Fiume - Asia Minore - Alta Slesia

Fiume - Asia Minore - Alta Slesia Questioni internazionali Fiume - Asia Minore - Alta Slesia Tre questioni interessano in questo momento la politica estera italiana in modo particolare: Fiume, l'Asia Minore, l'Alta Slesia. Che quella di Fiume sia innanzi tutto questione internazionale, nessun dubbio. La situazione della città non è regolabile in maniera stabile e soddisfacente se non mediante un'intesa fra l'Italia, lo Stato libero, e, per lo meno, la Jugoslavia. Il punto particolare di Porto Baros va consideiato anch'esso sotto questo angolo visuale; e la strada scelta dal nostro Ministro degli Esteti, quella, cioè, della costituzione di un consorzio portuale italofi uniano-j ug-oslavo che non soltanto regoli i destini' di quel frammento del porto di Emme, ma provveda integralmente al funzionamento di questo, in se stesso e nelle sue relazioni col retroterra (che è, appunto, iugoslavo), ci sembra l'unica praticàbile. La obbiezione fatta da taluni che il carattere italiano del porto verrebbe, per questa via, compromesso dall'affluenza d'i eleménti stranieri (cioè iugoslavi! ci sembra discretamente insensata. Vorrebbero, dunque, costoro, che per mantenersi vergine da ogni contatto impuro, Fiume rinunciasse ad essere un emporio commerciale? o pretendono che un simile emporio si costituisca, .e viva con i criteri di separatismo schizzinoso di certi nazionalisti ? Peggio ancora è quando si tira in bailo un preteso danno che a Trieste sarebbe arrecalo da tale sistemazione del porto fiumano. Forseeliò gli ultraannessionisti fiumani volevano l'annessione di Fiume per strangolarla a vantaggio di Trieste ? Passiamo oltre, che su là meglio. Piuttosto, la questione di Fiume, per quanto internazionale, si complica con elementi, di politica interna, fiumana e italiana. Sono a tutti note le gravi difficoltà incontrate per la costituzione del Governo di Fiume, tanto gravi che lino ad oggi questo Governo non si è folimato, c si è dovuto ricorrere all'espediente di un commissario mandato dall'Italia: espediente che, per ragioni di vario genere, non può essere se non assolutamente transitorio. A parer nostro, è stato grave danno che non si siano svolte regolarmente fino al termine le operazioni elettorali della Costituente fiumana, con l'insediamento del Governo che da tali elezioni risultava. Ci sarebbe stato sempre modo di provvedete a ogni eventuale pericolo per l'italianità di.Fiume: il nostro Governo possedeva ' mezzi a ciò. Comunque, la soluzione, tentata dappoi, di costituite un Governo di maggioranza zanellianu, temperata da una rappresentanza equa dei partiti minoritari, era. indubbiamente buona; ed è assai deplorevole che, a tutt'oggi, non sia riuscita, per errori, crediamo, di una parte e dell'altra. E' su quella via — a, meno che non si vogliano rinnovare le. elezioni per la Costituente, col f e imo proposito di farne rispettare i risultati —■ che bisognerà insistere. Se tutti coloro che giurano e spergiurano di bruciare d'amore per la città del Qua mero tradurranno in fatti una anche piccola parte di tanto affetto, a una .conclusione si dovrà arrivare. • . . . *** 2\eJIa situazione dell'Asia Minore, <gSl peggiorata e che minaccia di .peggiorare ancora, conviene tener distinti due problemi: quello delle relazioni grecoturche, e quello della politica dell intesa di fronte ai due contendenti! Ma è chiaro che il secondo è ben più importante del primo, e che, una volta ch'esso fosse lisolto, anche la soluzione del primo sarebbe estremamente agevolata, se anche non assicurata addirittura. Il punto di vista del Governo italiano — a cui noi aderiamu — è che la sistemazione dell'Asia Minore debba avvenire sulla base del le» gittimo rispetto alla nazionalità turca, Questa nazionalità ha pur diritto all'esistenza e alle condizioni necessarie per essa ; e non si può dubitare che la priacipale di tali condizioni sia il possesso dell'Asia Minore. Una volta riconosciuto ciò, non sarà certo impossibile regolare le questioni della protezione alle minoranze nazionali — greca, armena, ecc. -~e del regime degli Stretti e di Costantinopoli. Quest'ultima, del resto, è questione eminentemente internazionale, che esorbita di assai dai limiti di quella dell'Asia Minore. L'Inghilterra, che patrocina i diritti della nazionalità araba in Mesopotamia ed in Siria, dovrebbe riconoscere quelli della nazionalità turca; ed adottare in Asia Minore, la stessa politica di conciliazione e di pacificazione che (auto giustamente ed opportuna in e ni e segue in Europa. Non c'è dubbio dio in Anatolia il primo fomite del persistenti' disordine bellico sia costituito dalle eccessive aspirazioni greche: ove l'Inghilterra parlasse chiaramente, ad Atene — o... a Londra, poiché Venizelos si Uova là a giocare al golf — i Greci si rassegnerebbero a moderarle. Una volta ottenuto questo, il fronte unico dell'Intesa sarebbe ricostituito, ed essa si troverebbe assai meglio in grado di far intender regione al Governo di Angora, dove