L'uomo ch'è un giornale

L'uomo ch'è un giornale L'uomo ch'è un giornale {Nostra corrispondenza particolare) LONDRA, maggio. ; rA' volto ppp'do le poste (ahimè, chi non :ha peccali scagli la prima pietra), oppure una fitta nohhia avvolge i binari che intersecano il Lancashire, e il postino o il giornalaio annuncia che il Manchester Guardian non è arrivato. Allora, fino alla prossima distribuzione, ogni uomo che a Lon'rlra si occupa di politica si sente come una seggiola a tre gambe. Gli inanca uno dei più validi tibt consistavi per assidervi i suoi giudizi definitivi sulle questioni del giorno: forse il più solido. Perche, tra lo altre virtù, il grando foglio di provincia, con la cui London edilion distinta da uuna unghiata d'inchiostro rosso tutti siamo !in quotidiana dimestichezza, possiede quella fondamentale di essere indipendente. Indipendente senza restrizioni neanche mentali, da cima a fondo. : L'indipendenza, nel mondo giornalistico inglese, non è più diffusa ed effusa com'e!ra una volta*. Ne fa testimonianza una rivista conservatrice, epperò non sospetta, la jqualo si lagna che la coalizione lloydgior|giana al potere si sia accaparrato abbastanza direttamente l'appoggio d'una quantità dt gazzette.' — <c Non resta quasi più, — scrive, — un giornale davvero iudipèn!ó>T»te> nelle isole britanniche. In Iscozia ha Coalizione ha praticamente già messo ile mani su tutt'i fogli disponibili, ed e lora affaccendata a fare altrettanto nel 'Galles ». — Esiste, è vero, il grappo dei Igiornali northclifflani, un gruppo nume Iroso e formidabile; ma di ognuno dei 'suoi membri si sa. che dipende da una per'srxna sola, Lord Norlhcliffe, benché questo, isenza dubbio, non dipenda da alcuno. Ad logni modo, anche gli argani northclifflani, |e qualche altro con loro, hanno certo ii dijritto di passare por indipendenti. SenoiiIchè, la coorte dei fogli che la Coalizione [governativa ha legati al suo carro è imImensamentc più numerosa. Oltre i praprieitari reali e fittizi dei giornali, si sono infeudati anche i commercianti e i maiiifal'turL«ri di carta. L'accapariumoiìio ò Fiato facile a causa l'delle cattive acquo in qui finanziariamente vennero a trovarsi negli ùltimi tfodici incisi anche moltissimi fra i più noti periodici (britannici. Quattro soli dei tanti quotidia Ini londinesi riescono, — o almeno riuscì'vano fin qui in ultimo, — a mantenersi utItivi, e non più di due o tre degl'innumeri iebdomadari. Perche'.' La rivista che attesta 'tutto ciò ne assegna la ragione precipua lalle costanti richieste di maggiori paghe l'da. parte-dì tutto il personale, specialmente •'quello tecnico, e alle quasi invariabili aoIcettazioni di queste domande La diagnosi 'è forse unilaterale e partigiana, ma c un |fatto che il malanno delle perdite è venuto Idiffondendosi epidemico nelle amministraIzioni giornalistiche. I n importante foglio Idi provincia, che ha dovuto lasciarsi asjsorbire da un riyalc (e tutti sanno che coIsa voglion dire'questi assorbimenti) non Iha esitato a mettere i conti ih tavola. Sino ;a qualche anno fa, esso ora attivo. Ma poi .Ile spese vennero aumentando in modo da 'sproporzionarsi disastrosamente agl'incas. isi. Così, mentre il giornale, nel 101-:, spese jin salari, stipendi o carta la cifra indice dii cento, nel 11120 speso trecento in salari, duecento settanta in stipendi, e cinquecento in carta. Gl'introiti salirono pure, ma tutt'altro che a sufficienza. Dalla, vendita •e dagli annunci, quei giornale ricavò cento nel 1914, mentre nel 1920 non riusci u ricavare più di 192 dalia vendita, e di 330 [dagli annunci: un evidente sbilancio in rapporto con lo nuove spese, j Ora., sulla o-itire :.i tentazione come la 'gafflriMfià -ii-rpi.iiiiw. ne-lì'asienda d'un gioraittìs;; 2 ftoirJió dodi T-'-incavano, intorno BaaBitóof.3*iiori,; jx-ijuiosinjKtti, gli ac! •.