Rassegna di poesia

Rassegna di poesia Rassegna di poesia rtoa originale, sentii 1 ^^^0^0 a . i a o I e n a n i , d o a o i -' e , n e i , o , i e di ao eara. nee , inue oii o o ln e a aeo Comincio questa «rassegna di poesia j» par- landò- d'un libretto che al lettore distratto, a quegli che non buda molto più in là dcll'a- spetto tipjgràilco della pagine, parrebbe li-| bro di prosa. Difatto, a parte gli a-capo, lo | righe giungono lino in fondo agli spazi; e più ancora, leggendo, si cercherebbe invano per ogni riga la sua ritornante, cantilenarle melodia. Ma poesia è questa, certo, se pur non ha ne ìa forma esteriore, nò i modi del verso. Poesia in prosa: in una prosa soggetta a misuro ideali. 'Non ritmo, secondo una regola unica 0 regole costatili; ma equilibrio, ma misura, ma andamento ordinati secondo il vario concepimento della materia e secondo uri bisogno, un'ansia di- sintesi, una necessità e una volontà di concisione e d'immertlalezza espressiva. Il libretto è di Frida Maurin. e s'intitola Per essere rinvilo (Ivrea, Tipografia ed F. Viassone. L. 3). E offre un interesse non comune di manifestazione iitita. Non è tutto bello, non non è tutto chiaro; ma cine profondità di osservazione e di pensiero, schiude sovente orizzonti di luminoso imagi ni, è soffuso e penetrato da un senso di vibrante poesia. Nel suo insieme, e più vivamente ancora in alcuni particolari, dà certa impressione di non saprei quali canti esotici, canti di nomadi in pastorizie plaghe a in lsteppe, e non saprei se al di qua 0 al di là degli Urali... Uh ricordo personale. Il mio grande maestro, Arturo- Graf, qualche volta, mentre io l'accompagnava in una deile sue passeggiate vespertine per i viali, verso la vecchia piazza d'Arme di Torino, mi veniva accennando qualche canto ch'egli aveva in gioventù raccolto dai pastori che nutrono lo greggi lunghesso lo remote rive del Mar Caspio. Ora, in queste liriche della Maurin a me e parso di ritrovare qualche cosa di quel canti, quali io li conobbi attraverso la rievocazione che me ne offriva Arturo Graf, qualche cosa come spunto, come movimento, come tono generale... Ripeto-: non saprei bene... Ma, direi, un'aria di famiglia... — KJ.tt.-i, gli smeraldi che hai ali collo mi guardi) no rome orcliV. ir. moro morto del tuo sguardo verde li lia pc~ netfiiitl. Sono pietre, rome il tuo orrido, come il tuo moro. Tu non sai nnnnio uno sguardo di pietra taccia 1 rana re. Va por la tua straila c lasciami solo. E questo fiero grido: — Fiori, «Rieri, monti,, abbiate pietà I Natura, Naturai prendi 11 mio cuore riie la donna non capisco. Alilo grande c puro, bacila la mia lrvin.! A'zJsnrro infiniti», entra in meli Sul' tuo cuore, Natura, voglio passare '",a mia notte, .li nozze. E quando — poiché il libretto nella sua varietà, di .multiple liriche, ita l sottile, ma unito, saldo filo more di Joanès elio cerca, che insegue, die anela. Klita — quando Jrnnès giunge 11! Aro del suo vagabondaggio d'amore, di desiderio, di dolore — come il Peer Gynt ibseniano al fine del suo vagabondaggio ritrova Solveiff — Joanès ritrova rlnalmenie Klita: ritrova, cine, ima « vecchia che Ma, seduta sopra un mucchio di ghiaccio » : Nerica gelsomini, violette, caro-rami e rn«© Iti forra si coprono- d'un «ittile strato di nliiacrlo clie lascia triL-parlie 1. colori. Sembrano noi-i Inzuccherati, i" .1 vento getta, sibilando, su eli nove spegne. Il profumo sparisce. Tutto seduta sopra un bocca La Iure si è (ief-niaio. Chi e questa vecchia die fila, mucchio ili ghiaccio? Mi (marna con occhio spento, sorride con sdentala. Lu luco arieti tea della luna, rischiara, stranamente I! suo occhio verde sbiadito. — Dimmi, vecchierello, hai visto Kllt-n? — Perche parli? — Per essere amato da Klita Tu hai la sua voce. Sei foise la sua nonna? — .Toanes. non mi rconosci? Eppure t'ho amato sempre. T'Ivo a,-tettato sempre. IL re del deserto — della mia vlla deserta' — eri tu. Ho mentito, son fujrffttsi, pen-lif, alla vita, senz'amore, preferivo 11 freddo de' aesorto di ghiaccio. 0!vn,t uomo si stanca detta donna amala quando le sta troppo a lungo vicinoj e lo non poteva vivere senza 11 tuo amore. TI vento mi portava le tue grida. 