Per il Parco Nazionale del Gran Paradiso

Per il Parco Nazionale del Gran Paradiso Per il Parco Nazionale del Gran Paradiso *,à Sezione: di Torino del dui) Alpino ha vcBatto un interessante jnemoriule stilla necessità, di costituire il Pareo Nazionale del grappo ìlei Gran Paradiso e. ne ha Inviato copia al Presidente del Consilio ed ni ministri della P. I. e dell'Agricoltura. Lo riproduciamo nel Etto testo : La convinzione della importanza clic hanno i Parchi nazionali in, mi paese civile si. è In qusyjti ultimi decenni fatta universale. Le riassi colte no sono ormai persuaso anche da noi ; c perchè tale convinzione" abbia da '«stendersi a tutti gii strati sociali, non resta elio offrirne un esemplo di pratica attuazione. E' noto corno non solo in Europa, ina anche nei Più lontani paesi, (piali l'Australia, la Nuovo Zelanda, Clava. l'Arnica del Sud, siano sorti parchi nazionali od istituzioni analoghe; la vasta organizzazione relativa che si ha nel Canada e negli Stati Uniti dell'America del Nord è da tutti ammirata. In Europa ito 'mancano solo lo tre penisole meridional:!,' pur avendone la Spagna in progetto uno nei Pirenei, e ad uno nella Bosnia essendosi pensato prima della guerra'. Sembra adunque doveroso per l'Italia il togliersi da tale apparente condizione di inferiorità. II progetto per il Gran Paradisi Da tempo si parla della, costituzione di Parchi nazionali in Italia. MolU- proposto furono avanzate, ina nessuna incontro cosi generale consenso, nè ebbe in So tanti elementi di 6uctesso e di relativa facilità di attuazione, quanto quella che si riferisce al Gran. Paradiso II hiassimo impulso lo venne dall'augusta parola del Sovrano e trovò eco alla Camera dei aeputatl, quando nella seduta dell'W settembre 1019, fu presentato il disegno di legge dal 'itolo: Modihcazionii alla dotazione della Gojrona'c rifornimento del patrimonio artistico Nazionale. Nella relazione era detto: «per il faso che lo Stato credesse di costituire, preso »l gruppo del Gran Paradiso, un Parco nazionale, per conservare le forme nobili della lora e della fauna alpina, o una riserva intasa ad impedire la spariziono della bella ed apprezzata razza di stambecchi, che in quelle tnontagne ha i suoi ultimi esemplali in Europa, f>. M. il ile ben volentieri donerebbe per tale tostltuzione i 2200 ettari che lassù possiede in Privata proprietà ». Nella goduta del 14 luglio (920 del Consiglio provinciale di Torino il Presidente S. E. Paolo 'Boselll, accettando lo invito del consigliere Anse-lini, propese con falde parole di consenso un voto favorevole JJla creazione del P;uoo nazionalo del Gran Paradiso, .approvato dal Consiglio.. Nella seduta del. 10 gennaio ISSI del Senato Bel Regno, discutendosi il progetto di legge per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico, jlsenato™ Frola, assieme al sen. Deamicis M, 6 Rattone, presentò un ordino del giorno, acnettato pel Governo flaiU'on. Rosadi, per affermare la necessità deilla istituzione dei .Parchi nazionali e si .propugnò con commossi accenti la creazione' di quello del Gran Paradiso. In seguito lo stesso senatore Frola, coi sena tori Mazzoni, Mengarini 'Belletti, Deamicis, Nicoli E. e Rizzettl, presentò un apposito diSegno di legge, proponendo che il parco sia dedicato a Re Vittorio Emanuele n, j] cui noma e inciso in quelle roccie e in quei .ghiacciai, la cui augusta e buona figura di Sovrano k>- di grande cacciatore è rimasta impressa, j-Lrtjondnta da una aureola di gratitudine e di kUTotti imperituri, nei- cuore di tolti iiuei valligiani. II. ministero .di Agricoli tura, per iniziativa deU'allora sottosegretario on. Cermenati, con decreto 8 ottobre 1919. nominava ima •tonniissior»; per. lo studio di un Pareo nazionale da istituirsi noi gruppo del Gran Paradiso ; e ne chiamava a far parte, sotto la presidenza dello stesso onorevole Germonati ed assieme ad altre eminenti personalità, i professori «olle nostro scuole superiori Oreste Atettirolo, H-oderioo Sacco ed Enrico Festa, nonché l'avvocato G. Ansimi, attualo presidente della nostra .Deputazione provinciale. La Commissiono presentava in data 26 febbraio Ì920, una elaborata relazione, redatta dal prof. Lino Vaccai-i colle proprie, conclusioni e proposte ili ventata uiarnai di dominio pubblico, perchè