à dove mancò azione di comando...

à dove mancò azione di comando... Il 1 ì "oro «11 Cadorna à dove mancò azione di comando... La sconfitta da noi subita nella primari del '16 nel Trentino, quando gli Au•iaci giunsero in vista della pianura veita, arieggiava in parte il futuro disaro di Caporctto ; il Carso, con le sue unii atroci battaglie e il conseguente logonento di torze materiali e morali, eoa progressiva consumazione dell'esercito, è.la preparazione diretta e irreparabile, catino e Carso, quale per un verso e lale per un altro, spiegano Caporetto: cui possibilità però — mi ri ferisco al 10 precedente articolo sul libro del Cadorx — e con la possibilità, insieme, Firrétrabilità, erano già implicite nel piano .i-.ilegl*o ideato e tentato dal Cadorna lesso, na erano conseguenza logica e itale. Imprendiamo l'esame del libro cadorniao. La guerra alla fronte italiana, e veiarno come l'ex-capo di Stato Maggiore .-tpone, giustifica, commenta il suo opera.). Ancora su la base delle documentazioiì da lui stesso forniteci, noi fondiamo a nostra critica. Cadorna aveva iniziato e conduceva la .ucrra secondo quel suo quanto mai semplicistico,' elementare piano dell' attacco contalo su tutta la linea, dallo Statato ni oare, o per lo meno su la più gran porte ti essa, dal Cadore al mare, jver l'arco del •istenia montano Carnico e Giulio. Non ira, come ho già altra volta dimostralo, non orsi questo un piano di guerra, nel senso intelligente dell'espressione ; e non iveva casomai, per nessun riguardo, nessun valore positivo: non era notevole che per ima qualità negativa: escludeva cioè ogni possibilità db manovra — e dato che 'n Ruerra, strategicamente, soltanto nella manovra è il segreto del prevalere sul ne mico-, per questo appunto escludeva anche unrossarinmente, il successo. Escludeva iunqiie ogni possibilità di manovra per parte nostra, in minuto '••^nojmava costnn-mente su una prima linea, dì sproporzioiata estensione la quasi totalità delle notre forze egualitarinmente sparse; sor inevitabile conteapposto, lasciava al nemico l'agevolezza d'ogni manovra, glie ne lasciava l'iniziativa e la più libera '.celta nello spazio e nel tempo. ^L'esercito ìemico nt.tanagliaio, costretto dalle nostre eccessive offensive, è una delle fole più .:orcenl.i a più inconsistn•',,> r>v>«> la pseudo lattèratura guerra.iola abbia messo in gii-o. Non ora di meglio delle reiterate of ensive cadorniane, così sistematiche « ■usi indelimitate, così simili le une alle Jtre o tutte così senza preciso scopo, per ìòriferina al nemico, quando vi avpsse somnari ainnnte riparato, una più che decreta (berta di atta e di movimenti. Un'ora dopo .'offensiva cadomiana sferrata, lo Stato Maggiore dell'altra parte poteva appressi nativamente valutarne la minaccia, calcoare i' ripari necessari a contenerla, mis.uare dove e quando si sarebbe arrestata, e ira re la somma dei danni che ne avrebbe icevuto: in quanto, dato sempre il piano onorale di guerra entro cui l'offensiva stesa era, non inquadrata, ina effusa, essa lon poteva dar luogo a nessuna eccezionale orpreso. In tutta la guerra infatti, un'adone unica, per parte nostra, di sorpresa : niella che cesto al nemico la perdita d Gorizia. Ma quell'azione esce, in certa giti-a, dal quadro strategico del Cadorna, sta .ampletamente a aè come episodio sporadico; o soprattutto va considerata come 'ina fortunata combinazione tattica, il cui nerito non tanto risale al. Comando Sutiriamo, quanto si limita al comandante lo o?*e, che no fu il vero ideatore e promo jre. Qualunque giudizio si possa apporta •e su colui che fu in seguito il comandane della Seconda Armata, e che allora era semplice comandante del* Sesto Corpo d innata, cioò sul generale Capello, bisogna tur riconoscergli questo singolo merito ijprsonale: d'essere stato lui il vincitore «ella battaglia di Gorizia. E se mie •la battaglia non ebbe le maggiori conse jueuze che doveva, e che il Capello aveva ragione di sperare, e cui egli tendeva, fu difetto, angustia di vedute e, per manco 11 fiducia nel successo, deficienza di pre niraxione a sfruttare il successo stesso por parte del Comando Supremo, il quale non aveva, questa volta come sempre nreordinato idonee riservo di forze ad ali montare il combattimento e l'avanzata ol ro i primi risultati ottenuti-, non aveva saputo prevedere al di là. dello scatto ini 7.iale e della fortuna di esso acciuffata in ;ia giorno ai capelli: — il che risulta dimostrato ed evidente dal raffronto tra la narrazione del conquisto dì Gorizia che il Cadorna fa nel suo libro, e quella che già ce ne documentò il Capello nelle sue Noie di guerra. •*• Ma torniamo al Trentino. A questo n guardo il Cadorna tenta, scaricarsi d'ogni responsabilità adducendo due argomenti t-ocondo lui sostanziali, a sua discoi pa. L'uno argomento