Operaio fascista e mutilato di guerra ucciso da un comunista

Operaio fascista e mutilato di guerra ucciso da un comunista Ultime di Cronaca Operaio fascista e mutilato di guerra ucciso da un comunista Da uno strascico dell'antagonismo fra operai delle officine " Spa „ e Giachero al delitto - La fuga dell'uccisore - Il pianto d'una madre Ieri sera, verso niezzaiiotle, si ò sparsa la voce in città che» uu- fascista era stato ucciso. Alla Questura Centrale, dove subito' ci slamo recati, non si sapevano ancora i particolari precisi, poiché il funzionario immediatamente inviato sui posto non era ancora tornato, ed anzi aspettava vicino al cadavere l'intervento dell'Autorità giudiziaria per le constataziojifTn legge. Tuttavia, dallo prime inforinnaloni telefoniche, nonostante le molte lacune, si potè cosi ricostruire 11 fatte: L'operaio mutilato di guerra Oddone, al momento in cui scriviamo non ancor meglio identificato, abitante in via Barbaroux, ed iscritto ni Fu-sclo di combattimento, "essendo sempre maltrattato ed alcune volte percosso' da operai metallurgici, aveva sollecitato l'intervento di due suoi amlci fascisti — e disegnatori meccanici — perchè intcrpinessero i loro buoni uffici, specie presso l'operaio Cablati Giovanni, di anni 20, membro delia Commissione interna delle? officine « Spa ii, e chij egli indipava come uno dei suoi principali persecutori. 1 tre ieri sera, circa le 22, si erano diretti assieme verso il corso Principe Oddone, e manti alla casa abitata dal Gabiati, uno dicessi era salito a chiamarlo, mentre gli altri due attendevano nella strakla.. L'operaio aderì subito all'invito, ma' rjuaudo nella via. si trovò a faccia a faccia coll'Oddone, senza por tempo in mezzo trasse di tasca la rivoltella e la -puntò contro il malcapitato, facendone esplodere un colpo. L'Oddone, alla vista dell'arma, istintivamente chinò il capo, ed il proititlilc gli sfiorò solamente il cappello; ma due altri colpi meglio aggiustati lo colpirono alla bocca, uscendogil dalla base del cranio. La scena si era svolta in modo talmente fulmineo, cito i due amici dell'infelice non ebbero tempo di Intervenire. Solamente quando il poveretto'Si abbattè al suolo rantolando, uno di essi si chinò su lui per portargli soccorso, metttre l'altro si dava ad inseguire il feritore, ohe approfittando del momentaneo sgomento, 6i era dato alla fuga. Inseguimento inutile, po'clrò lo sparatore ormai era troppo lontano e lo tenebro fitte lo aiutavano a scomparire. Ad ogni buon conto il Gàbiati finché sì credette inseguito seguitò a sparare di tanto in tanto alle sue spalle coipi di ri¬ voltellu Attorim al disgraziato, rantolante e che perdeva a flotti sangue dalla bocca, si eia raccolta molte, gente. Alcuni si prestarono per recarsi ad avvisare il Municipio per il pronto invio di un medico e relativa autoambulanza, mentre altri telefonarono alla Questura. Prima però che giungessero i soccorsi, e cioè pochi momenti dopo il grave ferimento, 11 disgraziato Oddone aveva cessato di vivere. Quieto 8 11 racconto che uno del due suoi amici ha sommariamente fatto del "tragico avvenimento. Sai lnogo del delitto Ci slamo recati sul posto, qualche tenlpò dopo il delitto, li cadavere giaceva sul marciapiede di corso Principe Oddone, davanti alla casa N. 16. La pietà del presenti l'aveva ricoperto di un drappo di lami- Ma una larga pozza di sangue si allargava sul terreno. Attorno, una piccola folla di curiosi, che commentava in termini di raccapriccio o di pietà. Una barella della Croce Verde era 11 vicino; ma non. essendo ancora giunto il rappresentante l'Autorità giudiziaria, l militi stavano aspettando. Guardie regie e carabinieri, agli ordini del.' commissario SVoiic-ia ei dei vice-commissari Verderame o De Flora, provvedevano a tenere i curiosi ad una certa distanza dal morto. Abbiamo interrogato sul delitto pareiv.hi-presenti, fra cui alcuni abitanti nei pressi. Stando ai loro racconti, verso