I problemi europei al Consiglio Supremo

I problemi europei al Consiglio Supremo I problemi europei al Consiglio Supremo saie Parigi», io, notte. Il Consiglio Supremo ha'-tenuto la sua 4<™ rf^ »'15 W 13. ariana 'ha comunicalo ai membri delia Conferenza che gli esperii non avrebbero terminato i loro lavori prima delle ore 19. La questione alloslcsiana non potrà dunque essere esaminata che domani. Slamane la Conferenza ha esaminalo la questione d'Oriente e particolarmente il problema della neu- j Indila delle Potenze alleate riguardo ai 'greci ed ai turchi. Lloyd George ha soslc\nulo ta tesi che la neuiralllà non esiae af. ,„.,„ „.„ . „ ■ „ ,.,...„„ „„„,, '.,„■',; ì latto che si ponga l'embargo sugli acquisti lutti da particolari. Le ordinazioni posso no essere falle od eseguite purché i Gover ni rifili intervengano negli affari. Tale, ha dello Llgod George, è l'autentica stretta interpretazione della questione della neutralità. E' slata allora adottala la seguente mozione : « Si conviene di continuare nell'atteggiamento di stretta neutralità nella guerra tra la Turchia e 'a Grecia. Quei Governi concordano di non intervenire nella lotta I Con aiuti di nessuna specie e sotto forma Idi truppe anni o crediti rimanendo'inteso ■ che le sopraddette disposizioni non osta1 coleranno in nessun modo diritti delle Ditte private circa la libertà di commercio ». iiisolta la questione (fc/l'cmbargo, U Coniir/lio Supremo ha esaminalo il problema della mediazione. Anche per questo si è raggiunta facilmente VunanivxHà ed è siala adottala hi seguente decisione « pur riservandosi la possibilità di offrire la loro mediazione, i Governi alleati ritengono che non sia giunta l'ora in cui una operazione di tale natura possa dure risultati ». Il Consiglio Supremo ha esaminalo in seguilo la questione della libeiià degli Stretti. Da parte inglese si è lamentalo che i turchi siano provvisti di armi dai bolscevichi del Bosforo. Si è dunque domandalo che i greci possano, da parte loro utilizzare il Bosforo per le loro operazioni. 1 rappresentanti francesi hanno dichiarato al contrario die imporla che nessun alti; di atterra sia compiuto nel Bosforo. Un passo comune sarà fallo presso i due belligeranti per assicurare la libertà degli Stretti. La prossima seduta è stala fissata per le ore 1C. Si Imiterà del controllo dell'aeronautica tedesca. lAg- Stefani). fon. Bonomi. la questione non è, tale*dai do versi invocare grandi ed in-discussi principi di equità internazionale. -So -i dovesse trattare di decidere dell'esistenza delia Polonia, l'Italia saprebbe subito prendere' il suo posto. L'on. Bonomi ha ricordaio che il Gabinetto Bcsolli fu il primo a procfaràare. durante la guerra, e quando la Rùssia ora ancora in piedi, il diritto della Polonia alla liberta od all'indipendenza. Lgli non erodo neppure elio si tram dì una di quelie ardenti questioni in cui tutto un popolo oppresso e soverchiato i faccio appello alla sua storia od ai caratteri ! del suo territorio La realta è diversa. 31 tratta eli una. larga zona, dove le razzo sono mescolate, porche commist'e ai margini della loro espansione. ; posta ,■:■<', la questione, l'on. Bonomi ha i dichiarato ch'egli opina che. poiché il plebi- alla re dei j Le'esigenze geogràfiche non danno luogo a di I scussiono, occorre ob'O il territorio da asso gnare ai due stati sia ad ossi contiguo. 11 ri saltato numerico ò molto controverso. L'on. Pa nomi discute largamente le inl.erpfatazio.nl da ito a tale risultalo da Llovd George o «la Briond, o conclude chte i voti devono essere confati e non discussi, in caso contrario de vóno essere .pesati L elemento economico in «eresse il triangolo industriale, sulla cui Indivisibilità verte la discussione'. Occorro che gli esporli riescano n trovare sii olonicntt l'or una decisione. L'on. Bonomi termina avvertendo ch'i? al disopra della questione dell'Alta Slesia sta la necessità di mantenere l'accordo tra le Potenze dell'Intèsa, perchè una deciforza ari ti re incesi oKfi non me,- tonò in particolare rilievo 1 atlog?iamonto dell'Italia di fronte al problema dell'Alta Sle eia Qualche giornale poi lendo a far credere „hfi ?„ ,if.w;ivinrie iKiiana pila conferenza c,?- „ ,reS Pi>*i 1^1 L ,,è. f,,„,.'«.«„ fi abbia Anito con l'aderire Ulla tesi francese. :! 