Nei teatri di prosa in Germania

Nei teatri di prosa in Germania LA GRISI TEATRALE EUROPEA Nei teatri di prosa in Germania BERLINO, luglio. I giornali italiani, francesi e inglesi portano qui l'eco delia crisi teatrale1, diffusa ormai ovunque. E' pur necessario di'* i lettori italiani siano un po' informati della crisi teatrale tedesca, la quale, anche in Germania, c al tempo stesso etoonomioa ed artistica. Ma, come è facile intenderò, qui in Germania la crisi assume un, aspetto particolare, dotermina condizioni speciaili, trattandosi di un paese che dalle conseguenze dellla guerra è stato percosso gravemente. Indubbiamente la guerra prima e la rivoluzione poi hanno esercitato una considerevole influenza sul teatro tedesco. Repubbliche teatrali Gli anni di guerra furono di privazioni e di rinuncio. La vita mondana, consentita a pochi privilegiati, fu molto ridotta di vivacità e di splendore. Gli svaghi erano Jiminuiti : non pranzi eleganti, non ricevimenti, non baili; anzi il ballo fu severamente proibito. Intanto teatri e cinematografi facevano affari d'oro, essendo aumentati i prezzi dei biglietti, diminuiti gli stipendi agli artisti. Gli impresari così si arricchivano. Compiutasi la rivoluzione, andati in esilio re, principi e granduohi, i teatri, che erano sovvenzionati dagli augusti personaggi, traversarono un periodo di gravi difficoltà. E' vero che ai sopraintondenti ed agli amministratori che erano nominati dai principi successero funzionari rivoluzionari o attori nominati dalle cooperativo; ma le reL pubbliche artistiche molto spesso si risolse.d nell'anarchia ed emeirse la necessita, di un ritorno alia disciplina, all'ordino e alle -litiche abitudini. L'interesse della civiltà, e, praticamente, quello delle città tedesche, famose pei' i loro teatri, infine gli interessi finanziari degli attori e in generale di coloro che vivono attorno al teatro, imposero una tregua alle lotte intostime. Tutti furon d'accordo che, anziché litigare, era meglio riaprire i teatri e recitare. Una Tolta danarosa attendeva davanti ai teatri, pronta a pagare forti somme, pur di assistere a spettacoli, fossero pure mediocri. Non bisogna trascurare, nella crisi teatrale europea, un olemento, clic è speciale dei fenomeno tedeteco: e cioè l'abolizione della censura. Come è noto, sotto l'antico regime la censura era dinastica, politica e morale. L'esiliato di Doorn intervenne, ai bei tempi, più d'una volta, per vietare la rappresentazione di commedie che ai suo*, occhi sovrani sembravano pericolose, sower sive, o scarsamente esaltanti i fatti gloriosi dei suoi antenati. Era il tempo in cui le SchauspieUiaus rappresentava gii autori classici e i drammi che Wildenbrueh e Laufl ammanivano secondo gli ordini dell'Impera tore. Il pubblico così detto ben pensante, gli alti funzionari, le inclite guarnigioni ascoltavano rispettosamente quei drammi leggendari nei quali gli Hoheinzollern. era no ' solennemente magnificati. E, come al tempo delle corti galanti ed intellettuali, l'Imperatore, la sua augusta consorte' e gli alti personaggi davano dal loro splendido paloo il segnale degli applausi. Non è il cato di supporre che tali costumi e tali rigori '.Iella censura fossero rallentati durante la guerra. Anzi! L'abolizione della censura ■ Poi, scomparsa la censura, si fece baldoria. Autori, direttori di teatro, attori, 31 affrettarono a godere ampiamente delia nuova libertà. Intingoli appetitosi e salsette picconiti furono serviti agli spettatori, desiderosi anch'essi, finalmente, di godere la libertà. E fu voluttuosamente assaporato il frutto proibito del teatro senza censura. Apparvero lavori nuovi, scritti appositamente per il nuovo regima, e furon tratti dai cassetti lavori antichi sui quali in altro