Il ritorno della calma a Torino

Il ritorno della calma a Torino Il ritorno della calma a Torino La ripresa del lavoro - La riconsegna dell' Associazione operaia ai dirigenti: un nostro sopraluogo - Strascichi e nuovi episodi delle giornate di sciopero. La notizia della cessazione dolio sciopero, tìiffusasl rapidamente nella città fin dall'altra eera, ha prodotto un senso di sollievo in tutti, e particolarmente fra gli operai piti direttamente interessali alla ripresa normale del lavoro. Ieri mattina quindi, alla chiamata delle sirene, le maestranze rientrarono nelle officine al completo ed i macchinari ricominciarono a funzionare. Il ritorno al lavoro fi avvenuto repolarmente nella qua.-i totalità desìi stabilimenti. Soltanto •in alcune fabbriche metallurgiche ed automobilistiche, ''dovè durante le brevissime ore di «)CCirpaziorie operaia erano accaduti spiacevoli incìdenti fra maestranza e dirigenti, il lavoro non venne ripreso. Sei stabilimenti chiusi Gli stabiliirienii clic'ieri mattina non rlapriro710 ì hai lenti sono i seguenti : Diatto, io. Dartela, Itaja, Fiat Industrio nVotailiirRiclie, 'Spu.. e Carello, in via Petrarca. Uh quanto ci venne riferito in questi stabilimenti si sarebbero avuti, nella mattinata di martedì, senuc'stri li persone, minacele a mimo annata, perquisizioni personali di impiegati o dirigenti, 1 ed altre manifestazioni deplorevoli dello slato d'animo di violenza che in quel momento — sotto l'impressione delle notizie che correvano in città sull'incendio della Camera del lavoro — signoreggiava In massa operaia. Particolarmente tiravi episodi si verificarono alla Fabbrica automobilistica Lancia, dove lo slesso proprietario ed alcuni impiegati furono fatti segno a violenti minacele. Lia violenza usala verso il cav. Lancia ed i suoi Impiegati, ha. offesa la grandissima maggioranza desìi operai. .Ve abbiamo una prova nella seguente lettera, che ci e stala recata in redazione: «Un gruppo di operai d°lla » Lancia» sicuri di interpretare il pensiero delia grande maggioranza della maestranza, tendono a far sapere, all'opinione pubblica, il loro vivo rincrescimento per l'atto malvagio <• prepotente di pochi scalmanati, ed estranei d'officina, commesso a danno dello stésso signor Lancia, e della. Direzione Speranzosi che con questa vertenza, si pòssa porre termine alle troppo frequenti violenze comuniste: con preghiera di pubblicazione ringraziamo ». A questo proposito era corsa vuee. raccolta anche da qualche giornale, oliò tutta la •maestranza, della Ditta « Industrie metallurgiche » sarebbe slata tiitui licenziata per l'avvenuto .breve sequestro doU'injr. Gamba, direttore, 'l'ale notizia ci veni»' recisamente smentita ne7,'li Sless: ambienti industriali. Le sei officine che ieri non riammisero gli ,opera'i al lavoro, s! sono riaperte questa màilina stessa. coU'ammissiono di tutta la maestranza, eccezione fatta di iluogli operai "su cui Bravassero precise responsabilità personali por gli eccessi commessi durante le due. uro di possesso dello fabbriche. [eri mattina alle ore 0 venne consegnata, presente il notaio avv. Piccinini, la Camera del lavoro alla Commissione operaia. Il commissario avv Serra ■• il vice Commissario Fusai'!, radunarono le guardie regìe eli" si trovavano nello staliite e poiché molli curiosi si erano avvicinati alla Camera del Lavoro, i plotoni di guardie vennero latti circolare per sciogliere l'assembramento. Poco dopo però la forza si ritirava ed il pubblico, fra cui era largamente rappresentato l'elemento operaio poteva avvicinarsi. t funerali delle studente ucciso • l.a salma dello studente Amos Maramotii, clic USoVò la morte nell'assalto alla Camera del LaVoro, è stala trasportata ieri a Reggio Fniilia. dove le saranno resi solenni funerali. La mesta cerimonia del trasporto dal San Giovanni alla stazione di Porla Nuova è a-venuta alle 19. La sala mortuaria del nosooomio era stata mutata in camera ardente, e la salma, avvolta nel tricolore e cosparsa di Ilori, fu lino a ieri sera vegliata da fascisti clic si alternavano nella gentile e ipietosa bisogna. A Torino erano pure giunti i costernati genitori del giovano. Allo 10 il cadavere, fra il religioso e muto dolore 'dei compagni e dei pajrenti. raccolti nel cortile, venne deposto in un iturgonclno. ed il mesto corteo si diresse lentamente olla stazione. La bara, collocata in uno speciale vagone adorno di corone, ebbe l'ultima veglia dai compagni di fede dell'estinto giunti anche da altri centri, il carro fu quindi agganciato al treno di Bologna, col quale parti alle 20.'