riportate anche dulia stampa quotidiana. La parala del Club Alpino . La Sezione di Torino del Club Alpino italiano, sicura interpreto del. pensiero delTinteìru sodalizio ed in particolare della Sezione di Aosta e delle antro consorelle piemontesi più «lireti aulente interessale, credo proprio diritto c dovere, rli intervenire eoi massimo .slancio bn appoggio del progetto avanzalo per l'eriiKendu Parco nazionale del Gran Paradiso. E iclò non solo per una ragione di Intkife ge-ne•ral-e, iwicltò è prerogativa del sodalizio il. vivo interessamento per quanto riguarda la montagna considerala sotto tutti gli aspetti- ma lanche e sopratntto per una ragione particolare lessendosi da molti decenni, e si imo dire dalla ipropria fondazione il club Alpino italiano occupato con amore spedalo del Gruppo Jet Gran iPartulibO, cont.tibut'ndo più di tpuiiaiasi altro lente alla sua illustrazione non nolo dal punto id( vista alpinistico, ma anche da quello scienÌMA-eo. Basta per dimostrarlo ricordare lo aecensioni e gli studi di Baratti, di f.hamoidn, di Maitólli, eli Vaccarono, di Bobba, degli abati Clianoux e 'Gorrétt, ecc., ecc., JiubbUcati nel Holiettino e nella Rlvisia del Club Alpino Italiano ; le memorie sullo stambecco e sul camoscio del defunto, presidente della sede centtmle del Club senatore *>rof. Lorenzo Camerano: la recente monografia glaciologica del socio prof. Sacco : le pubtoliuazioni di guide, di monografie e della grande Carta topografica della 'catena del Gran -Paradiso ; la costruzione dei rifugi ; i Congressi che lo ebbero per meta fra i quali memorabile quoTlo del 1013 pel cinquantenario Idei C. A. 1. ; l'ordine del giorno sullo stamibecco proposto dal rappresentante torinese nel :Congresso degli alpinisti italiani iu Roma nel ■1920, ecc., eco. Forti della coscienza di quanto hanno fatto nel passato, il Club Alpino Italiano, ed in partìcoflare le sezioni Piemontesi, sono quindi •nel diritto di fai" sentire la propria voce per quanto, riguarda l'avvenire di questo montagne da essi predilette, e sentono II dovere, di lanciare un grido di allarme per richiamare' all'urgenza di provvedimenti, senza dei quali vi è pericolo che vada irreparabilmente distrutto quanto oggi è ancora salvabile. Ciò sopratutto nel riguardi della conservazione dello stambecco, il cui sterminio non è lontano, se non si provvede a proteggerlo continuando, la più zelante e severa sorveglianza a mozzo dei reali guardacaccia come fu chiesto, da una. petizione al Re, presentata quest'anno dai sindaci dei Comuni doll'Alta Valle di Aosta. Altrimenti potrà accadere che si giunga a decretare la costituzione del l'arco, quando lo stambecco non sarà più che un ricordo. Una reuioriB Ideale E' noto che quello del Gran Paradiso è il maggior, gruppo alpino lo cui acque versino dk. ognt lato su terra Italiana: La vetta da cui prende nome può dirsi il punto culminante d'Italia. Nessun altro monto delle alpi, -alto 4000 metri, è ad un tempo di cosi facile salita " di vista cosi remunerativa. Da quell'eccelso àie-lvcdere, situato nel centro dell'immenso arco che formano le Graie e le Peniiiné, si.godo il panorama più grandioso e magnifico di tutte le alpi. Nel gruppo si hanno più di trenta vette the superano 1 3500 ni. di altezza e. parecchie delle .più celebrate degli altri gruppi ; ad esempio, ijjitella della Grivola per Sa cresta N., la traversata del Piccolo Paradiso, lTlcrbét per la cresta S. Per la sua posizione può offrire, Ben.ipre nei suolo patrio, al ricercatore di auda! ci ascensioni, assieme alfe ardue arrampicate su roccie del suo versante sud 3e emozioni 'dello difficili colato di ghiaccio del suo lato .settentrionale. Da ciò inoltre una in-^'avigliosa [varietà di paesaggio: alle scoscese, brulle pareti che incombono sulla valle di Cereswle fan contrasto nell'altro versante le vaste, idilliache foreste che scendono quasi fino al letto della Baltea. E fra tanto bellezze, la bellissima dello valli Cogne; vero paradiso terrestre, già residenza estiva preferita dal primo Re iVIta'lia, conosciutisslma anche all'estero, .massime .nel mondo alpinistico inglese. I/intera'caténa del Gran Paradiso costituisce un mirabile monumento di architettura naturale che deve 'essere opportunamente conservato all'aniniiùone itegli italiani e