Le proteste montenegrine per la perquisizione al Consolato

Le proteste montenegrine per la perquisizione al Consolato Le proteste montenegrine per la perquisizione al Consolato Roma, 24. mattino. ... . . « . • i in» r- „ II risultato della perquisizione J^'ejg&W-. tenuto nel pm assoluto lato montenegrino e ----- riserbo. Da fonte autorizzata si assicura però ^J\V^l^u^LM!,™tuose e che anzi i risultati sono stati quelli che si riprometteva la Direzione generalo della Pubblica Sicurezza, ordinando le operazioni. Ieri sera il questore ha fatto al comm. Bonfanti-Linares direttore generale della P. S. una dettagliata minuziosa relazione. Il commendator Bonfanti-Linares ne ha subito informato il presidente del Consiglio, on. Bonomi. Sulle ragioni che hanno indotto il Governo Italiano ad operare la perquisizione nei locali dell'ex Consolato montenegrino e nelle abitazioni del Popovich e del piamenatz, non ò possibile dare una vorsione esatta; ma nel circoli politici e giornalistici circolano diverse versioni. Alcuni sostengono, e la voce viene raccolta per debito di cronaca, cho il Governo sia stato indolito a tale passo da un trafugamento alla Consulta di documenti interessanti la Serbia ed il Montenegro; vi è an che chi sostiene che possa trattarsi di una ordinaria operazione di polizia giudiziaria, dalia quale esulerebbe 'qualunque questione politica e tanto meno riguardante il Ministero degli Esteri. Comunque il riserbo ò mantenuto sulla ragione vera delle avvenute operazioni e si ritiene che le perquisizioni nella giornata di oggi continueranno. l'locali dell'ex-Consolato montenegrino, come pure l'appartamentino annesso, sono piantonati da guardie regie. « Sarà uno scandalo» dice l'eie ministro Popovich L'ex-Ministro degli esteri montenegrino, Wladimiro Popovich, richiesto del come si è svolta la perquisizione, ha dotto: — Erano le 9,30, quando un commissario ha spalancato la mia porta. Era seguito da una quindicina di uomini; ha dichiarato di dover perquisire la mia stanza. Gli feci osservare che ero Ministro, ma il commissario mi ribattè, seccamente; «Non avete più immunità». ■Non ho più Patria! Ho chinato la testa, dichiarando: «Fate!». La perquisizione è durata un'ora e mezzo. Il commissario ha asportato molti • documenti; ho chiesto la ricevuta, mi 6 stata negata. Temete dello conseguenze politiche o morali? Nessuna, o, per meglio dire, solo conseguenze favorevoli al mio Paese. Quei documenti dimostreranno una volta di più che siamo patrioti montenegrini; slamo amici d'Italia. — Cosi che — Cosi che sono personalmente felice della perquisizione; ma devo protestare dal punto di vista politico del diritto delle genti, come ho protestato alla sede del Consolato, dove mi sono recato Subito dopo, presenti tutti gli impiegati, ai quali ho ordinato di lasciare i locali del Consolato stesso, perchè profanato dalla Polizia italiana, che in quel momento eseguiva anche lì un'altra perquisizione. Ignoriamo fino a qual punto in questa, questione entri l'influenza sorba, ma certo io nego formalmente di aver fatto comunque una qual siasi propaganda contro l'Italia e gli interessi italiani. «Il .Governo italiano è stato ingannato; esso evidentemente cerca documenti che possano compromettere personaggi italiani, non membri del Governo stesso, legati a qualche personaggio montenegrino. Si tratterebbe, insomma, di una operazione poliziesca, che deve essere stata consigliata con la speranza sùbdola di scoprire ben altro in un ordine superiore di politica Internazionale. Tuttavia, ripeto, sono contento; i documenti sequestrati varranno a sfatare leggende e malignità, e serviranno piuttosto