La corsa alla felicità

La corsa alla felicità Un romanzo di fantasia La corsa alla felicità • Ciò accadeva non si sa quando, non si sa dove », scrive André Beaunier in testa al suo romanzo Le rol Tobol (Paris, Flammarion, 1921), ma possiamo orientarci subito. Senza risalire a Luciano e ai suoi sfavillanti Dialoghi dei morti possiamo cadere di colpo nell'atmosfera che ha procreato il suo libro: Fenélon rinforzato da Voltaire. Eccoci a posto: conosciamo le utopie moralizzatrici, i viaggi ipotetici, i sogni immaginari, i Te da vaudeville, i principi da' farsa. La ricetta ci e nota: ima certa cura di stile — il conte philosophitrue lo richiede —, degli accostamenti che stupiscono, delle libertà innocue, qualche sgambetto di irriverenza, una costruzione complessiva che può essere noiosa ma è ripagata dalla licenziosità di qualche particolare, o di un angolo di v«a a e n , e à i . e i d , o ' n i e o l . l l e a r e e r ; a . e I i i a , e ti re e e w to cie ia oe a -.lima e segreta rapidamente scoperto e P<»cia[f^occultato, un apparato lussuoso e maestoso: 10 splendore dei tappeti, il riflesso degli ori e dei vasellami, lo sfarzo "delle roggie e la lussureggiante vegetazione del giardini ben convengono ai sovrani barbuti, ai filosofi capricciosi e dialettici, e infine a qualche misteriosa bellezza femminile senza la quale il fulgore dell'azione sarebbe spento. E' un mondo vecchio e ben morto che giace sotto scenari accatastati, in cui solo qualche spirito imperturbabile e immortale si conserva, si che scuotendo le rovinate impalcature dalla polvere un volto magro e due occhi canzonatori^ sbucano: è il patriarca di Ferney, o una figura vetusta, ornata di squisita cultura umanistica che sparge il miele della sua eloquenza: è I'arcive-4 scovo di Cambra y che risorge. Ben vivo è il terzo ma è fuori, e non si è lasciato seppellire dalle tele consunte e lacere, si è salvato nell'onda dell'esistenza contemporanea: Anatole Franca saluta Jerome Coignard e Taide per accompagnarsi con il professore Bergere*. Critico di varia ed estesa cultura, autore di volumi apprezzati su Chateaubriand e Joubert, 11 Beaunier ha preso 11 suo partito: aguzzai» le malignità del Voltaire approfittando delle ispirazioni offerte dalla politica dei tempi presenti, gettare una più moderna e languida e commovente poesia sulle creature di cartapesta del Fenélon. Un Team© irnjpreclsato, probabilmente europeo, nordico, e marittimo, con foreste e castelli, che conosce il vapore e l'elettricità, stile 1890-1900 (qualche cosa come in Les Rois di Lemaitre): il governo è dispotico, temperato da ministri, ma non da un parlamento, ed esiste un'opposizione socialiste, e repubblicana, rappresentata secondo le rioTme che per la riproduzione artistica del movimento politico nel popolo e della mentalità dei caporioni ha fornito la commedia francese da Sardou a Lavedan. La presentazione è fatto: non bisogna stupirsi delle indicozioni troppo sommarie: un paese qualunque era indispensabile, e in luogo delle 'magnificenze classiche abbia mo degli spunti sociali; modernità.. B re Tobol ò un brav'uomo, e il suo aspetta è patriarcale e Imponente: immancabile barba, vegeta o verde, vecchiezza, bonarietà. Fin qui 11 ritratto è serio, da dramma romantico, saldo di composta dignità. Ma il Beaunier interviene : è logico che un principe di tal fatta abbia il piacere di una moglie molto giovane e assai carina, ed altrettanto logico che, subito dopo il primo figlio, ella fugga con un capitano del la guardia. Furore del saggio Tobol : rincorre re l'amorosa pclleggrina? « Essa tornerebbe suo malgrado e non ne avrei nessuna gioia. E poi, la si raggiungerebbe ? * ; disperazione pazien temente descritta, e ricerca di una consolo, ziono: 'non vi è forse l'erede al trono? Malauguratamente deve il re scontare la malizia — ben innocente — che lo ha spinto a chiedere al cappellano, siccome a persona pienamente informata, dei ragguagli sull'accaduto. Meno delicato del pruno ministro, che gli ha fatto stampare un'edizione speciale del giornale dei repubblicani, in cui lo scandalo è compendiosamento esposto così: « Sua Maestà la Regina è assente: ella si è recata presso la sua augusta madre, la cui salute f. motivo di inquietudini », il cappellano osserva che, seconuu quanto è legittimo supporre, il principe ereditario sarebbe figlio del capitano. Ma « dal momento che essi non hanno preso con loro il fanciullo è segno ch'egli non è del capitano c se non è del capitano presumo, sia mio t. — « Perdonatemi, sire, so non hanno preso con loro il fanciullo è forse perchè egli sarebbe stato d'impaccio nella fuga. Del resto is pater est quem nuptlae — sire — demonstrant Potenza del latino I Sì, ma anche supplichevole necessità, di un'Bffozione qualunque, di un altro piccolo essere da stringere a se con tenerezza nelle ampie e solitarie sale della reggia, sentimento di sconsolato vuoto e di abbandono cocente che piega gli uomini e li costringe a non chinarsi davanti alla ragione, ma a lasciarsi cadere vertiginosamente attratti da forze invisibili di natura emotiva, a degradarsi agli occhi altrui, a piangere nell'oscurità profonda che sembra li sequestri dal mondo. Questa forza misteriosa nel re Tobol si Beereste col tempo, e si esplica in modo bizzarro: un bel giorno 11 ministro dell'istruzione è chiamato a pronunciarsi sul filosofo del regno elio più sicuramente abbia, ragione, onde questi, rechi un metodo per essero felici. Non 6 lieve Imbarazzo, e il monarca comprende che i due milioni dedicati a quel ramo del bilancio non rendono utilità veruna. Tre sono i dotti prescelti. Come personaggi di operetta faiuio la loro comparsa in uniforme accademica, e si desidera il suono di una piccola musica, leggera ed eccitante ad accoglierli. Disputano aspramente dinanzi al re, che li guarda stupito. Scoppiettio di motti e di frizzi. («Trema aveva del rancore nella voce, del rancore e dell'orgoglio, insomma, dell'enfasi.,• Sorvegliava le sue frasi e le accompagnava con gesti discroti, circolari, attenti : sembrava accarezzare un gatto, sulle sue ginocchia, un gatto che fosse stato il suo ideale •. — ■£' l'applicazione del vostro sistema che voi chiomate cattiva condotta, signor Hilar? Non vi comprendo più»), e l'eclettico sembra .prescelto, ma una parola lo perde: « Sire, l'uomo è un Dio caduto in infanzia ». — « Ah, — riprese il re, — ed è ciò che vi dà materia di riso?»: laonde Tobol adopera un espediente più americano: referendum al popolo su « che cosa è la felicità » : ciò produce disordini e l'avvento ai posto di primo ministro di un socialista — che, manco a dirlo, si fa un servile reazionario immantinenti, — ma non porta a conclusioni. Il re farà da sè. Un castello viene costruito nel mare: tutte le iìneslre ' danno sull'interno, in modo che colui che in esso vivrà non si accorga del mondo e della nutura e del transito delle stagioni e dei giorni, ma sia chiuso in lussuoso esilio, e, onde- la nostalgia e il mistero non lo colgano, e non lo inducano a pensieri e a meditazioni, anche il cielo sarà coperto: ve>trate e