"La Repubblica è in pericolo,, dice il Cancelliere Wirth

"La Repubblica è in pericolo,, dice il Cancelliere Wirth Dopo l'assassinio di Hrzbergger "La Repubblica è in pericolo,, dice il Cancelliere Wirth (Servìzio speciale della STAMPA) i i BERLINO, 29 notte, i «La Repubblica è in pericolo; e le mene 'demagogiche dei suoi avversari debbono essere combattute con fermezza », Con questo paralo il Cancelliere Wirth ha sintetizzato ioti, dopo lira breve apparizione al Congresso di Francofòrte, la situazione attualo. Il dott. Wirth è ritornato poi inuncdiatamente a Berlino, dove per oggi aveva convocalo in seduta straordinaria il Consiglio dei.ministri, il quale doveva decidere sui le misure da prendersi per fronteggiare gli avvenimenti odierni. Con il rilascio dei due giovani arrestati alla stazione di Offenburg, l'assassinio di Krzberger precipita nel mistero più profondo. 1 più abili poliziotti, accompagnati dai relativi cani, sono stati scaglionati sul luogo del delitto; ma malgrando la zona sospetta sia stata trasformata per uno spazio di circa cento chilometri in un campo sperimentale di investigazione, con l'applicazione dei mozzi più disparati, lino ad ora tutti gli sfòrzi sono rimasti infruttuosi. Frattanto la taglia sui colpevoli è salita a 1?() mila marchi. La polizia iftiputa il suo insuccesso specialmente contro il- temporale, che, scatenatosi subito dopo il delitto, ha eliminato quasi completamente i co.ni poliziotti. Gli assassini I funerali della vìttima Se le -autorità ascoltassero quanto scrive la « Freihcii », il difficile compilo della ricerca dei colpevoli sarebbe di molto semplificato. « E' Helfericli — scrive l'organo indipendente — l'assassino; e von JKahf e Boehiner ne sono i complici. Gli istigatori vanno ricercati negli uffici del circolo nazionalista, nelle redazioni della « Króuz Zoitimg», della «Peutsche Zeiturig» e della « Deutsche Tages Zeitung», oltreché presso i giornali reazionari bavaresi; I proiettili esplosi a Griisbach sono stali caricati in questi ambientili. Secondo il risultalo dell'autopsia, furono due i proiettili che colpirono Erzherger alla testa e che ne causarono la morte. 'Un terzo lo ferì gravemente al polmone, mentre gli altri cinque vennero distribuiti sulle diverse parti del corpo, producendo solo ferito leggere. Risulta inoltre, a proposito degli assassini, che i due giovanotti, di cui molti ricordano i connotati, furono visti a più riprese osservare la camera da letto di .'Erzbergej-. Dopo il delitto fuggirono in direzione •dr'Kniebis, domandando quindi ad un passante la. strada, per Wegrichtung. T>a questo punto le tracce degli assassini sono completamente perdute; e un tale fatto viene ad avvalorare l'ipotesi che essi fossero attesi da una automobile o da qualche altro mezzo rapido di trasporto. feri mattina hanno avuto luogo a Oppertau i funerali della vittima. Vi assistevano il Presidente dello .Stato bavarese con il Consiglio dei ministri al completo, il-ministro delle Poste dell'Impèro, Glesbefi, e quasi tutti i deputati dei centro cattolico badese. Il ministro delle Poste, in un discorso pronunciato ai funerali, ha dichiarato: «.Noi non sappiamo si1 l'assassinio di Erzberger non IrasciUerà a gravi disordini politici ». Ed ha assicurato che il Governo doll'Impero farà tutto il possibile per mettere fine agli assassinii politici. Dopa la cerimonia la salma è slata trasportata all'ospedale di Oppenau, donde si crede verrà poi avviata u Bicbrach,,nel Radon, luogo di origine del defunto, e non a Berlino, come •prima anche ufficiosamente ora, stato annunziato: La inumazione della salma, 6 rimandata a venerdì per dare modo ai partecipanti al Congresso cattolico di Francofòrte di assistervi. Dimostrazioni e confSiiti a Potsdam, a Berlino, a Magdeburgo La situazione interna va davvero facendosi semprepiù oscura; e se un tale stato di cose non fosse riconosciuto dallo stesso Cancelliere Wirth, nella frase da lui pronunziata « la. repubblica è in pericolo», gli incidenti svoltisi ieri a 'Potsdam ne sardinero la prova più evidente. I gruppi della gioventù nazionalista avevano organizzato una dimostrazione per festeggiare l'anniversario fii'Tannenbérg, ma d'altra