tempo ora posto il' timbro di « proibito ». Per far piacere a coloro che avevano abbattuto '1 Kaiser, furono rappresentati due Danton, uno di Romain Rolland, l'altro di Bueckneir, con una messa in iscena <\i Reinhardt. Vi fu poi una sfilata di commedie, già proibi te a cagione della loro immoralità ; esso non sono ancora scomparse dai cartelloni. Fu rappresentato quanto di più ardito hanno scritto Wedekind, Strindberge, Sternhein. Non mancarono incidenti a teatro, provocati dai giovani reazionari, e accadde che in alcune città meridionali, fra le altre, a Monaco, d pubblico fece' sospendere alcuni spettacoli, come ad esempio Reigen, che offendevano i sentimenti religiosi della popolazione A proposito di produzioni immorali, si potrebbe anche ricordare un balletto per i1 quale si è svolto un processo davanti al Tribunale di Beirlino. Nel Gatto vero, uno dei tanti teatri di varietà berlinesi, il proprietario di esso, sua moglie ed una ballerina avevano rappresentato'un balletto intitolato ffalomè, nel quale''apparivano un cinese, bro di oppio, ed intorno a lui duo vagho donzelle, la moglie e la ballerina, che lo eccitavano nel suo dormiveglia erotico. Un cittadino, che assistette al. balletto, presentò alla procura di Stato querela per immoralità. E la requisitoria, rilevando che il lavoro non aveva alcun valore artistico, e tendeva soltanto a solleticare i sensi degli spettatori, proibì le rappresentazioni di Salomé e ne punì con una multa gli esecutori. Ma intendiamoci, fatterelli come questi non Bono esponenti significativi di una situazione. Gatti neri e Salomé ce n'è dovunque e a Parigi, com'è noto, di cabarets e di baiSetti ce n'è a centinaia, di grandi e di piccini; e se questi spettacoli si possono considerare qui come eccentricità prodotte, dal dopo guerra, altrove essi sono forme di basso godimento tradizionale, delle quali non si toandalizza più alcuno. Sta di fatto che qui per un Salomé da Gatto nero si fa una denuncia ed un processo. Un trust Ma libertà di censura se vuol dire sbrigliatezza di argomento non implica scintillìo Idi intelligenza. Fatto sta che dopo la guerra non un solo autore drammatico è venuto in luce in Germania. Sudarmann, Hautproann sono- sempre i maggiori. Una parto del pubblico comincia ad averne abbastatisia della libertà di pensiero, eh© si risolve in povertà di originalità. Fra i nomi nuovi regnalo quelli di von Unruh, Lauckuer, echòlz. In quanto ai teatri berlinesi, alcuni di essi ■omo controllati dai fratelli Rot-tcr, i quali hanno costituito un trust, che comprendi; il Kleine Tkeater, il Residui; Thctiicr, il Trianon, e, ionio comprenderà anche il Lcsti'ng Theatcr. Nei teatri dol trust Rotter, fra i nomi di Fulda e Suderinann appaiono quelli'di autori nuovissimi, i quali producono commedie sensazionali e scollacciate. Questo trust scrittura prime parti, stelle, velette e Wlo ragazze in tutta la Owniaoi», a Vienna, a Praga; lancia le produzioni con una reclame colossale, e poiché la critica giornalistica non incoraggia questi spet tacoìi e questi autori, anzi scaglia fulmini contro di essi dai feuilleton^ i fratelli Rotter fan dilagare la loro reclame1 nelle così dette quarte pagine dei giornali a venti pagine. E questi teatri sono, affollati. Una poltrona? Duecento maroHi. 