Un popolare - La risposta di Pogatchnig a Wilfan

Un popolare - La risposta di Pogatchnig a WilfanLa discussione politica alla Camera Un popolare - La risposta di Pogatchnig a Wilfan Roma, 22, notte. Giornata calda. Tribune gremite. L'aula è affollatissima Fascisti c nazionalisti sono tutti al loro posto. Presiede l'on. De Nicola il quale apre la seduta alle 15. Al banco del Governo sono presenti gli on. Giolitti, Soler!, Facta, Croce, Sforza., Vassallo. L'on. Labriola non e presente. Abbiamo subito uno strascico della seduta di ieri. Un'eco dell'incidente Prende la parola il deputato fascista on. GIÙNTA. Dice di avere appreso ieri in fine di sedala che il ministro Labriola, riferendosi agli incresciosi incidenti della giornata, aveva parlato di rivoltella e* di pugnale che sarebbero stati impugnati dai fascisti. Si è fatto, dice l'on. Giunta, anche il mio nome, ma per quello^ elio riguarda me, il rilievo del ministro Labriola 6 fuori luogo. Se avessi impugnata la rivoltella, non avrei oggi nessuna difficolta a dichiararlo. Invece io ero completamente disarmato. L'on. Giunta, «pur deplorando luecaduto », parla, « per ricondurre l'incidente alle sue giuste proporzioni » ed a nome del gruppo fascista, dichiara che egli ed i suoi colleglli intendono non trascendere mai in volgarità che possano offendere i colleglli degli altri settori e turbare il sereno svolgimento dei lavori parlamentari. L'on. BOTTAI a sua volta afferma di aver udito l'on. Labriola pronunziare parole partU giane e scorrette all'indirizzo dei fascisti. Si duole di questo fatto. Dice di avere invitato ieri sera stessa loti. Labriola a riconoscere che. i primi deputati che si slanciarono nell'emiciclo furono i socialisti e si rallegra del contegno fermo ed energico del Presidente del Consiglio on. Giolitti. Il Presidente on. UE NICOLA prende atto delle dichiarazioni dei due deputati e coglie l'occasione per formulare nuovamente I augurio che incidenti incresciosi come quelli di ieri non abbiano più a ripetersi. Dopo ciò la Camera approva il processo verbale e si riprende la discussione sull'indirizzo di risposta al discorso della Corona. Un democratico sociale MARRACINO afferma che uno dei mezzi migliori per rafforzare l'autorità dello Stato è quello di liberarlo da una pletora di leggi monelle incomplete e tecnicamente imperfetie emanate in virtù dei pieni poteri delegati che già prima della guerra, ma soprattutto durante il periodo bellico hanno intralciato lo svolgi mento dell'attività, statale. Rileva che- la tiri perfezione di tante leggi è dovuta al metodo di formazione delle leggi stesse, il quale esclude la collaborazione diretta degli interessati, collaborazione assolutamente necessaria nelle nonne regolatrici dei rapporti tra capitale e lavoro. Avrebbe desiderato nel discorso della Corona un accenno alla riforma delie norme del Codice Civile regolanti la successione. Afferma anche la. necessito di una ri forma del Codice Civile in materia contrattuale, col riconoscimento dei contratti collettivi e delle nuove forine di associazione di lavoro. Solo in tale modo sarà possibile disciplinare il diritto di sciopero il quale deve trovare il suo limile nella disciplina giuridica rielle organizzazioni. Respinge l'accusa di indeterminatezza mossa ieri dall'on. Mussolini al gruppo della democrazia sociale afferman do che questo gruppo ha tutto un programma chiaro e preciso e concreto nel campo giuridico,» economico e sociale. Nè esso si propone di portare innanzi persone singole, (commenti) ma mira, esclusivamente all'attuazione del suo programma. Afferma che condizione indispensabile per giungere alla auspicata re staurazione sociale ed economica della, nazione è la restaurazione dell'impero del diritto e del rispetto di tutte le liberiti, rafforzando la autorità dello stato. Ma non solo occorre che la legge sia rispettata: è necessario che sia fatta rispettare dal solo organo cui questa funzione è demandata cioè dal potere giudiziario. (Commenti). Nessuno in nome, di nes sun principio ha