parte i comunisti, ai quali sii urtino aggiunti altri clementi di sinistra, intendevano tenere contemporaneamente' una. riunione a Pot»sdam, nonostante che il prefetto di polizia avesse proibito qualsiasi comizio all'aperto. I nazionalisti, i quali si erano dati convegno negli «hangars» di Potsdam, si incontrarono nelle vie della città con ii corteo degli operai comunisti, i quali si gettarono sulle bandiere bianco-rosse e nere degli studenti. Rietini individui che portavano il ritratto di Hindenbnrg furono bastonali di santa ragione. Vi fu uno scambio di pugni e bastoiiate; e. la polizia, impotente a intervenire, si limitò a scaricare alcuni colpi di fucile, i (piali, naturalmente segnarono l'inizio di incidenti più gra>. i. Gii operai si gettarono su un sergente, che ferirono piuttosto gravemente. Da allora i colpi di rivoltellu non furono più contati; e quando la dimostrazione terminò sul terreno erano rimasti due operai morti e numerosi furiti. Il «Montag Post» dà i seguenti particolari sugli incidenti avvenuti a Potsdam tra nazionalisti e comunisti: «Il corteo" comunista si arrestava davanti alle case che avevano esposto la bandiera nera, bianca e rossa, e obbligava gli abitanti a toglierla. Alcuni passanti che portavano distintivi monarchici e decorazioni furono seriamente malmenati. L'agitazione che si impadronì allora della folla avrebbe potuto avere gravi conseguenze, se il Prefetto di polizia di Potsdam non fosse intervenuto, e non avesse fatto tutto il possibile per calmare gli animi ». Altre dimostrazioni hanno avuto luogo a Berlino innanzi aìl'ex-palazzo imperiale; ma senza gravi conseguenze. A Magdeburg invece pare si debbano registrare alcuni morti. La calma potò essere ristabilita solo a notte inoltrata i La criminale ' " Lega della Tavola Rotonda „ Come si vede, la lotta fra i partiti della destra e di sinistra può ora considerarsi apertamente dichiarata, come lo conferma una dichiarazione della « Sozialistische Kofrespondanz per la quale una nuova nvolu&tne è 0TA|Jte viste: {(Tutti gli ope- reti sanno benissimo dove si trovino i carnefici; i più grandi criminali della storia tedesca vogliono sistematicamente assassinare i capi dei partiti di sinistra, i quali si sforzano di creare una nuova Germania. Si è cominciato con Liebnecht, ed oggi 6 la voita di Erzherger. Chi sarà la prossima vittima? ». Erzherger figurava, come è noto, sulla « Mordertiste » (lista degli assassini da commetere) compilata nel 1019 dalle organizzazioni segrete miilitariste, cito si trasformarono più tardi nella « Lega delia Tavola rotonda ». Questa Lega, di cui il ,« Berliner Tageblatt» segnala l'esistenza, aveva come agenti esecutori una centuria della polizia di sicurezza. Questa centuria era incaricata, con l'aiuto della Orgesch e di alcune organizzazioni del genere, di sbarazzare la Germania cbn i mezzi più efficaci, fra i quali l'fissassimo, di tutu coloro che si oppongono alla resurrezione dello spirilo del 1913, cioè della révanche. Ogni componente la Lega doveva prestare un giuramento severo e impegnarsi al segreto più assoluto. Ti primo, il maresciallo Burholz, fu assassinato il 15 ghigno dello scorso anno per aver 'denunziato l'esistenza di questa associazione. Il suo cadavere non è mai staio scoperto. Nella riunione del Consiglio dei ministri tenuta alle 11 di stamane a Berlino, il presidente Wirth, appena giunto da .Francofòrte, ha descritto in brevi paróle- la gravità della situazione. Il Cotisisrlio dei ministri quindi all'unanimità ha deciso di emanare disposizioni secondo lo quali qualsiasi periodico il anale contenga incitamenti alla lotta contro Iti Costituzione sarà sospesi» per almeno tre mesi. Per le stesse dinosizioni ogni riunione dovrà essere proibita nel caso in cui essa abbia con o movente un'azione contraria itila. Costituzione. Invito al proletariato ad assumere una posizione ferma Anche il presidente Ebert ha lanciato a noni" dell'impero un appello alla popolazione, nel quale dice fra altro: «Il Governo dell'impero ha la persuasione che tutti i benpensanti e tutti coloro che desiderano la ricostituzione della patria, debbano porsi da questo momento al servizio della Costituzione ». Infine