•uust'ratf/ tm-te^irfii/^ar conto non imipmia <c:i cJii, isj.-vcnutaw cnapussi, amalgatninriinTri te 'icSinyiliiKseili'J senza numero. 'H.'mfta .lii'ii cjiia. ìbi noni pochi casi, sia per nrwitir d- oer nHro. si riscontrò che il mutamento della- proprietà d'un giornale può mitfuorargli la tratura- e l'afflusso degli annunci, ancho quand'osso perda un pò dfrtlhr sua anima.' 11 guaio i: che molti Uh;tniperdut.'i< tutta; o tanti di questi giornaiiftlUthe- rappresentano una forza possentnr nell'organizzazirine deilo Stato, si .wutgono- ama.lgarnaniio in un sempre ìvunoiv.numero di inani, - spogli ormai della fnxm-Hà d'agitare quella, diversità d'opinioni; che l'interesse pubblico in regime democratico' non può voler soffocale.1 i ^tì-questo- tifone che ogni giorno trascina un nuovo foglio entro il vortice d'interessi ■ particolari, il Manchester Guardian , ha 'resìstito o resiste come il m'urazzo di un ifaro. Ma il segreto di questa resistenza, iChe si risolve in una formidabile fama •«rindrpendeDza e in un'autorevolezza sen;za eguali, è venuto universalmente alla ;luce solo in questi giorni, quando il Guar\dian ha celebrato il centenario della sua fondazione. 11 gran, pubblico ha conosciuto allora, e soltanto allora, l'uomo ch'è il •Manchester Guardian. Perchè un giornale veramente tonte non può essere che un uomo; e l'uomo che da ormai mezzo soicolo è il Manchester Gnardian è Charles •Pcestwich Scott, tout court, senza titolo !di sorta*. Sapevano di hri parecchi Primi Ministri, consci della sua potenza e gelosi delia sua amicizia; conoscevamo aimena di vista, noi gente di giornali, il vecchio scozzese dal naso aquilino e dagli .bechi penetranti sopra un'ispida barba alla Cariyic; ma il gran pubblico quasi ignorava questo, cha senza dubbio è il piùintiero 'e grande giornalista inglese vivente. Ci è voluta una celebrazione inevitabile per tran» alla ribalta questa buona 'ei benefica potenza di retroscena del giornalismo britannico. E si è visto in qual modo egli sia un indipendente. : É» da «^nqnant'anni direttore e padrone assonato ed esclusivo del suo giornale. Da cinquantanni vi lavora egli medesimo quasi ogni notte, e lo regge come si regge ima famiglia E i suoi stessi figli non sono stati allevati che a vivere per il giornale; npp di essi lo amininistra, un altro è fra gli scrittori dei suoi- articoli di fondo, un Itarzo, quando morì, era il suo redattore Una volta, fenomeni simili, (fi provincia, eran isusytì.- li harrao'spazzati Krande giornalismo dov'esser ben altro che un piatto di taglierini in famiglia.* Il Guardian c l'ultimo foglio che qui in Inghilterra sopravviva sii questo basi quasi casalinghe. Ad onta delle quali, si pormotto peraltro d'ossero un grandissimo giornale anche tcciucaniento parlando; il meglio pulsante di vita intellettuale e culturale fra i confratelli inglesi; Il più fresco e fitto d'idee; quello che parla più spigliato e libero; quello che ha piti coraggio di tutti; che più di tutti sorba fede, ai suoi principi!, liberali senza tiramolla; clic meno dì tutti indulge allo pomposità dei trionlli, o'tollera prepotenze nel paese o nel mondo; e che, inoltro, è anche il meglio scritto. Naturalmente, non il più ricco. Trincerato in questa anacronistica e possente impalcatura patriarcale d'un organo modernissimo, il vecchio Scoti, — al (inalo sotlanlaeiiiqiie anni di vita giornalistica vissuta in onestà permettono ancora di scriver meglio d'un giovane, — guarda sereno il vorticare disi confratelli. Gli sembra che, anzitutto» quali che siano le suo vedute o il suo carattere, un giornale debba avere un'annua sua propria, e clic tutto il resto importi meno. — «Pure, in questi giorni, » soggiunge, « i giornali, corno le altre industrio, tendono