piante nasconderanno l'orizzonte, e la luce filtrerà artificiale e regolata. Nessuna contrarietà, nulla che faccia sospettare l'esistenza dell'ignoto, non segni di vecchiezza, non la morte degli alberi, la decadenza degli uomini, e lo sfogliarsi delle rose: ogni cosa faccia ritenere che la vita è bolla, la vita è eterna. gvq,„fepdlodscol'minpcliatuCtasnllteznnsnsgladdcvldmmsavmgsdopsgmsnsqsm«é m è mwMum Cesi U fritrita sari rag- Cdf^lgicajnaljbiconìa 4 — e o o i a u l o o — n e r e , o a i e n o 6 e i a ea . i . l • n cn £' ovi eo ii e e e n rn giunta, pensa il re Tobol, che nella sua corsa verso di essa per il proprio figlio s'È fermato a questo sogno, e almeno egli, Endémón, sarà ",„Iim ■ | CsiripdaleLndeteqinmtetefelice. Portato nel castello in giovanissima età, il principe cresce lieto ed inconscio, e il risveglio della pubertà viene in buon punto per distrarlo da ideologie che in lui tentavano di prender piede, suscitandogli preoccupazioni inesplicabili. Sette cortigiane bellissime vanno con lui ad abitare, in modo da evitare l'amore, l'esclusivo dominio di una persona, e i sementi troppo vivi. Tutto è adunque regolato, in questa educazione di principe, ogni cosa è preordinata e disposto, salvo l'animo e l'incanto improvviso e rapitore. Avviene che Lilith, una delle sette ospiti, nife sera di no¬ ia sua chitarra, e un formidabile elemento perturbatore piomba e scuote il giovane principe. Con fondamento aveva il re Tobol un di vietata la musica, che ammollisce e, Illanguidisce soavemente, fa sorgere in folla le sensazioni nuove e delicate: Endémòn per essa apprende l'amore e Lllith sarà l'unica- Una sera la melodia si fa cosi squisitamente elegiaca e tentatrice che Endemfìn induce Lilìth a fuggire; eccoli olla ventura. Iridi menticeli) ile stupore della prima rivelazione del mare, del primo apparire della luna, del mirabile canto di usignuoli che nasce nella silente notte, pioggia fine dell'alba, disteso sterminate di campi, lucenti nasini di, canali, fresco rozzo di boschi: Endémòn conosce la vita. Perchè qui non è sostato il pellegrinaggio, allo rive della felicità? Cogliere l'attimo bisognava, e poi rinchiudersi, senza attendere altro, senza più desiderare, lontano dagli uomini. Quanto misera fosse la scienza del re Tobol e di Endémòn qui si vede; e la corsa protratta spossa, annienta, finisce. Sbarcando a terra il principe conosce la vecchiaia, la malattia, la morte: indicibile è la sua impressione. Il baratro si apre : apprendere la miserabilità dell'uomo, 1 signoreggiamenti della malattia, la mano ferrea della morte sconvolge Endémòn. Non Lllith può riuscire a guarirlo, né altri: le gioie sensuali acquistano un significato effimero che spaventa, la rtiisura del tempo si insinua nell'amore e la carnalità diventa lugubramente suggestiva. Come.in un sogno il principe vive, si sente afferrato da una morsa, che è la società, da qualche cosa di misterioso che gli succhia ogni godimento, gli asporta ogni capacità di piacere; è pallido ombra errante in preda al senso dello morte, che non comprende perchè gli altri dimentichino, questa idea unica, siano momentaneamente indifferenti alla grande di struitrice: folle gli sembra l'incoscienza loro, mentre non è che istintiva saggezza. La sua personalità rimpicciolisce; trascinato nei contlitti tra il popolo e il re Tobol, assiste senza passione alla caduta e all'abdicazione di quest'ultimo, e quando gli è reso noto l'esser suo e gli viene chiesto di solire ai trono come monarca socialista, chieda se patrà anzitutto abolire