La Galleria d'arte moderna a Venezia

La Galleria d'arte moderna a Venezia La Galleria d'arte moderna a Venezia VENEZIA, giugno. E' periodo di mostre retrospettive que vicenda artistica di mezzo secolo, Venezia riassume quella intemnaionale di cinque lustri; poi c'è ia mostra-di Napoli, poi quella di Milano. Questo ritorno all'esame degli elementi d'arte che segnarono per varie vie, spesso discordi, le aspirazioni, a sempre più alti voli di rinnovazione, di per-; fettibilità, questo entusiasmo d'indagine intorno a un materiale che riassume sforzi, feticismi, illusioni, documento di, battaglie in realtà più poiihitc che vinte, sarebbe una confessione e un pentimento? Dopo un lungo ansito traverso labirintici sentieri nei quali abbiamo raccolta poca gioia, .era inevitabile che, commisurando le energie profuse ai benefici conseguili, fossimo spinti a guardare indietro, a riepilogare, a compiere in riposata medita. eione l'amaro consuntivo; in realtà, alleniti da una strana polarizzazione d'intenti ver. so scuole, tendenze, « sensazioni » basate su instabili principii unilaterali che dovevano Branco sfociare nel- vacuo fenomeno di avanguardismo parassitario, nell'assurdo reclamistico del futurismo, del cubismo, dell'espressionismo e magari del dadaismo, a cui nessuno vorrà attribuire seriamente la consistenza, di. movimenti estetici, il fallo della odierna contrizione! rrentrn nell'ordine delle insorgenze reattive, ripete IJesemplo che non è infrequente nel passato. Ne potrà parlarsi perciò di ripiegamento e di involuzione; se no vorremmo che le seicento opere che noi grande palazzo dei giardini pubblici a Venezia furono con si chiaro criterio disposte in 3G sale a. formare — e purtroppo provvisoriamente — quella galleria di arte internazionale moderna ch'è la più fornita d'ogni altra congenere in Italia, andassero disperse o invocheremmo che a ogni-altra raccolta l'osso riservata identica sorte. No, non è questione di ciò. Se ripiegamento vuol significare riconformazione a un recente passato, non si può presumere elle le mostre e le gallerie di cui discorriamo, radunanze di tentativi in gran parte fine a se stessi', risoltisi come tali in brev'osa e oggi designabili solamente quali testimonianze di un decorso storico, possano influirò così da ricondurre l'artista a disusate affezioni Abbiamo troppa fiducia nelle sue virtù — in potenza — e nel suo divenire, per supporre ch'egli voglia attingere al guardaroba del padre e del nonno, ch'egli possa confondere la funzione di codesti istituti permanenti od organizzazioni transitorie. Nondimeno, occorre definitivamente intenderci. Le gallerie d'arte moderna — e sul moderna non insistiamo •- non presumono già di essere raccolte di espressimii di bellezza assoluta, eterna; a, naturalmente gran bene quando le finanze dei comuni, dell'erario o dei privati possono conceder loro dei capi d'opera — se di capi d "opera. ;:onvien parlare —ma, inv sostanza, esse non chiedono che di accogliere quei momentanei modelli di estetica austerità, ai penetrazione del contingente mondo ideologico, di sapienza coloristica n plastica, che rappresentano una scuola, un atteggiameli lo e sia pure una moda. E quoslo esclusivamente a fini didattici, informativi. Per cui potremo avere — ed abbiamo — un meraviglioso insieme di tele e di marmi e di bronzi profondamente eloquenti non già jome conquistate possibilità supreme, sì beìe come indici di specia.li attitudini di spirito e di ricerche ottiche, il che non to;lie che tra essi non possa rivelarsi la fonie di alcun segno stabile, degno di essere tonsideroto non più isolatamente nel suo ;empo, ma ad ogni lempo più che consen,aneo necessario. _ _______ Avere una galleria d'arte moderno è possedere l'istmmento integratore dell'oduea;ionc artistica, che non vuol dire dei molelli da ricopiare, ma della storia dà inlenlere e delle forze diverse, talora contrauahti, da valutare, e delle quali l'artista iella sua individualità, saprà, trovare la ■istillante ideale. Tra il recente passato e a caricatura invadente colle definizioni do' tuoi vari Umi, deve esserci indubbiamente rosto per quell'equilibrio di fattura e di •nncezione clic, pare stia oggi detenninaniosi colla, proscrizione di superazioni, me;lio auzi siipurazioni, le quali per fortuna i Venezia furono tenute lontane dalla galeri a. , *** Di questa, eli'?! si cospicuo patrimonio ittadino, diamo un rapidissimo sguardo, anto pili che non sappiamo quando potre110 rivederla in serie propria tutta intera. ii pensa a edificarle dei padiglioni a Lido. !"e tempo da. esaminarne l'opportunità. La galleria, veneziana, dunque, fu inizia-. 