verso l'amalgamazione. Sviluppandosi la .loro funziono eri espandendosi la loro organizzazione, lo loro spese sono venute crescendo. I piccoli giornali hanno avuto prove durissime; molli sono scomparsi. Al loro posto sono sorli organismi giganteschi che controllano interi battaglioni di periodici di vario genere, e finanche di diverso o contrastante indirizzo politico. Il professo può essere inevitabile, ma eorlo ha degli svantaggi. Col crescere dell'organizzazione, I elemento della personalità può tendere a dissiparsi. E' nà molto saper diligere bene un singolo giornale; c probabilmente al disopra delle forze di qualunque uomo, o gruppo di uomini, dirigerne con pari successo une mezza dozzina. Non bisogna pero esagerare il pericolo, giacche il pubblico non manca di discernimento. Esso riconosce, quando le incontra, 'io voci autentiche della coscienza, p della convinzione, ed ha acuto l'intuito di quel che va accolto e di quel che va scartato » — Poi esorta a star di buon animo quelli ■mano ancora il giornale di vecchio che l'po, conio il Guardian. -- » per aver successo, e per meritarlo, don hanno clic da faro i loro giornali abbastanza bene, ricordandosi che le risorse di un foglio non si possono computare tutte in lire c cen¬ tesimi. Occorro un certo grado di competenza, o quello spirito di coopcrazione che, attraverso l'intiero personale, può venir ispirato soltanto da un ideale comune. Vi: gonio la. quale credo si possa condurre un giornale con la facilità con cui si attizza, il fuoco, e che la coltura., il tirocinio e la vocazione siano doti superflue. Ci sono stati, in base a siffatto idee, non pochi esperimenti, e non hanno avuto successo. Occorre certamente, per incominciare, la competenza amministrativa che è necessaria in ogni vasta improsa, ma si erra presumendo che la parte amministrativa d'un giornale debba, dominare, come talvolta accade, non senza, spiacevoli sequele». — L'impronta dominante, egli ri spiega più oltre, è quella, che soltanto il carattere può dare a un giornale. — " Questa ò una cosa sottile, di cui non si può molto discorrere, ma che piuttosto bisogna sentire. E' un lento deposito di azioni o d'idealità del passato. l'er ogni uomo, è ciò che di più prezioso egli possiedo; e, cos'i anche per un giornale. Implica, fondamentalmente, onestà, decenza, coraggio, cquiità, senso del dovere verso i lettori e la comunità. Un giornale è di necessità una specie di monopolio, e il suo primo dovere ò di sfuggire alle tentazioni del monopolio. Il suo primo compito è di raccogliere notizie: e a. rischio della, sua anima devo procurare che là fonte non sia inquinata. Nò in ciò che pubblica, nò in ciò che non ■ pubblica, o neanche nel presentar lo notizie, la verità dev'essere, offesa. I commenti sono liberi, ma i fatti sono sacri. La cosiddetta «propaganda» <■■ odiosa. La. voce degli oppositori ha il diritto d'essere udita non meno che quella desìi amici. Anche il commento va assoggettato a ritegni. E' bene essere franchi; meglio ancóra essere equi ». Su queste lince il vecchio Scott ha garantito per mezzo secolo le sorti del suo Guardian, il più distinto e attendibile, nonché il più intelligente, foglio di quassù. Non gli ha assicurato, al tempo stesso, alcuna miniera, d'oro. Si contenta d'andare all'ufficio in'bicicletta, — ancora oggi, impavido, nel mezzo del gran traffico di Manchester, — anziché tenere una mastodontica limousine alla porta, come fanno alquanti suoi colleghi di Londra. Gli basta un giornale ricco d'idee, di pagine e di supplementi, ma relativamente non ricco di profitti. Ed è forse anche per questo che molte volte, qui a Londra, la verità arriva da Manchester. Mirror

Persone citate: Dalla, London, Scoti, Sino

Luoghi citati: Galles, Inghilterra, Londra, Manchester