il problema dello morie. Perciò si è separato e distinto dalla vita pubblica e si presta docilmente, perduto nella sua dolorosa angoscia, olle manovre del cappellano che lo conduco in convento e gradualmente lo persuade a rinunciare a Lllith. L'addio non è straziante, sul momento, ma svanita l'illusione di possedere facoltà taumaturgiche messagli in capo dai monaci, il ricordo' di lei lo trafigge. Ma — ahimè — Ltllth è a Parigi, Obliosa, e 41 cappellano si appresta a raggiungerla in abito oivile. Endémòn toma invece al suo antico castello: v'è U re Tobol semi-rimbecillito, ma che lo ama; egli no, ma riniane pensoso ai consigli del vecchio. Ho passato la mia vita — questi dice — a cercare la felicità, a correre dietro di lei una prima volta per 11 popolo, la stìcondA per me, la terza per te. In cambio sono istato scocciato quale tiranno, mia moglie è fuggita, tu. sei profondamente stanco e desolato. Ma il mio scopo e rag-ggiunto : vedi questo pappagallo? L'ho abituato a chieitermi del caffè: glie lo porgo, e lo rendo, così, felice. Ma tu sei giovane : guarda, il mondo è ricco e vairio, non credere che tutto sia finito perchè hai trovato la malattia, di dolore e la morte. Vi sono ancora fanciulle, per te. E poco dopo muore. Endémòn erra per il castello e si annoia. Un giorno passa al largo uno nave, a vele spiegate. « 11 vento la spingeva verso i suoi destini, che erano di là dell'orizzonte. Endémòn desiderò di essere su quella nave e conobbe che se no sarebbe andato ». Vana è stata adunque la corsa alla felicità del persoitggi del Beaunier, a meno di aecontenlarsi della stupido soluzione del re Tobol, rammollito. Forse però essa soddisferà un giorno Endémòn, ma per ora egli deve molto errare, vivere e soffrire. Molti elementi del romanzo sono nati morti, altri non hanno sopportato il pellegrinaggio e si sono sgretolato: dal re Tobol, che ha perduto presto la primitivo rudimentale cousi stenzo ad Endémòn che si è disperso, lascian do tutta la grazia in due parti del libro senza più averne per l'ultima. 11 cappellano è una raccolta di osservazioni disparate e ingenue a furia di voler essere pungenti, Fougasse, il pri ino ministro, di un'insoffribile uolgarità di concezione. Oli altri non contano. E solo Lilitli ha un'anima sua, di piccola cortigiana grazioso e fresca, ignorante e istintiva, che ha gli accorgimenti del suo sesso e un'acerbità seducente. Quello che solva il Beaunier è la sua poesia, quello che lo perde è la sua ironia. Abile nella composizione egli non infonde movenze di fantasia all'impalcatura eretta dai suoi ricordi eruditi. Se invece si abbondila alla liricità di una Jituazione, se lo incuriosisce un paesaggio, egli — che è sempre "Scrittore eccellettte e corretto — sa trarne degli effetti intensi e vivaci. E' un descrittore preciso, ha una copio sa tavolozza, e sa rendere le scene meno realizzabili peirehè più sperdute nella lontananza fantastica (la fuga di Endémòn), lungi da sensazioni chiare e reali, quelle insomma che non ci riesce di cogliere sul momento ma per cui occorre una prolungata attenzione per ricomporre la visione e goderne 1 particolari. La corsa allu felicitò... non è vano che qual cuna riprenda i vecci schemi e li rimpolpi secondo la sensibilità moderna: dal confronto le differenze che distinguono le società e i tempi si rilevano non infruttuosamente. a- C. :lcepppaacispcd§«iutvovbrpdeifivvriFsUe

Persone citate: Anatole Franca, André, Flammarion, Jerome Coignard, Joubert, Lemaitre, Sire

Luoghi citati: Endémòn, Parigi, Potenza