Due discorsi

Due discorsi Due discorsi discorsi, .due indirizzi di pensiero, due politiche. Clemenceau dinanzi al ipqprio monumento in Vandea; Nobleinaire dinanzi alla Società delle Nazioni a Ginevra. Cleimenceau, com'è effigiato nel monumento, scruta intensamente dall'alto di una trincea l'orizzonte mentre i nemici si avanzano; di sotto dei soldati guardano verso di lui fidenti. Il simbolo etesso è una significazione. E' l'uomo della guerra, l'uomoAche per tutta la vita ha sperato ed' li™ohito la rivincita, e che nell'ora ch'essa s'è presentata ha fatto tutto per conquistarla. Il suo pensiero è la Francia, a La Francia ha. voluto. La Francia ha fatto ». Nessuna « congratulazione personale per lui ». Congratulazioni personali ?. « Questo giorno — cioè il giorno che i suoi concittadini inaugurano un monumento alla gloria di lui — è per la Francia i>. E' l'identificazione del cittadino con la patria, ma è insieme l'esaltazione magnifica di sè stesso che s'identifica con la Francia. Psicologicamente un'espressione di forza morale, dinanzi alla quale si spengono tutti i sorrisi ; politicamente la celebrazione del più pericoloso nazionalismo, perchè uomini di tale tempra non consentono alla patria altro pensie•ro che il ptoprio. Anche Clemenceau dirà che la Francia vuole sinceramente la pace ^.che essa non vuole ne essere dominata nè dominare ; ma è evidente ch'egli non crede la Germania possa abbandonare mai « il sogno di follia d'imporre al mondo il dominio di una razza esuberante ». Anche Clemenceau vuole « una pace d'equità per tutto il mondo » ; ima soggiunge subito : a nessuna pietà per la Germania i. « A Versailles abbiamo tatto piegare il ginocchio alla Germania. Coirne si è potuto permetterle di dimenticarlo? ». E' l'esaltazione della propria politica, è il rimpianto e la condanna per la presente che giudicata politica tìi debolezza. A tutt'altra inspirazione ha obbedito, e tutt'altro tono ha tenuto il Noblemaire. Francese anch'egli di razza, 'che ha nobilmente combattuto per la propria patria, e che come soldato « ha ucciso ed ha lasciato uccidere ». Ma combattendo sul campo di battaglia egli si è persuaso che gli eroi non erano da una parte soltanto, e che parimente sacro era il grido di viva la patria che da una parte e dalljaltra si mandava morendo. Ora perchè ^- si alza con magnifico impeto a domandarsi jl-Noblemaire — a petonè l'ultimo desiderio di un eroe che uh giorno ci fu avversario sui campi di battaglia, non deve essere adempito ? Perchè accanto alla Francia non può esistere tuta Germania, con il cui popolo democratico vivere in buone relazioni ? ». Tutta la democrazia europea- non solo, ma tutti gli uomini di buon senso sono persuasi che non solo il fatto è possibile, ma che esso è necessaj'io e indispensabile alla pace d'Europa. Ma è tanto più importante che un Delegato francese se lo sia pubblicamente domandalo, in quanto a Ginevra, negli ambienti della Società delle Nazioni, è opinione generale ch'egli non pariasse per sè solo, ma esprimesse il pensiero, o almeno parlasse con l'autorizzazione del proprio Governo. La politica di Briand insomma appare diversa da quella di Clemenceau, come mostrano il ritiro, anche se,tardo e non completo, delle sanzioni, e gli accordi Loucheur-Rathenau; per Clemenceau ninna conciliaeione è possibile. Permanente il pericolo; la Francia deve stare sempre in anni. Le riparazioni che la Germania deve dare alla Francia non sono concepite come un aiuto e uua ricompensa ai danni che con la guerra le si sono fatti soffrire ; 6pno un mezzo per tener sotto la nemica e impedirle di rialzarsi. E in cotesto pensiero non teme di ricorrere allo minacce per il futuro, « Dopo — egli soggiunge >-^- il completo adempimento