'che non è esalto. Si orano pronunciate s)one concordo può evitare o<m la sua forzo mWale movimenti pericolosi »• può garantire ' "rT a e o La lisi iìslisi i li Isa Parigi, io. notte. L'on. Bonomi prendendo la parola al Consiglio Supremo per chiarire ii pensiero deila Delegazione ilàliana sulla questione dell'Alta Slesia, ha dotto che riconosce il buon diruto delia Francia di respingere, in nome delle sue migliori tradizioni, il sospetto di un minor fervóre per la giustizia: ina. ha aggiunto e di possibile irredentismo polacco L'on. Bonomi ha nel suo discorso avuto cura di togliere alla questione questo carattere di gravità rtcordr<n.do che si tratta soltanto di decidere della spartizione di una zona ove le razze sono commiste e mescolate. Parlando dei criteri por tale spartizione l'ori. Bonomi lia rafforzato la tesi inglese circa il valore da dare ai risultati numerici del plebiscito, negando doversi considerare il voto per comuni più importante di quello per individui e negando dovesse considerare il voto delle campagne come voto di popolazioni autonome e quelle» delle città come voto di popolazioni importate. Sulla discussa questione economica riguardante l'asserita indivisibilità economica del triangolo industriale e l'ai teggiamento dell'Italia è rimasto riservalo come del resto quello della Francia e del l'Inghilterra-ed il Coasiglio ha deciso di limitare lo studio di tale questione ai tre esperti e ai tre alti commissari alleati ad Oppeln. L'Italia ha solamente messo in maggior risalto la necessità di una soluzione di accordo nell'interesse della pace europea. Cor. ciò la delegazione italiana ha confermato il suo atteggiamento involto 3in dal primo momento a facilitare un accordo ed una so- luzione comune. (Stefani). e r a e fimismo inglese Londra, 10, mattino. La ventata inattesa di ottimismo che giunge da Parigi stupisce alquanto i meteorologisti della diplomazia. 1 sinistri pronostici di imminenti catastrotlc-i uragani accennano aimono sino a questo momento a ricevere una solenne smentita dalla realtà dei fatti. Un telegramma della Rader da Parigi asserisce che la Conferenza si è aperta in condizioni particolarmente favorevoli e cho si manifesta palese il desiderio d igiungere ad. una soluzione, soddisfacente per tutto le parti interessate. L'ottimismo sembra essere instaurato cosi saldamente nella delegazione inglese a Parigi cho la Reuter è in srado di riferire che Lloya George prevede la possibilità di fare ritorno a Londra domenica prossima, con intasca la soluzione del problema dell'Alta Slesia. Su quali linee avverrà il compromesso non risulia dai! dispacci giunti da Parigi, ma II principio della spartizione del cosidetto Intuir golo industriale è ormai ammesso- dall'Inghilterra che lo voleva concedere integralmente alla Germania, e dalla Francia, che esigeva fosse consognato puro per intero alla Polonia. Ammesso il principio, non sarà difficile accordarsi su di un tracciato di frontiera. Qui a Londra noti sappiamo in base a quali dati concreti si- ritiene che la tosi sostenuta dal nostro rappresentante nella Commissione degli esperti signor Torrefranca finirà per essere accettata, magari con alcune varianti. L'Italia mediatrice SI fa rilevare in alcuni ambienti diplomatici inglesi come por una complicata serie di circostanze malia venga ad assumere nel convegno di Parigi la stessa posizione piesa nell'uiiimo convegno interalleato a Londra dal Lielgio. Ouesi'ulumo si frappóse ira l'Iiignuterra e là Francia, e con una propria proposta di compromesso riusciva ad impedirò cne-*U: dissenso fra la Francia e l'Inghilterra giungesse a quella forum di crisi acuta elio molti attendevano, uro, a Parigi, nel nuovo conflitto fra l'Inghilterra e la Francia, liiù profondo di prima, ni quanto elio coinvolgo interessi immediati o concreti, l'Italia può esercitare una funziono mediatrice in condizioni inconiparabilmeiittì più favorevoli di quelle in cui si trovò altro volto nel consesso interalleato. Sembra sia destino dell'Italia quello di dovorsi sempre Intromettere fra contendenti agguerriti materialmente o .dialetticamente e, come sempre accade, tale funzione di mediatore non è priva di noie e di pericoli. .Basta ricordalo la sorda ostilità che si manifestò negli ambienti diplomatici inglesi verso il conte Sforza per avere propugnalo, fra lo tanto altre co> so. unii soluzione conciliativa del problema alto-sleslauo contro la quale Londra si ribelli»; mentre Parigi, per motivi suoi propri e boa comprensibili, l'accetiava. L'attitudine del mediatore scontenta le parti in contesa e noni offre vantaggi materiali di sorta a chi volonfariamente l'assume. Questa por io meno è l'opinione più diffusa. Senonchè, questa volta, la situazione si'prospetta in modo del tutto diverso da quello in cui emerse nel corso dei passati convègni\ >La differenza cho sembra dovesse marcare i rapporti anglo-italiani è del tutto-scomparsa'.