Ritornando all'Esposizione d'Arte

Ritornando all'Esposizione d'Arte Ritornando all'Esposizione d'Arte Valentino E' inutile, e forse dannoso, il volersi illudere. L'Esposizione artistica al Valentino sofre di pletora. Come certe spose di villaggio per venire in città, essa si è messa truppa liincaglieria addosso. A non contale intatt0 duo esposizioni individuali di Giuseppe Rici e di Mario Calderlni, le opere esposto sono 44. Numero eccessivo, evidentemente, pouna mostra che non può aspirare al titolo dnazionale e neanche a quello di regionaleroppi fra i nostri artisti essendosi messi in disparte. A Roma il numero delle, opere rifiuale raggiunse la percentuale del novanta peento. E" vero che, malgrado tanta severitàneanche la biennale romana sarebbe gran osa ove, a puntellare l'edifìcio, non giovasero le travi robuste di alcuno raccolto dgrandi maestri morti. Qui, invece, una mera almeno dei lavori ammessi avrebbe potuto riornare senza danno, nò rimpianti, nella dicreta, penombra dei cantucci casalinghi, donde era uscita. Il paese dell'arte sarebbe dunque diventato, nei .pensiero di moltissimi, ipaese di Bengodi? Operò nelle quali è fatica precata ricercare una qualche traccia di peniero' o di poesia: studi inconcludondi, uve ivero e evocato soltanto per farne strapazzoegni d'una fatica (non oso dire orlo induiamosi a provare qualche posa oleografleameiTte provocarne, come una mondana sciupata corca innanzi lo specchio una. smornetta ggraziata... E non è neppure l'edera, che. almeno investe di verde la nudità del tronco: è quaìchecosa che può farei preferire nude le areti della mostra. Perchè l'edera non sofoca la quercia, mentre ciò che nelle esposiioni è assolutamente al disotto della mediorità usurpa nell'attenzione del visitatore iosto delie cose migliori e la stanca. Si suole ire clic il pubblico sa distinguere, sa sceveato il grano da.l loglio. Ma. allora dove la deantala missione di coltura delie esposizioni? Se pubblico non è educato ad un concetto elementare di bellezza, come, potrà distinguere? \\>n sempre accade che corti artisti riescano fare una caricatura di se stessi, o ttiù ileoro duci e maestri, come tanti modernistiulturisti, dandisti e che altri Dio voglia, racolti in una delle salo dell'esposizione. Poihé si tlirebbe che questi sono 111 vena dcherzare: ma gli altri fanno sul serio... E erciò sono più dannosi. Con queste premesse, e quando — come fecià — si c cercato di porre in luco una setantina di opere, quale soddisfazione può conedere ancora l'andare rivangando nel caalogo i dimenticati e i dispersi, come per lo igne vendemmiate si va cercando qualche rappolo superstite? .Tempre gagliarde di artisti, come quella di Vittorio Cavalièri, non hanno d'uopo di nuova ode, quando, conio oggi, btista.no ad esse pohi centimetri di assicella per riconfermare utta la robustezza di un'arto nutrita di coore e di sincerità, superbamente rude; [littori ome il Levis, possono ottenere largo conenso di simpatie attraverso il fedele, apostoato Delletinesco, nella, scelta e nel taglio dei motivi, grazie un faro rapido e sicuro o piaevole, ma oramai con decise tendenze al neo; valori innegabili, come il Boccalatte -ure cosi solido o penetrante nello » studio er un ritratto » — mostrano di avere anche ssi bisogno d'una buona rinfrescata alla loo tavolozza. E ppi?... Una signorina che cende nell'agone, ancora timida, ma già nurita di viatico sostanzioso, come Maria Teesa Serra, ci da. uno studio ili lesiti di prolo, che per gioco delicato del chiaroscuro, or saldezza di costruzione, per gustosa rierca dei piani sembra creata apposta polarci deplorare un fondo, capace di svalorare pere ben più forti: Petrella da -Bologna ci i fa innanzi con atteggiamenti di moschetere, simpatici e vivi sin là dove l'ardimento on isconfina in un acre spirito di ricorra stentata del nuovo o del meno vecchio; altri, ome Mario Berlola, a tratti duro c