a rialzare il nostro prestigio di poveri emigrati senza più una ba ionetta, -ma con l'onore intatto. Sono contento! Però debbo protestare contro il modo con cui là Polizia italiana ha operato, senza un documento o un mandato, e in una maniera brutale. In casa del presidente del Consiglio, Plamenatz, la Polizia ha fatto levare dal letto i bimbi, piangenti;- rio, non si tratta così uno dei nostri più grandi personaggi! — Insomma, la ragione vera della perquisizione quale sarebbe?... fu osservato. — La ragione vera la dirò in iscritto al Presidente del Consiglio, on. Bonoml e al ministro marchese Della Torretta. Sarà uno scandalo. Ma questo basti per ora. Noi abbiamo agito da patrioti montenegrini e siamo più italiani di quanto molti italiani non furono perchè l'Italia al di sopra dì ogni vicenda avrà sempre la nostra gratitudine Ciò che dico l'ex Presidente del Consiglio Plamenatz Iovan Plamenatz ex Presidente del Consiglio dei ministri montenegrino e ministro degli affari esteri sino al giugno di quest'anno, intervistato, ha fatto le seguenti dichiarazioni: Non si tratta che di continuare l'azione mirante a distruggere la sovranità del Montenegro. Il popolo italiano è stato sempre favorevole alla causa del Montenegro ed na simpatizzato sempre per questo piccolo grande popolo che ha combattuto per'la liberta, ma il Governo italiano nelle relazioni internazionali non ha tenuto sempre conto di questa simpatia ed ha fatto una politica sira propria. In un colloquio avvenuto in Svizzera prima del trattato di Rapallo tra Lloyd George e l'on. Giolitti i due premiere si erano messi' d'accordo in linea di principio perchè al popolo montenegrino fosse Analmente riconosciuto il diritto di autodecisione. Premessa fondamentale era l'evacuazione del Montenegro da parte delle truppe serbe. Lo stesso fecero le truppe alleate abbandonando il territorio serbo e belga dopo l'armistizio. Ritornando su questo punto dell'accordo, la Jugoslavia aveva fatto capire ai due ministri inflese eaitalian0 che ovo ciò fosse stato ve- ° . i^-^i Francia' sua protettrice. Quando ov verme il colloquio M%e^nd-Giolitt,i,___Mille ramente pattuito, essa avrebbe ricorso all'aiu- vomente visitato il Consolato montenegrino, La chiave della cassa, ohe ieri non fu po- tuta aprire, è stata ritrovata. Il mobile è stato aperto. La cassa, come era stato preveduto, conteneva effettivamente moltissime carte, cho furono sequestrate. Dal direttore generale del- ta P. S. era partito l'ordine di perquisizione anche aua_ camera che un altro montanegrì- rand chiese al collega italiano di rinunciare alla protezione del Montenegro ed in cambio la Francia avrebbe interposto i suol valevoli uffici presso la Jugoslavia per ottenere concessioni favorevoli all'Italia. In caso contrario, la Francia non solo non si sarebbe occupata a favore della consorella latina ma avrebve insistito perchè le frontiere italo-jugoslave fossero rimaste come le aveva fissate Wilson. Per dimostrare al Governo di Belgrado che il Governo italiano non riconosce la sovranità del Montenegro, ha proseguito il srignor Plamenatz, si è ora considerato il Consolato generale del Montenegro a Roma, dove continuava a sventolare la bandiera, esente da immunità diplomatica come una abitazione privata qualsiasi. E la polizia irruppe ieri bloccando tutto lì personale. Gli ordini erano perentori, nessuno doveva muoversi senza, permesso. Gli agenti della polizia dietro istruzioni verbali ricevute dal ministro degli "Interni avevano U preciso incarico di rovistare ogni cosa ma sovratutto i documenti dell'archivio. Siccome questo atto è contrario al Iliritto internazionale, il