Il "Furetto" e contro Angelo Brofferio e contro i comici, suoi amici

Il "Furetto" e contro Angelo Brofferio e contro i comici, suoi amici Il "Furetto" e contro Angelo Brofferio e contro i comici, suoi amici Non c'è opera bella, nobile, utile che non1 abbia 1 suoi detrattori. Per il centenario della Compagnia Reale Sarda, ho già ricordato 1 nomi degli illustri artisti che ne fecero parte-, dal 1821 al 1855, e le loro boneinetvnzo. Del resto, 11 valore dì essa tu " riconosciuto dalla grandissima maggioranza dei pubblici, e non soltanto in Italia, ma anche all'estero, dove la Compagnia si recò nell'ultimo anno della sua esistenza. In mezzo agii inni cne Si elevavano alla Real-Sarda, vi fu pure qualche voce discorde, ma più per partito preso ohe per sinceriti di critica. -■■ Nell'anno 18S8, si pubblicava in Torino fi Furetto. Esso occupavasi di letteratura, di musica, di. drammatica, di mode, ecc., e spesso - c.,Volentieri'lanciava t suoi strali contro i colmici al servizio di S. M. L'accanimento degli scrittori del Furetto cuntro detta Compagnia era specialmente dovuto a questo fatto: che ossa rappresentava, di quando in quando, qualche lavoro di Angelo Brofferio, formida- I bile, avversario dei compilatori di quel 'foglio. Ogni nuova produzione del Brofferio era, sietomatlcamente dileggiata dagli Aristarchi tutétttstt. Splaceva, inoltre, a costoro, che a difensore della Compagnia Reale Sarda si erigesse pure Francesco Regli, critico esperto e forte polemista, e, sopratutto, che il pubblico dimostrasse tutte le sue simpatie per i comici e per i loro sostenitori. Da principio gli attacchi del Furetto furono - sopportati con rassegnazione dagli artisti; ma ■ siccome èssi si facevano sempre più aspri. Domenico Righetti e Giovanni Gottardi. a 110me'dei loro compagni d'arte, scesero in campai per - esporre le loro ragioni. Il 18 agosto deV 1838, Domenico Righetti pubblicava, nel Mestaggtrre Torinese, quanto segue: « V° stizzosa Furetto, che si diletta con singolare compiacenza d'intertenersi e di scherzare coi poveri comici, gettò in favore della Reale Compagnia altre quattro parole spiritose ed eleganti al solilo, e secondo il solito ripiene di . 'cortesia e di amorevolezza. E' ben vero eh ei vd* sè stesso si accusa d'aver ceduto ad un momento di mal umore, stuzzicato dall'arti'colo d'un istrione, ma non vi fidate di quest'asserzione gratuita-, 11 Furetto fece da s»> .sólo lo parti di accusatore, di difensore, di giùdice: se vuol provare il contrario, palesi il nome del suo Istrione. Prosegue, incolpandoci di sciorinare le rancide commedie del Messaggiere; ma. questa colpa è tutta del pubblico 11 quale, accorrendo a queste rancide commedie in maggior numero del consueto, ci convince con argomenti aritmetici che se ' nel recitare le .commedie dell'avvocato ili offerto l'amicizia c'entra per. ^alohe^cosn, IH tesoro. c'entra twi più il nostro interesse Fra gì altri bel periodettl caduti dalla forbita peti ^ del signor F. d'uno solo .voglio fare tesoro di quello cioè con cui c'invita cortesemen« ad amrhegliorare e correggere. SV. a nome dei Mei coneghi io prometto che da chino'quom* v?nga un consiglio fammeglioramento (purché sia giusto e ragionevole) I* Umore ben accetto da tutti, e posto in opeia. daHWesa con la maggior celerità Weide ^^SS%nmsH, non vi formalizzate: È un'comico óuepll che per il primo vi stende a non ritirate la vostra. Sostenetemi dov? inciampassi, ma non . mi retribuii e con inaliti dove io mi mettessi sotto agli ocelli de e buone ragioni, perchè l'insulto fu sempre l'arma delle persone dappoco. Deciderà la lite il pubblico, cftiel pubblico che se talvolta torride aisarcasmi ed agli scambietti, sa rendere altamente giustizia alla voce della ve■aità » Per questa sua leale dichiarazione la •sera del 19 il Mitrlietti, quando si presentò in scena, al Cartonano, ricevette una calorosissima ed insistente ùvaziorte. Ciò inasprì sempre più il Furetto, Il quale, nlerenclosi art un articolo del Brofferio. in difesa della Coinparnin Reale Sarda, scrisse: « Avanti, .dunqui, o predicante teatrale. Svelate alla Real Compagnia, tutte le sue magagne: ditele eh essa hn d'uopo di essere riformata, ch'e necessario scaldare il Boighl, ingentilire il Gol ardi, rinplovanire la Bàggh ditele che ?Liichiedeun padre nobMe.un tiianno. un cosi detto mima ultore, per non vedersi sempre dinanzi il »»nlictti., a far tutte le parti ad un modo; ditele che si provveda di secondo amoroso, perche non he ha neppur uno. e di' generici., perche non basta il Moltini. per quanto buono egli sia - di'tele clic alla Marchionni. più