le 85, tre fascisti, tra cui il morto, si sarebbero fermati davanti al portone del N. 20. dove abita il Gabiati. Dòpo un brevo scambio di pai-ole, uno ril essi, giovanissimo, quasi un ragazzo, salì nell'alloggio del Gabiati. Questi era in casa. 11 gio vane fascista gli disse che era aspettato abbasso da duo suoi compagni, per importanti comunicazioni. Quali fossero queste comunicazioni, ci venne spiegato nel seguente modo. I tre fascisti erano operai della ditta Giachero, il famoso stabilimento dove. ..invece delle macchine da sorivere, si fabbricavano — secondo la denuncia — armi e proiettili. Questo stabilimento era ora passato, nel riguardo delle maestranza — in» causa del boi-' coltaggio dello organizzazioni metaliurgtehe — sotto il controllo doi fascisti, e quasi tutti fascisti sono gli operai in esso occupati. Gli Incidenti della "Spi»,. n Gabiati, invece — a quanto ci fu detto — è un membro della Commissione interna della «Spa»; Come 1 lettori ricordano, giorni fa, in Borgo San Paolo, venne dagii operai della « Spa ■■ bastonato e ferito con un colpo di ferro un disegnatore dello stesso stabilimento, cho all'Ospedale Martini fu giudicato guaribile in 15 giorni. Stando alle nostra informazioni raccolte sul posto, i tre fascisti si sarebbero recati dal Cablati appunto per questo fatto. Pare fosse loro intenzione interessare 11 Gabiati porcile eglf facesse presso 1 compagni di lavoro, e specialmente presso i colleglli commissari, opera di pacificazione. Siccome da qualche tem»? vanno nella nostra citte ripetendosi casi ni conflitti, seppure in genere isolati, tra fascisti e comunisti, e siccome sembra assodato che fra operai delia « Spa • « dello stabilimento fllachero si fosse remila creando una atmosfera di antagonismo e di elettricità, cosi i irò fascisti avrebbero desiderato olio il Gabiati si fosse adoperato porcile 1 suol compagni dt fabbrica avessero' a rinunciare a certi atteggiamenti di provocazione e di sfida verso gli operai della fabbrica Giachero. Conv abbiamo detto. U Gabiati era a casa con la madre. Paro «.-ho stesse vestendosi, e disse al giovinetto che sarebbe subito sceso. Difatti pochi minuti dopo comparve sul portone. I quutlro si unirono e fecero qualche pascli assieme, risalendo il corso verso piazza Statuto. Però non si sa bene perchè, ma forse per lasciare più ampia libertà di colloquio ai due, 1 compagni deU'QrVMi« ai ^Kmttawntao, il, lasciandolo solo col Gabiati, senza però perdere di vista la coppia. • 11 delitto Il fascista ed il comunista — poiché tale risulterebbe il Gabiati — fecero non più di trenta metri, discorrendo, almeno in apparenza, con calma e tranquillità. Ma improvvisamente, davanti tdla casa n. 16, fu visto il Gabiati estrarlo repentinamente la rivoltella e sparare tre colpi contro il povero Oddone, che cadde mortalmente ferito. Lo sparatore si diede alla fuga. Mentre il giovane fascista accorreva presso il caduto, l'altro collega, un giovanotto aitante e robusto, si pose all'inseguimento del feritore, sparandogli dietro alcuni colpi. Ma l'oscurità favori la fuga del comunista, che riuscì ad eclissarsi: e quando l'inseguitore ebbe sparati tutti i colpi della propria arma, fece ritorno presso l'Oddone, che già era cadavere. 11 morto era mutilato di guerra. Era stato ferito ad una mano, ed era occorsa l'amputazione di alcune falangi delle dita. Sembra elio egli vivesse nella nostra città, solo, senza famiglia. Qualche tempo dopo 11 fatto un funzionario accompagnato da agenti ha operata una perquisizlonejn .casa del Cablati. Egli non c'era. Gli uomini della polizia trovarono invece, tutta in lagrime, la Vecchia madre dell'uccisore, la quale eia stata messa al corrente della tristissima. Impresa del figlio, ed .al racconto era scoppiata in un pianto convulso, disperato. CSon si conoscono ancora, al momento Ir» cui scriviamo, i risultati della perquisizione.

Persone citate: De Flora, Giachero, Verderame