degli stranieri ; alia e a e a à e e e a coltura estetica dei cittadini, olla educazione dei bello, del grande, e del sublime noi nome delle più puro idealità. Particolarità delia osa, della flora, della fauna A consigliare la scolta del Gruppo del Gran Paradiso come primo Parco " no contribuiscono nuche 1 i il gruppo presenta dal punto botanico o zoologico. La gì roccie che domina spccinlmenlo verso la periferia della regione, il numero e la vastità dei ghiacciai che sono «lire una cinquantina, l'al>. bondanZa o l'entità delle 'tracale dell'antica attività glaciale, cestitili scono un campo di studio del massimo interesse nei riguardi della gcogra.Ha tisica, della stratigrafia, della geologia in generale o della glaciologia in modo particolare. I.a ' ricchezza e la magnificenza della flora e volitata anche, dai profani; e comune credenza che in regione Chavanis nella valle di Cogne kì raccolgano i più grandi edelweiss delle Alpi; e nel paese di Gogne, esempio più unico che.raro, una delle piazze poria il nome della tinniteti Boreali*, la giaziosa eaprifogliacea che sopravvive ancora noi recessi dei vicini boschi resinosi, come in qtialr che altro punto delle Alpi. Non poche sono le rarità botaniche che ivi solo di tutta Italia si rinvengono, come V Acthionema Tlidmasiamini o YAslraualus aio])ccuròides; mentre altre furono insignite di nómi locali come il Galiurn cognensc, il Sedimi cognense, la Saxifraga augustana. Anche la fauna si adorna delle forme più nobili dei vertebrati alpini : accanto allo stambecco ed al camoscio, vi si trovano ancora lo eimelll.no,. hi marmotta. • la lepre bianca, l'acquila reale, l'avoltoto barbuto, il fagiano di monte, il rojicoso ed altri tipici abitatori dei monti, cui solo l'istituzione del Parco potrebbe garantire la sopravvivenza. La vastità e la posizione geografica del gruppo, solcato da lunghe valli irraggiami nelle opposte direzioni e' la notevole altezza n cui stanno ampi tratti della sua. supertlcie, rendono la regione atta allo studio dei più Interessanti e. tutt'ora appena sfiorati problemi di biologia alpina e nivale, quali quelle delle associazioni vegetali ed animali, del rapporti reciproci fra i loro componenti, della distribuzione successione e. statistica deBe fonne, del loro adattamenti all'ambiente, ecc . Lo stambecco Ma 11 fatto culminante, che basterebbe da sé solo a giustificare la creazione. del Parco del Gran Paradiso, 6 quello che ivi hanno albergo gli ultimi superstiti di uno del più nobili rappresemtanti della fauna alpina; lo stambecco. Ridotto -sul finire dei secolb decimottavo in tre soli punti delle Alpi ben distanti fra loro scompariva dalla montagna della Stiria verso il principio e da quella della Svizzera verso la metà del secolo scorso restando nel gruppo del Gran Paradiso -solo per effetto della riserva istituitavi! dal Re Vittorio Emanuele li e continuata dai suol successori. I tentativi fatti a più riprese di riattivarne la diffusione in vari punti delle alpi, fallirono tutti. Il numero degli individui che ancora ne sopravvivono nella regione non è ben noto. Secondo i dati forniti alla. Commissione dall'ufficio della Caccia di Casa Reale, pare si aggirasse nell'estate del 1919 fra i 850r>-30O<>. Da. allora devo esservi stata una sensibile diminuzione ; da informazioni assunte sul luogo ci risulta, per esempio, che il branco dii Noasca, ricco prima, di 120 maschi adulti, è ora ridotto ad averne intorno alla metà. In Val Soano, dove la sorveglianza venne abbandonate, da qualche anno, per avere la Casa Reale rinunciato a quella-riserva, lo stambecco è addirittura scomparso. La siccità dominante nella regione in questi ultimi anni riuscì di grave danno agli' stambecchi, spingendoli in basso dove venivano facilmente uccisi. E' dunque una grave responsablMtà quella che incombe sull'Italia per la conservazione degli ultimi stambecchi. Si pensi a quanto si fa negli Stati Uniti d'America, dove si creano apposiii parchi o monumenti nazionali per la conservazione degli ultimi residui di certe specie di animali, e si pensi al giudizio che noi danemmo d'i quel qualsiasi Governo il quale avesse lasciato andar ora distrutti gli ultimi bisonti europei, che i Rei dj Polonia dapprima e gli Czar delle Russie in seguito, custodirono per secoli