La riforma burocratica e il progetto Giolitti

La riforma burocratica e il progetto Giolitti La riforma burocratica e il progetto Giolitti La riforma burocratica è il più grave problema del dopo guerra, perche investe tutto l'ingranaggio dello Sfato moderilo, ne modifica sostanzialmente le l'unzioni e le attribuzioni, segnando il passaggio dalla tendenza accentratrice inevitabile nel periodo bellico, alla tendenza decenti-atrice indispensabile nel petiodo post bellico. Si comincia da più parti a riconoscere che Io Stato ha esorbitato nell'estendere lu sua influenza a funzioni che era impreparato ad assumere o incapace addirittura di disimpegnare a beneficio della collettività. Era questo il problema più urgente del dopo guerra, e l'averne procraslinata la soluzione, creando a bella posta Commissioni su Commissioni, l'uria germogliarne dall'altra a guisa dei giocattoli giapponesi, costituisce uno dei nostri pili gravi errori. Bene t«- rutto quindi l'onorevole Giolitti ad assumere '•• diretta responsabilità della semplificazione e del riordinamento; è stato un decisivo e coraggioso posso avanti per una radicalesoluzione. L'on. Giolitti, rispetto a questo problema, aveva raccolto una ben triste eredità. L'estendersi delle funzioni dello Stato nel periodo della guerra aveva costretto a creare nuovi organi, nuove funzioni, nuovi controlli, —- ad assumere, senza un criterio rigido di selezione, un'enorme quantità di avventizi: da ciò l'elefantiasi burocratica, e il conseguente aggravarsi della corrispondente spesa sul bilancio. Quel che è più grave, e doveva risolversi in un inevitabile malcontento, si è che l'enorme sposa gravante sul bilancio dello Stato era. dovuta piuttosto al numero stragrande degli impiegati che ni miglioramento effettivo delle loro condizioni, giacché mettendo in correlazione il numero degli impiegati colle spese degli organici (allegato 23 dell'esposizione finanziaria Carcano), il compenso giornaliero medio dell'impiegato dai 1882 al 1915 sale da lire 1,77 a lire 5,50 lorde. E se il calcolo si prosecuis.se anche per gli anni successivi si potrebbe constatare che taie compenso medio giomaItero va poco al di là delle lire 10. Inoltre, il malcontento era aggravato dal fatto della sperequazione nel trattamento tra le varie categorie, poiché dei miglioramenti effettivi avevano beneficiato soltanto le categorie più numerose e organizzate, più temibili pei delicati compiti ad esse arridati. Un elementare senso politico avrebbe dovuto indurre gli uomini di governo, al cessare della guerra, a semplificare l'organismo burocratico, coll'elintinazione degli uffici inutili o non indispensabili, o prima di ogni altro a buttar via tutta la bardatura di guerra. Invece, come spesso suol avvenire nel nostro paese,' si è. cercato di risolvere la difficoltà, evitando o dilazionando ogni radicale soluzione, ricorrendo alle Commissioni, lo quali non hanno fatto che accumulare studi su studi. E intanto il malcontento ingigantiva; la soluzione si rendeva sempre più difficile. Ora, il progetto Giolitti, rappresenta il primo passo decisivo per una soluzione radicate. Dall'esito di esso dipende non solo il regolare funzionamento tlell'Amministrazionie, ma l'equilibrio stesso dell'economia nazionale e il pareggio agognato del bilancio. E, quel che é più, tutti i capisaldi del progetto si incontrano coi postulati fondamentali espressi negli stessi congressi della classe, degli impiegati. Che la riforma debba precedere ogni miglioramento economico, che debba sancire una più ristretta ingerenza dello Stato nelle funzioni della vita civile, che debbano eliminarsi uffici e controlli inutili, per devolvere le economie a favore degli impiegati stessi. Questo, infatti, è stato detto su tutti i toni nelle assemblee e nei congressi 'degli impiegati. Ma non creda il Paese che sia così facile prodiere sulla linea tracciata ila tale programma. Occorre che il .l'aeso stesso collabori a. tale riifomiu. spogliandosi elei preconcetti e delle abitudini del passato. Occorre anzitutto che l'azione dello Stato si limiti alle funzioni più indispensabili alla vita civile. E allora bisogna abbandonare la vecchia mentalità che induce a considerare te Stato come una Divina Provvidenza che a tutto provveda. Non. bisognerà, .il sorgere di nuovo esigenze sociali, conclamare l'intervento dello Stato, e dire che lo Stato deve far questo o quell'altro. Vi sono anche gli enti autarchici minori, le Provincie, i Comuni, gli Enti morali che hanno pure funzioni collettive da assolvere. Per una riforma organica e radicale occorrono operazioni chirurgiche di estrema delicatezza. La prima semplificazione deve avvenire al centro, soprattutto al centro. Occorre ridurre i ministeri e ridurre i compiti di ogni ministero. Anzitutto, ridurre il numero dei ministeri significa procedere pelili, via inversa a quella seguita sinora, poiché ogni Gabinetto ha cercato di crearne dei nuovi per allargare la sua. base pari imentare. Nessun danno risentiranno i! Paese e neanche i servizi se si unitichino i ministeri, ad esempio, di guerra e marina, di