monotono, tratti saldo e penetrante, e più ancora il arbero, cercano evidentemente di staccarsi a un'arte che delle cose dà l'aspetto esteore, ma di esse non ci rivela l'anima; menre il Corompal s'accontenta di un piacevole motivo decorativo, abilmente reso, o cosi fa ederico Michele, olio dei meridionali ha tuta la facilità e lo tendenze leggermente oleorafiche. Violenza sana negli effetti di lumi-osilà. sinceramente decorativi, è quella diMeselloi Merlo. Non declina. Eso Pelnzzl, tua erto l'anno scorso ci apparve più felice nei motivi, e forse più sostanzioso. Ed ebbe tn»menti più gustosi por (spirito impressionista 'una schietta sagacia 11 Ouarlotti. Una testina, dipinta con amore di fiammino, su un brutto corno, ci dà il Garrone; di ecoroso Bonifanti ini basta notare la visioe, cosi delicata nel chiaroscuro, d'un piccolo aesaggio nevoso, e qualche altro studietlo; el Mcnnyey non manca qualche accenno quel senso di poesia, di cui lamentai ia mancanza quasi totale in questa esposizione; ngiola Meticci, Emilia FerreUini-Ilossotti, Iti n unii aturi sta • Cedila Musatti, Itosina 'Ines, cranna Ciuarlottl Rossi, Irene Mazza Guari, e poche altre pittrici rappresentano, coliti erra e coll'Altain, ii gruppo femminile. K oi. e poi? Dovremo ripetere per ['ennesima olta, quanto pensiamo di pittori adagiatisi ramai comodamente sul carrello di un pasato, che diede giustamente ad essi un nome, che continuano ti cantarci una canzone di ui sposso sentiamo soltanto vanire «ini a poo a poco gli echi ? Essi non avranno colpa, ma il dolciastro di na maturazione troppo avanzata1 quasi ci pingerebbe ad addentare qualche bel frutto cerbo. Dove trovano qui? Non certamente ella stila, ove una pittrice -- Dina Altara — erca l'originalità attraverso lo opere tdtnii, a sa riescire almeno squisitamente armoica nella colorazione, mentre vicino e intoro ad essa e un prorompere'di gridi di follia arnevaUboii, La parte n&ggjnft degfc artisti a i o r i n r a a è e J fa come Luigi Caldei-ini, vegeta tranquilla, proba, avvolta nell'ombra di qualche cosa, <hc per quest'ultimo può essere l'insegnamento paterno, per altri la dolce convinzione di avere qualche cosa a dire. Ora l'arte è poesia : l'arte vuole ali, se ha a volare. E troppi la tengono inchiodata ti terra. Omaggio al vero'.' Ma il vero più umile può avere accenti cosi penetrami di semplicità, di forza, di intima bellezza da commuoverci. E allora datemi almeno questo vero, e ci riparleremo. So bene che questa è pretesa, troppo grande. Che non mancano, anche in questa mostra, dipinti i quali rivelano un senso delicato del colore, od una cura notevole del disegno, o una sobria valutazione dell'effetto, o un contempcrarsi di doti diverse, di cui niuna eccelle. ma tutte si fondono in una gustosa armonia da bastare a quel grado di piacevole dignità, sufficiente a riposare l'occhio e la niente del riguardante, senza volgarità, senza stridio di errori troppo palesi. E vanno dignitosamente in ischlera dietro qualche opera principale, cosi come io tiglio di Maria in processione dietro i loro dorati stendardi. Ma ricordare tali opero sarebbe un ricordare una piccola pane del catalogo. E spazio e pazlen za tifiti lo perniet.ono. D'altra, parte unisti colie- il Salassa, il Dotterò, il Cane, Anselmo Sacerdote, Stefano Boriceli, il Crida, il Cal'fassi, il Vellan, Casimiro Jodi — che espone fine snidi di Pori d'una grande distinzione — il Ciusiàmi, il Piana, il Malvano. Mario Gatti, il Morelli, ed altri, o già mostrarono di saper lare meglio, che non oggi, oppure potranno darci presto qualche occasione di parlare di essi con opere di maggior lena. Restano gli scultori. E qui può ossero giusta ragione di compiacimento il constatare che, mono dei consueto, la chincaglieria dilaga. Artisti, che dell'austèra nobiltà del pensiero e dellai forma fanno un culto, come Luigi Contratti, o artisti ricchi, di fantasia e di ardimento, non sostenuti sempre dalla possa, come Tancredi Pozzi : scultori di fibra gagliarda assillati da un impetuoso e tormentoso desiderio di vita c trascinati più di una volta dallo squilibrio tra le aspirazioni dell'anima e l'entità delle proprio forze a credere movimento ed energia intima quanto invece ha solamente l'apparenza di cosa movimentata od energica, come Gian Battista Alloa.ti; ricercatori dì eleganze e di finezze di chiaroscuri, attraverso le quali la .