Una domenica a Norimberga

Una domenica a Norimberga Una domenica a Norimberga Norimberga, settembre, ono capitato a Norimberga appositamenli doimeoica. Io non cercavo la città fioto d'indusfcrie e di commerci: bamboloaoc-hi e congegni meccanici di ogni specie sono aocotiitcìLtaito sempre di guardarllo vetrina dei negozi. La Norimberga 'io cercavo era la vecchia città medieval* lo 6Uo chiese dalle cuspidi aguzze, dnel>ì portali istoriati e con una selva, di. sta di tabernacoli © di raffigurazioni bizdo; la città con l'incauto delle suo caso egno, dai lunghi balconi infiorati, specMitisi nell'acqua della Pegnitz, con la «.viglia do' suoi edilizi taglianti le vie angoli e iu prospettive sempre diverse e a dall'altra sempre più curioso. Ora la sia delie vecchie cbieso io non s;usto a io, coinè quando il cult© dei fedeli snde per le navate, lento, solenne, quasttardi por quell'ampiezza prima di salirò iio; la bellezza per lo vie non còlgo in come quando sono deserte. Solò nella 3 di certi pomeriggi domcmicali ti è dato costar libera.mente ad cgni svolto o ad canto senza che la furia obliqua dei e della gente affaccciitlata t'impedisca lungo intento guardare che forma, perire nelle pupillo le immagini. Andare> le prime, grandi visitazioni., liberamenquasi alla ventura per vie ignote con ilerio di vedere e con la speranza di scoe qua imbattersti in angoli romiti e i conio di villaggi sperduti, là rallegrarspispilio di un'acqua fresca zampill-araito .uà artistica fontanella, o dimenticars. contemplazione d'una frustra, squadratoli origioaalità, d'una tcniceìla, d'un to pione di mistero. Di queeti angoli, de bellezze Norimberga è piena, e neirirgio di quella domenica Jo vie erano He. •1 mattino gran grate agli uffizi divin. chioso cattoliche' e nel tempio proteue; e tra quella l'olla un'attesa tranquilli sacerdote officiante, un raccoglimento ne, un salmodiare armonico o penetrauj'uori dello chiese capannelli di giovaniti dai dintorni a visitare ia città: un di brache corte e una camicia i ragazzigonnella Js fanciulle, tutti a capo scoj. E davanti a<l ogni squadra un ragazi con una bandierina bavarese innestata i un lungo bastono. Finiti gli oflizì tutt.ro a guardare, e tutti con un foglio a pa comjwrato all'uscio d'ella chiesa. E to nel foglio sta scritto cho si debba dare, da tutti scrupolosamente guardaJhieso e fontane fin sono parse le cose •iù attirassero l'«Udizione. Ma a mezzoio ojrni capannello, senza l'uno sappia altro, è raccolto sulla piazza del Gran •ato, davanti alla chiesa di Nostra DonSopra il verone che si alza dall'ampio lo, C'irlo IV sta gravemente assiso, a• dell'imperiale sua. autorità. Scoccano :. ed ecco dalle celile uscire actte piccolni e girargli intorno a riverenza. Sono ■' elettori. La gente spalanca la bocca ad irare. :cso e fontane sono le cose belle di No>rga più facili ad essere còlto da ognurià fin dal; primo entrare in città si ha esazione di capitare in un luogo singoLi sull'entrata un torrione sferico cco, e dietro un altro non meno grosso e alto, di forma semi-sferioa o con un udiente in una punita aguzza. Davantito, le rovine del vecchio castello; in 'antica cinta di mura che Norimbergaìccedersi degli a.uni, t.re volto allargò•tto il volto del torrione spingi l'occhia.nti: unai strada ampia, fiancheggiatilìzi curiosi. Tetti erti, aguzzi, con treuatoro, perfino con sei file di finestreon per tetto o angolo di totto un cupoomc di chiese; finestre ampie, finelunghe sottili, bifore