L'apoteosi della malavita napoletana nei funerali d'un capo-camorrista ucciso a New-York

L'apoteosi della malavita napoletana nei funerali d'un capo-camorrista ucciso a New-York Uno strano fenomeno L'apoteosi della malavita napoletana nei funerali d'un capo-camorrista ucciso a New-York Napoli, il agosto. L'enorme folla che si è pigiata stamane innanzi all'antica, aristocratica Basilica di S. Giacomo degli Spagnoli, tutta adorna di velluto nero a frangie d'oro, credeva forse di assistere ad un grandioso solenne funerale in onore di qualche erede di Carlo III, o per lo meno, di qualche cadetto della Andalusia o della Catalogna? Giungeva Ano alla piazza rumorosa l'eco di preci e di canti funebri. I preti invocavano la pace eterna per una anima salita a Dio. Colui che dormiva in una ricchissima cassa di noce a borchie d'argento sormontata da una lastra di terso cristallo poggiata su un sontuoso sarcofago tra ceri, flofl, profumerie, era nientemeno che Alberto Alterio détto « *o figlio d' 'a signora » che appartenne ella mala vita di Porto e che, si può affermare, sin da bambino militò tra i delinquenti, che fu un tristissimo eroe della camorro. La sua salma è tornata ora dall'America. E questo avvenimento ha, d'un tratto, risollevati gli innumerevoli ricordi di un non-lontano passato, con tutte le sue prepotenze, tutte le sue brutture, tutti I suol delitti ed ha rinnovata una tragica e sanguinosa storia che si è svolta, nel periodo di otto anni, a New York, in un continuo succedersi di risse, di aggressioni, di assassinli. L'oblio è stato d'un tratto, fugato dalla veemenza della rievocazione. La indifferenza è caduta nel riaccendersi di un entusiasmo sopito. Il dimenticato è tornato, ora, come un trionfatore glorificato dalla morte. 11 popolo della sezione Porto è stato, all'annunzio dell'arrivo, preso da una improvvisa profonda emozione. E si è riversato alla bancliina del Porto ed ha onorata la bara di Alberto Alterio come la salma di un eroe. L'aspirazione Alberto Alterio che lino al giorno prima della sua partenza per New York abitava a Rua Catalana era un giovane ardimentoso addirittura temerario. Il suo temperamento violento, la sua indomabile ribellione ad ogni giogo, il suo istinto da dominatore che — nonostante molte generosità — lo spingeva a compiere atti di prepotenza ed a non esitare dinanzi a qualunque sopruso gli avevan subito creata una larga popolarità a base di timore e di rispetto. « 'O figlio d' 'a. signora » parve, per qualche tempo, destinato ad un grande avvenire nella mala vita di sezione Parto che era il campo delle sue battaglie e delle sue vittorie. La sua costatate ed ansiosa aspirazione era, infatti, quella di raggiungere un'alta carica nella gerarchia della camorra. Egli anelava ardentemente a rag; giungere la meta che ispirava tutte le azioni della sua vita movimentata ed emozionante. Senonchè la fortuna non gli fu propizia. Non ebbe nessuna occasione per affermarsi clamorosamente. Fra tutte le manifestazioni del suo coraggio e delle sue prepotenze il destino non glie ne offrì nessuna veramente solenne e definitiva che consacrasse la sua reputazione e lo slanciasse di un ti atto, verso le alte vette che l'Alberto nel suo fosco sogno aspirava a conquistare. E fu preso dallo sconforto. Si convinse che continuando a vivere qui egli sarebbe andato Incontro ad un insuccesso del quale si sentiva profondamente umiliato. Senti checonle sue pulsanti energie, con la sua volontà inflessibile, col suo colaggio che gli faceva affrontare qualunque pericolo egli avrebbe potuto, altrove, realizzare quel sogno che nella sua città natia gli pareva irraggiungibile. E, improvvisamente, nel 1913, incitato dalla sua tormentosa aspirazione, parti per New Yook. Alberto Alterio, l'assassinato di Mulberry Street, godette in New York di una notorietà che, forse, gli era negata a Napoli, ove pure, contava una larga parentela e dove non certo gli era mancato il desiderio e l'occasione di