano. Gli artisti volevano' nascondersi sotto il palcoscenico. Arrivarono le guardie regie che avevano insieme il ferito e il gruppo dei fascisti. Un giurato: — Avevano i bastoni? — .Non li ho visti. — Ha trovato dei bossoli? — Si, ai Romano, trovai due bossoli. Zanone Giovanni, elettricista, nulla aggiunge di interessante. A questo punto comincia la sfilata dei lesti a difesa. Comm. Morini Francesco, colonnello di Sanità. eli ordini del Governo — Sa che Ira il 1910-20 fossero 6tati emanati nati ordini severissimi perchè gli ufficiali dovessero energicamente reagire ad eventuali ingiuste violenze? — So che. in quell'epoca tra le altre dispo sizioni emanate agli ufficiali, c'era quella di non andare isolati e di difendersi in caso dlì violenza... Avv. Cavaglià: — Desidererei sapere se in seguito a certi episodi sovversivi si era ingiunto agli ufficiali d'andare sempre armati e gli ordini prescrivevano che l'ufficiale non poteva essere esitante nella difesa della propria divisa. Cosicché si mandarono in fortezza certuni che vennero meno a questo dovere e invece risultavano encomi a chi aveva dato man forte ad operazioni di polizia, o aveva difeso l'onore della divisa. Voce: — Era il Governo di Nitti. 11 teste conferma e anzi ricorda qualche procedimento contro ufficiali che, assalili, erano stati disarmati, tra cui un suo ufficiale, che risultò poi immune da colpa. Torli Luigi, ex-colonnello del Nizza Cavalleria. — Ha avuto alle sue dipendenze il tenente Barattieri? Che può dire? — Nel tempo che fu ai miei ordini si è comportato bene, non ha mai dato motivo a lagnanze. So òhe ha avuto delicati incarichi. Procur. Gen. : — Era coraggioso, troppo? — Non mi ha dato questa sensazione. . \\'v Cavaglià: — Crede fosse capace di tirare contro una persona crudamente? Presidente: — Si entra nel merito della causa. . . — Insomma era imperioso, cattivo coi soldati? — No. ■Cavaglià: ■— Può dare notizie circa quelle famose circolari del Ministero Nitti perchè gli ufficiali reagissero se attaccati? .Si. per i frequenti attacchi o agguati fatti ad ufficiali, abbiamo avuto ordini severissimi perché l'ufficiale non dovesse essere inai soprafalto. Anzi chi veniva meno a questo dovere era severamente punito. Garetti Attilio, capitano cavalleria, — Sa che siano stati emanati nel 1919-20 ordini perchè gli ufficiali reagissero se attaccali ? — Si, vari. Una prima circolare perchè andassero colla rivoltella carica. Poi quando alcuni ufficiali vennero assaliti a Panna e Torino, una nuova circolare impose di reagire e di difendere la divisa. Il bivio fra due codici — E chi non reagiva era punito? — Punito chi non si difendeva e premiato chi aveva reagito. Avv. Cavaglià: — Insomma la posizione dell'ufficiale è difficile ili certi casi. Se reagisce, c'è il Codice Penale, se non reagisce c'è il Codice Militare. Permetti Armando, ex-sere-enre Nizza Cavai leria. dice che il tenerne Barattieri ebbe deli enti incarichi di servizio d'ordine pubblico eseguiti con serenità Generale Mora Cannilo, ex-dirtttore della Scuola Militare di Modena, dà buone infor inazioni del Barattieri. Non crede che fosse prepotente. — Quando sentii il fatto dissi Tgenferda tenTdicSavidandelbuCVagnvol—ErioCodumosolchsapSaNsertra——Au CEr——Ici PquunBni Pa —mdapa——timgnratararatinAvvorideSecilibrodej ite..idachpedaghbiVediil mSe(cpedeescozimziinGchpaomdmdntaor.lui e i suoi 1 suoi .nitori! fdBdsscsdiUztlcsadslncsdncd Tropini Antonio, attualmente soldato del nio, seppe da due soldati che erano stati rmati in corso Peschiera la sera del fatto a aiciuii fascisti e che era intervenuto il nente Barattieri a farli rilasciare. Torero Delfino, antico di caSa Barattieri, ce che l'imputato era un giovine per bene. a che aiutò, giovani reduci da iFiume e provde di mezzi soldati del suo squadrone che davano in licenza. Si appassionava molto lle questioni politiche. Aveva delle idee uone e le sosteneva con gran convinzione. Un bastone o un case Cav. Guglielmi Guglielmo, crede che il aleri non fosse armato. Non no aveva bisono. Aveva un bastone e un cane