trifore peverso; e nel mezzo delle facciate, suli porfin sulla vetta delle case, ald.) dei tetti, torricello e coretti degan i occhieggianti con civetterìa graziosni angolo di via. In fondo la smerlettadi due torri altissime, un intarsio dcoli aguzzi e una cuspide slancianteb•zzo. E' San Lorenzo, pietà dei Nurtiergosi, in un impeto igiorni e di arte, sollevò a mezzo il dula magnificenza di questa chiesa, lrri pare vogliano toccare ii cielo, e Salo }>cco più tardi, Nostra Donna qua! Uro lustro appresso. In un secolo tre tre capi-lavori. Sul davanti e nei, all'esterno e nell'interno, ogni part>bc essere minutameli te esaminata Meraviglio di finitezza, gioielli di pa0 di buon gusto. L'ampio portale dorenzo, una selva dì statue e statuinelievi e altorilievi, rappresentanti lsacra da Adamo ed Eva, tomenti colano il pomo e celanti con l'altra lde, a.Ha vita contemporanea dell: la porta delle Fidanzate a San Seove la parabola delle Vergini folli prudenti ha assunto nel manmo uniione di realtà viva. Il tabernacolo dbronzo, una folla di statue striiigenti'.giuntisi le une sopra lo altre sino 1 cuspide a cesta, e sotto tre uominstro Adamo Kraft, lrartefice, e i suonrpagni di lavoro — sorreggenti sulpoderose l'ardua mole cho il gonio ii del poeta 'hanno lanciato verso rappresentare la passione di Cristo>er tutto un'eleganza e una sveltezzli, ma insieme anche il compiacve donne italiane ga e a i i e e l . a ¬ mento della difficoltà superata con la lunga pazienza e la squisita abilito. Non è ancora il accento, ma è già la virtuosità. In certe arditezze e certi compiacimenti d'artisti nurbergesi presenti già le audacie pomposo del San.Michele di Monaco, che tanta influenza esercitò sull' architettura dolio chiese gesuitiche, anche in Italia, nel secolo del Bernini. Vero ò però che in questi artisti il limito non1 è mai sorpassato, od è notevole come anche quando lavonano insieme il. tutto si fonde sempre in una. armonia perfetto. C'ò in tutti un desiderio intonso di far bolla la propria città, un amor della natura e una tenera devozione elio li umilia insieme e li esalta. « Guardato, attenti la natura, caammirjato dietro ad essa, non deviato immaginando cho riuscirete a trovare qualche cosa meglio di ossa. Più la forma deal opera vostrai sarà simile alla forma vivente o più l'opera sarà buona ». E' il consiglio cho loro dette il fratello maggiore, Alberto Durar, o che, esprimendo dalla natura le forma vivo in essa celate, tutti osservarono con re ligiosa fedeltà. Ora riposano quasi tutti nello stesso cimitero insieme con. lui e con il poeta che li allegrò dello s\io facezie e consolò de' suoi ritmi, ma cui ancho richiamò verso le strade del Signore. Così .le peregrinazioni lungo la città finirono mturalaneute la seira al cimitero. Oramai eli quegli artefici conoscevo ogni forma, più minuta, ogni opera più gentile. Con le statue, con i tabernacoli, con le arche, gli sbalzi, i ceselli avevo cercato per ogni canto ogni loro più originalo creazione. Cercato nelle piazze le meravigliose fontane che ridono ai passanti, ora in oostruz:oisi fantastiche di pinnacoli e di guglie salienti al ciclo come freschi zampilli, ora in rappreÉentozioni ingenue della vita comune. Il sonatore che gonfia le goto per dar dentro nel suo piffero, il popolano rubicondo cho porta sotto ogni braccio una bella e grassa oca, donne freacozze che sprizzano 1 ncquii dalle sode mammelle Corcate le fontanelle noi cortili, ove il garrulo detta vena saliente