distinguersi. La temerarietà Le ragioni della sua grande notorietà in. certi ambienti della metropoli americana sono però facili a spiegarsi: slanciatosi a viso apertò> in tutte le competizioni, pieno di co-, raggio in ogni mischia e meraviglioso di temerarietà in ogni impresa, gli fu facile imporsi. Tra gente più adusa all'imboscata che» al dichiarainento, più pronta all'astuzia che al coraggio, non poteva non imporre per la sua travolgente forza, non montare in quella specie di ammirazione che si ha per il lottatóre franco e forte, chiunque esso sia. Ma non certo solo per tanto « 'o flgllt. d' 'a signora » era notissimo, altre concomitanti giovavano o meglio erano tra i fattori principali della sua fama: gran conquistatore di donne e spendereccio, era certo ben degno di essere molto in alto nelle siere della « malavita » cosmopolita : le donne e il denaro sono le forze, migliori di un uomo e non soltanto tra gli affiliati della « Onorata Società », della «Malia» o di una qualche «Mano nera». E incominciò a lavorare sui docìis, dove ebbe ben presto a farsi notare. Aitante della persona, di forme atletiche, coraggioso e' prepotente assieme, prese subito ad innalzarsi a protettore di tutto e non si arrese di frr.nte alla legge, nè di fronte alle più insidiose minacce. E, arditamente, incominciò a pretendere dai fruttivendoli il diritto di camorra. Vi fu qualche tentativo di ribellione. Qualcuno osò di sottrarsi alla sua imposizione. Ma ogni tentativo fu vano. « 'O figlio d' 'a signora» non tollerava nè ribellioni, nè incertezze nell'eseguire i suoi ordini. Punì se- loans——te'urnlaccqseevvctidnrm«arIzFpfrstsuptta_vuasidlraiadlszpnttsfcpctuEatn=ìAamubPUptbelomlfgrmb—ssSd•gtpb;d' crosta, osi energico, che qualunque Insurrezione fu \donata. Nessuno fiatò più. Tutti si prostra- " Alberto Alterio dopo qual- arrivo imoerft ani morr-ato i ralTcor^^ Zfòn°e neftagVng^ un. atteggiamento cosi, minacelo*, e|gr no umilmente F. Alberto Alterio dono nml 1 ^^^^■^^ta^^^^dell'- frutta tir,-:nnlcamente. Cominciava già ad essere temuto e rispettato, quando ebbe a distinguersi in una grossa nuiaglia di "malavita.» e segnò cosi la sua ascesa maggiore. Esisteva a New York — e forse esiste tuttora — una temuta banda di taglieggitìtori violenti, che prendeva nome da una famiglia di Avellino trapiantatasi in A-, merica. La «Banda Pellegrini» - era questo! li suo nome — costituiva il vero terrore f]1 : negozianti ricchi signori e di buona parte : della «malavita» stessa. In nome di questa eispecialmente in difesa dei compagni aapole-!tani e della loro dignità «'o rfglfo d' 'a si-! gnora» mosse in crociata e non mancò nes-'; I I i fn o l a e n 1 i e i o a o a un incontro violento. Intanto Alberto Alterio non retrocedeva dinanzi a nessuna audacia e non rinunciava a nessuna fonte di lucro. E", cosi accertato rh» varie volte egli si rivolse, con minaccie. a Borirò Caruso chiedendo somme importami ohe il grande tenore gli dette per evitare noie e per non affrontare pericoli. Nano nera L'odio fra la Mano nera e la banda — dopo l'assunzione a capo dell'Alterio che dette alia | sua banda uno sviluppo maggiore ed una vitalità rinnovellati — divenne più che mai aspro e violento in una nuova manifestazione di ostilità. I conflitti fra le due rispettabili associazioni divennero frequentissimi. In uno di essi, più grave degli altri — una vera battaglia a colpi di rivoltella — l'Alterio e i suol ebbero una significativa vittoria nonostante che un componente la banda rimanesse ucciso e varii fossero i feriti. E' inespltcabile come tutti questi delitti restassero impuniti e come lo Alleilo riuscisse sempre a non essere acciuffato dalla Polizia. Il certa si è che « 'O figlio d' 'a fiL'iioruii non fu mai arrestato e non subì, quindi, alcun processo. Sia per questa Impunità che conferì all'Alterio come una .'misteriosa potenza di dominio e sia. per il suo coraggio veramente straordinario col quale affrontava la «Mano nera»' che avevo finito eoi