3. nel 1897. Acquisti e donazioni paiono itti con un criterio mediano; niente npulsivc audacie, e niente cortsorvairisjuò. K tuttavia che salto tra il ecchio e il nuovo repertorio! Vecchio rccrtorio, reliquiario di schemi e di temi inclinabili: Da Molili, Luigi e Urbano Nono, tarsili, Milesf, Scherewschewsky, Lino Sciatico; Sartore.!!]", He Stefani, /.andoiueoe hi, Lanc.erotto, Kienerk, Mcntessi, Silvio tota, e non sono soli. Veli iranici iti, lehoeiLi, virtuosismi di .mano. Allora, bastava 3SÌ: l'arte nei riguardi emotivi toccava apice colla Morir, del pulcino, ili Luigi 'ono, col Filo a piombo di Urbano, coi 'urbatitenti- e Pensieri dominanti (stesso ima, stessa lirica, stessa, formai di Marli, c*illa scenografìa degli Esiliati in Siglili di SchefléwschevvSrty cri anche rum fame vedute di. Guglielmo Ciardi la cui mor: fu bensì dolorosissima, ina il cui merito >ene ora. esaltato troppo sommariamente. Ma certo: di quante opere occorrerebbe vedere i valori! Anche di quelle di Furetto. Ancorr.lip innamorali della giovonità coloristica di questo maestro, che avei il torto di non propani re con veri ieiitelente il substrato delle Loie onde troppe i esse smio scadute di tono, si può esser curi di non bestemmiare attribuendo alla •duzione dette sue piacentezzc, aderenti a piraterie a volte veristiche a volte romanche e al ritratto di chicchessia, il tardo -ogredire della scuola, veneziana mentre chiare affermazioni venivano di Toscana, il Fattori che sopravvanzava i macchiaio- da Lucca, ria Tokio, da Torino col Fonmesi che coglieva al cielo e al mai e il spiro dell'infinito, e Domenico Morelli /èva già chiuso il ciclo delle concezioni oriche per comporre le alte visioni delle ligioni di Cristo e dì Maometto. I); tutti lesti la galleria ha qualche opera. Senza dubbio, anche nel riguardare le «re del maggiori artisti, oggi, sia per ia più matura esperi ci iva, sia perchè è ntano il tempo delle tuributezloni die in nrono su lui, il pubblico colto, iniziato, sorprende talvolta in disaccordo col gin zio espresso ieri. !•' gli avviene, per cserri o, che di Ettore Tito gli si riveli manieio e fotograiìro l'elogi oìissiino Stilla faina — leit moiif di tanta sua produzionee del tutto inespressiva VAllegoria della lascila del campanile di San Marco e ridente accanto alla Allégoria di Venez nella quale soltanto si ritrova la sua dica virtù pittorica: gli avviene di ronìtarc di tanto sminuita la Sinfonia della na ili N'omellini in vista di quella sostiili--a propesili strumentale del Garibaldi è nei Cavalieri; ili compiacersi assai ; dinanzi al Canale di Jladinp — Tevere •'•<"'•/ Giubileo di Sartorio che in pro¬ ldBlóT RonYòTcoUa sxTa'bieiinale7»arla tìèìfa d- fifvocdrtlvieBRv'etes•■t.dd-•it duo] Potmu. d.Jta £Ma — pej ùu&te o a a i o o . e e r a o e ale suonarono infinite fanfare — vertigine di corpi esangui, anzi, misti di cretaceo e di sanguigno, di cavalli macabri, di inde- finibili mostri i quali non chiedono che di formare... il pannello decorativo. E' \ perù vanto della Galleria veneziana di .essersi ornata di opere che lasciarono impronta, come il Pensatore e i Borghesi di Calais, di Hodin ; di tipici bronzi, che determinarono un ancorché effimero movimento d'arte sociale, quali Io Scaricatore e il Martellatore del belga Costantin Meunier, di lavori di sapiente evidenza d'altri belgi come il VesnoBv dello scultore vari der Stappen ed i disegni c le Incisioni di Dèlaunois, Btiertsoen, Claus, Laermans, Rasonfosse, Rops ; di una robusta, plastica del cèco-slovacco .km Stursa Svinimi lìahu e di molte 'egregie tele francesi (Besnard, Cottet, Fantin Latour, Menanl, Mannelli, Latouehe, ecc., mentre essa consente di rendersi conto dell'ansia tormentosa dell'arte ungherese, nel suo trentennio all'incirca di attività, sulle prove di Sandor Biliari (là*nutrice), uno dei maestri del quadro di genere, e di •■Gusztav Magyar Manheimer {paesaggio) che sceso a Napoli volle mettere nella sua. tavolozza una. improvvisa, saporosità uteri .dionale : di risalutare quasi con tenerezza ii Pescatore iti Skagen, soggetto prediletto di Michael Anclièr (danese) il primo artista accollo nella galleria ; e alcuno degli aspetti fantasmagorici di Sole e di nere di Anna Boberg: e il piccolo nudo di Anders Zorn, rappresentanti genuini con IIcsselborn e con Larsson della élite artistica svedese in quella guisa