diritto di usurpare questa funzione. Ricorda che Dante, la cui memoria è stata rievocata nel discorso della Corona, vide nel diritto una misura e mia. proporzione dire'ta alla salvezza e alla prosperità della società civile. Alla line del discorso Marracino si ha un istante di movimento. L'oratore ricorda di aver visto giorni sono ai funerali dell'eroico mutilato di guerra, cani tono Gino Neri morto a Roma cadendo ne ila tromba delle scale da un ascensore, un labaro rosso recante la scritta « giù le armi Questa scritta, esclama l'oratore, è il modella situazione. (Applausi dei socialisti). Giù le armi — prosegue l'oratore — io grido ai socialisti. (Rumori dei socialismi che gridano Ditelo ai fascisti;. MARRACINO: _ Sì, io grido anebe ai fascisti cha noti vorranno fare em blenni di turbamento la loro giovinezza. (Ap plausi generali, molle congratulazioni!. Un liberale democratico BELOTTI Bortolo parla, a nome del gruppo liberate democratico di destra ricordando che le nobili tradizioni del suo partito, ravvivate dai bisogni dei tempi, corrispondono a una larga corrente del paese. Per noi — dice — le liberili politiche conquistate dal popolo seno intangibili e non vi è reazione possibile. Questo è il presupposto della ricostruzione invocata dal discorso della Corona e dai vari oratori. Un altro presupposto è che ognuno ritorni hi sè medesimo. Caratterisfic'a del dopo guerra fu l'oblio della misura da parte di tutti nelle pretese verso lo Stato che divennero violenze, abbandono di servizi pubblici ecc. nell'atteggiamento delio Stato verso i cittadini, troppo tardi liberati dalle pastoie della guerra e colpiti con rigori fiscali pericolosi, nello smo darò desiderio di guadagno di industriali commercianti e delle stesse masse operaie che con gli ulti salari vollero partecipare al sopruprofltto a danno del consumatore, nelle a gita/ioni agrarie, nelle competizioni politiche che ci fecero dipingere in braccio alla rivo lozione dalla stampa straniera. Dobbiamo tornare in noi slessi. Una tendenza in tale senso è già determinata, da latti politici e cioè U^lla opinione pubblica che ormai resiste ai movi menti contro lo Stato e dalla ripresa patriot tica. Ma sopratutto è determinata dalla crisi economica die l'oratore largamente descrive. A proposito di possibile collaborazione per la ricostruzione del paese, dice che questa deve essere politica, economica e morale: la ri costruzione politica lui. come suo perno la re diluzione dell'autorità allò Stato. I più gruv assalti all'autorità dello Stato si ebbero (hi parie dei suoi dipen'denti. Il Governo ha fatto bene a resistere come la Camera farii netti provvedendo urgentemente alla condizione de gli impiegati sènza sospendere tali provvedi inculi per attuare la riforma del decentrameli io, che è una gloria liberale mi che deve es sere prudentemente studiata. Il problema però dovrà ben presto essere guardato anche dal punto di vista della riduzione delle fimzion dello Stato e l'oratore accenna ad alcune furi zioni statali che sarà bene abbandonare. Lo State-carabiniere del filosofo tedesco, effett vamenlp non è più compatibile coi temp nuovi che esigono dallo Stato attività di opere pubbliche, di assistenza ecc.; ma se si vuol trovare il criterio che fissi un limite, bisogna dire che allo Stato non deve essere consentilo ciò die rappresenta attività e quindi alea industriale e commerciale, aziende sfatali, consorzi ecc. 1 liberali democratici si propongono di risolvere i problemi che toccano la compagine morale della società: essi sono per la liberiti della scuola, ma secondo programmi e con garanzie che formino la coscienza patriottica e civile dello nuove generazioni. Il paese d ha confortalo quando su questi banchi, dove nella passata legislatura eravamo ventitré soli, ha mandato alt-ri numerosi iappresentanti. ma indipendentemente dai numero di questa parte, noi guardiamo a tutti coloro che pensano dovere la fortuna del tios'.ro paese essere formata dalla fede e da^li sforzi di tutti gli italiani. (Vivi applausi. Molte