'E ohi non trova posto, o trova che i duecento marchi sono un po' troppi, va al cmematogt«|fo, ove, manco a dirlo, trova esattamente le commedie, le scene, le stelle dei ' teatri Rotter, il tutto diventato muto. // tramonto della scenografia Si è tentato di ridurre affa minima espressione ed alla minima spetea la scenografìa. Reinhart, si dice, se ne andrebbe da Berlino, ove non c'è più niente da fare per "lui ; possiede un magnifico castello presso Salzbourg ; ecco, dunque, un'ottima villeggiatura per lo scenografo dei tempi passati ; tempi passati non per l'arte, ma per le ricchezze che 'occorreva spendere negli scenari colorati dà Reinhardt. Attualmente, c'è una tendenza a semplificare. Come dicevo, è una semplificazione di vista e di quattrini, ma il pubblico non vuol saperne di sceme, vuote. C'è chi dice che bisogna por mente sopratutto al l'opera e agli interpreti, c'è chi dice che anche l'occhio vuolela sua parte. -Infatti è accaduto che lo Schauspielhaus di .Beirlino ha dato il Guglielmo Teli con poco scenario, ma il pubblico ha protestato e la rappresentazione fu sospesa. D'altro canto, i partigiani del teatro antico hanno ottenuto un successo prodigioso con il Riccardo III: A Dresda è stata abolita la messa in iscena, ed un cartellone ha annunciato al pubblico, prima che si levasse il sipario, quali scene bi^ sognava immaginare che fossero al posto di quelle che' non c'erano. E pensare che a Berlino, non molto tempo fa, il pubblico de lirò per Reinhardt, il quale nel Sogno.di una notte d'estate aveva fatto piantare sul palcoscenico veri alberi, riccamente fronzuti... La crisi economica, poi, mon è molto di versa da quella di cui anche in'Italia ai "a qualcosa. La rivoluzione ha completamente' modificato i rapporti del direttore del teatro con il suo personale artistico e coi suoi mpiegati. Ormai, tutte le prerogative sono passate agli organi sindacali, imposti dai socj»listi. Il nome del direttore vale/ quello di un editore responsabile. In realtà,- comandano i Comitati intorni dei comici, del personale, dei macchinisti. Il- direttóre è sotto tutela. Da principio, vi furono contestazioni, conflitti. Leai/tamentei la situazione va tornando normale. Le associazioni dei còmici e del personale teatrale sono spesso, in lotta, fra loro; si adunano congrèssi su congressi. Gli artisti noti difendono la loro situazione) contro la massa che rifiuta di riconoscere'il loro valore e) di retribuirli in modo speciale. I proletari di Tespi chiedono innanzi tutto un salario minimo, che garentiica, il ; pane quotidiano. '. V La morte di Walden E questa richiesta commuove non pochi; poiché si sa che è spesso molto tristo la vecchiezza dell'attore comico. Certo è .che accanto a stipendi molto modesti, percepiti.' d'ai comici, si notano somme favolose- guadagna: te dai cinematografisti. Un episòdio della tristezza, delle angustie della vita del, comico è fornito dalla triste fine di quel!'Harry Walden, il quale creò la Vecchia Heidelberg. U -Walden aveva, è'vwro, ' il tìéìo :.'i bere; lo si ritrovò pareephie volte disteso sulle panchine dei viali, ubbriaco. Poi una sua compagina d'arte' tentò di guarirlo,' ma il rimedio fu peggiore del male; élla era morfinomane e gli comunicò il vizio della morfina. Si sposarono é fu una > vita atroce: Improvvisamente, i guadagni vennero a mancare. Vienna fece ancora una buona accoglienza al Walden, ma questi'era indebitato irrimediabilmente. Tentò di uccidersi, mancò il colpo. Tornato a Berlino, si ridusse ai cabarets -notturni. Dopo qualche1 giorno avvenne la tragedia ohe voi già conoscete. La moglie praticò a se stessa,- al marito ed al figlio abbondanti iniezioni di morfina ; poi, con un rasoio, recise le vene al- marito ed al figlio, e si uccise. Berlino onorò, con sole'nni funerali il disgraziato Walden; che soggiacque alla morfina, ma fu anche-vittima della miseria. E non- è senza) tristezza che, ripensando Walden, e meditando sull'arte, si vede, a sera, la folla ricca ed elegante che accorre ai teatri ove sfolgoreggiano i pregi non compre artistici delle stelle del trust Rottoli. Questa sommaria e rapida rivista teatrale consolerà, forse, più d'un lettore italiano, se è vero che mal comune è mezzo gaudio...