insti convengono le parti di giovinetta, ma doversi mserbare a grandi personaggi, a grandi caratteri: ditele c>e nessun'attore poti a mai • supplire al difetto del sommo Ve.s/ri, che do lei si allontana. E dopo aver detto tutto ciò. aggiungete essere ormai tempo che ia GQmpa•gnla Reale stipula conoscere il vero spirito delle produzioni che rappresenta, distribuisca 'le parti adatte agli attori, senza essere obbligata a ringiovanir questo, ad invecchiai■<• quello • non consentii che vengano ora mutilati, ora stiracchiati, e sempre pessimamèute tradotti, I drammi nuovi ed i vecchi che ri si fanno passare per nuovi. Aggiungete essere ormai tempo di riformare le decorazioni ed i vestiariI, coi quali essa confonde e tempi e nazioni, state ed inverno ■ aggiungete che il suo repertorio è vecchio arciveerhio : che col Goldoni e col Federici, col Giratid e col Nota, in fatto dì commedie non lo si ringiovanisci' davvero : aggiungete che delle produzioni nuove deve scegliere le buone e non le viziose, sprezzino o no le regole aristocratiche, perchè queste sono ciarle : gridatelo torte che ad animare I celebri autori viventi Ci vogliono altro -che preghiere e retribuzioni di poche centinaia di lire, perchè 1 celebri autori vogliono essere pagati degnamente, quando lo sono .gli attori-; gridatele più forte ancora che. il non Incoraggiar,' gli autori minori, per risparmiare loro inquietudini e fischi, è un insililo alla hazione ; e gridatele filini mento r tuonale che il pubblico dev'essere il giùdice del valore delle produzioni, e non i commedianti, che d'ordinario (sentite bène, d'ordinario), pretendono molto e sanno pochissimo ». In un altro articolo, pure firmato semplir.e.mente F, il Furetto, fra l'altre cose, diceva: « Vogliate, ii non vogliate, signor Mcssngr/icrn, a vostro dispetto, signori Gottardi e Righetti, le- pecche della Compagnia Reale ci sono pur troppo, e superlative e maiuscole, e vi dovreste adoperare, a corrèggerle invero di aggiùngerle con tanta iattanza e con tanto profluvio di malo ragioni, di schiamazzi e di brogli. Arri, fratelli, seguitale pure a fregarvi, ma non date calci ai vicini •. Le nuove sfuriate del Furetto indussero il Righetti, che si trovava a Casule colla "Compacnia. a mandare al Messaggiere In lettera seguente : » Carissimo amico, questa mattina mi corse sott'occhi un numero del Furetto, pieno zeppo dei soliti spropositi. E fra tutti il più madornale chi sa dirmi (piai sia? per iscusare Moncalvo d'aver manomesso il I.uriro del B mi. incolpa la Compagnia Reale di aver fatto lo stesso del Poe'a fanatico o dei drammi di Hugo e di ScrlbeM II rafforzamento dello opere straniere è un obbligo ohe viene imposto principalmente dalla censura: e l'aver.diviso il Poeta fanatico In cinque atti non fu già conseguenza di sr-ene mutiline n introdotto, ma «iblieno desiderio plausibile di togliere il cambiamento di decorazione nell'atta medesimo. •< La Compagnia Reale non ha mai invidiato gli applausi e il concorso alle altre Compagnie: si contenta dei uopo o del molto che va facendo, e le sta a cuore principalmente l'adempimento dei propri doveri, il Furetto fa osservare clic In C impngnia Rosa rappresenta due, persino tre nuove commedie per 'settimana. Domandi un poco il signor I" allò stesso capocomico Rosa so- si impegnerebbe dì dure nell'anno venturo rin ninnerò uguale di produzioni nuove': -gli domandi se si impegnerebbe di darne altrettante ogni anno, pel clvpzdzdMnvcorso di eentn e quaranta recite: c'i d"inandi se potrebbe farlo dopo idieiolfannt di servizio. Ma chi mai può ragionare con chi non hu ragione? Chi venire a discussione con chi non ha buon senso?». Dal cauto suo il critico K. del Messaggiere, rispondeva esatarientemenle al Furetto, dimostrandone la malafede. Ecco j principali brani dell'articolo coninorso in detto foglio il l.o se'lemhre ilio 1838- < ... Ma gli odi più costanti, le avversioni più dichiarate del signor F. sono contro i commedianti- contro gli isliioni della Rea! .Compagnia Drammatica. Ognuno che ha afietto .delle patrie coso non pud n meno di riconoscere l'alto hnnpflzin ohe ni n...„,,-.