la « Freiheit » invita, questa sera il proletariato indipendente, ad assumere una. posizione, ferma, « polche ora non è più il ca.so di pignorare la forza di cui sembrano disporre i tedesco-nazionali ». E un altro giornale afferma che l'assassinilo di Erzherger servirà fta altro a rendere un fatto compiuto quella unità di fronte unico fra socialisti-' maggioritàri e imdipendenti che, sebbene sembrasse impossibile, ora appare non molto lontanò dalla sua, esecuzione. Che l'assassinio di' Erzberger sia stato un delitlo politico, nessuno ha. dubitato, fin dalla primia notizia: bastavano i due precedenti attentati a darne la certezza. E nessuno, egualmente, può disconoscere la gravità del fatto: la sua gravità, intendiamo, come significato politico, all'infuori di quella propria, ad ogni delitto. Nò tale significato può essere sminuito dalle caratteristiche meno simpatiche o più ambigue dell'ucciso; perchè è morafjmenle certo che gli assassini non hanno trovato in queste il movente del lero delitto, ma bensì nell'apprezzamento ch'essi facevano della sua condotta più propriamente politica e nel proposito di troncarne Io svolgimento. Delitto, dunque, del nazionalismo tedesco: e sintomo, perciò, della forza persistente di questo, della sua audacia che gjiunge fino alla criminalità. Dopo il putsch di Kapp, dopo gli assassina di Eisner e di Gareis, e ancora più tipicamente di questi, l'uccisione di Erzberger prova còme esista vetamenle in Germania una forte corrente che non sa rassegnarsi' alla disfatta, che respinge ancota il trattato di Versailles e considera come tradimento il promuoverne la sua esecuzione: che è, poi, la corrente medesima che vorrebbe, all'interno, ia dittatura militare, il rovesciamento della repubblica, il ritorno alla mpnarc'iia assolutistica. E scopo fiitale -li tutto questo, la guerra di revanclic. Quel che diciamo noi qui, Io hanno detto, prima di noi, ed a tinto più accentuate, i giornali francesi, che si mostrano allarmatissimi. Non sapremmo dar loro torto; ma badino di non peccare per unilateralità nell'apprezzare le cause del delitto (l'etiologia, potremmo dire), col risultato, poi, di dedurne insegnamenti errati e applicazioni catastrofiche, raddoppiando, così, il pericolo e il diurno. Tale, appunto, sarebbe il caso ove dall'assassinio di Krzberger si volesso concludere che, di fronte alla persistenza del nazionalismo revanscista in Francia, non v'ó altro rimedio se noti' l'adozione definitiva del metodo forte, della politica del pugno di ferro: e che, essendovi in Germania dei malintenzionati, non c'è altrd mezzo, per renderli innocui, se non di calcare il ginocchio sullo stomaco a tutto il popolo tedesco. Chi ragionasse così, mostrerebbe non rendersi conto che il nazionalismo revanscista tedesco non è un prodotto unicamente autoctono, di sviluppo naturale e fatale; ma è stato altresì coltivato e sviluppato dagli errori dell'Intesa e di una parte della sua opinione pubblica e sopratutto di coloro che oggi suonano più furiosamente: le campane d'allarme. Senza ritornare sulla res judicata, la pace di Versailles, noi erodiamo che una applicazione più sollecita della pace medesima, compiuta con fermezza e con equità, sapendo distinguere i punti urgenti e. fondamentali dagli accessori; lasciando silenziosa^ mento cadere, senza compromettere il trattato, certo disposizioni ridicole e assurde che di fatto si son mostrate ineseguibili; evitando le inutili irritazioni al sentimento nazionale tedesco, le « sanzioni » di legalità discutibile e di ancor più discutibile efficacia; concentrando l'attenzione intorno ai due punti veramente sostanziali — disarmo e riparazioni — e ispirando la fiducia., con le parole e i fatti, che questi venivano perseguiti senza alcuna arrièrcpensée di dominazione o di smembramento del popolo tedesco, ma anzi con equo apprezzamento delle sue possibilità e dello sue esigenze vitali: una simile politica, noi crediamo, avrebbe portato non certo allo sradicamento del nazionalismo tedesco, ma alla neutralizzazione di gran parte della sua efficacia politica, fortificando di altrettanto il partito della pace e della esecuzione leale del trattato, che pure etisie, ed ha