riconoscere in lui un avversario- invincibile, il capo 'Iella • Banda Pellegrini » divenne onnipotente. Egli fu il vero sovrano della mala vita a New York, li sogno del modesto camorrista napoletano si era realizzalo trionfalmente, superando tutte le aspirazioni più ambiziose e tutte le speranze più temerarie! Senonchè la onnipotenza di Alberto Alterio non poteva essere tollerata dalla « Mano nera ». Era indispensnbil per il prestigio dellasetta e per non coniprometlere pericolosa-mente le sue operazioni, liberarsi del vino- rioso che la ebrietà del successo rendeva seni- pre più audace. E sorse, per combatterlo n-solutamente e per annientarlo « Toto 'u ma? Un SÌCÌ1Ìan° affllÌa,° ^ ' MaU° orrista ucciso a Newk Alberto Alterio fu informato di questa nuova lotta e, sicuro di sè, aspettò l'occasione per affrontare il dueilo e risolvere in modo dellnitivo la vertenza. E l'occasione si presentò subito. l.o... stato di servizio Una serai in un caffè di « Mulberry-street » — una caratteristica via del quartiere italiano — giocavano il proprietario del catte ed i fratelli Costanzo e Pasquale Uralici. Entrò » Toto 'u mafluso » e chiese prepotentemente un diritto di camorra di cinquecento dollari imponendo al proprietario del caffè di non parlarne all'Allerto se non voleva essere punito con la morte. Il che dimostra il sacro terrore che ispirava l'Alterio ai più temibili delinquenti. Il malcapitato promise e pagò il chiesto diritto di camorra. Senonchè la notizia dell'accaduto giunse egualmente nll'Alterio il quale volle punire esemplarmente colui che aveva osato di invadere il suo campo. Ebbe- agio di dargli convegno nella notte per un dichiaramento. L'incontro fra due tipi come « 'u maliuso » e « 'o tiglio d' '1 signora » non poteva essere che decisivo. Il combattimento fu rapido, accanito, violento. I colpi di rivoltella echeggiarono, nella notte, l'uno dono l'altro rapidamente come i colpi di una mitragliatrice. E « Totonno 'u matluso » e un suo compagno — anche siciliano — caddero al suolo, morti. Alberto Alterio cha miracolosamente e misteriosamente riuscì ancora una volta ad essere Impunito, pensò di abbandonare la sua emozionante esistenza e di ritirarsi a vita privala. Fu come l'abdicazione di un sovrano nella piena espansione della sua potenza. Egli, infatti, dopo la uccisione di colui che aveva giurato di aimit-ntarlo, aveva raggiunto un prestigio straordinario, mai da nessuno raggiunto. Ma egli aveva già accumulato una discreta sostanza ed anelava al riposo ed alla pace cil una esistenza senza più emozioni e senza più pericoli. Tanto la sua carriera non avrebbe potuto essere più brillante di quella che era stata e elio gli aveva fatto dominare la mala vita americana. Aveva al suo attivo nove assassinli _ uno stato di servizio che non molti possono vantare! — dei quali l'ultimo in persona di un giovanotto italiano nel a Caffè dei pittori » a Moot Street- da lui ucciso con un colpo di pistola al collo perchè non aveva voluto pagargli il diritto di camorra su di una vincita al gioco. Presa la risoluzione che fu accolta con grande rimpianto dai suoi fedeli e con infinito sollievo dagli affigliati alla « Mano nera .> il glorioso capo della « Banda Pellegrini » si dedicò al contrabbando dell'alcool. Mediante la sua intelligente attività egli riuscì ben presto ad arricchirsi e si abbandonò alla intima gioia di compiere molte opere di beneficenza In sollievo degli sventurati che avevano bisogno di soccorso. E' notevole — fra queste manifestazioni di generosità — l'invio di centomila lire per i danneggiati del terremoto della Luniglnna Nella sua nuova esistenza allietata dai lauta lucri nessuna ombra del passato venne a turbare la sua pace. Parve, anzi, che egli avesse dimenticata la vita trascorsa e che nessun fantasma sorgesse inopportunamente a rievocarla. Fuori dell'ambiente nel quale egli era per tanto tempo vissuto non pensò neanche che aveva, per l'uccisione di « 'u mafiuso » un terribile conto