Sulle traccie degli spacciatori di cocaina

Sulle traccie degli spacciatori di cocaina Sulle traccie degli spacciatori di cocaina eenagn•conraanoaconneszzr-rammun maestro elementare • Istupidito dalla cocaina tenta suicidarsi • Le sue escandescenze • " Pericoloso a sè ed agli altri,, • Il suo ricovero al manicomio. o o ò i i a a l e i a e a rl i o e e e e i Lo scandalo della cocaina dilaga. Da Bologna, Firenze* Milano, Padova, Genova. Roma e Napoli, e da altre città minori giungono notizie di arresti di venditori, ricettatori e diffonditori dell'orribile polverina, e di disgraziati cocainomani. E' quasi esclusivamente per merito della II. Guardia di Finanza che ha saputo coraggiosamente intraprendere la cuccia alla cocaina — questo nuovo flagello della Società — che poterono essere sequestrate Notevoli quantità del terribile veleno (sette chilogrammi solamente a Noma), e colpiti molti 'loschi trafficanti di cocaina. E' una nuova benemerenza che la 11. Guardia di Finanza si è acquistata ed è benemerenza grande considerando i terribili mali fisici e morali n cui porta il diffondersi del turpe vizio, e nel compimento di quest'opera dt epurazione sociale, nel curare questa piaga cancrenosa la Guardia di Finanza ha perlaio la stessa fermezza, la stessa Tede, lo stesso entusiasmo che sempre ha posto nelle attribuzioni del suo servigio sui confini del Bcgno; combattendo il contraJinando. Ed il locale Comando delle Guardie di Finanza, dopo i successi riportati negCi scorsi giorni ha proseguito instancabilmente nelle suo indagini non concedendo un'attimo di tregua ai disonesti spacciatori di cocaina. Aiutarono il capitano cav. sereno Apostolo, il tenente Po'.i ed il maresciallo maggiore Vitale, nell'ardua impresa i funzionari della Sezione Moncenisio cav. Capozza e dott. Verderame. L'arrosto del Leonardo Lesnl, di cui parlammo giorni sono in cronaca, ha portato a conoscenza dei funzionari clementi per tradurre in arresto altri tre individui, coinvolti nel commercio clandestino del terribj'.e alcaloide. 1 tre furono rintracciati e condotti alla Sezione di P. S. In lasca di uno di costoro furono "trovati appunti che misero sulle tracce di una accolta di contrabbandieri che trasportavano la cocaina dalla Svizzera all'Italia. Un telegramma inviato d'urgenza al maggiore di Finanza cav. Busti di Varese, diede modo a quesi'ultimo di far subito arrestare un individuo, uno dei maggiormente indiziati come contrabbandiere dello « stupefacente » e di raccogliere l'irrefutabile prova di sicuro contrabbando di un'ingente quantità di cocaina a carico di diversi individui che.abitando in vicinanza d«I courine avevano modo di poter compiere con maggior facilità il colpevole traffico. Dell'arresto di costoro o di ulteriori indagini che forse permetteranno di sequestrare quantità non indifferenti del terribile veleno, stanno ora occupandosi il maggiore 'Busti ed il capuano Setti i qua'i sperano dì riportare da questa operazione brillanti risultati. Intanto nella nostra città il capitano cavalier Apostolo ed i suoi cooperatori nel compiere nuove indagini, visitando i più diversi ritrovi, hanno raccolto prove a carico del portiere di un noto Hotel ditla città, il quale è stato denunciato al Procuratore del Re per aver somministrato a più ■ riprese — alméno così risulterebbe dagli indizi raccolti dai funzionari — dosi di cocaina al disgraziato industriale del quale abbiamo avuto occasione di parlare ieri l'altro e che si trova ora ricoverato in una casa di salute di Milano. Sembra che questo portinaio, abbia partecipato alle pazze orgie del disgraziato cocainomane, e che in un cerio momento abbia approfittato delle pietose condizioni di ebetismo in cui egli si trovava per fornirgli dtAlo « stupefacente » sofisticato empiricamente có* rischio di avvelenarlo. Sembra anche — sempre secondo le indagini compiute — clie in fatto di somministrazione di cocaina non sia estraneo lo stesso direttore gerente dell'Hotel, nel quale si radunavano molti clienti che erano ormai presi nei tentacoli di questa piovra che si chiama cocaina. 