congratulazioni). CmiqpsstCa o i i . Un " leader,, popolare TOVINI (segni di attenzione) esporrà alia Camera il pensiero del P. P. circa i problemi più importanti dell'ora presente. Nega che il Parlamento sia una istituzione superata quando non si isoli delle correnti vivo del paese. Le recenti elezioni sono state caratterizzate dall'assenza di programmi concreti ma solo dal desiderio di predominio politico in ciascuno Hci partiti Cria conseguenza di siffatta situazione è stato il fenomeno del fascismo, a proposito del quale l'oratore prende atto .con compiàdimento delta conclliuslone dell'on. Mussolini, convinto che si debba ritornare al rispetto della legalità (applausi). Cina il programma esposto dallo stesso on.. Mussolini, noia che esso ripete propositi di altri partiti. Prende atto delle dichiarazioni dell'on. Mussolini sull'importanza morale e universale dèi cattolicismo e dei propositi manifestati sulla libertà delia scuola e si augura che abbia termine un conflitto che tiene in agitazione il paese ed è ormai superato dai tempi -{applausi). Il P. P. è pronto perciò a collaborare con Tutti quelli che vogliono il bene del paese. Lamenta che l'atteggiamento del Governo verso' ii P. P. durante le elezioni non sia stato imparziale, tanto che il partito dovette difendersi contro tentativi di sopraffazione (commenti). Afferma la necessità della riunione di tjrfte le forze vive del paese per superare la crisi economica e morale che oggi attraversa. A ristabilire l'autorità dello Stato è prima d'i tutto necessario che i partiti i convincano che non è possibile stabilire l'ordine nuovo sulla violenza. La guerriglia civile, che travaglia il nostro paese, non è soltanto l'effetto della psiche di guerra e della crisi economica, ma della consuetudine invalsa di non affrontare in pieno 1 problemi più impeTTenfi. A questa consuetudine s1 deve la recente agitazione degli impiegati statali. Non vi è solo una disciplina per coloro che' debbono obbedire, ma di quelli che devono eseguire e, ancor più, di quelli che debbono comandare. S'impone dunque, una completa e adicnle riforma dell'organizzazione dello Stato, riforma che dove ispirarsi ad un sano principio di decentramento regionale. (Approvazioni). L'ordinamento regionale diventa una necessità anche di fronte alle nuove Provincie di recente riunite al territorio dello Stato. Ricostituita così l'autorità dello Stato come una forza vissuta e potente, essa potrà garantire etneamente la libertà civile e fronteggiare i movimenti che tendono a scalzare l'ordinamento sociale. (Benissimo). Grave è la crisi economica; eppure essa rimi è giunta ancora al suo punto più alto. E' pertanto necessario rinunziare a tutte le illusioni cosi demagogiche come reazionarie e cercare in una comune intesa le possibili soluzioni. L'oratore fa pur egli voti, a ques'o proposito, pel* una smobilitazione degli spiriti. Bisogna considerare i problemi economici non dal punto di vista dei principi astratti, ma da quello della loro concreta attuabilità e delle loro pratiche conseguenze. Conviene instaurare quella solidarietà fra le classi che è condizione Indispensabile per la produzione della ricchezza Dichiara che il P. P. non intende associarsi alla campagna che in ouesto momento si combatte contro la legge sui sopraprofitti di guerra e quella sulla nornina.iività dei titoli. Ammette tuttavia che possano trovarsi temperamenti per la loro più efficace applicazione. Invoca incoraggiamenti ed aiuti per la coopcrazione che attraversa in questo momento una difficile crisi. (Applausi al centro). Vuole che la politica commerciale Internazionale del Governo sia diretta all'increménto della produzione nazionale, in un concetto superiore di collaborazione tra i popoli. Nel campo della produzione dèi la'voro vuole che la lotta economica sia rivolta a ravvivare tutte le feconde iniziative. Afferma doversi mantenere ini alle ed anzi doversi integrare le provvidenze sociali che sono intangibile conquista Ielle classi lavoratrici. (Applausi al