è che egli sarebbe aitato ingannato dai rapporti del comandante della Prima Armata, generale Bru salii, sul carattere, ' su la compiutezza, su l'efficienza della sistemazione difensiva della zona. L'ex-capo di Stato Maggiore-insiste su. questo argomento; e tra l'altro scrive: «Il 21 aprile (1916), in seguito a richiesta del Comando supremo, il Comando •.Iella l.a armata trasmetteva una relazione svila sistemazione difensiva del fronte Val iagurina-Val Sugana, la quale concludeva ditìhiarando che la consistenza degli apprestamenti difensivi nella zona Val d'A dige-Val Sugami è considerevole e perciò tranquillante rispello alla resistenza che i medesimi potranno opporre ad un poderoso attacco nemico. In quella relazione si diceva che « in Val Lagarina esistevano cinque linee successive; pure cinque linee attraverso la Vallarsa e la Val Leogra; quattro linee nel settore tra Posinn-Astico e la cresta dell'altopiano; infine sette linee sbarravano la Val Sugana e cinque linee chiudevano, la Valle del Cismon ». In realtà lo stato complessivo dei lavori era ben limili dal corrispondere a quella dichiara~lone E in una nota il Cadorna aggiunge: « Questa relazione era accompagnata da una. carta sulla quale erano trac«•iule con diversi colori le varie linee difensive. In realtà, quando, pochi giorni dopo, eseguii delle ricognizioni ' sul terreno ebbi a constatare che. all'infuori delle line'' avanzale, esisteva poco più dei colori tracciati sulla carta ni... p0i, più avanti aggiunge ancora: «... Negli ultimi giorni di aprile» (aprile del J916: non più, dimoile, di un paio di settimane prima dell'nt tacco a .siriaco!) «io iniziavo un giro d'ispozi . , lungo la fronte della l.a armata per .issicurarmi del modo col quale era I alata organizzata la difesa. Reeotomi nnI zitutto in Val Sugana, constatai che la siI stemazione difensiva non corrispondeva ai concetti suesposti.... » (concetti del Comando Supremo, di cui il Comando della Prima Armata aveva parantita, data anzi come effettuata l'applicazione) «...Anche in Val Lngnrinn ebbi a constatare analoghi inconvenienti... Sugli altipiani... le linee retrostanti alla prima erano di poco o nessun valore fortificatorio. Sull'altopiano di Asiago lo schieramento (-'«no artiglierie aveva carattere eminentemente offensivo, in relazione alle precedenti operazioni, ossia tì-a molto avanzato. Appena accentuata si la minaccia nemica, sivrehbe dovuto con>Srìì«rliiin snhiai'amerito difensivo, e venire psrstrcdntngfhpc perciò sensibilmente arretralo. Ciò non fu fatto, ed allo stato delle cose conveniva lasciarlo qual'era, perchè la trasformazione richiedeva tempo ; e l'attacco nemico poteva sferrarsi da un giorno all'altro e coglierci n crisi... ». Tutto ciò è enorme ! Alla vigilia dell'attacco nemico ili grande stile, soltanto allo, ra, il capo di Stato Maggiore, si prende cura di sincerarsi dello reali condizioni della fronte di' una sua annata ; e scopre nientedimeno che i rapporti del comandante dell'armata su tutto l'assetto difensivo della zona erano completamente falsi! Alto più grave d'accusa contro il Cadorna noi non ci siamo mai attentati di rivolgere, di questo, che egli candidamente formula contro sè stesso, li come mai egli ha potuto presumere di aver trovato qui un argomento a sua difesa? Per un comandante in guerra, quale responsabilità più tremenda che il trascurare fino alla vigilia di una battaglia decisiva, di prendere conoscenza diretta del terreno, di accertarsi rlell'andamento e della consistenza delle proprie difese per tutto un essenziale settore della propria fronte, di ignorare la realtà effettiva di una buona parte della iropria fronte, e precisamente di quella ch'era logico presumere sarebbe stata aspramente minacciata? So queste non sono, e sieme con queste il dovere del controllo indianamente costante e vigile su l'azione e su lo informazioni dei propri dipendenti, quali sono dunque te responsabilità elementari di un comandante? E quale colpa si può quindi considerare maggiore dell'averle trascurate, dell'essersene disinteressato? - 11 Cadorna tende sì a insinuare che sussisterebbe colpa maggiore: precisamente quella del comandante della Prima Armata, del generale Brusati, quale, secondo appunto le affermazioni di lui, Cadorna, avrebbe tratto in inganno il Comando Supremo co' suoi falsi rapporti su l'assetto difensivo della fron te...