„t., a > i l e e , H . « e * a. e , a o n a e e e i i o a che a tutte sta sopra. Solo 11 Furetto la svillaneggia, la insulta, la cuopre di fango. Or via. mi sa egli indicare, il Furetto, una Compagnia in Italia clic con più decenza, con più zelo, con miglior complesso, con miglior metodo e con migliori artisti calchi la scena italiana? Oh! anche la Compagnia Reale ha dei direni, commette nnch'ella delle mancanze... ma chi non ne commette a questo mondo? !.o mancanze della Compagnia anche il Messaggere le va ponendo in evidenza ma non calpestando una decorosa istituzione, non vituperando l'arte drammatica, non gettando lo sfregio contro gli artisti. Il Furetto rimprovera la Compagnia Reale di avere un vecchio repertorio mpprezzato ili produzioni francesi, mal tradotte e peggio ridotte e non mai rinnovato d.a buone commedie e tragedie di autori Italiani. Falsissima asserzione, ho commedie del Nota, qnai Compagnia fu la prima .1 recitarle? Quale ha recitato le tragedie del Mnrenco? Quale le tragedie di Pellico?... E queste vantate huone commedie e tragedie di autori italiani dove si trovano? Chi ci fa il favore di Indicarle? Ali! ora capisco : il Furetto è in collera colla Compagnia Reale perchè non recita il ChoUra Morbus, li Poetasti!) e L'amante e l'impostore, sublime parte della Musa che ha inspirato il nuovo Metastasio. Sia ringraziata la Compagnia Reale di quest'atto di carità verso il pubblico. La Compagnia, dice il Furetto, manca di madri. Non è vero. Hawi la Righetta, che recita ie madri In commedia, havvi la Bozzi, che. le recita in tragedia, e quali attrici siano entrambe, il pubblico la ha dichiarato per tutti. « Manca di generici. E Tessero, e Buciotti padre, e Buciotti figlio, e Moltini. e Fontana, e RolKjtti non sono generici? La MarcMonni non è più fatta per certi caratteri... Nessuno in. Francia fu mai tanto scortese da far questo rimprovero alla signora Maro: tuttavia sono più di otto anni che la Marchionni ha rinunciato alla parie di amorosa c di ingenua. La Marchionni non recita più che nelle parti di moglie e di madre. « E ripetiamolo: questo rimprovero non può essare proferito che da un labbro scortese. Il Vestri non è sempre cotlocato in maniera degna di. Ini... Qui. come in tutto il resto, vi è ignoranza e mala fede. Nelle commedie francesi, che sventuratamente sono ormai il solo corredo del Teatro Italiano, non si conosce la patte di caratterista. Nè i francesi hanno torto, che questa parte 6 una esagerazione della natura, di cui non si ha «empi che in qualche rara eccezione. Se pertanto si volesse assegnare al Vestri le sole parti di caratterista, il pubblico avrebbe il dispiacere di non vederlo mai nelle moderno produzioni. Provvede quindi sajjjameni.e il direttore, incaricandolo di caratteri promiscui e di parti di padri alle quali se egli adempia con universale soddisfazione lo dicano il Filippo, la Mnlvina, la Eslella, i Contrapposti, Il benefattore e l'Orfana. Il Righetti vuol fare da tiranno, da padre, da caratterista, da comico, da tragico, da tutto... Non è nuovo che si cangi nome alle cose per retribuire di biasimo a cui è dovuta la lode, n Furetto invoce di dire che Righetti vuol fare di lutto, doveva dire che Righetti si ras- segna a fare di tutto per comodo de' suoi | compagni e principalmente per lasciare a Ver ; stri la scelta della parte di caratterista, o di promiscuo o di padre, secondo l'occorrenza. Il Furetto troverà pochi attori che vogliano fare di tutto come il Righetti, che come il Righetti sacrifichino all'amore dell'arte e al decoro della Compacnia il loro utile, il loro amor proprio e tutti i rieuardi che o loro sono dovuti. F. oer ultimo, sicnor F., voi che vivete in un secolo di progresso, in un tempo di civiltà, come mai non arrossite di chiamare col vii nome di istrióni, oneste, e colte, e costumate i persone ch'esercitano decorosamente un'ai;te ! che a nessuna è seconda? « Fra questi istrioni vi ha un Gaetano Bazzi{ di cui In probità e la rettitudine potrebbero servire d'esempio. Vi ha una Marchionni, le cui doti dell'animo stanno sopra all'eccellenza dell'ingegno. Vi ha un lUghetti. che per genti- lezzo di eostumi, ppr coltura d'intelletto e per nobiltà di sentimenti, voi non siete capace di anprezzare. Di questo istuone l'Università di di Torino ha laureato un figlio in ambo le leggi, e Verona, sua. patria, ha in gran pregio gli attinenti. « Gli istrioni, signor F., sapete voi chi sono? Son quelli elio «fan professione di maldicenza e di ignavia: che accusano e mentiscono: che vantano lenità e fanno smercio di vilipendio: questi, signor F„ questi sono gli istrioni », Chi sa fino a quando sarebbe continuata, e "no a eh" minto sarebbe arrivata la vivacissima polnmipa, se tanto il Messaggere quanto il Furetto nnn nvpssero sospeso, quasi contemp->H!neiroe'it,->, le loro pubblicazioni. Se colla scomparsa del primo la Compngnia. RealP Sarda pp'-d"tip.un forte appoggio, colla morte del secondo fu. in compenso, liberata da un nemico implacabile GIUSEPPE CAUDA.

Luoghi citati: Francia, Italia, Moncalvo, Torino, Verona