L'Esercizio provvisorio alla Camera

L'Esercizio provvisorio alla Camera L'Esercizio provvisorio alla Camera Roma, 88, notte. Deserte ■aula e tribune; il caldo affretterà di miolto li lavori parlamentari, L'on. De Nicola apre la seduta alla presenza di una trentina di deputati, Gremito è invece il banco del Governo. Siedono i sottosegretari Teso, Aitile, Lombardi, Spada, Venìno, Merlin. Albanese, Tangorrc. .Rossini, Sanwa-Randaccio. Sul processo verbale, ch'è letto dal segretario Morisani, prende la paròla 'l'on. MATTEOTTI, il quale si duole die <nialelie giornale del mattino abbia inventato di sana pianta una interruzione oscena mai partita dal banco della destra durante il suo discorso. Rileva altresì che alla posta della Camera egli riceve quotidianamente lettere anonime, sfarebbe però onorevole che li diffamatori abbandonassero la -maschera, della vigliaccheria, i{ Applausi). Si passa quindi allo svolgimento delle interrogazioni segnate all'ordine del giorno. L'on. Caldara Seguito della discussione sul disegno di leg. ,ge proroga dell'esercizio provvisorio del bi' lanci. CALDARA afferma il diritto o il dovere del .gruppo socialista, pur negando la fiducia al Governo, di prospettare le responsabilità che igli incombono affrontando a Camera chiusa i problemi assillanti di questa grave ora che il Paese--attraversa. Ammonisce anzitutto che le masse lavoratrici, lo quali hanno assoluta necessità di espandere nel mondo la loro produzione e di loro lavoro, non tollereranno più 'nessuna politica che non sia una politica di pace. Accenna al problema della riforma dei tributi locali, rilevando la inderogabile necessità che esso sia finalmente risotto. Dichiara 'Che "il gruppo socialista prende impegno, di presentare alla Camera un progetto di sua iniziativa e cinedo che il Governo non voglia compromettere a Camera chiusa la questione istessa. Passando al problema dell'ordino pubblico ■ afferma il dovere .assoluto del Governo Idi ristabilire l'autorità morale dello Statò e ideila legge senza ricorrere a repressioni violente, notando come nessun partito abbia dl■ritto di sovrapporsi-al potere dello Stato {in'terruzioni a destra). Bisogna dare al Paese la sensazione che lo Stato ha ripreso te suo funzioni. Qualunque sia la forma: borghese, soIcialista, comunista, lo Stato deve .essere la 'espressione della collettività imperante. FAOUNAOCI, fascista: — Non parlavate così •nel 1918 {rumori dui socinlisti). ■ CALDARA. — Contìnuo un discorso che fac- jcio da trenta, anni {cmnmenH a destra]. Il Governo ha mancato al suo dovere: quando, alla prima rappresaglia, non è intervenuto icon la sua autorità a ristabilire l'impero della 'legge. FARINACCI. — Ma se il Governo è stato assente due anni. VICINI, fascista: — Allora gli faceva comodo. DE. NICOLA: — Non interrompano, stiano a sentire. * • CALDARA: — Il concetto di rappresaglia implica la sostituzione di .una (fazione all'autorità dello Stato. ■ DE VECCHI ed altri: — Non capisci niente ■{proteste). CALDARA: — 11 giorno che il concetto di 'rappresaglia si è sostituito all'autorità dello Stato, questo e finito. Non mi -riferisco a questo Governo, ma agli altri. La mancanza dell'autorità tic-Ilo Stato ivi fatto sorgere gli arditi poi i fascisti, poi gli arditi del popolo. DF. VECCHI: — Oh paga? {rumori all'estrema). FARINACCI: — E le guardie rosse le ha dimenticate? {proteste dei socia fosti). CALDARA : — Gli arditi de) popolo sono venuti per fair comprendere allo Stato che la legge va rispettai:i {rumori e proteste dei fascisti, seampanetUile del presidente). Noi viviamo in un'atmosfera di violenza. L'altro giorno ho. incontrato a Milano due squadre di baldi gl/waSrai: che recavano- due stendardi bianclii sui quali era dipinto il Crocifisso e con sotto la scruta: « Gesù Cristo o morte 1 ». {llarilù). Voci: — Chi erano? V. ni CALDARA; — L'ordine non può ristabilirlo clie lo Stato. Intervenga lo Stato ed esso sarà il benvenuto. Secondo l'oratore tale intervento deve essere svolto a protezione <U tutti ina specialmente delle Le^rhe e delle Càmere 'del lavoro. Quando io vedo dei camion di fascisti cori-ere" liberi per lo campagne... . DE VECCHI. FARINACCI. VICINI : — Avete