- Ma in questo caso, se è vera l'affermazione cadomiana, diventa ima patente ingiustizia il provvedimento dell'esonero dal comando preso nei riguardi del Brusati: un comandante di armata in guerra che si renda reo di un tal crimine, non lo si manda graziosamente a casa: lo si invia al Tribunale di guerra: non lo si mette a riposo : lo si caccia davanti a un plotone d'esecuzione, E questo non giustifica fin cora in nessun modo il suo superiore diretto dal non averne saputo o voluto in precedenza controllare l'operato, non sgrava in nessun modo il superiore stesso — cioè, in questo coso, il Cadorna — dolla propria responsabilità, non sminuisce punto la colpa sua personale, d'ignoranza e di negligenza, dell'aver mancato in informarsi, in provvedere, in riparare tempestivamente. Che tale, indipendentemente da qualunque responsabilità d'ogni comandante in sottordine, era suo primo, preciso, inderogabile dovere, dovere di capo di Stato Maggiore, di responsabile cioè di tutto l'Esercito, di tutta la fronte, di tutto l'andamento deUa guerra '•*-» 11 secondo argomento addotto dal Cadorna a sua presunta difesa per il rovescio trentino, è in risposta all'accusa portata contro di lui ancne dalla Commissione Parlamentare d'Inchiesta nella sua Bela aione; a cioè di non avere sufficientemente provveduto a riparare la minaccia austriaca, nemmeno quando essa più urgeva; e di non avervi provveduto per la sua intestata incredulità, nonché nella consistenza, nella possibilità della minaccia stessa. Il Cadorna sostiene, e per questa parte con elementi di giudizio che (potrebbero riuscire abbastanza convincenti e validi, se i fatti non li avessero poi contraddetti, sostiene com'egli avesse ragione di non dare credito all'ipotesi di un attacco in grande stile degli Austriaci dal Trentino; ma afferma anche che, pur non credendo all'attacco stesso, egli preso tutte le disposizioni necessarie a pararlo e a respingerlo : tanfo; vero che l'attacco, ne' suoi fini ultimi, falli, rompendosi ed esaurendosi contro la nostra resistenza. Ora, è troppo palese che, come nel rifiutare l'ipotesi dell'attacco austriaco il Cadorna si fondava su un suo personale ragionamento a priori, nel citare a prova della perfetta efficienza dei ripari da lui apprestati il dato di fatto del mancato successo finale dell'attacco stesso, egli fonda la sua difesa su di una argomentazione esclusivamente a posteriori; e che per essere tale, non prova nulla. E infuori da questa considerazione, che si riferisce al mancato conseguimento per parte del nemico dei fini ultimi della sua azione, resta sempre il fatto del rovescio, sia pure parziale, sia pure contenuto, ma reale e perniciosissimo, da noi subito in quella circostanza. Ad evitare questo rovescio il Cadorna non aveva provveduto e non provvide. Ma a questo punto egli ritorna al primo* argomento della sua difesa: all'essere egli stato falsamente informato sulla effettiva consistenza della fronte Trentina fino alla vigilia stessa dell'attacco, nemico, e al non avere potuto quindi prendere, in vista di onesto, se non improvvisati provvedimenti d'urgenza, costretto d'altra parte a subire mi andamento e una sistemazione delle linee di resistenza diversi da quelli che avrebbero comportato i suoi concetti e i suoi piani per la difesa di quel settore, e per cui la difesa di quel settore si ricollegava con la vicenda della guerra su tutta la fronte, rientrava nell'insieme del suo piano strategico. Ma anche noi ritorniamo a quel primo argomento addotto dal Cadorna per la sua tentata giustificazione : abbinino già veduto quanto esso valga, abbiamo veduto convesso naturalmente e necessariamente si ritorca nella più grave delle accuse, com'esso contenga implicita e irrefutahile la condanna dell'azione, o, meglio, dell'inazione cadorniana. ••• Una cosa ancora si dive dire, è assoluta giustizia dire, rievocando la battaglia del Trentino. Se Cadorna non seppe in tempo apprestare le difese c concentrare le forze che sarebbero state necessarie a impedire il rovescio; ina se jioi gli riuscì d'impedire le peggiori conseguenze del rovescio, di arginare l'irruzione nemica prima che sfociasse e si spandesse nella pianura veneta; questo è risultato soprattutto, forse esclusivamente, dal valore e dal sacrificio dei soldati, che là dove lo difese mancava no, là dove mancavano rafforzamenti e ripari, trincea viva fecero di se stessi, argine fecero, contro l'invasione, de' propri petti. Bove intelligenza e preveggenza e provvidenza di comandanti erano tutt'in sieme mancate, là supplì o provvide e ri parò l'eroismo dei gregari, dei più unni., virtù di popolo, bontà di nuello che nell'ai race vocabolario bellico si definisce con l'espressione burocraticamente cinica di » materiale umano » : quel « materiale umano » che Cadorna andava disperdendo senza misura nelle insensate offensive sul Carso, che doveva, ancora sul Cai-so e su la Bainsizza. logorare sema scopo n^ frutto, Interminabilmente, consumare allo stremo: sicché, esausto «materiale uni no », potè parere deficiente quando la manovra nemica, riuscita solo u mezzo nel Trentino, si rinnovò inoslio preparata e ordinata e condotta, e riusci al suo scopo finale, terribilmente, con Cnnorotto. ' MARIO BASSI tvncodnde