che Mesdag e Toorop. il marinista e il paesaggista illustri onorano qui l'Olanda. Oggi che possiamo abbracciare d'uno sguardo tutta la galleria, non possiamo non riconoscere che direttamente o indirettamente fu una. mente ben ridarà e gentile che presiedette agli acquisti o suggerì te donazioni, che in progresso di tempo colmò lacune, corresse disquilibri. Si tratterà magari qua e là più di nomi che di opere superiori, tuttavia questi nomi portano i caratteri ben determinati della scuola e della nazione a cui appartengono. Yedansi tra i russi Demetrio Steletzky, tra gli armeni Chahine, tra gli americani Pennel e Wistlor ; basti accennare aeli inglesi Brangwin, East, Lavecy (la terra", il mare, il ritratto) al polacco Maliavin — un fortunato — nel cui P,iso impetuosamente purpureo sembra risolto l'accordo tra la sensazione fonetica e quella visiva : al norve -geso Prampton, all'austriaco Klinil, a So rolla y Uastida (la Cucitura ridir' vela) e a Zuloaga (La zia dì Carlo) che. sono troppo noti per ricordarne In nazionalità spa gnola. 15 scegliamo fra i tedeschi Leibl un piccolo Holbein — Max Klinger, Richard Mailer, Dettman, Lembach (ritratto di Leone Xill) e-Stuck (Medusa) tanto ammirati nelle mostre internazionali. Poi i giapponesi. Le opere giapponesi formano una delle più spiccate attrattive della galleria, e vorrei dir la massima (la minima è data dalla saletta di Medardo Bosso) poiché nella sezione ad essa riservala si respira davvero una sì chiara, luminosa, cristallina, sincerità, si giudica, di una onestà e di una coscienza si scrupolose, quali sj sieno i difetti, che l'anima d'ogni artista ì svelata, nuda. Pitture su carta di seta, su serico lievissimo tessuto, die sembrano condola coll'alito : tenui paesaggi di chiarosi uro die sorprendono per la efficacia del facile mezzo esecutivo, luci ben rese senza grumose risorse, di materiale. Sono sette artisti, ma ne valgono molti : Ogata. Gokko {l-rstti a Jeddo), Arnky Kumpo, pittore di Corte. (Fagiano), Fukui Kotei (Quaglie fra crisa.nl.emi), Snto Shiyen (Cotonili ■ tra i\„ri di ciliegio), Suzuki Shonen (Nibbio su un albero), Kubotu Tosili • (Carpioni), lido, Shinshiclii (Veduta di Tagonoura)! Seinplici concezioni, temi elementari: dunque modernissimi (benché risalgano al 1897), se pensiamo che noi oggi siamo alla natura morta, tratta dopo tanti anni dagli educandati, da. Céznotie o compagni.' È d'altronde arte meno... matematica, meno certosina di quella di Grubicy e di Morhelli, a.lluininatori di un divisionismo che Previali sorresse trasmutato e a Predati giovò soltanto per via delle sue irreali fantasie. inddsugglubntmrcdleVaria e abbondante raccolta didattica insomma, quella die viene oggi — temporaneamente — offerta all'esame di artisti e di cultori delle arti e al diletto dd pubblico. Es-sa appalesa il bene G il male compiuto in un quarto di secolo traverso l'evoluzione delle tecniche, anzi nel tumulto del tecnicismo, in piena assenza di fondamentali criteri ideologici, contro le forze Iradizionali d'arte d'ogni Nazione, contro ogni sicuro sentimento di razza, contro ogni Citabile segno fìsiinomieo, contro ogni disciplina etnica, tras|>ortando le energie estetiche di un paese a confondersi con le sporadiche córrenti snobistiche di altri, creando, quel convenzionalismo cosmopoli, ia. che si modellò specialmente sui traviamenti francesi e clic fu causo di nocumento sopralutto per l'arie delle Nazioni che non avevano un passato. Varia e abbondante raccolta, la. quale è mònito, ìmn già a ritornare alle caduche forme che essa ri mostra, ma a/i evitare nuovi ermri e disorientomicnti, ari anno, nizzurc quanto rli vitale è in nostro possesso coi caratteri distintivi dell'età presente, a sentire della vita die fernir-utn e a impegnare nuova lutto colla materia per celebrarla: lotta degna per la ragiono priina e fintile, dell'arte ch'è lirica'; lotta al di la e al di sopra di semplici esperimenti tecnici: lotta dir- esaltò veramente il genio della stirpe. Soltanto, è appunto codesto genio, che varcati prima i confini della, re gione, poi quelli della Nazione, per l'arsi universale, ha dimenticate a, fmcft a poco le sue facoltà glorioso ed ."• caduti, in un uniforme espera 11 ti sino dal quale non so davvero se possano bastare-;] trarlo lo organizzazioni odierne di mostre etnografiche, di mostre individuali retrospettive, di botteghe d'arte ». .Ma ceno lo si crede. Purché il crederlo non beneficili unicamente colui che non si fa vedere: il negoziante. U. B.