.IO. Nessun discorso. Sia 'oll'èntrata che all'uscita dalla stazione, le spoglie mortali dell'infelice giovane vennero salutate, tra l'ondeggiare dei numero: i gagliardetti, dal grido dei fascisti: .Sono partite col treno di Bologna, facendo scorta alia salina, ilo rappresentanze dei fasci delle maggiori città dell'Emilia, appositamente recatesi a Torino. L'autorità aveva disposto, specialmente in stazione, un largo spiegamento di forze. Ma non si ebbe a deplorare il minimo incidente. Le 43 mila lire dell'" Itala,, Non si tratta di furto , Abbiamo rilevato che all'Autorità di Polizia •era siata sporta una denuncia di rapina a carico di due operai dell'Itala, Francesco Bussola c San;- V'alenimi, imputali di essersi fatto consegnare dal cassiera dello stabilimento 43.500 lire la mattina di martedì, duranti- l'oc'cùpazlone dèlie officine da parte delle maestranze. Le cose si sono svolle in tuit'altro modo e non vi In né furto, ne appropriazione 'qualsiasi di denaro. 11 cassiere Bernuzzi consegnò all'operalo Lussola, a mezzogiorno, le !*i.O0O lire dicendo che. da] momento che la Commissione interna aveva assùnto essa la direzione .della fabbrica, egli credeva opportti- fopcBansgl'ddimSbmiAul'l'spspaplancnpItlidrfoaddpfo[•dsftlrscsmutsricvcredscrdvUlrdiTtdsn110 rimettere la sommo non volendo ritenerse- 7ic- responsabile 11 Bussola fini per accendi-jscendere a trattenére lui la somma: ma tuie! 14,30, quando lo stabilimento era già stato sgombrato per l'intervento de;:a forai» pubbli- cu etili si presentò al tenente Ui guardia e l chiese di conferire col l'Amministratore fiele- Ci'O d>''l!'' itola - ing Ca*-! per riconsegnar-[pi':» «500 lire. Non fu ammesso ed allora Ulnocchia «i reco ,-,,] ortóndere l'JngegnTe alla Filaniferl "ed a'ie (ire's'ua abitazione, in via rilangerl. ed alle ore ì'i polo rimettereli Ja notevole somma, ^pietandoaii evi;.- ne fosse venuto in possesso, i Sfcì oiiie, proprio nel pomeriggio, era pia ' stato fatto un verbale da! funzionario di Pojizlj entrato all' Itala ». al anali- erano state avutole le «ose non nei termini esatti, fu imliiedlatamente provveduto ad u.tértire l'AlitoJitù che il Bussola ed il Vaici.Uni — trovatosi )>iesente alla consegna delle 43.5Q0 lire — si erano comportati colla più scrupolosa cor 5.itezzp e che la denuncia di rapina era la conseguenza di un grosso equivoco. I due operai non ebbero quindi alcuna noia quando riti una tono tra i loro compagni di lavoro. Aftentati alla libertà del lavoro al Cotonificio Leumann • Martedì mattina squadre di giovani operai — appartenenti alle sezioni estremiste — si ter alio ni; ti 10 bicicletta davanti al cotonificio l.iuiuiunu, nella Borgata omonima, per lar cesfcv.i il lavoro, ma le maestranze non ne volle\« sapere Mercoledì la scenata fu ripetuta tot) i facinorosi, nllorn. lmielnwiin .sussi contro ].. vettata dello stabilimento con non poco spavento dello c urne ctie in esso lavoravano. 11 lavoro lo dovuto sospendere per forza. Ieri kiiaiiiuo la • pernie che si recavano al laS'oro notarono nuovamente i gruppi dei Giovani e non <•••»:'ti« rientrare nei reparti. I.a direzione dei Cw uincin provvide «liora ad 'nvveiiiii' le Autorità fli Tórind per l'invio di guardie a (mela della libertà di lavoro. ItifJipeudeiitcìnRiitfj dallo sciòpero provocalo uall'incéndio cibila Camera del Lavoro le rnaeEiranzc della fabbrica di eia ., linciale ■ Visi'.isn u clw è a Venaris Reale, in quasti giortu hanno scioperato Iiuproyvisami'mto, nonostante quanta èra statò stipulato in un concordalo. A quanto pili vi furono, in conseguenza, ottanta mila lire circa di danni. ìm I,.,,., j,., provveduto alia chiusura d(!llo Èiubtllmenlti che -i stato occupato roilltarnieiite. Come fu scoperto e sventato n» complotto di incendiari Net parlare >tl Tentativi di incendio compiuti ir. facinorosi la notte di martedì, abbiamo « ennalo alJ'arres • di ibi giovinastro coin;.iii::i in 'ivo Moncalìe i 'i.