nella foresta di Bielowicza. Il Iato pratico Alle predetle ragioni di ordine, geografico, alpinistico, estetico, scientifico c nazionalo, altre se ne aggiungono di ordine piatico, per i quali rosta dimostrato che il Gruppo del Gran Paradiso è nello A'pl più di ogni altro adatto per l'istituzione del primo Parco nazionale alpino italiano. Trasformando in Parco nazionalo ila vastissima riserva di caccia del Re, comprendente otto» 33.000 ettari di terreno, lo stambecco entrerebbe in. possesso dolio quattro case di caccia, dei 13 casati e dei 310 Km. di strada mulattiera che vi: si- trova¬ ho. Ciò si avrebbe già" pronto" ed'ìn'gran parte immediatamente sfruttabile uno dei mezzi imi necessari per ila costituzione e la conservazione di un Parco. Il complessivo valore di tali costruzioni e della rate stradale fa calcolata di circa 3 milioni e mezzo di lire. Inoltre, per ìai munillcenza del Sovrani, lo Stato entrerebbe in possesso delle 4 montagne che S. M. possiede in proprietà privata rella Val Savaran.clio e in Vaile di Bhèmes. ' Si tratta-di un compi osso-<H -2110 èttari di superficie, con fabbricati rustici, pasco11 bòschi ed incolti produttivi valutato in circa mezzo milione di lire, Si potrebbe ancora disporre del Corpo dei Beati Guardacaccia, costituito da-uomini fi- nati per tradizione alle loro montagne ed -àquanto di bello in esse si trova. Da tale Corposi potrebbe traiTfc il nucleo dei migliori guai*-diluii del costituendo Parco. ' Infine si potrebbe contare sopra la simpatiae la benevolenza delle popolazioni locali, già avvezze da più di mezzo secolo al- rispetto dcl'a riserva, e conscie che i loro interessi nonsarobbero da.nnon-giati. ma anzi avvantaàgìaiìdalla nuova istituzione. In certi tratti del Paron unii riovrehhem Infntli -.m.irr.-(SSii^Ste tonno ''li 'CTffiW secolare cons l-«Udine;-uè sarebbe .««ossario droibiwl'ac.cosse dei visitatori alleHate «S WtSfcdagli stambecchi e dai camos^IOPerchè!<aseè vero che questi, per poter prosperare hannobisogno di quieto e di tranquillità, 6 altro! tanto vero che l'esperienza dei Parchi Nazionali Americani, in primo luogo dl quello ni Yellowstone dove dal 1894 e proibita la caccia e qualsiasi persecuzione dogli animali- selvatici, insegna che questi non si dimostrano a.ITntUi disturbati dui visitatori, rimanendo indifferenti alla loro presenza e- passaggio, e lasciandosi avvicinare al punto da poter ossero fotografati con comodità. Por tali fortunato, contingenze l'Italia, ora sfornita di Parchi Nazionali, vorrebbe ad averne di colpo in perfetta efficienza uno che sarebbe il più vasto,, il più beilo, il più ricco fra tutu anelli europei, c che costituirebbe un invidiabile vanto nazionale pel nostro Paese. • Conclusioni Prima di passare alte conclusioni, vogliamo che il C. A. 1. sia scagionato dàlia taccia di caldeggiare l'introduzione fra noi. dl istituzioni straniero : troppo sappiamo coinè il genio delia nostra stirpe sia sempre stato 'attraverso ai secoli a lutili-maestro, por pensare che in questo sia per farsi imitatore d'altrui. Ni vogliamo si dica dio negli attuali difficili momenti dl ricostruzione nazionale, ii C. A. I. propone l'aggravio di Spese non necessàrie; ina non si deve dimenticare elio esistono valori ideali di cui il nostro Paese, testò uscito Vittorioso da ,pna formidàbile prova, ò ora più che mai hi grado di apprezzaiv l.i portata. Per questo e per 'tutto quello che precode la Sezione di Torino del Club Alpino italiano si associa pienamente alle conci listoni od alle proposte della Commissione ministeriale presieduta dall'on. Ccrmenatt. proclamando In necessita, la convenienza i? l'urgenza dell'istituzione del primo Parco Nazionale Alpino italiano nel Gruppo Gran Paradiso, ta nercssita per ragioni di onore nazionale, per scopo 'di educazione e di riuvigoriirieiito del pia polo, per motivi di gratitudine verso la Cosa Hcale, per la protezione del paesaggio della flora e della fauna, poi progresso della scien: za o por fini di alpinismo e di turismo intesi ?nU°i?*senS0 m cf\aM>- f& fflffl fiSFentrare in possesso del munillco dono 1S.M. e per utilizzare agii scopi del Parco il Colpo la Sezione di Torino del Club" Alpino Ita?tiano^tì» dispone di lutti gli etonwnti ne*essa si vorrà coiV la maggiore sollecitudine provvedere.