1 tuoi sospiri: elfi bastava per rendermi felice. , — Donna dal cuore di pietra, t'ho p'trovata! flore avvizilo, dal cuore di fiamma, t'ho ritrovato. I tuoi vo7.7-,t non sono più. Ma una luce ctonia rh-chiara. Il I"" sguardo sbiadii*,. In ginocchio voglio bearmi di tale vista finche 11 freddo Inchioderà. 11 mio p'ede, tinche 11 ge'o -inchioderà il mio cuore, fiu.iio II gbiacco inchioderà lo mie palpolive. Un libretto di attraènte poesia, questo Per essere (linaio di Frida. Maurin: poesia torse volutamente strana, d'una originalità forse un po' troppo corcata e forzata; ma, nel suo intimo, poesia, certo, e vihrante. una. trama, un centrale — la-!dl loro un manto !jiBibliot.echina della « Lampada '» direttada T. Mouicelli e A. Mondadori). Sono proprio cantilene, come dice il titolo, piuttosto che poesie, nel senso più solito, speciale della cantilene per i bimbi : * # Cadile ne, di Guelfo Ch'inini -- illustrate da Bruno Angoletta (Roma. A. Mondadori ed, parola : Stélla Diana, stella D.ana, dovè andata „la stella Diana? se levata la tramontana, e carlina •dentro al fosso, se l'è presa un ìwce mno... Poeta e letterato e giornalista di bella fama, il Civinini si compiace ora., così, del genero della poesia infantile; e riesce, con queste Cantilene, a darci un'impressione di piacente, spontanea ingenuità, e di freschezza e di grazia. Quella che credo di dovere particolarmente notare nel volumetto è la poesia, o cantilena. Le Galli nelle, che. a me pare la più garbata e la più vivace di tutte: SM.'a conieila-, stoica eauie-tVi, siella cometa vestita alla modai s'è fatta l'abito con la coda, ' porta un gran strascico di seta, "di ^eta e ri ore», d'oro e di trine, per umiliare le sue vicine! Tutlu 11 cvso e pieno di stelle.. CI sono la cielo tutte ift stelle. 0 ci son pure le Gallimene, le sede stel'ucce sorelle, le sette piccole damigelle che sono tanto poverelle: che san cucire e ricamare, ma non han nulla da lavorare; clic son gentili, buone e devote, ma che non han ntr'la di dote; che non bau nulla, nulla, nulla, ■ fuori che 1 sogni d'ogn. fanciulla II libretto, stampato con quel gusto d'eleganza per cui si nolano le edizioni Mondatl-ii. b illustrato dal pittore Angolctta con acconcio, Unissimo umorismo, **# Una facile scorrevolezza di verso, una comi post.a garbatezza di motivi 0 di forine, una grafia che sa talora d'arcadico e talora di parnassiano, si notano nelle poesie di Mattia Limoncclli. Liici sull'acqua (Milano, Fratelli Treves, ed.i. Il Limoliceli 1 non è certo poeta, di grande ispirazione; e su la sua lira non è posto a corde troppo squillami. Ma è poeta di modi corretti e pi.-uii; e la sua lira risuona di delicati ioni minori, con qualche aria non banalmente melodiosa, con qualche arpeggio malinconico, con qualche trillo, a volte, di scherzoso umorismo. La sua lirica s'avvicina a quella, pane discreta, e in sua son?.'ampi voli, piagante, del miMi Co mugli n dei Cipressi e delle Primavere del desiderisi e dell'oblio. Con una notevole differenza di valori, siamo nello stesso àmbito poetico, ri¬ gnilicati, più o meno vivaci, ma quasi co» | conosciamo spiriti affini. Dai volumetto del Llmoncelli mi piace riprodurre questa poesiola, eh'è tra le sue più fini e leggiadre: Clori; Noi nostro bel pianeta c'era un manto <il seta, un mantello ce-'esto con dentrovi una veste, e poi rli trino ancora, tutta una bianca flrra e un corpetto e bri nastri 0 poi, quali alabastri, d'un voi nel molle freno 1 tesori d'un seno. E dentro le Inquiete carni un'azzurra reto tremolante al finire d'un tiepido ellslre. E net me.zzo del petto . ...un cuore! E' presto detto: 11 cuor della più pura 0 bella creatura. E dentro quol sacrarlo ...era un moversi vario di quanti profumati 0 lembi di broccati, strascichi di gonnelle e vesti cosi belle Ondo era, cosi, rloi-1 dentro com'era fuori. Non è vero ch'è una piccola cosa, ma molto di buon gusto e leggiadra? *** Anelito di fede, questo nuovo libro di Uriche di Pietro Mastri, La Meridiana (Ferrara, A. Taddei e figli, ed.) E non perchè ce lo dichiari netto lui. l'autore, neCla Confessione posta, a dio' di premessa, hi capo al volume — dato che molto spesso agli autori vien fatto di prometterò nella prefazione qualche cosa che poi non appare punto attuato ne espresso