aperto con la - Mano nera » E il conto fu improvvisamente saldato in una sera di febbraio ultimo all'angolo tra E'^Jf? Strect e Br00n Street l'Alterio fu aggredito da ignoti che gli spararono contro tredici colpi di pistola. L'Alterio non ehbe neanche il tempo per difendersi così rapida =,,^?lJm,?r0VV1??, f? aggressione: cadde al ì??i^i^es?nlISe- AU alba, il cadavere di Alberto Alterio fu rinvenuto irrigidito e trasportato alla sua abitazione. Il cadavere fu imbalsamato e il 27 luglio fu imbarcato _ chiuso in una semplice e modesta bara di noce - a bordo del Perseo per essere trasportato a NaPOIL Accompagnavano la salma la moglie, U figlio, il fratello e vari amici che occu! pavano vane cabine di prima classo, trasportando con essi un ricchissimo e numeroso bagaglio. Nel giorno delia partenza da New York gli eredi di Alberto Alterio depositarono presso la Casa del Commissariato di bordo circa om mila dollari corripondenti a più di dieci milioni di lire italiane! il che dimostra che la. carica di capo della ba.nda Pellegrini è fantasticamente remunerativa! Non appena giunti a Napoli gli eredi hanno naturalmente ritirata la cospicua somma. Il popolo napoletano ha accolto solennemente i resti mortali di Alberto Alterio La banchina al porto — dopo l'arrivo del Perseo — è stata affollatissima. Qualche negozio in sezione Porto ha chiuso i suoi batlenti in segno di liuto. La salma è stata esposta nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli. Sul frontale della chiesa, su un cartellone era scritto• Dalla lontana America, l'affetto della famiglia, qui nella sua città natia ha curato il trasporto della salma di Alberto Alterio e prima dell'ultimo riposo gli prega da Dio eterna requie ». Nella bara «l'argento La salma imbalsamata e racchiusa in una bara di noce a borchie d'argento tutta foderata ;di velluto rosso era sta.'a posta seil'alto di un ' catafalco ricoperto di drappi rossi e contornata ncoil ustfiricachil pFpsi1 lupolaLds10cdstcInlomsnglopm•Ocsdc11moMlamnndsqfabMcnsgnbpdtsqhbcUpscpczcgalvqncapdemsBrrtnhm \\„ '' „M„<Ì, «tW« „^^gAt,?iÌ„ Ti, *i v^R- rtewrtarV U miinento i J*?.1 i/ . il momento l'Alterio, mostre alcuni amici di lui dicono che sia, quell'orologio, un simbolo dell'associazione un tempo da lui comandata in Ame- ™Lf* «»• |gST^*0^.ePraeez^ ffti&$r££ la seguente scritta: « Pietro Campanile all'a 1 nlico. Alberta Alterio». Sembra che quell'ora ^V^1^^ il momento in cui è morto , ! e. pervase, forse, di quel a spontanea ammira : ztone che desta, sempre 1 audacia, a qualunque : ^ s.'ar tesa' Fll?,n de ^™rt>\ attendevano icne.sl /orma.ss? » corteo funebre molti uo!nlini'ailcum1Ìel au„^S^fl^''? s2ftUFa,,° ! g> -? flto » alnematorfica avente per '111010 epel .s~<?kL."u t" " apiu-ues ». ; rica. I Molta gente era convenuta in chiesa a renI dere il tributo ultimo ad Alberto Alterio. Nui meroee donne piangevano, prese da una profonda commozione per la violenta fine di lui i o a a i e i o l e e e e O veva onestamente lavorato, eht aveva la fedina penalo immacolata e che non aveva lasciato neppure un soldo.. Aggiunsero, quasi a giustt'icare ed a rafforzare le loro affermazioni, che Alterio era stato colpito alle spalle mentre cercava del denaro per darlo ad una vecchia mendicante, e che, tempo fa, in un banchetto offertogli da alcuni amici aveva i raccolto ÌOO mila lire a beneficio dei danneg- ' Kiati dal terremoto di Toscana ed aveva incitato i commensali alla generosità, dicendo non essere giusto dimenticare in lieti trattenimenti i dolenti fratelli lontani. Il corteo funebre si mosse. Procedeva il carro trainato da otto morelli; seguivano i canonici del Capitolo metropolitano; due carrozze giardiniere, due automobili, altre vetture recanti ancora corone. Il corteo, seguito da una fitta folla, percorse piazza S. Giacomo, via Depretis, Rettifilo, il corso Garibaldi e si sciolse in piazza Umberto I. La salma di Alberto Alterio fu deposta nella cappella di famiglia al cimitero del Pianto.