spadroneggiato colle, guardie rosse l {Interruzioni dei socialisti). CALDARA : — Bisogna che lo .Stato... DE VECCHI: — Bisogna estirpacela razza dei demagoghi! Tra fascisti e socialisti si accende un vivace battibecco. DE NICOLA, interviene per invitale alla calma e vedendo che i ami inviti non sono .accolti. epJi dice: — Faccio a tutti gli oratori di qualsiasi parte la personale preghiera di non trattare queste cose in questo momento nell'Interesse non mio ma del Paese. CALDARA: — Mi dia atto che io non ito eccèduto. {Rumori dei fascisti). Facciamo pure la pacificazione ma ri cardiamo' che comò nel 'Medioevo quando fu ricostruita Milano... GP.AY: — Voi non c'eravate! {Rumori, dei sodi: li sii). " CALDARA. cotmùandp; — ... ci fu l'unione continle dei cittadini liei vari cornimi che sino ad allora si erano dilaniati. Solo a quésta condizione la pace sarà duratura. Conclude [augurandosi che -i partita in Italia, traendo [ispirazione dalle migliori tradizioni della noistrà gente, sappiano liberarsi dalle passioni !violcnte che minacciano di travolgerli iuk'giungendo cosi quella pacificazione sociale che è condizione indispensabile del benessere del Paese. {Vive approvazioni, all'estrema sinistra, congratulazioni). li Ministro dell'Industria ! Si alza quindi a parlare il ministro dell'Industria on. Bortolo DELOTTI per rispon•tiere a vali oratori ciie- hanno toccato le quevSlioni industriali. Dice che la crisi industriale è giave ma il-Governo ha liducja che verrà .superala più presto die in altri Stati. La crisi [in. cui versiamo si ripercuote sulla bilancia Commerciale. Ritiene che l'industria non potrà idura.-e cogli alti prezzi attuali dei salari. Fa un confronto dei salari dogli operai austriaci « degli operai italiani'per affermare che questi | «ono .pagati molto più di quelli. ■ BUOZZI : — In Austria gli operai prendono trenta corone all'ora! BELOTT1 : — li' vero, ma su lire italiane si riducono ad una somma inferiore a quella ielle percepisce uh nostre operaio. L'oratore continua elicendo che per uno strano fenomeno, che si riconnette alla svalutazione della 'moneta, i paesi vìnti vengono oggi a trovarsi in condizioni migliori dei popoli vincitori. Ritiene che questo sialo di erisi potrà sistemarsi e che la sistemazióne avverrà senza dubbio perchè egli ha lede salde, e profonda nello energie del nostro paese. Da quando sono ministro — egli dice — ho ricevuto moli e Commissioni di operai: ne ,ho ascoltato con benevolenza In richieste. Alcune maestranze hanno chiesto di assumersi direttamente la gestione di alcune unpoa sibideBBataimimdachsecigitevozivepuDleflilapea deEdinfid(VvadgrvapidesaalseopticicotetahsoqlaPcdsovchqSmmSsdatungvtagrvqedgnsnc■ifearrqqcegaPdllllotd(iqsdvCcSgi3mdldgtg>ggggg»B*ggaBiMaBBM ndustrie. Là richiesta, se tosse estesa a molte ndustrie, rappresenterebbe tìn pericolo per il bilancio e per il Governo, • il quale si troverebbe costretto à dover fornire lavoro quando questo venisse a mancare. Per la crisi degli zolfi siciliani annunzia di avere convocato una riunione delle parti interessate. Le proposte per la marina mercantile sono ispirate a concetti seri. , BANELL1: — Lei non conosce la questione 1 BF,LOTTI : — La conosco ed in modo disinteressato. D'accordo con tutti i ministri, abbiamo escluso il rinnovo della proroga del decreto De Nava. MATTEOTTI : — Benissimo! BUOZZI (che è diviso da Matteotti dall'oru Baldesi) lo richiama a non approvare con tanta sollecitudine. Pre^egnendo l'em. BELOTTI dice che una mmediata ed energica difesa s'imrionova per impedire che il nostro mercato fosse invaso dalle merci di quei paesi, che ci avevano chiuse le loro dogane, li liberistrio può essere buona ini teoria ma nella pratica il principio non può essere applicato che coi maggiori temperamenti. Non bisogna d'altra pare, dimenticare che le nostre i'adustrfe devono sopportare il più grave onere finanziario^. Riconosce, ad ogni modo che nelle eventuall trattative doganali la Camera avrà pur sempre il diritto di dire l'ultima parola. Dichiara infine, che.il Governo si propone d'ibervenire con un'opera pacificatine e nei cn|nflitti del lavorò, ma tutti, comprése le masse lavoratrici, debbono Idre i