rompe il silenzio dei- secoli. I cortili stessi sono opera loro. Cortili meravigliosi che nò tanti nò sì belli c dato vedere in alcuna altra città. Le costruzioni più originali del periodo gotico finiento, le armonie più composto dei' rinascimento fiorente: tutto un •incanto o una sorpresa per ii viaggiatore cho s'imbatte ad ogni passo in una nuova bellezza, fa ad ogni svolto un'impensata scoperta. Nò tu'ero accontonttato. Ero passato con ansia curiosa dalla chiesa di Santa Caterina, ove i maestri cantori si adunavano ai loro convegni,, se delle volte echeggiasse alcun suono di musiche ; ma Santa Caterina è deserta, e non so se ci lavorino dentro a rimetterla ini assetto. Anche nello vecchie osterie dove quei magnifici artefici consul-v rono le oro di noia nell'oro del vino, avevo cercato le loro ' vestige. In Norimberga fu già in onoro la pavera, dico un verso popolare, e le vecchie osterie che i buoni in lestri frequentarono sussistono ancora. Il a Corno di posta d'oro » è la più vecchia di tutto. < Li più vecchia osteria di Germania, o ci frequentò Hans Sachs », dice la scritta dipinta sull'uscio. Due piccole salette rivestito di legno, con intorno maioliche, vasi, cristalli, piccoli modelli artifiziosi -.di navi, trofei di caccia, lucernari «s cento aitre preziose antichità. La coppa ove bevve Hans Sachs e forse sempre quella, ma lo spirito non c'è più, o! i ritratti degli altri artefici che ci usarono, appesi alle pareti, non sono che un malinconico ricordo. Ancho la « Campanella dolla salsiwia arrostito », rammentata fin dal 1519, ce ancora; ma i vecchi artefici che al suono di lei usavano mangiare le salsicce profumate annaffiami ole di vino buono, dormono oramai da lunghi anni tutti lassù nel cimitero di San Giovanni. E Norimberga è diventata una città industriale. Quando arrivai a San Giovanni il sole mandava i suoi ultimi sprazzi sul cirnite'-o. Una successione di arche rilevate cerne quelle ohe Dante immaginò per Farinata e i suoi compagni, solo che i coperchi di bronzo qui sono bone serrati. « Quidquid Alberti Dureri mortale fuib » <t si nasconde in ~uno di questi tumuli », e intorno WeugeJ Jamniteer, Weit Stoss, Hans Saclis e tanti tanti altri dei figli buoni che fecero nella o illustrarono la loro terra natalo. E là dentro, fra quegli avelli, mentre i fedeli piamente salmodiavano nella chiesetta vicina, sentii tutta la potenza e la caratteristica della loro arte. Avevo cercato tutto il giorno quanto del Rinascimento nostro — e come molto ! — s'era trasfuso nelle creazioni loro ; m'ero compiaciuto ricordando che anche il loro poeta, Hans Sachs, tanto aveva derivato da uno scrittore nostro, il Boccaccio. Anche • Alberto Durer amava ammirare i maestri nostri. Aveva ardentemente desiderato di vedere il Mantegna, due volte era stato a Venezia, e per una chiesa di Venezia lavorò con ardenza di affetto e speranza di emulazione l'opera sua più bella: l'Adorazione di Maria. E i maestri italiani, con a capo Giovanni Bellini, riconobbero la sua grandezza. Ma questi vecchi artefici uurbergosi, poeti, pittori, scultori, cesellatori che furono, ebbero una nota di religiosa devozione che fu tutta loro. Lo disse per tutti e meglio di tutti il più grande di essi : Alberto Durer. « Non coltivar mai il pensiero di poter fare alcuna cosa meglio di ciò che Dio ha fatto, poiché la tua potenza è un puro nulla di fronte all'attività creatrice di Dio »! Italus. 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