-gréu zio all'abile azione diplomatica esercitata ultimamente a noma od a Londra. Come si fa rilevare da pprsona autorevole in questa capitalo, l'intervento mediatore dell'Italia si produce in un momento psicologico unico nel suo genere. La disparità di veduto della Francia e dell'Inghilterra avevano fatto sorgere una crisi di incalcolabile portata inrcrnazionale, a tanio Londra quanto Parigi, posti di fronte al |w!ricùlo iiniiiPdiaio di una rottura, non possono spingersi a casi estremi, e, pur rimanendo teoricamente forme su alcune posizioni essenziali assunte, sono disposto a fare concessioni pratiche e magari sostanziali. L'intervento dell'Italia noi momento psicologico è quindi: non. solo atteso, ma auspicato. Ciò naturalmente nel caso iu cui la conciliazione dello vedine opposto risultasse ineffettuabile ai loro propugnatori. Queste considerazioni, più psicologiche cho politiche o diplomatiche, spiegano a sufficienza perchè le espressioni delle vedute italiane sulla questiono dell'Alta Slesia sono attese coni cosi viva impazienza negli ambienti diplomatici inglesi di Parigi. Un corrispondente dalla capitalo francese asserisce senz'nitro ohe il fatto essenziale (lolla giornata di ieri l'altro fu la esposizione del signor Torrefranca. Il giornale inglese non manca poi, ri questo riguardo, di far rilevare come i dibettiti parigini si risolvano, sino ad ora almeno, in una vittoria del conte Sforza, il quale fu il primo ad avanzato l'idea della spartizione del triangolo industriale, mentre Londra e Parigi desideravano con intransigenza il contrario. Un inombro della delegazione italiana, annunciando la possibilità di un'azione mediatrice dell'Italia, dicova «a un giornalista inglese .che l'Italia era interessata, oltreché all'Alta Slesia, anzitutto al mantenimento dell'amicizia frrmco-ihglose. « Una rottura o un rallentamento dei lesami di amicizia fra i due poosi sarebbe dannoso all'Italia — tia dotto il nostro delegato a Parigi — la quale farà poi tutto il possibile per scongiurare (mesto pericolo ». SI spera qui, in baso allo notizie giunte da Parigi, ohe il compromesso sarà realizzato senza scosso sensazionali, senza fasi Jrammatiche. Si preredo anzi cho a negoziarlo i nome della Francia sarà chiamato Louchcur. Le industrie dell'Alti Slesia ' VI è poi, fra ! commentatori inglesi del lavori deiìa Conferenza, chi chiede cha il compromesso in questiono sia accompagnato da una dichiarazione formale fatta unitamente da tutte le Potenze dell'Intesa di disinteressarsi delle industrio dell'Alta Slesia. Alcuni vorrebbero, anzi, die una tale dichiarazione avvenisse prima ancora di iniziare discussioni speciali attorno al progetto di compromosso. E' evidente cho una tale dichiarazione dot genere di quella propugnata da alcuni diplomatici inglesi faciliterebbe il superamento delia crisi, ma. noi contempo, potrebbero sorgore nuov* difficoltà, in quanto i francesi potrebbero attribuirle un carattere anti francese. Non si nascondo difatti che la voce corsa a Londra sui iermini di un contratto commerciale franco-polacco, il quale conferisce alla Francia una posizione di assoluto privilegio nella Slesia, ha desiato vivissima inquietudine. Nella loro maggioranza poi i corrispondenti! diplomatici della stampa inclese attribuisco^ no una importanza di primissimo ordine aliai presenza a Parigi del rappresentante d»-;U Stati Uniti, ed alcuni anzi ritengono cu e ptùprio a crosto fatto è da attribuirsi la piegai favorevole assunta d'improvviso dal dibattiti, L'ambascitore Harwey, è difatti, dai più considerato come la figura più enigmatica,. « ne*, suini sarebbe stupito che all'ultimo momenti* egli dimostrasse di essere la- personalità dominante nai consigli parisini. Cerio è un fatto che la Francia e l'Inghilterra nelle lor» dichiarazioni verbali e nell'attitudine aasynttf nel corso del dibattito sono tutto occhi e orecchi rivolti verso il silenzioso osservatore americano. Harwey si è limitato finora a ringra* ziare per le cortesi parole di benvenuto rivòltegli dal presidente della Conferenza ma noni ha aperto bocca durante tutta la discussione», sul tema dell'Alta Slesia. I .delegati della' Francia, come quelli delTlnKlulterra, sanno però che le loro parole saranno integralmente radic-telesi-afate a Washington, e si preoccupano quindi, secondo quanto si dice a Londra, di non pronunciare parole o compiere atti capaci di danneggiare la loro posizione di fronte all'America. Molti amici personali' dell'ambasciatore americano ritengono HarI wpy capace di esercitare una influenza deci- e o ie d gi r. o o - |slva su],a po]it(ca amerìcana dl fronte aI1.Eu. Iropa. La cordialità di urinarii eba wiaoe -I