Incitamenti londinesi per un accordo anglo-italiano

Incitamenti londinesi per un accordo anglo-italianoIncitamenti londinesi per un accordo anglo-italiano {Sentito speciale dellaStunpa) Londra, 11, notte.. La curiosità colla quale sono seguite cp negLi ambienti responsabili ìt> varie stazioni in materia di politica estera nuovo Governo italiano è intensissima, '-. poco se ne parla sui giornali, ma molto; no discute nelle alte sfere. Il Governo i] gleso è sempre più che mai convinto oBm riawicinamento, tanto auspicato, tra l'I ghilterra e l'Italia, specialmente rjer.dò,cj! concerne l'Oriente è cosa ormai ìnevltunzi in istato di formazione. La nec< di tale riawicinameuto è stata, accenni con molta e talvolta, con inquietante stenza. da un grande organo conservi il Daily Telegraph., il quale in questioni.» ternazionali riflette con una scrupolosa sattezza le vedute del Foreign Office. IcoB menti che questo giornale, dedica oggi *.i nuovo orientamento della politica estiS italiana è forse uno dei più importanti tìl siano stati scritti a questo riguardo in./B ghilterra e più che un commento si poi reto) dire uno studio abile e misurato in ojjj espressione ed in ogni parola sulla neScw sita di un'intesa franco-italiana e sulla p sizione degli italiani in Oriente. Il Daily Telegraph riproduce alcuni brai di un articolo dedicato dal Tempo di Ronj al problema orientale' e od esso lo scrittoi inglese attribuisce una specialissima in portanza in quanto il giornale è consid rato quale portavoce della presidenza d Consiglio come la Tribuna è generahnen; considerata come l'organo delia. Consulta La pubblicazione in' questione rivela qut-i modo evidente che l'Italia non' solo è è sposta ma. pronta ad abbandonare la s* passata politica orientale ina, a riawic passata politica orientale, ma a riayvic namento tanto desiderato a Londra non c stituirebbe — secondo il Daily Telegra% — un fatto nuovo, poiché, durante vari, d cenni e prima della, grande guerra, un?É tesa di tale genere circa il Meditérratft orientale, esisteva dr. facto tra Londraj Roma: «Vi è però di più: delle trattato anglo-italiane furono intavolate durante g anni 1913 e lì allo scopo ben precisato i dare una forma definitiva a quest'intesa.' ciò nonostante il malumore austro-tedesca Questo progetto, quantunoue differito dal! scoppio della guerra, apriva la strada 'i trattato di Londra ed alle vario convenzioj internazionali che furono elaborate netì conferenza della pace. Ma poiché cmes convenzioni in vari particolari essenziali' per diversissime cause non furonAniài rfef effettive ed operanti, non sarà ntrsorpriBi dente nèinopportuno che un tentativo veng fatto per consolidare quelle convenzioi sulla base precipua di un accordo anglòtaliano, al quale eventualmente le altre p> tenze alleate potrebbero aderire ». > « Inutile dire — aggiunge ir Datty Tjèji grapii '■—che non-vi dovrebbe essere segr tezza sull'accordo, di cui finniche alleato-p? trebbe risentirsi, come pure nessuna -rip tizione degli infelici sforzi compiuti in visi di una pace segreta e separata con Angari ai quali si assistette nello scorso marzo-A) biaino ragione di credere che Rorna' rio nosco ora sinceramente ciò che Londja.r conobbe sempre, il pericolo cioè, dal punt di vista interalleato, di una procedura co,' dissolvente. Si può aggiungere anche eli colle felici prospettive ora imminenti di un domestica pace tanto nelle isole britannicj: quanto nella penisola italiana, i due paesi fermamente uniti, sarebbero in una situi zione favorevole per realizzare una soli 17jone del problema orientale, poich£ aneli , j icemalisti sarebbero obbliim.fi a comprei a ffi i o i a a n e o e e è e d a n , e l o ò i o , a i a a o a r dere ohe una tale combinazione, spalléj piata dalla piccola Intesa, 'sarebbe, se no altro, in grado di imporre una sòhizioi! qualora essi, i kemalisti, persistessero' nieB loro presente sragionevolezza. Il nostj ovvio possesso della forza, agli occhi d» turchi, basterebbe probabilmente ed il so uso attuale non sarebbe necessario. L grande abilità dell'Italia nei negoziati si rebbe rinforzata dalla solidarietà oolMi ghilterra ». Dono di che Io scrittore del-Daily TmI i/raph passa ad enunciare in forma pri dente, ed asserendo tuttavia di parlare i linea puramente personale, le condizioi che potrebbero essere poste come base de Fintesa angloàtaliana. «Da parte nostra possibile che si domandi l'acquiescènza de l'Italia alle linee essenziali del progranoiB enunciato dal marchese Curzon; il mant mmento dello statuto della Tracia orientali che provede alla demilitarizzazione deg Stretti più vicini a Costantinopoli; conse; vazione della, sovranità turca su Sminie;in sotto il controllo interalleato od ihfernazij naie, controllo politico e militare, piuttòa* che sotto quello esclusivamente greco. • Ta concessioni come quelle che la Grecia p< trebbe essere richièsta di fare, sarebbei eventualmente compensate col suo pian riconoscimento diplomatico, con la ratifft da parte dell'Italia della convenzione p< Dodecanneso e col ristabilimento della beni volenza inglese. Finalmente la flotta iti liana potrebbe essere invitata a contribuiti in modo sostanziale alla guardia navale d* gli stretti e al mantenimento colà dell squadra a fianco della nostra fintanto cb non sia riconosciuta la eliminazione d» pericolo di una cattura di Costantinopoli' della chiusura degli Stretti. In compens l'Italia potrebbe essére assicurata del nosti intero appoggio : l.o nei suoi diritti a un priorità economica nella zona conte] dall'accordo tripartit© e nei suoi diritti i base alle clausole del trattate di Sèvres, ri lattve alla finanza, alle ferrovie e alla gei d arme ri a turca; 2.0 nei suoi speciali iati ressi strategici in Albania, uno del qua; interessi' essendo quello dell'indipendenti albanese ; 3.o nei suoi diritti a compenso c una riduzione della sua quota-parte dell indennità non tedesche. Indipendentement da queste condizioni di trattato, l'Italia gr trebbe desiderare un accordò più favor* vole alla sua industria circa il carbone W glese e ad una collaborazione .consultiva co: questo paese su tutte le questioni intere; santi il inondo arabo. Infine, nulla firehb più piacére all'opinione pubblica italiana, a questo riguardo anche a quella della PU: cola Intesa, quanto un rinnovamento foi male da parte nostra del veto a qualsiasi r staiirazione absburgica sul Danubio ». 11 lettore avrà notato che non ima paroìt è fatta in questa importante esposizipi» della Francia. E' vero che le dichiararti» dell'on. Briand sembrano dimostrare unt ferma volontà da parte del Governo di Pa ligi e del Quai d'Orsay di emanciparsi di qualsiasi legame troppo impegnativo ed agire in modo indipendente, aecóndo \ prò pri interessi e verso una propria mèta. Jj altre parole, con l'aocentnarsì setnpc« w|j da parte della Francia delle m.nrc limluiu ad una politica puramente continentale h contrapposto a quella così detta Jiqànlari deU'Inghilterra, l'Italia è, a onahto som lira, chiamata e posta, al bivio La scelti spetterà al movo eL°**nr**it itotìM».

Persone citate: Angari, Briand, Curzon