11 capitano Apostolo ed i funzionari di P. S. di Moncenisio che con tanto zelo hanno intrapreso questa campagna contro la cocaina, stanno svolgendo nuove indagini e probabilmente daremo presto notizie di altre scoperte, altre denuncie ed altri arresti. Ed ! ecco ora un nuovo episodio, il più recente, a 'dimostrare le sinistre conseguenze del- veleno. In p:azza Carlo Felice, presso il Caffè Ligure, ieri verso le 20 un giovane individuo andava a cacciarsi davanti ad un'automobile, correndo il pericolo di rimanere schiacciato. Coloro che assistettero alla scena non poterono capi re se Io sconosciuto si fosse gettato di proposito sul cammino dell'automobile, o se fosse, rimasto vittima di una disgrazia. Sia di fatto che il giovane in questione camminava quasi barcollando e come assento a se stesso, tanto da dare l'impressione di essere ubbriaco Quando l'automobile gli fu vicinissima, egli di colpo si abbattè al suolo,' proprio davanti alle finale del veicolo, e l'atto fu dai più giudicato come volontario: uno strano tentativo, insomma, di suicidio. Senonchè l'automobile, di prò. prietà del dottor Qrrigo, andava a velocità assai moderata, ed il guidatore, potò frenare a tempo c scongiurare tuia gl'ave disgrazia. Lo sconosciuto fu appena urtato dalla vettura, se la cavò con un ruzzolone. Egli rimase però a terra, come se fosse stato gravemente investilo e privo di sensi. Molti curiosi; attratti dalle grida di spavento dei testimoni oculari dell'accidente, accorsero presso il caduto, che venne rialzato e fatto segno ai primi soccorsi. Fra gli altri, accorsero l'npdpFnmnpndplegl'nlotrrastdmamvuomeclurmpsragpsgt1 svggggtriadcoevldat«aBndddafcCnfnpL f a e , a o e, o i o i e o . a o ò eo o ero l'artista crnematograflco Giusto Olivieri di anni b3, abiteiiiu in corso Francia 103, e il rappresentante di commercio Riccardo Impiota, di anni 27, dimorante in via Bellezia. 15, che passeggiavano sotto i portici di piazza Carlo Felice. Essi, con non poca loro sorpresa, riconobbero nell'investito un amico comune, il maestro elementare Aroldo Baldi, di anni 27, nativo di Pomaranci (Pisa), abitante in una pensione di via Po, 2D. L'Olivieri lo..aveva conosciuto appunto in detta pensione, tempo addietro, quando entrambi erano ufficiali; egli poi aveva abbandonato la pensione, nella quale era rimasto il Baldi, anche quando, congedalo e deposta la divisa, si era dato all'in-segnamento elementare. Senza frapporre ndugio, l'Olivieri e l'Improta adagiarono il loro conoscente su una vettura pubblica e lo trasportarono al suo domicilio. Senonchè, durante il tiagiilo, l'Olivieri non potò non constatare la strana condotta e il singolare slato del Caldi. Costui non rispondeva alle sue .domande'; lò guardava' con gli occhi attoniti eòi aria-trasognata, pareva che, le parole dell'amico non arrivassero al suo cervello. L'Olivi ari pensò che il poveretto avesse ri pollato uno « choo » nella caduta, e non se ne preoccupò soverchiamente. Ma quando i tre uomini furono nella pensione di via Po, 29, egli ebbe la chiave del mistero. Il Baldi si era fatto cocainomane, e quell'aria stordita e quasi allucinata non era dovuta ad altro che alla terribile polvere, della quale il disgraziato si era messo a fare uso eccessivo. Lasciatolo nella pensione, i due amici ridiscesero; ma mentre, sulla soglia