lupo. Sa che a 16 anni fuggi di casa per andare olontario di guerra? — Si. Entra il capitano Bruno Gemelli. E' un glooso mutilato, decorato di medaglia d'oro. onosceva Valeri, non l'ha mai saputo o veuto armato. Lo conosce da anni' e lo sa olto serio e molto equilibrato. Viveva da lo, girava con un bastone e un cane. Ripete e fu per lui una grande sorpresa -l'averlo puto implicato in quella disgrazia di Borgo an Paolo. Norcia Alfredo a domanda risponde: Quella ra il Valeri doveva venire a casa mia per un attenimento danzante. Sa che fosse armalo? — Non andava mal armato. — Aveva il bastone, il cane? Avv. Dagasso : —■ No, perchè doveva recarsi ballare, signor Presidente. Camolelto Ignazio, cantoniere stradale: — ravate sili posto? — Quando successe il fatto io non era. — Ah, io non ora (lisa). Il teste non dice gra,n che. Assicura che non sono fanali nella località. Sapevamcelo. Prof. Contessa Carlo conosce il Tirotti da uando frequento il liceo Alfieri. E' buono, ntissimo d'animo. Ci voleva coraggio... Buonvino Francesco dà buone informazio su Tirotti. Era timido. Presidente: — S'era timido come è andato Fiume? Ci voleva coraggio, non timidezza, — Capirà, l'entusiasmo Balocco pietro ha conosciuto Tirotti dall'aristizio. Lo ritrovò a Fiume. Nelle ore lìbere al servizio, studiava indefessamente. Si prearava alla licenza liceale. — Non ha preso parte ad azioni? —, -Mai. — Era timido? — Si. — E come mai andò' a Fiume? — Erano giorni d'entusiasmo quando parmmo. Avv. Cavaglià: — E di Barattieri che pensa? — Era un po' impulsivo. Aw. Cavaglià : — iNeì mesi di maggio e giuno si era ritornati ai tempi calamitosi? C'eano stati attentati aLla officina Oebenedetti? Il teste conferma e ricorda che subì un tenativo d'aggressione da parte di guardie rosse. Aw. Cavaglià: — Sa che i fascisti coopeassero alla ricerca delle armi nascoste duante l'occupazione delle fabbriche. — SI.- Baroni Cesare conosce da 4 anni Valenni. Sapeva che non andava mal armato. veva anzi paura delle armi. E aggiunge: — Era con me in laboratorio. Una volta gli olevo dare da pulire una Mauser ed egli si fiutò perchè aveva paura. Era 11 sostegno ella sua famiglia. Una perliit Aw. Penati Gtev., vtoe-tnresidente Tiro a egno, dichiara: — Esistono in commercio irca 85 tipi di armi copie della Mauser cabro 6,2.% tutte in condizioni eli dare allo spao intaccature al proiettile, uguali a quelle ella Mauser autentica. Il i>erìt» per ciò ritene che 11 proiettile ritrovato nel corpo del uala non possa essere esclusivamente uscito alla Mauser del .Barattieri. Afferma inoltre he sarebbe stato un caso d'eccezione anche er un buon tiratore colpire a auella distanza a cui tirò il Barattieri, data la corta lunhezza dell'arma. Crede Infine che sia possiile l'uscita d'un bossolo di cartuccia dalla eìodog. Avv. Cavaglià: — Esistono altre ragioni per imostrare che il proiettile di cui fu vittima Guala non è partito da Barattieri? Il perito spiega che il ten. Barattieri è alto m. 1,84. La rivoltella deve sparare da m. 1,40. e ha sparato in basso poteva colpire a 1,28 come fu colpito Guala) ma doveva avere un ercorso discendente. Invece l'aveva ascenente. Tirando diretto avrebbe dovuto non ssere inferiore a 1,40 mentre è stato Guala olpito a 1,28. Il col. Morini è chiamato dai poteri discreionali del presidente a dare alcuni schiarimenti circa la perizia modica e circa la direione del colpo che ritiene sparato dal basso n alto. Ora Barattieri era sullo stradale e Guala più in basso, sul iprato. La lista dei testi è esaurita, il Presidente hiede: — E adesso cosa facciamo? Dovrebbe parlare il Proc. Generale. E l'aw Maccari osserva : — Se parla lui «tasserà, si finisce domani, se no non si finisce. Presidente: — E' un'estorsione questa... Infine si conviene di sospendere. Il Presidente congeda tutti dicendo: -— Allora domani. Ma finiamo però entro seral E' sperabile, se si argineranno le cateratte dell'eloquenza... Sono 10 i difensori. li pubblico sfolla lentamente. Gli imputati nel salire sul carrozzone cellulare sono saluati da amici e compagni. M.