agricoltura, industria e lavoro; di finanza e-tesoro. Me. quel-erro più^auta ^allegge¬ rire il compito di ogni ministero; la funzione di e?so deve essere una funzione coordinatrice; il vero lavoro utile si compie negli organi periferici, provinciali, è si deve compiere, in piena, autonomia, perchè deve rispondere alle esigenze degli ambienti regionali. Tanto più che sposi-are dal centro alla periferia parecchio delle attribuzioni significo avviarsi a quell'ordinamento regionale delt'amministraziono, la cui necessità fu affermata dai nostri, più- autorevoli uomini politici. Abolire i sei-vizi non riconosciuti indispensabili o assolutamente necessari : ecco une dei capisaldi essenziali del progetto Giolitti. ma lo appoggerà il Pneso in quest'ardito intendimento? O non assisteremo a comizi di protesta, a intervento di sindaci, eli deputati e di senatoi'i, quando si tratterò di elimina.!* dai centri minori organismi non.rive inutili, dannosi? Non abbiamo visto quali agitazioni si sono avute per la sola presentazione del "progetto Mortara per la. riduzione delle Preture.' E non avverrebbe le stesso se si trottasse di attentate alla vitr di qualche .superfluo sottoprefettura, d qualche ufficio finanziario, di qualche scuol.media con qualche diecina di alunni, forse anche di qualche Università'.* Sapro ii Paesi persuadersi della necessità di subordinare gli interessi particolaristici o locali a qucll generali della Nazione? Ecco il principale scoglio da superare. Altra Importante disposizione del proget to é eli stabilizzare almeno per un decemnic lo spesa per gli organici, con garanzia pe Paese che non si supererò lo somma relati va ai ruoli dei 1921. E tutto dipenderà dal l'estensione che nell'ai illazione si darà allt riforma, perchè, se si dovesse procederi con criteri veramente radicali, si potrebbi benissimo ridurre olio metà lo spesa totale anche aumentando notevolmente lo stìpen dio dogli impiegati. QuaiUo.agli impiegai esuberanti, sia dispensati, sia collocata li disponibilità, il progetto fa. loro cenio trai tomento. Un c-iiierid.-aiienlo solo si rend. necessario per ragione di' giustizia,, ciòche la loro pensione sia calcolata non gi: in buse allo stipenrlio eli'ettivomerite perce pito negli ultimi 12 mesi, ma in base i quello cui avrebbero diritto per la rifornii del 1910, giucche móltissimi non percepì rebbero che nel 1923 il loro stipendio régc lare. E,, ancoro, una, radicate innóvazion contribuirebbe mi alleggerire il- compia dello Stato: quello eli trasformare graduai mento l'attuale pensione, che è-un oner grave per l'Erario e uno schiavitù 'per 1 impiegato, in un contratto di assicurazione Provvido' è anche il divieto di assumer nuovo i>ersùnàte sino a che i provvedirnent previsti dal progetto non abbiano avuti vigore. Ma la disposizione che corrispond a un criterio atto di giustizia che do tom po la stessa classo degli impiegati uyevi indarno reclamala., è la perequazione degl stipendi nei vari gradi della corriera pé tutte le amministrazioni. Ciò, mentre in" pedini elie vi s.an.i categorie privilegiatr sull'orma delle quali le altre meno fortuna te si agitino continuamente per raggiunge re ie stesse posizioni, eviterà d'altra pari lo grave iattura della diserzione dagli ul fiei meno rrni une roti. Questi sono i capisaldi della, riforma, eh si accordano mirabilmente coi ' desideri e spressi dagli impiegati. E allora qunl'è. c grumo si domanderà, lo ragione dello cor: teso ileliotlierna agitazione V II dissidio e-r solo nella misura, nella decorrenza, nel! continuità dcll'accorcir» provvisorio da dars agli impiegati iti attesa del lìegolament definitivo. Certamente, iiò che ha inasprk gli .animi è stato il ritardii nelLoffrontar 10 soluzione, poiché chi si trovo di front a gravi necessità della vita che lo spingon o guardare con occhio invielo la situazion dell'umile operaio, non ho spesso lo paziei za eli aspettare. cito ■!»: bis dal. Ma, s si consideri che l'on. Giolitti è oncìa.lo o tre i desideri degli stessi impiegati — pei die nell'art. 8.del Progetto éjisrxme che 1 attuazione' dei provvedimenti, cioè i miglic i-amenti in parola; abbiano effetto dal li gennaio 1921. mentre il Comitato d'azión 11 esigeva solo rial Lo. marza; se si cons dori'che il Progetto sarà, 'presentato co carattere d'urgenza.; se si consideri che 1 2f!0 lire chieste por quel .periodo di lernp anteriore aU'aJtuazia'.ie dai pi'ovyedimeiit mentre rappresentavano uii onei;e grave pi lo Stato, erano un palliativo clic non riso veva nulla, anzi, aggravava Io spereqUi zioni non soltanto fra le varie -ntegorie, m tra gli impiegati eli una stessa categoria se si consideri tutto questo si deve arguii che c'era urrà sproporziono nello ragion elei contendere. E*.quindi da augurarsi cti gli impiegali stessi, deferita oramai. I questione 'al Pitr'ani"ii", ove essi contati anello validi '-''stenil;/ . i !:o,cptliètiei la loro :i'.'!ta:'i-!t • '•<■". • forum l^a'ii e eoi • i- - ;• »11'■ -I -' mi.>i-'ita : '-"ui'MptrAiiv? !••>•.. millesimi i-»»i unlenica.ueulc nrOHi gnata. Prof, FRANCESCO COS

Persone citate: Carcano, Giolitti