della portineria, stava.no discorrendo con la portinaia del teiste caso del loro amico, ecco che costui, scese le scale, li raggiunse. L'Olivieri lo interrogò, cercò di farlo parlare per avere nozione del suo male, per saperne 1 desideri, ma invano. Il giovane lo guardava sempre con quei tristi occhi sbarrati e vuoti, ma non pronunciava parola. Allora 1 due decisero dt condurlo all'ospedale per sottoporlo all'esame di un medico. Cosi fu fatto. Al San Giovanni, il Baldi fu visitato dal dottor Quarclla, che, quale conseguenza dell'Incidente di piazza Carlo Felice, gli .iscontrò una leggera esecrazione al pugnetto sinistro, giudicata guaribile in pochi giorni. Ben altra cosa fu la diagnosi per quanto si riferisce all'uso della cocaina. 11 sanitario, udito dall'Olivieri che, mentre si recavano all'ospedale il disgraziato aveva avuto contro di lui un improvviso scatto di ira, con minacce e tentativi di percosse — giudicò che egli, oiamai rovinato dallo « stupefacente » cos'i da essere « pericoloso a sè ed agli altri », doveva essere Internato al Manicomio. L'Olivieri e l'Improta, muniti di analoga dichiarazione del srnitario, accompagnarono lo sciagurato alla Questura, donde poco più tardi egli venne trasportato a Collegno. La storia di questa nuova vittima dello « stupefacente » di moda è uguale a tante altre, che i lettori già conoscono. Il' giovane Baldi fino a poco tempo fa era un individuo normale: gli amici nulla ebbero da notare di anormale in lui. Come dicemmo, egli fu durante la guerra ufficiale, e disimpegno lodevolmente il suo servizio. In quel periodo abitò la Pensione di via Po. 29, raccogliendo fra i coinquilini molte simpatie per il suo carattere gioviale e la pronta intelligenza. Congedato, egli fece ritorno alla propria famiglia, in Toscana; quindi, ottenuto nella nostra città un posto di maestro elementare, fece ritorno a Torino, e riprese ad' abitare nella stessa Pensione. I>» scorso inverno, ai primi di febbraio, si recò nuovamente presso i suoi. Quando ritornò, dopo un'assenza piuttòsto lunga, disse che era stato ammalato. Di 11 a qualche tempo cominciò il cambiamento nel carattere di lui. Egli si fece a mano a mano sempre più silenzioso e taciturnOj irascibile ed intrattabile. In questi ultimi tempi assunse quell'aspetto trasognato e istupidito, che doveva rimanergli abituale, tanto da suscitare i più disparati commenti fra iconoscenti. Nessuno però si accorse della vera origine del funesto mutamento: solo da un mese a questa parte coloro che lo avvicinarono si avvidero che egli usava ed abusava di cocaina. Anche moralmente il Baldi usci, per così dire, devastato dalla orribile mania. Aveva perduto ogni senso di dignità. A tutti coloro che conosceva, ed anche a quelli che gli erano estranei, chiedeva in prestito dieci o quindici lire: la somma necessaria pei' un grammo della polvere funesta, per l'acquisto della quale oramai dava fondo a tutto ii proprio disponibile. Il direttore della scuola, visto che il Baldi non era più in grado di disimpegnare ai suoi obblighi di insegnante, dovette esonerarlo dall'incarico, e lo fece nediante un pietoso congedo di un mese per malattia. Il povero giovane era fidanzato con una distinta signorina di Vercelli; ma anche della fidanzata si era fatto, mercè l'uso della cocaina, quasi completamente dimentico. Alcuni della pensione dove dimorava, proprio di questi giorni, allarmati, avevano scritto alla famiglia, avvertendola dello sfacelo fisico e morale del giovane. Ed ecco che improvvisamente, ieri sera, le porte del Manicomio si sono spalancate per rinchiudervi la nuova vittima della droga infernale. pBlasisifustcoraapbl'CpSinnscngaltdnsmaaqpsrcnsgudpadlcviapuPVslc