centro). Esprime l'augurio che questa legislatura possa avere il vanto di dare al paese una vera e sana direttiva non solo nell'ordine economico ma anche nell'ordine sociale e morale. Auspica il rinnovamento della scuola come condizione necessaria all'orientamento morale del paese. Finora una. quantità di ragioni hanno impedito che il prò» blema della scuola fosse coraggiosamente affrontato ed adeguatamente rise-Ilio. Confida che a questa legislatura speMera il vanto di risolverlo secondo un principio fecondo di vera libertà. (Applausi al centro). Conclude esprimendo l'augurio che l'attuazione di un vero principio della libertà della scuola sia il retaggio che la 26.a legislatura lasc.ierà per la grandezza del paese. (Vivi prolungati applausi al centro che si rinnovano a più riprese. Moltissime congratulazioni). Un plico nell'aula L'on. Tovini ha appena concluso, che dalla tribuna della stampa un uomo piccolo, magro, pallido, lancia nell'aula una busta non più grande di un comune foglio da lettera, n plico cade presso il banco delle Commissioni ed un usciere, credendo che sia una cartella sfuggita a qualche resocontista, si affretta à raccoglierla, ma constata invece che si tratta di una lettera indirizzala al Presidente della Carriera e però la consegna ai funzionari della Questura. Frattanto i giornalisti invitano ì\ lanciatore ad uscire dalla tribuna, il Consiglio del Sindacato parlamentare della stampa, che ha l'incarico della polizia della tribuna, constata che lo sconosciuto ha potuto entrare nella tribuna facendosi presentare come redattore di un giornale di provincia da un deputato. Gli uscieri, secondo la consuetudine, accompagnano il lanciatore negli uffici dì Questura. Un nazionalista ROCCO ALFREDO affeTma che la polittc* dell'attuale Gabinetto risente ancor troppo delle antiche simpatie dell'on. Giolitti .per la parte socialista, simpatie che si connettono con ima politica che ha vecchie tradizioni in Italia, La politica dello Stato italiano ha sempre avuto infatti, dal 1S48 in poi, la tendenza ad assorbire i partiti extra-legali. Nota .però che quei partiti, se ciano avversari della monarchia, erano però partiti schiettamente nazionali, a differenza del partito socialista, il quale appunto perciò è, al giudizio dell'oratore, inassimilabile, e non può dare una collaborazione piena e intéra a uno politica nazionale come quella che ogni Governo deve necessariamente proporsi. Ceno sarà sempre possibile che uomini singoli del partito socialista vadano al potere, ma il paitito, come tale, non li seguirà. Ad ogni modo ij gruppo a nome del quale l'oratore parla, sarà sempre recisamente avverso a ogni collaborazione dei socialisti col Governo. Tanto più che gran parte dei mali che oggi si lamentano, come la disgregazione dello Stato e la disorganizzazione dei pubblici servizi, sono da attribuire al fatto che da venti anni il partito socialista, h* governato in Italia per procura attraverso i vari Gabinetti die si sono succeduti al potere (interruzioni all'estrema sinistra). Questo disastroso esperimento fa già presumere quali sarebbero le conseguenze di una diretta partecipazione dei socialisti al potere (interruzioni all'estenua sinistra). 11 primo di ossi certamente sarà l'esagerazione di quella elefantiasi dello Stato che già si lamenta con l'accrescimento tale dì oneri per la pubblica finanza che il paese non potrà assolutamente sopportare (applausi a destra). Passando ad esaminare il problema dei rapporti fra l'Italia e la Santa Sede crede che la parte più difficile di esso potrebbe esse»* risoluta se l'osse porsibile riconoscere il Papa come soggetto di diritto internazionale senza che questo dovesse implicare necessariameiìM» la sovranità su un tratto di territorio qualsiasi Riconosce poi il dovere dello Stato di dare al clero nazionale una sistemazione economica più adeguata all'altissimo ufficio che esso esercita: ma senza far gettato delle guaito» ligie che in questo campo cosi tirò irate \+

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