larga aderenza in Germania. il Governo francese ha- mostrato a più riprese di essere largamente accessibile u, questa concezione più giusta e che è poi, allo stringer dei confi, l'unica utile per la Francia. Ma se in esso non è stata sufficiente la continuità e la ìisolutezza dell'azione per la via migliore, la\ responsabilità ne. spetta in buona parte a certi elementi) del mondo politico francese, 1 quali < non rappresentano affatto — crediamo noi — il pensiero e la volontà della maggioranza, ma purtroppo assumono l'aria di rappresentarla, e non senza risultato .Succede, poi, che questo nazionalismo francese" si alimenta, a sua volta, degli eccessi del tedesco; e il circolo vizioso si stringe e si ispessisce. Ma pare a noi che, fra il vinto e il vincitore, fra un popolo inerme ed uno armato, tocchi piuttosto a questo secondo avere la generosità — che sarebbe, poi calcolo supcriiore — di spezzarlo. 11 g'jorno in cui, dai Francesi, mio si parlasse più con odio-e disprezzo dei boches; il giorno in cui organi francesi mm insistessero più sulla minacciosa fatale per. nianenza dell'unità tedesca, c sulla necessaria politica di separatismo renano; il giorno in cui ex-presidenti del Consiglio e della Repubblica non riducessero tutte, senza eccezione, le loro manifestazioni ad uit continuo incitamento al sospetto e all'odio contro la Germania: quel giorno, se ne persuadano a Parigi, il naziojjtalismo revanscista tedesco avrebbe ricevuto un col)>o mortale. Solo, occorro che quel giorno non si faccia troppo aspettare; altrimenti potrebbe esser lardi. Questo pare a noi l'insegnamenfo politico dell'assassinio di Erzberger. Ma c'è un insegnamento morale, di applicazione più vasta, che non abbiamo visto enunciato da alcuno, nè in Italia, nò in Francia. Chiunque conosca un po' il linguaggio che gli organi nazionalisti tedeschi hanno tenuto fino a ieri — e forse anche oggi! — sull'ucciso, non potrà disconoscere che le responsabilità morali dell'ossiissinio vanno ben al di là dei due rivoltellatori che freddamente hanno sparato i loro dodici colpi sull'uomo reo di aver propugnalo per il suo paese l'unica politica possibile, e, ad ogni modo, quella ch'egli credeva migliore. Ricordava, il nostro corrispondente, all'indomani dell'assassinio, l'opinione più volte espressa da quella stampa, che « il giorno in cui il cadavere di Erzberger avesse penzolato da un lampione sarebbe stato un giorno di festa nazionale ». Qual meraviglia, che si sia trovato, alla fine, thi abbia creduto compiere impresa patriottica uccidenao questo « malfattore? ». Ma quel linguaggio di odio di calunnia e di sangue, quel linguaggio che rappresenta una vera e propria istigazione a delinquere, non è una specialità tedesca: poco dissimile lo abbiamo inteso e lo sentiamo in Francia contro Briand, reo di non aver riaperto la guerra occupando la Ruhr, come in Italia contro Gioititi e Sforza, colpevoli di « tradimento » per la pace di Rapallo. Si potrebbe, per l'Italia, risalire più indietro — di poco, nel tempo — a più gravi episodi; ma' carità di patria ci fa divieto di riaprire piaghe ormai fortunatamente cicatrizzate. Con che frutto, del resto? Purtroppo, le passioni dell*» collettività, sfruttate dalla malvagità dei demagoghi, semineranno ancora di simili delitti le arene politiche; e se l'assassjno di Jaurès è andato assolto dai giurati francesi, non converrebbe meravigliarsi troppo il giorno in cui quelli tedeschi imitassero l'esempio a favore degli assassini di Erzberger. Perchè il partito operaio sia rappresentato alla conferenza di Washington Un accordo americano-nipponico riguardo a Jap? Londra, 29, notte. Mandano da Atlantic City che Gompere ha lanciato un appello ai lavoratori dei paesi che parteciparono alla Conferenza di Washington, invitandoli a insistere per ottenere che il partito operaio sia rappresentato alla ' Conerenza stessa. "Egli aggiunge elie Harding lo ha informato che esaminerebbe tale questione. Secondo ii corrispondente della Morniny Post da Washington, l'America e il Giappone sarebbero pervenuti ad un accordo circa la questione dell'isola di ,Tap. ; LAs. Stefani).

Persone citate: Briand, Ebert, Eisner, Harding, Kapp, Sforza, Wirth