«coltura sembra volere competere con la pittura, come Ezio Ceccarelli. ci appaiono in epiesta mostra accanto a giovani pensosi, di cui dalle opeiv già traspirano i segni fli una delicata sensibilità che li fa. nel raccoglimento, riluttanti ad ogni volgarità, come Carlo Ravera o studiosi o saldi e coscienti, come Giuseppe Mori, o pronti di' ingegno e simpatici anche in qualche esuberanza giovanile, come Umberto Baglioni. Hanno unti costoro saggi noitevoli alla Promotrice. K risaluto in essa altri giovani che l'Accademia Albertina ebbe, cari : Guido Capra, schietto e appassionato temperamento di artista, di una fantasia fervida, d'un sentire delicato ; Alberto Ciacouiasso, raccolto e sicuro e non pago di superficialità : Angelo Cattaneo, esecutore coscienzioso p qua e là incisivo, e penetrante. Sono dell'Aghemo un bassorilievo in bronzo, di soggetto sacro, litui testina gustosamente modellata ed una medaglia, che nell'arte difficile di trattare il ferro a sbalzo è una prova riuscita : deH'Orsoliiii è raccolta, ed espressiva una Madonnina : di Luigi De Stefanis, sempre interessante pei ispirilo di ricerca, ricordo alcuni lavori : un altro Luigi, il Calderini. in una serie di vivaci studi di animali, rivela spirito di osservazione, e talora un piacevole umorismo nell'interpretazione, che è appunto frutto di attenta osservazione. Carlo Fait mostra una volta di più quanto tesoro abbia fatto degli insegnamenti del Canonica : Andrea Campi studiò invece l'arte della medaglia in Roma: lo si sente nella delicata ricerca del chiaroscuro nei diversi piani: ora s'educa alla scuola dello Zocchi, e ne è prova la fermezza del disegno in un suo bassorilievo in gesso. Nulla espone l'autore del monumento a Dante in Trento: ma rivive nell'anima dei suoi allievi. Fra questi trovo, della figliuola Lina, due ritratti ed ima figurina, di donna di linea semplice e simpatica, a resa con garbo. Vicina alla scoltura l'arte del bianco e nero. Poche cose, ma assai interessanti. Acquatinte di una bellezza maschia e di un sentimento profondo, come quelle del Migliavacca ; acquetorti come quelle del Sartorelli. del Carbonati, del Marchig. del Broglio: incisioni su legno a colori, come quelle del Moser possono bene suscitare un interesse piti vivo che non metri e metri di tela dipinta. Qualche miniatura, qualche acquarello meriterebbe forse anche un cenno, non fosse altro; che per ricordare Cecilia Masutti. il Crida. la Contemo, Rianca Riva Sandri, il Salvestrini, il Carla-Satta, e. nel campo delle composizioni architettoniche il JVAponte e Mario MencarellL E in una saletta appartata Domenico Ernesto Smeriglio dà, con alcuni progetti, nuovo saggio del suo gusto di decoratore. Ma oramai conviene abbandonare il campo. A spigolare per esso forse troveremmo ancora qualche cosa: ma a che prò.' Il fardello è oramai pesante, malgrado le molle spiche vuote. E quelle, che contano, possono bastare a siustiticare la prima impressione: di una mostra eiot.' piti numerosa', che non sostanziosa; più piacevole che non interessante. : ordinata con cura : ut! a a concedere un'ora di svago fra quattro chiacchiere ed un pò di lunula musica, bene eseguila. Nulla di pur.' Ah, si! una esposizione alimentata inoltre dalla nobiltà rie] sentimento, che seppe far conoscere al gran pubblico Giuseppe Ricci. La figura del pnvein morto la inonda di luce. E quale luce! TIMI.

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Roma, Trento