Il conflitto anglo-francese pel controllo degli stretti

Il conflitto anglo-francese pel controllo degli stretti Il conflitto anglo-francese pel controllo degli stretti "eazon,,unatounzonaroeenco (Servino special» dotta • Stampa •) Londra, 20. notte. , Serie complicazioni sembrano essere sorte presso le Potenze alleate in seguito alla energica azione intrapresa a Costantinopoli dal generale Harrlson contro il Governo turco ed alcuni- presunti complici di uri complotto ordito a scopo di fomentare net; la capitale turca una ribellione contro gli Alleati. Il Governo francese, il quale nella questione orientale accenna a seguire con sempre maggior vigore una politica propria di ria.vv.cimi mento alla Turchia asiatica ed europea, ha sollevato proteste veementi contro l'atto compiuto dal generalissimo inglese. 11 conio eli Saint Aulalre, si apprende oggi, ha avanzato formule protesta al Foreign Office contro il generale fiarr'lsoìi. 11 Governo francese, ha dichiarato il suo ambasciatore a Londra, ritiene che il generale ha esorbitatodal suo mancato puramente militare, ed ha preso decisioni di natura politica, di sola competenza degli alti Commissari rivili dell'Intesa, Dalle informazioni di fonte inglese risulta che il generale Pellet, commissario militare francese a Costantinopoli, pure tentando di ridurre ai minimi termini il complotto scoperto e annunciato dalle autorità inglesi, non sollevò alcuna obbiezione formale all'azione intrapresa dal generale Harrlson. Il rappresentante militare dell'Italia, pure dimostrando molto scetticismo nei riguardi delle informazioni inglesi, sembra non avere neppur culi sollevalo obbiezioni. Senonchc, pochi giorni dopo il generale Pellet, agendo in base ad istruzioni precise ricevute da Parigi, avanzò formale e vigorosa protesta ed espresse finanche la sua simpatia al Governo turco. Si dice qui che il Governo francese, posto al corrente dell'atto del generale Harrtson, fu in procinto di ordinare il ritiro di tutti i suoi contingenti dalla co.nitalc turca. Ma ne fu dissuaso da meglio avvisati consiglieri, i nuali fecero rilevare come tale ritiro si sarebbe risolto a vantaggio dell'egemonia britannica negli stretti. Sempre da fonte inglese, si asserisce che. il conte di Saint Aulaire, prima, di recarsi venerdì scorso al Foreign Office, invitò il nostro ambnscintore a Londra, senatore De Martino ad associarsi al suo passo. TI senatore Do Martino declinò l'invito preferendo rimanere neutrale in una vertenza che, in ultima.analisi, si riduce in un episodio della lotta anglo-francese per la egemonia degli Stretti. ÀI tempo stesso risulta qui che il • Governo francese intende inviare una seconda volta ad Angora in missione speciale il signor Franoklin Rouillnn. Senonchè, questa volta, noti per negoziare concessioni, ma per concludere una pace separata con la Turchia. Francklin Bouillon, secondo informazioni inglesi, parte accompagnato da una'schiera di funzionarli del Ministero degli Esteri e da vàri! alti ufficiali dell'esercito i quali ultimi presumibilmente procederanno agli studi preliminari in vista della riorganizzazione della gendarmeria turca. Da Atene e da Ginevra, intanto si smentisce che il Governo ellenico si sia rivolto Rlla Lega delle Nazioni chiedendole di intervenire nel conflitto greco-turco. Ad Atene si afferma che non si. pen^o mai di rivolgersi per un intervento medintono nó all'intesa, ne alla Lega delle Nazioni. Un telegramma da Atene alla Centrai News riferisce però che il Governo ellenico ha comunicato al ministro inglese in quella capitale le condizioni di pace che la Grecia intenderebbe porre alla Turchia nel caso in cui questa ultima volesse addivenire ad un accomodamento con la Grecia. Tale eventualità sembra molto improbabile. 11 mondo mussulmano in Europa ed in Asia canta in questo momento vittoria o non sembra trovarsi in disposizioni d'animo favorevoli alla conclusione della pace. Può darsi che la sconfitta ellenica non sia così irrimediabile quale viene prospettata dai giornali turchi, ma è certo, come d'altra parto riconoscono gli ardenti ellenoflli inglesi, che gli effetti dell'insuccesso greco ad Angora sono profondi pel innegabili. L'opinione pubblica greca è disillusa e stenta ancora a credere, dopo così vasta orgia di grande eloquenza patriottica, che le forze greche abbiano definitivamente rinunciato alla conquista di Angora c si stiano ritirando in grande fretta, quantunque in buon ordine, su più saldo posizioni. Lo inviato speciale del Daily Telrgraph a Smirne in un telegramma in data di sabato dichiara che, nel corso della, battaglia di Snkaria, fu scoperta dallo Stato maggiore ellenico che i kemalisti erano provvisti di munizioni in quantità molto superiore di quanto il Comando greco potesse ragionevolmente aspettare. Un'alta personalità militare e funzionario del Governo ha fatto al Daily Telegraph alcune importanti dichiarazioni, u La situazione è fra le più paradossali che la storia ricordi. Varie Potenze hanno dimonticato l'avvertimento solenne fatto ai turchi nella estate del 'li', quando dichiararono che l'entrata in guerra della Turchia a fianco della Germania significava la fine dell'Impero turco. Oggi essi appaiono agli occhi di qualche Potenza come dei poveri traviati degni di pietà e di soccorso. Cannoni, munizioni, etpiipaggiamenti e viveri sono forniti ai turchi ; sicché la politica delle Potenze alleate non tende più a pacificare l'Oriente, ma a prolungare la guerra. I greci potrebbero inviare siìbito nuove divisioni n. Sakaria. La Grecia può subito formare sètte od otto divisioni e può riuscire a cacciare i turchi e conquistare Angora, ma anche se li respingesse a Siva, le difficoltà rimarrebbero le stesse. E' tempo, dunque, che il Governo dica: Alto là! Non stiamo più combattendo con j turchi, ma con l'Europa, mentre onesta sta facendo affari d'oro dall'una e dall'altra parte del fronte. Noi compriamo da ditte europee il nostro materiale da guerra e lo stesso fanno i kemalisti. Noi paghiamo ed j kemalisti pagano. La mira finale dell'Europa sembra essere non quella d- facilitare l'oriente, ma dì rovinare definitivamente la Grecia e la Turchia insieme. Un piccolo Stato come la. Grecia non nnò concedersi il lusso di andare incontro inutilmente alla rovina ». L'inviato del Daily Telegraph dice di sapere che le idee espresse^ dal suo nutorevole informatore corrispondono in modo quasi esatto a quelTe sostenute dai membri del Governo nel corso rtpiie recenti conferenze tenutesi ad Atene ed n Bnissa al Qiiartior g6Tiera.ie di Costantino.

Persone citate: Cannoni, De Martino, Francklin Bouillon