Governo montenegrino ordinò al rappresentante consolare generale signor Petrovir.h che tutti i facenti parte dal Consolato abbandonassero il loro ufficio in segno di protesta. Da oggi in avanti il Governo italiano possiede per forza il Consolato generale del Montenegro e non noi ce ne rammarichiamo. Con questo atto di forza chi ha disonorato la bandiera mont.enegrlna è stato proprio il Governo d'Italia. Non mi si venga a dire, esclama il signor Plamenatz che le cause della perquisizione sono da ricercarsi nei fatti narrati dalla stampa secondo la quale documenti Importanti sarebbero stati involati dalla Consulta a danno dell'Italia. Si tratta in sostanza di un grande servizio reso alla Jugoslavia per riflesso alla Francia. Belgrado può essere soddisfatto. Il Governo del Montenegro domanderà senza dubbio riparazioni al Governo italiano. Quanto poi alla perquisizione, concluse il ministro degli Esteri, ordinata al mio domicilio, non si tratta che di una manovra per stornare l'attenzione dalle vere cause che hanno determinato l'invasione del Consolato da parte degli agenti della polizia italiana. Nuova visita al Consolato Oggi poi i commissari di polizia hanno nuo- no, il signor Chotc, occupa all'Hotel Roma. L'ordine però è stato all'ultimo momento revocato. Sempre intorno all'affare del Montenegro, l'Idea Nazionale ha raccolto negli ambienti vicini al Ministero degli interni una voce, che sarebbe eccezionalmente grave se si confermasse e che diamo con riserva : « SI sa che dopo Pattentato al Principe reggente ed al ministro Drakowich, il Governo jugoslavo ha mandato a tutti i Governi una Nota sul movimento comunista affermando che le fila del complotto erano all'estero, nei Comi . , tati che 3/avorano contro l'unità dello Stato jugo-slavo. E' noto altresì che i montenegrini, non potendo portare candidati di affermazio- ne montenegrina, votarono nelle ultime ci e-zioni per 1 comunisti. Bisocna rilevare che il comunismo jugo-slavo è fi rifugio di tutti i nemici dello Stato, e che vi si sono attac- cati disperatamente per distruggere il regi- me oppressore panserbo tutti gli irredentisti.In seguilo a quolla Nota e a domanda spe-ciale del Governo di Belgrado, come sobilla.- te-re dei comunisti croati è stato perquisito ed arrestato a Gratz, dall Autorità austriaca, U< «?tor^,^«^^ot^"f!^nklino',11 G*61I.aVTiVmfrti tPH «n^«T^v£?Ì ,&2;i! V™^- ?1Pni^.,eri.:P°t«va?° a™1* .analoghe ed essere state fatte per servizio della Serbia, paese alleato ». iL'on. Colonna DI Cesare, a nome del Direttorio del gruppo della democrazia sociale. SdrSSSn ?™ga=o0^nal m,n,s,r°degli Esteri, «per sapere se ritenga che il personale risenhniento del suo predecessore per una pubblicazione montenegrina. contro diluì diretta, possa giustificare le recenti per- quislzionl contro funzionari montenegrini; perquisizioni che, violando la sede del Consolato del Montenegro, possono essere interpretate come riconoscimento della fine del Montenegro ». "L'Agenzia Stefani comunica: « Avendo l'Autorità di Pubblica Sicurezza avuto richiesta di indagare su taluni fatti che possono costituire reato, l'Autorità stessa si è recata all'abitazione di alcuni rappresentanti montenegrini per farvi le opportune constatazioni. Durante lo svolgimento di queste operazioni, i documenti di carattere diplomatico son-o stati riuniti e rinchiusi in una valigia, che è stata suggellata con il suggello del signor Plamenatz. Questa valigia venne naturalmente restituita inlatta al signor Plamenatz. Altre carte, non di carattere politico, e che possono riferirsi ai fatti per cui indaga l'Autorità di Pubblica Sicurezza, formeranno oggetto di esame».