delle riparazioni che ci sono dovute dalla Germania per la barbarie delle sue devastazioni, '•"niente parla più alto dell'interesse della nostra sicurezza. Nell'intento ili mantenere la pace i nostri alleati avevano Sentito la necessità di offrirci il loro concorso senza attendere che il negoziatore francese lo avesse domandato. Essi hanbo filmato a questo^seopo degli impegni di cui si potrà parlare soltanto un giorno. Grazie alle riserve del Trattato di [Versailles, i loro atti in quel momento decideranno dei nostri ». Pensiero che diventa anche più chiaro 8e si metta in relazione con quest'altro: a Sicurezza e riparazioni sono due terfcaini inseparabili. Ogni diminuzione agli obblighi finanziari della Germania, facilitandole la diserzione totale, riduce nel tempo stesso le garanzie di sicurezza, il cui prolungamento è, ai termini del Trattato, la sanzione alle mancanze di [Berlino ». E cioè : poiché la nostra sicurezza sarà sempre in pericolo, noi non ci ritireremo mai dal Peno. Non ci ritireremo perchè ci sono a impegni » che gli Alleati Hanno assunto per la nostra sicurezza ma che non hanno mantenuto, e ci nono, nel Trattato di Versailles, delle c riserve » ohe ci consentono di farlo. E' il trionfo insomma della tesi estremiita francese attraverso l'interpretazione iTardieu del trattato. Ma il Trattato di Versailles, pe%f;cttattiente indipendente dal a patto di garanzia », caduto nel nulla, nè nella letera nè nello spirito consente di tali aterpretazioni: E crediamo tutti in Itala ed in Inghilterra pensino così. Lo diciamo tanto più francamente in quanto qualche accenno equivoco di giornale potrebbe far cadere in errore chi meno è opportuno ci cada. Si è scritto infatti come « noi italiani non dimentichiamo che la Francia veglia sui diritti della, comune libertà e che il Brennero e il Reno non sono troppo lontani ». Anche per Clemenceau la Francia ha l'officio nel mondo di sentinella della libertà, ma la libertà per lui è « far piegare i ginocchi alla Germania ». Il ravvicinamento del Brennero al Reno può diventare dunque pericoloso, perchè può far coltivare illusioni fatali, non diciamo all'uno piuttosto che all'altro, ma alla pace europea. Ora per avere pace in Europa bisogna non soltanto parlare ma operare con lo spirito onde ha parlato il Noblennaire. La libertà europea la dobbiamo volere tutti. Per mantenerla però non bisogna far più piegare i ginocchi ad alcuno. Bisognano accordi di democrazie amiche alla ricostruzione comune. | un richiamo del Ministro del Tesoro sulle forniture elettriche delle ferrovie Roma, /,, notte. Circa la richiesta dei materiali per la elettrificazione delle ferrovie ed in special modo dei locomotori elettrici, il Ministro del Tesoro, on. De 'Navn, lia diretto una lettera al Ministro dei Lavori pubblici, on. Micheli, per richiamare l'attenzione sul modo con cui vengono assunto le forniture da parte della Direzione 'Generale delle Ferrovie, che spesso non tengono conto delle riorm:i fondamentali della legge sulla contabilità dello Stato. Questo comunicato del Ministro del Tesoro viene giustificato allegando trattarsi di un miliardo che viene speso quasi iiisindacalmenie dall'amministrazióne ferroviaria o meglio da un reparto autonomo dell'amministrazione che' si è sottratto alla contabili là generale, costituendo una contabilità propria. Il Consiglio dei Ministri Roma, 4, notte. 1,'pn. Bonami ha convocato per venerdì mattina a,r.e ore 10 il Consiglio dei ministri. Il Presidente del Consiglia ha avuto stamane un colloquio col segretario del partita popolare Don Sttirzó. Staserà il ministro Belotti è partito per Bergamo in seguito ad un lieto evento, famigliare.

Persone citate: Belotti, Bonami, Briand, Clemenceau, Micheli