sacrifici necessari per superare il diffìcile momento. Si propope a questo scopo di discutere tutte le questioj.il della nostra industria con tutti gli interessati. Ed è fermamente convinto che da una siffatta intesa, emanerà una- parola di comfort» e di fiducia nella sorte avvenire del nostro Paese. (Vive approvazioni). Il Ministro del Tesoro DE NAVA, ministro del tesoro risponde at vari oratori che hanno inte#oquito in questa discussione. A quelli che hanno trattalo la grave questione delle opere pubbliche, osserva che questo argomento potrà essere àmpiamente dibattuto in sede di discussale, della legge contro la disoccupazione. La stessa osservazione vale per quanto si riferisce al problema del decentramento, che potrà essere trattato coro maggiore ampiezza ih sede opportuna Gtrca le questioni sollevate relativamente alla Provincie redente per il risarcimento dei danni dovuti ai nostri nuovi concittadini, dichiara che il Governo si atterrà scrupolosamente all'osservanza del trattato di S. Gemi alato. Aggiunge che il Governo ha fatto ogni sorta di sacrifici per venire in soccorso di quello popolazioni. Si astiene da qualsiasi considerazione circa la situazione laterna, riferendosi a quanto ha dichiarato il Presidente del Consiglio e limitandosi a richiamarsi al voto uutorevolmente espresso dall'illustre presidente dell'assemblea per la soilleci.ta pacificazione degli animi. (Applausi vivaci: La chiusura;. GiRAY si oppone alla chiusura essendovi ancora molte altre gravi questioni che devono essere discusse. DE GASPER1 c favorevole alla chiusura; prega il ministro del Tesoro di convocare sollecitamente la Commissione per la valuta. PRESIDENTE pone a partito la proposta di chiusura sulla discussione generale (è approvata). Gli ordini del giorno KREKIK dà ragione del seguente ordine del giorno: «La Camera, preoccupata delle anormali condizioni materiali ftn cui versa attualmente il territorio di Zara e Lagosta annesso all'Italia, a causa della non aincora seguita regolazione della valuta, invita il Governo a risolvere senza dilazione questo vitale problema in modo corrispondente alle giuste esigenze espresse dai cittadini del territorio suddetto ». Commette fiducioso al Governo! ed al Parlamento le sorti di Zara la quale ad essi nuHalt.ro chiede se non amore e difesa. (Vive approvazioni, vivi applausi a destra). MARESCALCHI svolge il seguiate ordine del giorno: » La Camera invita il Governo ad annunziare subito che l'aggiuvamentcì d'imposta sulle rimanenze del vino vecchio e sul nuovo raccolto non sarà attuato e che si accinge ad abolire il dazio consumo sul vino ». CODA svolge il seguente ordino del giorno: ■i La Camera, aspettando che il Governo tuteli fermamente i diritti 'dello Stato all'interno ed all'estero, passa all'ordine del giorno ». L'oratore, è sempre stato contrario al Partito clericale temporalista e austriacante, non può quindi avere simpatìe per il Partito pope-lare, quantunque si atteggi diversamente dal vecchio Partito clericale. Ciò sovrntìitto perchè esso si vale delle armi spirituali per raggiungere scopi politici. {Proteste al Centro,- applausi all'Estrema. Destra). Afferma elle dovere del Paifllo liberale nelle sue varie gradazlond è di scéndere lino al popolo per farne propria la causa, sottraendolo al dispotismo dni popolari da un lato e dei socialisti dall'altro. Polemizzi) co! grappo socialista, che, secondo l'oratore, non lieve abbandonare il suo posto di opposizione e di critica. Dichiara che l'oratore e gli amici del suo gruppo sono consci delle, loro responsabilità, ma certi eccessi sono (inseparabili da. ogni movimento, e del resto qualunque giudice imparziale dovrà riconoscere che non essi hanno inaugurato i sistemi di violenza, ma bensì hanno dovuto agire in udappvgdMuzszzc3liucvDdvrmrudcaPgenPdtzdacddarepNpdcztttcptctosbcttsptlflvia-di, ritorsione.■ {Applausi (M'Estrema Destra), Certo senza paragone più gravi furono gli ec- cessi da pari© sootaaista. {Rumori all'Estrema Sìaisira). Non sono lontani ì giorni, in cui il grido di Viva l'Italia costava la vita in To i'inn ad un giovane patriottico. (Applausi all'Estrema Destra).

Luoghi citati: Austria, Italia, Milano, Roma, Zara