Dante e l'alpinismo

Dante e l'alpinismo Dante e l'alpinismo Signor Direttore, la geniale, interessante lettera del sen. Teofllo Rossi su «Dante e la caccia », apparsa tempo addietro nella Stampa, mi ha fatto ripensare olla profonda conoscenza cho il poeta mostrò d'avere anche della montagna; e mi ha invogliato a compulsare ancora una volta « lo suo volume » por assodare se non sia troppo azzardato concepire anche l'immagine di un Alighieri al pinista militante. Fra i tanti aspetti sotto cut egli è stato studiato, non saprei se già lo abbiano' considorato sotto questo. Comunque, pei" quel-che vaie, ecco l'esilto delle mie modeste ma certo amorevoli ricerche. Il quesito -. fu Dante alpinista nel senso moderno della parola? 0, quard» meno, si può considerarlo come un amatore e un conosci' toro della montagna? Una coso, anzitutto, è ben sicura: che, all'epoca di Dante, l'alpinismo come lo intendiamo - oggi non esisteva ancora, c che dei monti si aveva una conoscenza assai imperfetta e limitata Nondlme no, aedo che tutti potranno essere d'accor > nel riconoscere che l'Alighieri dovette essere un glande ammiratore o conoscitore della montagna. ■ E' noto che egli ebbe delle conoscenze geo granello molto estese per quei tempi, in cui difettavano i mezzi di studio e di comunicazione. Intatti, molte volte si compiace di ri cordare dei paesi anche tlL non grande Importanza e notorietà, per trarne paragoni od immagini'. Caratteristica questa terzina per descriveii-o la difficoltà della salita: trassi in Sonico e. disccndesi in Noli, Montasi su Bismanlova in cacume Con esso i pia.- ma avi convicn ch'uom voli. E quest'altra avente' press'a poco lo stesso oggetto : Tra Lerici e Turbia, la più diserta. La più romita via è una- scala. Verso di. quella, agevole ed aperta. Dante dovette anche conoscere le balze del Trentino, come risulta da questi versi: Quah e (insila, rttina, che nel fianco Di quii da Trevio l'Adite percosse 0 per tremuotc 0 per stìjìleano manco. Che da cima del monte, onde si. motse. Al piano è sì Iu roccia discoscesa Ch'alcuna via darebbe a chi su fc>sse: Cotnl. di quel burraio era la scesa. Ma, oltre alla conoscenza dei luoghi, si trova in D?uite la descrizione esatta di fenomeni e aspetti dell'alta montagna, noti solamente a chi c'è stato, e che dimostrano ch'egli dovette esser salito su qualche vetta e aver acquistato la vera conoscenza della montagna. Ecco, ad esempio, come descrive il sopraggiungere della nebbia in montagna: Ricorditi, lettor, se mai nell'alpe Ti colie nebbia, per la qual vedessi Non altrimenti che per pelle talpe ; Come, quando i vapori umidi e spessi A diradar cominciami, la spera Del sol debilemente entra per essi ; li fla la tua immagine leggera In giungere a veder, com'io rividi Lo sole in 7Jrta, che già nel corcare era. E il muoversi delle pietre sotto i piedi, e 1 relativi suggerimenti, che potrebbe dare una guida all'alpinista: Noi salivam per una pietra tessa Che si moveva d'una e d'altra parte. Sì come l'onda che fugge e s'appressa. Qui si conviene tosare un poco d'arte. Cominciò il Duca mio', in accostarsi Or quinci, or quindi al lato che si parte, E ciò fece li nostri passi scarsi. E la difficoltà della salita, che costringe a marciare in fila indiana: Così entrammo noi per la callaia, Uno innanzi altro, prendendo la scala Che per artezza i salitor dispaia* e che obbliga ad aiutarsi colle mapi. Noi tsallvum per entro il sasso rotto E d'ogni lato ne stringea lo strema E •piedi e man voleva il suol di sotto. Altrove ci porge il quadretto di un lago alpino gelato: Perch'io mi volsi, e vidimi davanle E sotto l piedi un lago, clic per gielo Avea di vetro e non d'acqua sembiante. E quello di ima valle nebbiosa: Oscura, profond'era e nebulosa, . . Tatuo che per ficcar lo viso al fondo Io non vi discemea veruna cosa. E la descrizione del formarsi s liquefarsi della neve: Si come neve, tra le vive travi Per lo dosso d'Italia si congela Soffiata e stretta drilli venti schiavi, Poi liquefatta in sè stessa trapela Pur che la terra, cke perde ombra, spiri. Si che par fuoco fonder la candela Ed in un solo verso descrive l'imponenza del Monviso: L'alpestre rocce, Po, di che tu labi In più luoghi Dante canta l'amore della montagna e la gioia della salita: Il dilettoso mon\e. Ch'i principio e cagion di tutta gioia. E a parte ogni significato simbolico, che i commentatori vi vogliono vedere, spiega come la fatica d'I salire va sempre diminuendo quanto più si sale: Questa mon'agmi e tale. Che sempre al cominciar di sotto è grave, E quanto uom più va su, e wen fa male. la ([itale terzina dimostra iii Domo ima vera esperienza alpinistica, elio del resto appare anche dai famoso verso di-I » pie felino » che è sempre il più basso. Le citazioni potrebbero proseguire, spigolando specialmente attraverso all'Inferno ea aj Purgatorio, che sono ricchi di descrizioni relative ai meravigliosi e vari aspetti della montagna. E, in base a tutto questo, pur senza essere un cultore di studi danteschi, ma un sémplice appassionato lettore del divino poema e amatore dei monti, credo di non andare errato affermando che Dante, corno fu un precursore in molti rami dell'umano sanerò, cosi sia stato- anche un precursore dell'alpinismo. Asti, settembre. Alessandro Gay.

Persone citate: Alessandro Gay, Alighieri, Purgatorio

Luoghi citati: Italia, Noli, Sonico, Trentino