-ti ciirabiiiieri ed il . ini- ì-ì- di rnalerii.:- -iauiu.ab,1 cor Il ill< diari ortunata operazione si hanno ora i seguenti particolari. Il maresciallo dei carabinieri Marcello Martlny, comandante la stazione della Barriera di Piacenza, già la sera precederne aveva avuto sentore di un complotto del [Tenere. Lina comitiva di dieci o dodici giovani sovversivi erano stati uditi pronunciare in gran mistero il proposito di dare olle fiamme, 'indomani none, alcune abitazioni signorili di quei paragci. La notto seguente l'alacre maresciallo pensò di mettersi attorno per sventare la delittuosa mpresa e accalappiare i criminosi individui. Senonche egli non disponeva che di due carabinieri, ed allora si rivolse al localo Commissariato, che molto opportunamente gli nviò un rinforzo di dieci guardie regie. Alle 22, la pattuglia usci di caserma ed iniziò un ampio giro di perlustrazione. Arrivati al'altezza del ■PìlòheUò, i militi scorsero nel'ombra un individuo in atteggiamento sospetto, il quale, non appena si accorse/ della presenza della pattuglia, diede un lungo liscino, evidentemente un segnale a dei compari intenti a qualche losca impresa. Senza attendere altro, carabinieri o guardie regie si precipitarono verso la sconosciuto, che prese a fuga, e riuscirono ad agguantarlo dopo non breve ed affannosa (orsa. Invitato a declinare le proprie generalità, disse di dilaniarsi Bianco Ernesto, di anni 32, da Asti, opernio alla t Fiat •, abitante in corso Moncateri 242. Mentre l'arrestato veniva affidato a due miiti, il resto della pattuglia scendeva, in cerca dei compagni di lui, lungo il terreno che derliiia verso il Po, e che in quella località e formato da prati macchiali di cespugli e di alberi; un luogo adatto, insomma, a servire di iiaA'ondiglioi a delle persone. 11 sospetto degli uomini della polizia che colà fossero riparati i soci della ignota banda, si dimostrò ondato. Essi non avevano fatto che pochi •assi verso il fiume, quando nell'oscurità videro delle ombre sbucare da ogni lato come se sorgessero dal suolo e darsi a precipitosa fuga in tutte le direzioni. Evidentemente pratici dei luoghi, e favoriti dal'.e tenebre, i maandrini, per quaiiin inseguiti per buon tratto, riuscirono ad eclissarsi. Dopm l'inseguimento, la pattuglia ritornò sul posto, ponendosi a frugare Ira le macchie, ed anche, questa nuova fatica non fu spesa invano, perchè si rinvennero Oggetti... malto interessanti. Furono infatti trovati: una latta coiiAenente tre chilogrammi di petrolio, un basco e otto bottiglie ripieni deliostesso liquido, una bottiglia di benzina, una rivoltella carica a sei cólpi, nonché una bicicletta. Tutta questa inusitata mercanzia venne naturalmente sequestrata e portata, in caserma, in compagnia, si intende, dell'arrestato. Cosmi fu sottoposto ad interrogatorio, e la sua deposizione ha senato come punto di partenza per alacri indagini che i niilui si sono affrettati ad iniziare, per venire all'iiciitiflcazìone ed all'arresto dei mancati incendiari. Altri incendi dolosi Verso le ore 2 dell'altra notte ignoti riuscirono a spargere delle materie Infiammabili su della legna sita in un deposito di legnami in via Alassio, N. 50, di proprietà del signor MarUni Mario, poscia vi appiccarono il fuoco Le liamme si svilupparono in breve e. distrussero rapidamente sette cataste di tavole di pioppo del valore di L 150.000. Molto maggiori sarebbero stali i danni se i pompieri, avvertiti dalla, guardia notturna Trezzi, non fossero accorsi con la loro abituale sollecitudine con due pompe, riuscendo dopo un'ora di lavoro a spegnere le