pure il nazionalismo turbolento e bellicoso — alimentato, o no, dn Mosca — non manca. Ma la via per ricostituire un situile fronte unico non può essere se non quella da noi indicata; e la diplomazia italiana si acquisterebbe un merito insigne se persuadesse di ciò il Governo inglese, con la cui politica, nel restante mondo intemazionale, noi abbiamo oggi asaai motivi per La situazione nell'Alta Slesia è ancora assai oscura ; e la politica locale della Commissione alleata non è troppo chiara. Noi vedemmo con gran piacere l'invio colà di truppe inglesi, perchè ci auguravamo che il loro arrivo segnasse il principio di un'azione, prudente quanto si vuole, ma determinata e continuativa, per il ristabilimento dell'ordine da parte delle truppe alleate. Ma di una simile azione ben poco si è visto finora, mentre si sono moltiplicate le note fra Parigi e Londra, Pure,, almeno questo, del ristabilimento dell'ordine, e cioè tlell'autorità interalleata in Alta Slesia, dovrebbe essere uiv terreno di accordo pregiudiziale fra le tre grandi Potenze. E' notorio che finora le truppe francesi si sono astenute il più possibile dall'agi re contro i Polacchi. Pare anzi che la litica di condotta loro prescritta fosse appunto questa, di tutelare l'ordine, ma di non svolgere azioni armate di loro iniziativa contro gli insorti ; ciò che, evidentemente, veniva a ridurre la Commissione interalleata in uno stato di passività, e aveva per inevitabile conseguenza il consolidamento della rivolta. Anche la costituzione di una zona neutra, fra i Polacchi di Korfanty e i Tedeschi di Hoefer, proposta dalla Francia, mia che pare non sia stata accettata dall'Inghilteira, poteva avere un buon effetto immediato, quello di separate i contendenti; ma se ci si fermava lì, si veniva anche per questa via a consolidare lo stato di fatto delFoceupazione polacca in quella zona industriale che è il pomo d'ella contesa. L'unica via di uscita, lo ripetiamo, è il giaduale, ma continuativo ristabilimento dell'autorità interalleata —■ con ogni mezzo, persuasivo o coercitivo ;— in tutta la zona plebiscitaria, una più specialmente neila zona controversa; giacché si tratta, appunto, d'impedire la creazione del fatto compiuto. Naturalmente, devono essere disarmate così le truppe polacche come quelle tedesche; ma quando il signor Poincaré ci sostiene che non bisogna metter sullo slesso livello gli insorti delle due parti, egli ha perle Munì ente ragione, a patto d'intendersi sull'applicazione del principio. Linsurrezione contro l'autorità interalleata — insurrezione preparata di lunga mano, in tutte le sue parti, grazie alla ueplorevole inazione di chi poteva sapere e doveva provvedere --è stata compiuta dai Polacchi, e dai Polacchi soltanto. I Tedeschi non si sono armati che molto più tardi, e per difendersi dall'aggressione, contro la quale la Commissione presieduta dal generale Le Rond si era. mostrata, incapace a proteggerli. Occorro, dunque, è vero, rallontauamento e'-il .disarmo graduale dei due eserciti; ma se c'è una parte da cui bisogna cominciare, quella è la polacca e non la tedesca ; e sostenere il contrario significherebbe 'sfidare in pari grado l'equità ed il buon senso. Ristabilita l'autorità, della " Commissione interalleata sul territorio plebiscitario —■ con il concorso attivo e solidale <li tutte le truppe interalleate — si potrà procedere finalmente alla delimitazione del territorio medesimo. Non abbiamo bisogno di ripetere i criteri che, secondo noi, devono presiedere a tale delimitazione. Criterio giuridico: l'Alta Slesia ha dato una fortissima maggioranza ai Tedeschi, e tale responso deve essere rispettato. Criterio economico : l'Alta Slesia, specialmente la regione mineraria, (che ha dato pure, nel suo blocco orientale preso a sè, la maggioranza ai Tedeschi), non deve esser rovinata con divisioni assurde, e con la consegna delle sue maggiori ricchezze in mani incapaci di amministra rie. Criterio politico; è interesse europeo che la Germania non sia ulteriormente indebolita, senza vera e assoluta necessità. Crediamo che questi tre criteri siano perfettamente condivisi dal Governo inglese. Ci auguriamo che 10 siano altrettanto dal Governo italiano, e che ambedue li facciano accettare a quello francése, nel più vero interesso della Francia medesima. Questa infatti si mostra oggi persuasa, nella sua grande maggioranza, a cui appartengono gli elemeuti più autorevoli e responsabili, che è bene sostenere il « Governo dell'esecuzione », il Gabinetto AVirth. Ma questo Gabinetto non si sosterrebbe, se uella questione dell'Alta Slesia gli interessi e i diritti tedeschi venissero calpestati. Una politica di conciliazione rispetto al Gabinetto Wìl'ili e una polìtica di difesa della tosi polacca in Alta. Slesia sono inconciliabili, l'i' Jacques Ba invi Ile, i\e\YAction Fntnctiisc, che lo riconosce esplicitamente. Bisogna scegliete. Ci auguriamo che a Parigi si faccia la scelta buona.

Persone citate: Greci, Jacques Ba, Le Rond, Poincaré, Polacchi