nel resto del libro; — ma perchè il desiderio, la speranza, la volontà di conquista di una fede, fors'anche della Fede, spirano, più 0 meno si tui, si: poiché giova subito dire che la poesia' del Mastri si libra e vibra nn po' ai disopra 1 qualche volta ha impeti di r del medio limite bel volo, Il Mastri aveva esordito con un volumetto di Frammenti ; poi aveva pubblicato L'Arcobale!rl0 _ ^ cui ci na ()at0, or"è poco tempo, una » nuova edizione riveduta », presso lo Zaniclmf.li di Bologna ; — poi, Lo Specchio e la l'alce. Poi lungamente si tacque. E gli sopraggiunse sopra la guerra. E con la guerra una crisi fisica e spirituale, tale che di essa non poteva che morire, e spiritualmente e fisicamente, o ne uscirebbe trasformato, rinnovato, rinato. « E siccome » — com'egli nella Confessione narra — « ehi ha posto un piede una volta suEa soglia del « di là », vede poi le cose di questo mondo con occhi ben diversi, e mol ! te di quelle che si dicono grandi gli appaiono j piccine, piccine, e molte, che si stitnaiio picco- le, immense; la crisi fu completa. Quasi un rovesciamento interiore ». Dallo stato d'animo appunto dopo la erisi. r>.tre cioè tale « rovesciamento interiore », sono nate le liriche de. La Meridiana. Mentre la carne si veniva liberando dal suo tormento, lo spirito anch'esso usciva da tormenti, si veniva liberando dallo sgomento, dall'angoscia d'insolubi'li dubbi, dal. le cupezze di abbandonato pessimismo, dallo smarrimento letale ohe già l'avevano tenuto e ingombrato e offuscato, e di cui manifestazioni dirette erano apparse, alcuni anni avanti, le liriche de Lo Specchio e lu Falce. Ora, lo spirito, fatto in gran pai-te mondo, rinnovato, va, pur affaticato, pur vacillante, ma deciso, va verso una tele consolatrice, rivtviflcatrice, fors'anche, ripeto, verso la Fede E in un nuovo ardore di vila, ricerca e ritrova la gioia della creazione poetica, dall'esaltazione all'espressione ; e canta la sua. ansia, il suo anelito ideale : Selva selvaggia, oscura, fra' cui labirinti di rovi, per aspre torre, 61'ikkiio, cr.e senza mai posa procedo, procedo brancolando, ne ma!.sa ciov-egtll si trovi, ne dove alfln lo meni cosi dolorando .1, suo1 piede-, selva misteriosa, che al serpe strisciante dal sedo e al divino usignolo; che addentrò a reconditi covi echeggi del- ruggito di fiero e dell'urlo d prede: che 1 mUTfenart tronchi rli verdi gemi, gli rinnovi; 0 selva portentosa, di sparo, di tempo littihiila, cho 1 più soavi aromi e tossici ix-i-fidi esali, tu che tenacemente, con dure radici lnriiono.ll, abbarlm-bi alla terra la tua Innumerevole v1 1, oppui- tu da ogni fibra esprimi uno spirito anelo: tenderò all'alto, all'alto, lassù dove sfolgorali cielj! Questa è La Selva. E ini piacerebbe citare a1 ancora, se ragioni d'opporlunitn di spazio non me lo impedissero. Le Madrepore, ispirata Urie • ca, una delle migliori del volume, che in certo | senso ricorda l'arte severa 0 profonda, nobiliso e o a sima, di Adolfo de Bosis : e il carro dell'idolo in cui facilmente si riconosce l'allegoria detta guerra, tratta dalla celebre lesta indiana di Giaggernarth, quando il rosso idolo con la faccia incrostata di piètre preziose, rappresentante Yisnii in una delle sue incarnazioni, è tratto attraverso -la folla, a fenderla, su un carro gigantesco; cri i più infatuati dei t'erteli, nel delirio del fanatismo, presi da un mostruoso fascino, di abbiezione fino all'annichilimento, si precipitano sotto le ruote, fanno strada alle mole dei propri corpi : e tra il sangue che schizza, e tra ii « sordo scricubfdllo — dell'ossa infrante » ecco, una turba pazza alle vittime fa strepe d'oblio: s'esalta anzi di più, s'urta, sclilamanta, tenue le mani 0 gli occhi al truce rito; a'1 dio vermiglio dalla gemmea faccia, alto -sul coito che i prostrati schiaccia E poi ricordo ancora Alba di fiore. Visione omerica, e "tonno Le Scolte... -E' una sentita e seria manifestazione poetica, questa, del nuovo 3iibro di Pietro Mastri: una. manifestazione che, tra tutto ciò che si £ pubblicato di poesia in questi ultimi tempi, merita di essere considerata con speciale attenzione, merita eco di simpatici consensi. MARIO BASSI.

Luoghi citati: Bologna, Ferrara, Ivrea, Milano, Roma, Torino