Damme. Una pattuglia dì guardie regie addette alla sorveglianza dello stradale di Nizza, che appena accortesi del primo divampalo dell'incendio si erano a corsa avvicinate allo stabilimento, ddd videro allontanarsi alcune ombre. Le guardie spararono dietro queste parecchi colpi a mitraglia che ]>eró non raggiunsero 11 bersaglio. Le detonazioni che sinistramente rimbombavano nella notte, il sibilo delie sirene delle auto pompe dei pompieri, il precipitoso accorrere di automobili con guardie regie, carabinieri e guardie municipali, tutto questo - insolito rumore aveva svegliato il popoloso quartiere gei tando un vivo panico. Le persiane delle case ad una ari una si aprirono Cosa era successo? Una sommossa? La risposta era data dal vivido bagliore del cielo che sembrava tramutato in una enorme fornace. Di tratto hi tratto tra enormi colonne di fumo nerastro sprazzi di vivido faville si spandevano per l'aria. Altri ignoti si Introdussero In un « belvedere » contiguo alla villa del conte Alessandro di Monasterolo, in valle Valplana. 581, e vi appiccarono 11 fuoco. 11 danno si aggira sitile a00 lire. Uno strano episodio Mentre la notizia dell'incendio della seghe ria circolava di bocca in bocca ad un tratto si udirono provenienti dal Corso Dante del collii di arma da fuoco. Prima radi, poi più frequenti tino a diventale una vera fucileria. Quale nuova disgrazia minacciava di accadere in quella malaugurata notte? E le ipotesi più strampalate furono il soggetto dei discorsi di colóro che, disperando (fi ri pren- der sonno erano scesi in istrada e riuniti acapannelli osservavano il faticoso lavoro dei pompieri. Sarà stato un falso allarme, si lini per conchiudere. Ma il motivo di quelle fucilalo era statò molto diverso e nulla ave-vano a che fare colle dimostrazioni di questi giorni. Ecco le notizie raccolte in proposito, Ve.rso le tre del mattino il soldato di sentinella al carcere militare di via Ormea alzando il capo stupito di veder il cielo farei tutto rosso ad oriente, scorse sul tetto dell'ergastolo un'ombra che. strisciava lentamente avvicinandosi alla grondaia. Un detenuto elio fugge! inorinolo il soldato e corso al corpo di guardia chiamò i suoi compagni, i quali useiti, osservarono anch'essi con stupore l'uomo il cui profilo spiccava, lassù sul cielo rischiarato dalle flamine dell'incendio. Chi va là! gridò la sentinella. Nessuno rispose. Fermio sparo! ripetè la voce. L'ombra non risposepaiola, solamente con moto più frettoloso cercò di avvicinarsi ad un abbaino per nascondersi dietro ad esso nel caso che il soldato avesse fatlo seguire i fatti alle parole. La sentinella infatti imbracciato il fucile aveva lascialo partire un colput subito seguito da un seconda Anche, gli altri suoi compagni girata In posizione spaiarono. L'ufficiale "accorso anch'esso nel cortile ordinò replicatamente il luooo. Quando gli spari cessarono tutti gli occhi si 'affissarono sul tetto per vedere chi era lo sconosciuto il quale o illeso o ferito avrebbe dovuta decidersi ad ar-lonilpvst \!i (lull'iirmii-i clip loiitiva rli 'notrirpìenueiBi. i\ia qeu uomo tue tentava ai »uggire'"non vi era più traccia. Che fosse caduto uc¬cise nel cortile? Questa ipotesi ebbe breve durala poiclié il cortile era sgom.iro eri il corpo di. un uomo non è quello di un passe ad uto che possa sfuggire ad" una anche rapidaperlustrazione. L'ufficiale ed i soldati salironoin setruilo sul tetto: ma il tetto, come il cortile era deserto. Esaminarono ed ispezionarono allora minutamente le celle e le camerate, ma nessun detenuto mancava. E chi era allora lo sconosciuto che passeggiava alle tre di notte sul tetto del carcere e dove era esso andato a finire? Venti ocelli l'avevano veduto e ne avevano controllato le mosso. Si trattava forse di uncaso di allucinaziono collettiva? Un'inchiestac stato aperta su questo stranissimo caso capi italo la notte scorsa all'Ergastolo, che fece consumare tanti colpi di mitraglia e rannicchiare sotto lo coltri spauriti molti- del numerosi abitanti del rione.