Acuta ripresa del dissidio franco-inglese

Acuta ripresa del dissidio franco-inglese Acuta ripresa del dissidio franco-inglese Questione giuridica e questione politica Il dissidio franco-inglese per la convocazione del Consiglio supremo sembrava risolto con l'accettazione da parte della Francia della data del 4 agosto e con l'adesione inglese alla preliminare riunione dei tecnici che la Plancia chiedeva per studiare la linea di divisione dell'Alta Slesia. Ma tutto Tiene rimesso in questione, secondo le ultime notizie, dal contrasto persistente circa la spedizione immediata delle truppe francesi in Alta Slesia, di cui la Francia farebbe una condizione strie qua non per accettare la convocazione del Consiglio supremo, mentre l'Inghilterra insiste nel non, ritenere opportuno l'invio di nuove truppe, e nel non ammettere che la Francia prenda in proposito iniziative unilaterali, considerate (la-essa alla medesima stregua dell'opposizione di Francoi'otte. Ed è innegabile che, secondo la lettera e lo spirito del trattato di Versailles, l'invio di truppe nell'Alta Slesia è atto spettante alla collettiva decisione interalleata; mentre d'altra parte gli avvenimenti di questi ultimi due mesi hanno mostralo quanto sia necessario mantenere al contingente di occupazione nell'Alta Slesia un effettivo carattere intemazionale, Le ragioni della tesi inglese, pertanto, si comprendono assai bene ed hanno la loro giustificazione. Disgraziatamente, la Francia si è impegnata, mostrando una fretta non troppo prudente, con la richiesta esplicita fatta alla Germania, polii trasporto delle truppe, ed ora, di fronte alla risposta sostanzialmente negativa di questa, crede quasi di vedere messo in questione il prestigio nazionale. Sono questo circostanze clic danno all'attuale dissidio franco-inglese, versante in apparenza in Ionio a una questione di importanza secondaria, una particolare gravità. Per uscire da una simile distretta, bisognerebbe considerare due soluzioni: 0 accettare la proposta dei commissari italiano e inglese per la concentrazione delle truppe interalleate nella zona contestata — ciò che eliminerebbe la questione dell'invio dei rinforzi togliendone la necessità — o accordarsi fra le tre potenze perchè anche Inghilterra ed Italia inviino truppe, facendo una comune richiesta poi passaggio alla Germania. L'Italia potrebbe propugnalo una di queste soluzioni, pur tenendo fermo, colrInghilterra, il principio dell'esclusione di iniziative unilaterali, che è certo di importanza capitale, tanto più nei riguardi della questione altoslesiana, in cui 1 circoli politici francesi, dallo scoppio delia insurrezione di Korfanty, hanno purtroppo manifestato una pericolosa tendenza ad agire per conto proprio e ad affermare una volontà di preponderanza. Superata, ad ogni modo, che sia questa dillìcoltà preliminare, divenuta grave, rimarrà sempte il problema sostanziale, della attribuzione dell'Alta Slesia. Dicemmo a suo tempo, subito dopo il plebiscito, come la soluzione migliore sarebbe stata la sua attribuzione in blocco alla Germania. Ojrjri una simile test, che il Governo tedesco mantiene ancora formalmente, deve considerarsi come scartata dalle tre potenze, ila rimane sempre possibile, in omaggio, tutt'insieme, alla volontà plebiscitaria od a quei criteri geografici ed economici cui fa riferimento lo stesso trattato di Versailles, intaccare il meno possibile l'innegabile unità altoslesiana, preziosa per la ricostituzione europea, dando alla Polonia quei distretti periferici in cui essa ha riportato una notevole maggioranza (cioè i distretti di Pless e Piybniek, o poco più), e conservando alla Germania in particolnr modo i sette distretti del bacino industriale, che hanno dato complessivamente una maggioranza tedesca. Ripetere qui, ancora una volta, tutte le ragioni politiche economiche e morali che militano a favore di una simile soluzione ci pare superniio. Diciamo piuttosto che, ove non pi potesse davvero raggiungere un accordo in tal senso, sarebbe ancora preferibile porre l'Alta Slesia intera sotto un ìcgime provvisorio autonomo, per dieci b venti anni a controllo internazionale. Rileviamo poi come nella questione altoslesiana il nostro Governo abbia ancora le mani libere. La linea, o le linee Sforza, infatti, per la divisione dell'Alta Slesia non sono mai state accolte dalle parti interessate, nonché dal Consiglio 6upiemo, anzi non sono mai state neppure discusse. TI nuovo ministro degli E*teri non è dunque impegnato su di esse air alcun modo, e può benissimo, in base a un riessane della situazione locale e generale, accedere ad altri criteri. Tanto più che nel frattempo, secondo informazioni degne di nota, nella stessa .Polonia si è andata formando una corrente conciliativa — a cui non sarebbe del 'tutto insensibile lo stesso ministro degli esteri Skirmunt — succeduto al Sapieha — (die ben comprende quanto dannoso sarebbe per il giovane Stato guastarsi definitivamente con la Germania, e quanto invece, preferibile cercare, a eosto anche di qualche sacrificio, un addolcimento nei rapporti politici e una intesa economica, senza la quale ultima' sopratutto la esistenza della Polonia sarà de-

Persone citate: Pless